L'Arabia prima dell'avvento dell'islam: Sabei, Nabatei, Palmira, Petra e le Tre Nobili Gru


Info tratte da




ONDE EVITARE INSULTI CON GENTE CHE MI DICE CHE "NON è VERO NIENTE! TE LO SEI INVENTATA TU! è TUTTO UN TUO DELIRIO!", SARANNO PUBBLICATE, A MO' DI PROVA, LE FOTO DELLE PAGINE, A DIMOSTRAZIONE CHE "NON SONO I MIEI DELIRI" E CHE IO I LIBRI LI LEGGO!!!! 

Nel vicino Oriente, agli inizi del VII secolo d.c, due grandi imperi, il Bizantino e il Persiano, si spartivano con alterne vicende il dominio dell'ampio territorio. Il confine tra i due imperi, partendo dai monti dell'Armenia, attraverso la steppa mesopotamica e il deserto siriano, toccava le prime propaggini d'Arabia, che tuttavia rimaneva esclusa dal loro diretto controllo. 


Proprio in questa regione desertica agli albori del secolo VII nacque il profeta maometto che darà un nuovo corso alla storia degli Arabi.
La più antica storia araba, in età pre-islamica, testimonia una rudimentale ma chiara coscienza nazionale: solo con il nuovo credo religioso, tuttavia, gli Arabi entreranno come protagonisti nella Storia.
Tra le prime notizie storiche che abbiamo degli Arabi vi è un'iscrizione di Salmanasar III del'853 a.c, ma sono più interessanti quelle del tempo di Assurbanipal (VIII secolo a.c) nelle quali vi sono figurazioni in rilievo.
In queste fonti, ove sono indicati con i nomi di "Aribi, Arabu, Urbi" come in quelle bibliche, anteriori di un paio di secoli, gli Arabi appaiono come genti nomadi.


Ai margini dell'ampio deserto arabico si ebbero stabili sedi. La zona più antica dove fiorì una civiltà araba sedentaria è la costa sud-occidentale della penisola arabica, lo Yemen, regione che gli autori classici chiamarono Arabia Felix, Arabia Felice.
Nel primo millennio avanti l'era volgare, nell'Arabia meridionale fiorirono quattro regni: Sabeo, Mineo, Qatabanico, Hadramutico.
Il regno di Saba, in principio, era governato da capi, detti "Mukàrrib", che avevano poteri politici e religiosi. (Nota di Lunaria: e sia nella bibbia, sia nelle credenze islamiche, troviamo menzionata la Regina di Saba, della quale avevo già parlato nel mio post dedicato al Culto del Sole https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/regina-e-sacerdotessa-del-sole.html)
I Mukàrrib erano assistiti da un'assemblea alla quale partecipavano i rappresentanti di tutte le tribù: anche presso i sedentari gli Arabi ebbero a base costante della loro organizzazione sociale la tribù.
Tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.c. nello stato sabeo ai Mukàrrib successero dei re, e il regime assunse un aspetto feudale.
è in questo periodo che a fianco di Saba compaiono gli altri stati sudarabici; notevole tra tutti quello mineo, che pose colonie verso il nord, lungo la via del deserto.
Ma circa nel I secolo a.c il regno di Saba lo assorbì, insieme a quello di Qataban, estendendosi considerevolmente, e quando Elio Gallo nel 25-24 a.c per ordine dell'imperatore Augusto, marciò sull'Arabia meridionale, incontrò una tenace resistenza che fece fallire la spedizione.

Nel secolo successivo venne assorbito anche il regno del Hadramàut sicché nel III secolo d.c l'Arabia meridionale raggiunse l'apice della sua potenza in un forte stato unitario sabeo.
Nel IV secolo d.c il regno di Saba subì un'occupazione etiopica alla quale successe. nel 525 d.c, quella persiana, di breve durata, perché l'Arabia meridionale ben presto fu assorbita nel nascente stato dell'islam, in sempre continua espansione.
"I Sabei erano i Fenici del mare meridionale. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-fenici.html)
Conoscevano le sue rotte, le scogliere e i porti, non si lasciavano sorprendere dai suoi monsoni traditori e in tal modo riuscirono a monopolizzare il commercio su quel mare.
La circumnavigazione dell'Arabia considerata una possibilità teorica dell'ammiraglio di Alessandro, Nearco, nel loro caso si rivelò una realtà. Per i piloti greco-romani, il paese dell'incenso era "montuoso e sgradevole". Secondo il "Periplo del mare Eritreo" la navigazione è pericolosa lungo tutta questa costa dell'Arabia, che è sprovvista di porti, con cattivi ancoraggi, ostruita, inaccessibile a causa dei frangenti e degli scogli, e terribile sotto ogni aspetto. Attraverso il Mar Rosso, la principale rotta marittima conduceva da Bab el-Mandeb al uàdi al-Hammamat sulla costa del medio Egitto. L'intrinseca difficoltà di navigazione su questo mare, specialmente nel tratto settentrionale, spinse i Sabei ad aprirsi delle vie di terra tra lo Yemen e la Siria lungo la costa occidentale della penisola, che passavano attraverso la Mecca e Petra e si biforcavano all'estremità settentrionale verso l'Egitto, la Siria e la Mesopotamia. La diramazione siriana raggiunge lo sbocco sul Mediterraneo a Gaza.
Dal Handramaut, particolarmente ricco d'incenso, una via carovaniera conduceva a Marib, la capitale sabea, dove si congiungeva con l'arteria commerciale principale."
(Da "Storia degli Arabi" di PH. Hitti)


Oggetto dei commerci erano tessuti tinti con porpora, o intessuti d'oro, mussole, giunco dolce, unguenti, vino, grano, zafferano, mirra, incenso e spezie.

Per quanto riguarda il regno dei Nabatei, con centro in Petra, attuale Giordania, la prima notizia a noi pervenuta è riferita dallo storico Diodoro Siculo (I sec. a.c) nella narrazione della spedizione di Antigono, un successore di Alessandro Magno, condotta contro la città di Petra; ma la massima fioritura del regno avvenne sotto il re Areta II, alla vigilia dell'occupazione romana della Siria (63 a.c) quando il dominio nabateo si estendeva su tutta la regione transgiordanica.
Nei primi anni dell'era volgare il re Areta IV riuscì ad assicurarsi l'appoggio di Roma e Petra tornò alla piena prosperità, che durò circa un secolo: nel 160 d.c l'imperatore Adriano ne revocò l'autonomia e Petra divenne una provincia romana.

Dopo Petra si affermò lo stato-città di Palmira, posto al centro delle vie carovaniere fra il fiume Eufrate e la città di Damasco.
Palmira si sviluppò nel I secolo d.c nel quadro della politica di Roma, della quale era tributaria. Nel II secolo d.c l'autorità di Roma venne meno e Palmira si trovò a dover fronteggiare l'impero persiano.
Nel 260 d.c il principe palmireno Odenato sconfisse l'imperatore persiano Sàpore.
Il suo successore Vaballato, assunto il nome di Cesare Augusto e battuta moneta in suo nome, governò sotto la tutela della madre Zenobia ed estese la sua autorità sulla Mesopotamia, la Siria, l'Egitto e la Palestina. (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/siria-1-origini-archeologia-palmira.html)

Roma si impensierì di tanta potenza e mosse guerra contro la sua antica alleata: l'imperatore Aureliano, sceso attraverso l'Anatolia, sconfisse i Palmireni nella battaglie di Antiochia e di Emesa e catturata la regina Zenobia la condusse a Roma in catene, ove morì esule in una villa tiburtina.












https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/arte-rupestre-rosa-camuna-sole-delle.html



Dopo la caduta di Palmira, rasa al suolo dai Romani, nel secoli V e VI sec. numerose tribù di nomadi arabi emigrarono dall'Arabia verso il nord, ove formarono i regni dei Ghassànidi presso Damasco e dei Lakhmidi nella città di Hira (in Iraq). Questi due regni divennero vassalli degli imperi Bizantino e Persiano e vennero impiegati come stati cuscinetto ad arginare nuove migrazioni di nomadi dall'Arabia.
Dopo la caduta del regno sabeo, nella penisola araba, si affermarono piccoli gruppi politici organizzati: la città della Mecca, di Yàthrib (cioè Medina) e il piccole regno nel Negd, dei re-pastori, i Kinda.

Nota di Lunaria: gli Helloween hanno dedicato una canzone alla civiltà nabatea, anche se il video, per ovvi motivi, non è stato girato lì ma è basato su una più generica "atmosfera mesoamericana"

ALTRO APPROFONDIMENTO

Tra il Mar Rosso e l'oceano Indiano, la penisola arabica appare come un vasto territorio arido e desolato. In certe regioni non piove per dieci anni di fila.
Dune di sabbia, qualche volta alte 200 metri, si estendono a perdita d'occhio come nel deserto del Rub'al Khali.
Altrove si trovano vallate di lava, residui di un'antica attività vulcanica.
Solo a sud, nello Yemen e nell'Hadramaut, le piogge monsoniche fanno sentire la loro benefica influenza su suoli che, ben irrigati, hanno fatto battezzare questa zona l'"Arabia felice".




Esistono anche rare risorse d'acqua, oasi che offrono la loro freschezza, la loro terra arabile, le loro sorgenti permettendo a piccole comunità di praticare l'agricoltura.
In questi luoghi verdeggianti regna il nomadismo pastorale.
Tribù di beduini si spostano con le loro greggi di dromedari. Praticano l'allevamento e il commercio. Le loro carovane scendono fino allo Yemen, attraversano i territori dall'India al bacino mediterraneo e si incontrano sui grandi mercati, come a La Mecca, incrocio di itinerari e centro di pellegrinaggio, a metà strada tra la Palestina e il sud dell'Arabia.
Questi nomadi erano chiamati in greco "sarakenòi" da cui derivò la parola "saraceni".
Tra loro si chiamavano semplicemente arabi e indicano il loro paese con il termine Djazirat al-Arab, "l'isola degli Arabi".
Ogni abitante apparteneva ad una tribù, e le tribù erano raggruppate in clan che spesso si fronteggiavano, armi alla mano, per avere il predominio su una sorgente d'acqua, su un luogo di pellegrinaggio o un accampamento.
In epoca pre-islamica si veneravano gli alberi, le meteoriti, le pietre che avevano una sagoma simile alle forme umane.
Le carovane mettevano in comunicazione mercati e fiere, oasi e porti. Potevano contare su decine e decine di dromedari, animali che possono portare fino a 200 kili, percorrere 100 km al giorno e camminare una ventina di giorni con pochissimo nutrimento; il dromedario era la prima fonte di ricchezza dei beduini.
Attraversata da mercanti e viaggiatori, la penisola arabica riceveva idee, notizie e merci dal mondo intero.



ALTRO APPROFONDIMENTO

La religione fondata da maometto può considerarsi, insieme a cristianesimo ed ebraismo, una delle tre grandi religioni monoteiste.
Islam significa "sottomissione incondizionata alla volontà di dio".
In Europa questa denominazione cominciò a diffondersi verso la metà del XVIII secolo.
(Nota di Lunaria: anche perché il termine dispregiativo usato contro i musulmani era "maomettani")
Con essa ci si riferisce anche al sistema politico, sociale e culturale che si riconnette alla religione predicata da maometto.

Il dio dell'islam è unico, eterno, non generante e non generato, creatore del mondo che continuamente crea e distrugge, signore assoluto che perdona ed elargisce favori, ma non è sentito come "padre". 
L'uomo nei suoi confronti si trova nella condizione di "abd", servo, e gli deve sottomissione assoluta.
Obbedienti servi di dio sono anche gli angeli.
Tenditore di agguati è Iblis, Satana, angelo decaduto e maledetto.
Tra gli uomini e gli angeli stanno i jinn, sorta di spiriti o folletti, esistenti già nelle credenze pre-islamiche, cioè il periodo del politeismo, definito "gahiliyya", "ignoranza". (infatti, sono gli antichi Dei denigrati e detronizzati. Nota di Lunaria)
Al momento del giudizio gli angeli consegneranno agli uomini il registro delle loro azioni, che verranno pesate sulla bilancia e segnate a carico di ciascuno.
Le creature passeranno poi su un ponte sottilissimo, sotto il quale vi è la Gehenna: se saranno stati musulmani andranno in paradiso, in caso contrario all'inferno.
Il paradiso coranico è immaginato come un luogo di pace, lussureggiante di acque e di verde dove i beati sono uniti sessualmente a delicate fanciulle (urì).
L'inferno è contrassegnato da sette porte e al fondo si trova l'orribile albero Zaqqum, dei cui frutti si cibano i dannati.


Ecco una descrizione della Mecca e della Kaba, contenente la Pietra Nera (meteorite e residuo di quanto resta della litolatria pagana pre-islamica... Una Dea legata alle pietre nere era Cibele, Nota di Lunaria https://intervistemetal.blogspot.com/2020/05/la-kaaba-la-pietra-nera-e-la-litolatria.html)
[La sacra moschea della Mecca] "si trova al centro della città, su una vasta area lunga da oriente a occidente più di 400 cubiti e larga quasi altrettanto. Al centro sorge la venerata Kaba. [l'antichità della Kaaba è attestata da numerose testimonianze: al Masudi riferisce che a dire dei Sabei idolatri, la Kaaba era uno dei sette templi posto sotto l'invocazione dei sette pianeti] L'aspetto del tempio è magnifico e la sua vista splendida, tanto che niuna lingua può descriverne le bellezze, e niun descrittore può abbracciarne intera la perfezione. Le sue mura sono alte circa venti cubiti [...] La Kaba, che si erge al centro della Moschea, è una costruzione quadrata, alta su tre lati di 28 cubiti, e sul quarto lato, compreso tra la Pietra Nera e l'angolo verso lo Yemen, di 29.







La lunghezza della sua facciata, dall'angolo verso l'Iraq alla Pietra Nera, e di 54 palmi, e altrettanto la facciata che le corrisponde dall'angolo verso lo Yemen all'angolo verso la Siria; dall'angolo verso l'Iraq a quello verso la Siria, all'interno del Higr è di 48 palmi, e altrettanto sulla faccia corrispondente dall'angolo di Siria all'angolo dell'Iraq; la parte esterna dell'Higr misura 120 palmi, e il giro della Kaba si compie all'esterno dell'Higr. La Kaba è costruita in brune pietre massicce, connesse tra loro solidissimamente, su cui il tempo non esercita alterazione né influenza alcuna.
La porta della venerata Kaba è sul lato tra la Pietra Nera e l'angolo dello Yemen, e dista dalla Pietra dieci palmi: questo è il punto detto al-Multazam [...] L'interno della nobile Kaba è lastricata di marmo bianco a colori variati e così anche i muri [...] I cortinaggi della Kaba sono di seta nera, con lettere trapunte in bianco, che vi brillano su luminose e splendenti; essi rivestono dal sommo alla terra l'intero edificio. [...] Altro prodigio, ancora, che i colombi e gli altri uccelli della Mecca, con tutto il loro gran numero, non si posano mai su di essa né la sorvolano: tu vedi i colombi volare su tutto quanto il santuario, ma giunti a fronte della Kaba ne deviano verso uno dei lati senza sorvolarla.
Dicono che nessun uccello vi si posi mai se non è malato, e allora o muore all'istante o guarisce."




Il libro sacro dei musulmani è il corano. La parola araba "quràn" significa "recitazione ad alta voce". Col termine Kitab si intende il Libro.
Il contenuto del corano è molto vario. Gli studiosi vi hanno indicato tre gruppi:
1) Disposizioni legali
2) Racconti e leggende di contenuto biblico e su leggendari antichi profeti arabi
3) Esortazioni e ammonimenti.

Queste cose non sono separate, ma tutte mescolate tra loro.

Quando maometto era in vita, le rivelazioni divine erano affidate alla memoria dei credenti; il problema sorse quando maometto morì. La prima raccolta completa delle rivelazioni fu eseguita, per uso privato, dal califfo Abu Bakr: i capitoli vennero disposti in ordine decrescente di lunghezza, fatta eccezione per la breve Fatiha, l'Aprente, posta all'inizio.



Il corano è composta da 6200 versetti (ayat), raggruppati in 114 capitoli o sure che prende il nome da una o più parole del testo, scelte non si sa con quale criterio.
Ad ogni sura, tranne la nona, è premessa la formula detta "bàsmala", cioè "bismillàh ar-rahmàn ar-rahìm", "nel nome di dio il clemente, il misericordioso".

All'inizio del primo millennio avanti cristo le civiltà arcaiche fanno la loro comparsa in Arabia: nasce un'arte squisitamente araba, sculture monolitiche, un alfabeto protoarabo. A partire dal VII se VIII secolo anteriori alla nostra era, sacerdoti-re e regine-sibille governarono l'Arabia settentrionale e meridionale.
Le città dell'Arabia meridionale, attualmente ricoperte dalle sabbie, erano ricche di palazzi, fortezze, grandi templi.
In tutta la penisola sorgevano innumerevoli gli altari dove gli animali venivano immolati a una folla di divinità: alla Luna (divinità maschile) al Sole (divinità femminile), moglie o figlia della Luna. Una delle sue personificazioni, al Lat o Ilat, la Dea Madre, venne adorata dai Greci con il nome di Leto. La si ritrova più tardi insieme con Manat, la Dea del Destino, e con molti altri idoli nel cortile della Kaaba.


NOTA DI LUNARIA: ED è IN QUESTI POST CHE AVEVO GIà CARICATO DOZZINE DI FOTO DI IDOLI FEMMINILI PREISLAMICI!!!

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arte-e-scultura-nellantico-yemen.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arabia-saudita-no-per-davvero-parli-di.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/gli-uccelli-la-cammella-gli-elementi-e.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/gerico-e-il-culto-della-dea.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/arte-italica-afghana-persiana-e-sabea.html

LE COSE NON STANNO COME SOSTENGONO LE WICCANEMAOMETTANE FEMMINISTUCOLE, ALLAH NON è FEMMINILE, NON LO SI PUO' PREGARE AL FEMMINILE PROPRIO PERCHE' QUELLO CHE ERA FEMMINILE ERANO LE DIVINITA' ADORATE PRIMA DI ALLAH!!! INVECE QUESTE WICCANEMAOMETTANE FANNO CREDERE CHE "ALLAH LO SI PUO' PREGARE COME SI VUOLE" TACENDO SUL FATTO CHE PRIMA DI ALLAH AD ESSERE ADORATE C'ERANO GIà TRE DEE!!!!

OH, A QUESTE FEMMINISTUCOLE MONOTEISTE NON ENTRA NELLA TESTOLINA CHE NON POSSONO, N-O-N P-O-S-S-O-N-O PREGARE IL DIO CRISTIANO, ISLAMICO ED EBRAICO CON TERMINI AL FEMMINILE. I TERMINI AL FEMMINILE SONO DA RIFERIRSI ALLE DIVINITA' CHE VENIVANO ADORATE PRIMA DEL DIO MONOTEISTA.QUANDO VIENE IMPOSTO IL CULTO MONOTEISTA, LA PRIMA COSA CHE VIENE FATTA OLTRE ALLA DISTRUZIONE DEGLI IDOLI DELLE DIVINITA', è ANCHE L'ABOLIZIONE DEI TERMINI FEMMINILI CHE VENIVANO USATI PER RIFERIRSI ALLE SUDDETTE DIVINITA'!

SONO QUESTE LE RAFFIGURAZIONI DELLE DIVINITA' PRE-ISLAMICHE!





https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/il-serpente-domestico.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/nu-wa-e-il-serpente.html



NON CI ARRIVANO, NON C'è NIENTE DA FARE! LE MONOTEISTE NON HANNO ANCORA CAPITO CHE "NON è ALLAH, DIO PADRE, GESU' CRISTO" AD ESSERE STATI RIVELATI, ANNUNCIATI E SCOLPITI "CON FORME FEMMINILI", LE FORME FEMMINILI LE AVEVANO LE DEE ADORATE PRIMA DEL DIO MONOTEISTA!
COME SI VEDE IN QUESTE STATUETTE PRE-ISLAMICHE CHE HANNO IL SENO, APPUNTO.







Grandi centri culturali - Assiria, Babilonia, Persia, Egitto - confinavano con l'Arabia che occupa sulla carta del mondo una posizione centralissima, situata com'è alla confluenza dei tre continenti e praticamente equidistante da essi.
Quanto alla Mecca, gli antichi la denominavano "ombelico della terra".
Inoltre, più di tremila anni fa, l'Arabia costituiva una sorta di strada obbligata per le carovane che collegavano regioni lontane: l'India, il Mediterraneo, l'Africa centrale, la valle dell'Eufrate.
Probabilmente i mercanti ritenevano che le carovaniere fossero meno pericolose del mare, poiché i monsoni rappresentavano in quei tempi un rischio imprevedibile.
Lunghe file di cammelli trasportavano attraverso il deserto le perle, i metalli preziosi, la seta, le spezie, i profumi per cui l'Arabia era famosa: l'incenso d'Arabia veniva bruciato nei santuari dell'India, nel tempio di Amon da Ramsete II, nel tempio di Gerusalemme.
I meccani, di cui si poteva dire che "chi non era mercante non contava niente nella città" erano i rappresentanti di un'antichissima tradizione commerciale.
L'Arabia settentrionale vantava un centro importante: al Higr, la Egra di Plinio.
Diversi popoli vi si stanziarono, e soprattutto i Thamud, che abitavano sale scavate nella roccia, come ricorda il corano (XV, 82) il quale riferisce che furono sterminati da un terremoto a castigo delle loro iniquità.
Quando i meccani acquisirono una posizione preminente nella vita economica della penisola arabica, la loro città ne divenne la capitale commerciale e la Kaaba la capitale spirituale.
Per l'islam il deposito della fede di cui l'uomo è portatore e che gli assicura, a condizione che sappia "portarlo", l'eterna felicità "ha come simbolo supremo la pietra nera della Kaaba, la quale, in realtà, è un meterite; nella tradizione islamica, questa pietra caduta dal cielo simboleggia il patto originario (al mithaq) sancito tra l'uomo e il dio"

Infine segnaliamo un altro elemento tipico del politeismo pre-islamico, inglobato dall'islam: i pilastri di pietra bianca, detti "Gamra", che ora simboleggiano i diavoli, contro i quali nei luoghi dell'hagg (pellegrinaggio) i fedeli scagliano pietre. Questi pilastri a volte indicano anche la distanza di cammino alla Kaaba.








ADESSO METTIAMO LE PROVE:











GALLERIA DI IMMAGINI SULL'ARTE E ARCHITETTURA ISLAMICA E PRE-ISLAMICA: CI SI RICORDI CHE PALME\ALBERI, PESCI, MEZZALUNA, UCCELLI E MANO APERTA SONO TUTTI SIMBOLI PRE-ISLAMICI:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/gli-uccelli-la-cammella-gli-elementi-e.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/lartemide-di-efeso-e-la-palma.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/simbolismo-del-pesce.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/marocco-litolatria-gioielli-magici-mano.html






























































METTIAMO ANCHE UN APPROFONDIMENTO SU "KHADIJA LA PRIMA MOGLIE DI MAOMETTO": NON SI SPIEGA COME "SE LE NEONATE ERANO UCCISE IN EPOCA PRE-ISLAMICA E LA DONNA ERA IN CONDIZIONI MISERABILI" (COME SOSTENGONO GLI ISLAMICI, PER FARCI SAPERE CHE "è STATO L'ISLAM A DARE TUTTI I DIRITTI ALLE DONNE! PRIMA DI NOI, LA DONNA NELLA SOCIETà PRE-ISLAMICA VIVEVA IN CONDIZIONI PESSIME!"), LA FEMMINA KHADIJA NON SOLO NON è STATA AMMAZZATA ALLA NASCITA MA GUIDAVA PURE LA CAROVANA!!!




VI METTO ANCHE UNA FONTE SCRITTA DAGLI STESSI ISLAMICI! PRIMA CHE QUALCUNO DICA CHE "NON è VERO NIENTE, è UNA MENZOGNA CHE SI SONO INVENTATI GLI AMERICANI, I CAPITALISTI, I COLONIALISTI!"









Infine, musicalmente oggigiorno per fortuna anche nei paesi islamici (più o meno dittatoriali) esistono molte band Metal (un po' tutti i generi, inclusi il Death e il Black Metal).
Nonostante gli ovvi problemi che un uomo (e ancor di più una donna) in contesti islamici può trovare se osa "ascoltare musica occidentale, specialmente quella estrema" e "suonarla" (in particolar modo se poi ha "testi e look a tema"), la qualità della scena Metal nei paesi islamici non è per niente scadente, tutto il contrario, e ci sono diverse band molto talentuose.

A me piacciono in particolar modo i Narjahanam (dal Bahrain), Al Namrood (dall'Arabia Saudita) e Seeds of Iblis (dall'Iraq) e incredibilmente le vocals in growls e in scream in arabo non sono per niente male!!!


Militante attorno ai Seeds of Iblis c'è anche Janaza, anche se non è ben chiaro chi sia (per ovvi motivi tutti i componenti di queste band stanno ben nascosti) comunque apprezziamo che una donna si dichiari anti-islamica! (come hanno fatto anche loro: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/joumana-haddad.html)

Ne avevamo già parlato qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/magia-nera-iblis-e-black-metalla-scena.html

ALTRO APPROFONDIMENTO: LA MADRE DEL LIBRO E LE TRE NOBILI GRU ALLAT\AL UZZA\MANAT

Info tratte da



Umm al-Kitab: questa espressione traduce l'espressione araba "La Madre del Libro" e compare nel corano 3 volte; non ha equivalenti nelle lingue semitiche anteriori, benché anche nell'ebraismo sia attestata l'idea di una "torah pre-esistente". Essa designa per lo più il prototipo celeste del corano, testo tangibile "disceso" sulla terra, il cui originale, nella sua completezza, si trova "presso Dio". Questo originale è inconoscibile, perché è l'attributo della scienza divina pre-eterna che abbraccia ogni cosa e non può essere abbracciata a sua volta. A tale titolo, l'espressione Umm al-Kitab è spesso identificata con Lawh Mahfuz, la Tavola Custodita, sulla quale è registrato il divenire di tutte le creature. Questa interpretazione, rafforzata da molti discorsi profetici, si comprende soprattutto alla luce del versetto 13,39: "Iddio cancella quel che vuole e quel che vuole conferma: a Lui d'accanto è la Madre del Libro".
Estendendo questo senso, alcuni autori, soprattutto i sufi metafisici, definiscono la Umm al-Kitab come l'Intelletto Primo (al-'aql al-awwal) oppure il Calamo Supremo (al- Qalam al-A'la) che scrive i destini sulla Tavola. Parallalamente, gli autori musulmani rilevano una delle etimologie della parola "Umm", in base alla quale essa designerebbe "ciò che riunisce e sintetizza". Pensando alla tradizione islamica, che afferma di sintetizzare e sigillare i messaggi profetici anteriori, essi hanno individuato nella Umm al-Kitab la "matrice" (1) celeste non solo del corano ma anche di tutti i libri rivelati. Da questa matrice sarebbero state estratte le Tavole della Legge per essere consegnate a Mosé sul monte Sinai. Tale accezione non manca di evocare ciò che alcuni sufi chiamano "l'unità trascendente delle religioni"; proprio nel senso di archetipo di tutte le scritture sacre l'espressione Umm al-Kitab può essere "Questa idea di un Libro unico e nascosto fino alla fine dei tempi potrebbe permettere la riconciliazione dei tre monoteismi, ciascuno dei quali reclama una Scrittura che altro non è il "riflesso" della Verità unica di questo Libro".

Secondo questo stesso orientamento semantico, all'espressione Umm al-Kitab si è assegnata una definazione spesso ricorrente nella tradizione profetica, quella di Fatiha (L'Aprente), la prima sura del corano che conterrebbe la totalità del Libro.




Ibn 'Arabi insegna che tutti i libri rivelati sono contenuti nella Fatiha. Questo autore e altri sufi posteriori per lo più appartenenti alla sua scuola sono giunti a identificare la Umm al-Kitab con il puntino diacritico che si trova sotto la lettera araba ba' (*) nella basmala



cioè la formula "bi-ism Allah Ar-Raḥmān Ar-Raḥīm " (الرحمن  الرحيم) posta in apertura di tutte le sure salvo una. In tale attribuzione, essi si fondano su due detti del profeta, l'uno complementare all'altro: "Tutto ciò che è contenuto nel corano si trova nella Fatiha; tutto ciò che è contenuto nella Fatiha si trova nel "bi-ism Allah Ar-Raḥmān Ar-Raḥīm"  e tutto ciò che è contenuto nel "bi-ism Allah Ar-Raḥmān Ar-Raḥīm" si trova nella lettera ba', e tutto ciò che è contenuto nella lettera ba' è esso stesso contenuto nel punto diacritico che sta sotto questa lettera"
Per i sufi, questo puntino simboleggia la prima determinazione della Manifestazione Universale, e dunque l'essenza di ogni scrittura. "Il distintivo", scrive Martin Lings, "procede infatti dall'integrale, e tutto è racchiuso nell'unità della conoscenza, simboleggiata dal Punto".
Anche al di fuori delle cerchie sufi, alcuni autori musulmani medioevali, e in particolare alcuni commentatori d'orientamento definito "razionalista", hanno notato che la Umm al-Kitab costituisce "Il principio di ogni scrittura".

(1) Nella tradizione, i versetti della Madre del Libro hanno nutrito ricche speculazioni sull'archetipo celeste del corano: teologi e mistici l'hanno presentato come un attributo di Dio o perfino come un'ipostasi della divinità.

(*) Nota di Lunaria: nella "Scienza dei segreti delle lettere" ('ilm alHuruf) ogni lettera dell'alfabeto è legata ad un numero e ad un preciso significato mistico. Ecco il significato della Ba'; 

Info tratte da


La seconda lettera dell'Alfabeto Arabo è la Ba' (Beth in Ebraico).  La Ba' è la prima lettera orizzontale, ed è lettera iniziale (proprio come la Beth, che venne usata per la Creazione!) perché dà inizio alla Basmala del Corano (una sorta di formula introduttiva, che si ripete all'inizio di ogni Sura: "bi-ism Allah Ar-Raḥmān Ar-Raḥīm": Nel Nome di Dio, Il Clemente, il Misericordioso). Rappresenta la mediazione, l'introduzione, la presentazione, il numero 2 ed è associata all'Aria. Sotto la Ba' troviamo un punto, detto punto diacritico (anche sotto le Lettere Ebraiche si mettono dei punti, indicanti però le vocali; se invece i punti si trovano all'interno delle lettere, vengono chiamati "Daghèsh"). Il punto posto sotto la Ba' rappresenta l'origine, l'essenza di tutte le cose, in analogia col "bindu" (punto) del Tantrismo e della Yoga. Alcuni sostengono che il contenuto di tutti i libri rivelati risiede nel corano, che il contenuto del corano risiede nella prima Sura, chiamata Fatiha, che tutto il contenuto della Fatiha risiede nel Basmala e che tutto il valore del Basmala risiede nel punto della Ba'. Con Ba' inizia "Baha'" che vuol dire "Bellezza Splendente".

Nota di Lunaria: Fin qui, il commento "islamico ufficiale" e quindi in linea con la tradizione islamicamente concessa: patriarcale. Eppure, noi sappiamo che nel corano erano già state attestate tre Dee, poi soppresse:

Al Lat, Manat, Al 'Uzza





Gli arabi pre islamici erano soliti indicare con Al-Ilah il Sole e nella poesia araba pre islamica compare la parola Ilah (plurale: Aliha) preceduta dall'articolo Al per indicare soprattutto una divinità impersonale, nel senso di "divinità di cui si sta parlando". Varie sono le ipotesi sull'origine del termine Allah: secondo la più diffusa, si è formato a partire dall'articolo Al- unito al sostantivo Ilah (Divinità), con contrazione in Allah: in tal modo il nome della Divinità pre islamica Al-Lat risulta essere la forma femminile di Allah. Il nome Allah comunque appariva già in epoca pre islamica (Infatti significa semplicemente "Il Dio" e così viene tradotto in alcuni corani in italiano. Nota di Lunaria); altre ipotesi: Allah sarebbe formato dall'articolo Al- e dal termine Lah, quest'ultimo derivato dal verbo Laha e formato a sua volta dalle lettere Lam, Waw e Ha'; la sua radice può significare sia "essere nascosto" poiché Dio è nascosto agli sguardi, sia "essere elevato" poiché Dio è l'Altissimo, essendo infine i due significati complementari.
Come si è visto, il termine Allah era pre-esistente all'islam; indicava o un Dio specifico o il termine usato per definire un Dio di sesso maschile; le stesse Dee erano a volte chiamate "figlie di Allah" (banat Allah), o comunque Allat, che varrebbe come "La Dea" sarebbe sposa del "Il Dio" (e Al 'Uzza sarebbe quindi la figlia).


Vediamo i riferimenti coranici:

Per indicare la nozione di idolatria la lingua araba utilizza la perifrasi "culto degli idoli" ('ibadat al-asnam oppure 'ibadat al-awthan); infatti il termine "wathaniyya" tradotto con "idolatria" compare molto tardi nel vocabolario religioso musulmano e designa piuttosto la tendenza di quanti associano idoli a Dio, cioè adorano degli idoli pur affermando l'unicità di Dio (*). Il corano cita due termini a proposito degli idoli, sempre al plurale,  opponendo immediatamente il culto politeista all'unicità divina del culto monoteista. Il temine "asnam" compare 5 volte e "awthan" 3 volte. Sei di questi riferimenti sono collegati ad Abramo e all'instaurazione del culto monoteista, uno concerne il culto del vitello d'oro e l'ultimo evoca il culto degli idoli nell'Arabia pre islamica.
Il termine "Tamathil" anch'esso usato solo in forma plurale, compare due volte ad indicare le statue costruite dagli uomini per essere impiegate nel culto religioso. Va comunque precisato che le statue citate sono quelle approntate per Salomone dai Jinn (i quali edificarono anche dei santuari) e non sono descritte come oggetti di idolatria.
Esisteva inoltre il culto tributato a pietre sistemate verticalmente ovvero "Ansab", considerate sacre nell'Arabia pre-islamica





Nota di Lunaria: sì, la litolatria. Vedi "Trattato di Storia delle Religioni" di Mircea Eliade 

Gli studiosi hanno tentato di individuare una differenza tra i due termini presenti: "Sanam" indicherebbe una statua lavorata (Timthal Musawwar) nelle fattezze di un corpo (Nota di Lunaria: vedi uno dei nomi di Allah "Al-Muṣawwir"  المصور) mentre "Awthan" individuerebbe le statue (Tamathil) il cui culto Abramo criticò.
Il termine "Sanam" deriva dalla radice "slm" comune alle lingue semitiche; in ebraico è "Selem". A poco a poco esso sostituì "Nusub" nell'indicare le pietre sacre venerate dagli Arabi nel periodo pre-islamico, pietre tagliate su cui si lasciava scorrere il sangue delle vittime sacrificali oppure utilizzate per erigere tumuli o recintare zone sacre. Ogni famiglia della penisola aveva un proprio idolo, che si toccava per ottenere protezione prima di un viaggio e al quale si dedicava un culto. All'origine di questa venerazione presso gli Arabi vi sarebbero gli idoli che si trovavano nel recinto sacro della Mecca. Ogni casa ospitava un idolo, per lo più scolpito nel legno, e a volte, nel caso delle famiglie più abbienti, importato. Si votava loro un culto e li si circondava di riti di purificazione. Alla Mecca alcuni fabbricavano idoli, come 'Ikrima, figlio del grande nemico del Profeta Abu Jahl. I commercianti li offrivano ai beduini perché li mettessero nelle loro tende. Quando Maometto entrò alla Mecca, la Ka'ba ospitava 360 idoli. (Nota di Lunaria: pensate un po'! Ben 360 Dei e Dee!!!)

Anche nelle case si conservavano pietre idolatriche (Nusub); si veneravano, si toccavano prima di un viaggio, si utilizzavano per presunti poteri terapeutici e magici.
Una pietra veniva a volte innalzata di fronte al recinto sacro, e attorno ad essa si effettuavano circumambulazioni (Dawar); le pietre erano certamente legate al culto votato agli idoli nel santuario della Mecca. A partire dalla metà del III secolo d.C, le pietre divennero idoli veri e propri; in seguito si trattò più spesso di idoli in legno.


(*) è il peccato peggiore, nell'islam, associare una divinità o mediatore a Dio.  Vedi questo commento tratto da


pagina 93, nota alla Sura IV:

"Lo "shirk" (politeismo, associare ad Allah qualcosa o qualcuno) è il peccato più grave e l'unico ad essere assolutamente imperdonabile; ma il concetto di Shirk è ben più esteso [...] quando vediamo fenomeni come il divismo nel cinema, musica, sport non ci sembra azzardato paragonarli a momenti di shirk"

I Sabei, appartenenti alla "Gente del libro" e citati nel corano come adoratori di entità spirituali, ma poi rivoltisi al culto delle stelle, esemplificherebbero contemporaneamente l'oblio della fede monoteista originale e l'effetto della rappresentazione corporea di Dio (Nota di Lunaria: pratica abominevole agli occhi di un islamico!!!)
Di tanto in tanto è riportato che all'origine delle statue vi fossero rappresentazioni di persone reputate sante: Bukhari, autore di uno dei manuali canonici di Tradizione, legge nei 5 idoli citati nel corano (Wadd, Suwa', Yaghuth, Ya'uq, Nasr) condannati da Noè, le rappresentazioni dei 5 figli di Adamo; alcuni hanno ritenuto che gli idoli fossero concepiti come incarnazioni di Dio o che fossero utilizzati al modo della nicchia indicante le direzioni verso Dio; o potrebbero anche essere una deificazione degli angeli preposti agli elementi naturali.

Nota di Lunaria: ci si ricordi che l'ebraismo letteralista NON CREDE agli angeli, e l'idea che noi abbiamo in mente degli angeli è l'idea cristiana, NON EBRAICA. Comunque nell'islam l'esistenza degli angeli è "verità di fede da credersi".

Gli idolatri vengono annoverati tra coloro che attentano al monoteismo, associando qualcosa a Dio; l'idolatria è intesa non tanto come una negazione di Dio, quanto come un politeismo che minaccia il diritto di Dio di essere adorato esclusivamente.
Alcuni la interpretano come una conseguenza dell'antropomorfismo (Tashbth) che dà una forma a Dio per potergli rivolgere doglianze (Nota di Lunaria: l'abominio dei cristiani, che rappresentano gesù come dio...).
Il corano condanna sistematicamente le domande rivolte alle divinità ausiliare. (Nota di Lunaria: l'idiozia cattolica di rivolgersi alla madonna, a padre pio, a san gennaro, agli angeli... quando la stessa bibbia vieta "rivolgersi a statue o a intermediari")


L'idolatria è condannata perché mira ad associare le antiche divinità a Dio, cioè ad integrare il Dio unico della rivelazione coranica entro il pantheon delle divinità della penisola arabica, come testimonia l'episodio dei "versetti satanici":

"Che ne pensate voi di Al Lat e di Al Uzza [La Potentissima] e di Manat, il terzo idolo? Voi dunque avreste i maschi e Lui le femmine? Divisione iniqua sarebbe! Essi non sono che nomi dati da voi e dai vostri padri, per i quali Iddio non vi inviò autorità alcuna" (Sura LIII An-Najm, la Stella, versetti 19-20/21-22-23)

METTIAMO DELLE PROVE, PRIMA CHE QUALCUNO DICA CHE "NON è VERO NIENTE! TE LO SEI INVENTATA TU! NON HAI MAI LETTO UN LIBRO! NON TI CREDO, è UN TUO DELIRIO!"


CI TROVIAMO ALLA SURA LIII, "LA STELLA"


 PRECISAMENTE DAL VERSETTO 19 IN POI FINO AL 28









 "La Potentissima", era una Dea venerata in epoca pre islamica; con Manat e Allat faceva parte della triade femminile di Dee maggiormente venerate dagli Arabi pre-islamici; era oggetto di culto anche da parte dei Banu Quraysh della Mecca. Il suo nome compare nelle epigrafi lihyanite, nabatee, thamudene e sud-arabiche; non aveva un santuario ed era venerata sotto forma di sorgente, di pietra o di albero (probabilmente le acacie) nell'oasi di Nakhla al-Shamiyya.
Ci si ricordi che i culti pagani associavano spesso gli alberi alle Dee: Hathor era associata al sicomoro, Dione alla quercia e l'Artemide di Efeso alla palma. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/alberi-sacri-femminili-nellantico.html


Al Uzza è ricordata nel corano, alla sura LIII "La Stella".
Le tre Dee sono definite "le gharaniq", cioè le tre Sublimi Gru; probabilmente erano immaginate sotto forma di uccello o alate, similmente a Dee come Lilith https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html


è nota la vicenda dei "versetti satanici": inizialmente si sarebbe approvato il culto delle tre Dee, da affiancarsi ad Allah come mediatrici:

"La tradizione riferisce che un giorno Maometto stava assolvendo all'orazione nei pressi della Ka'aba, recitando ad alta voce questa sura, quando Iblis/Satana si insinuò nella mente dei politeisti che stavano ad ascoltarlo facendo sì che credessero di sentire un riconoscimento della divinità di queste tre Dee che suonava pressapoco come "Sono le Dee Altovolanti, la loro intercessione è auspicabile" (1). Il fatto suscitò un grande scalpore e fu riferito a Maometto che ne era del tutto ignaro e che ristabilì immediatamente la correttezza della rivelazione."
(1) "Che ne pensate voi di Al Lat e di Al Uzza e di Manat, il terzo idolo? Ecco le gharaniq la cui intercessione è cosa grata a Dio".
Successivamente maometto ritrattò tutto quanto, dicendo che le parole gli erano state sussurrate all'orecchio sinistro da Satana.
La rivelazione venne così corretta: "Vedete voi Al Lat e Al Uzza e Manat, come il terzo di essi? Dunque a voi il maschio e a lui la femmina? Sarebbe, quella, spartizione iniqua. Altro non sono che epiteti che voi e i vostri antenati gli avete imposto, senza che Allah li abbia autorizzati. [per i quali Allah non vi invio autorità alcuna]"
Perché questo rifiuto delle tre Dee? Per vari motivi: era considerato vergognoso avere solo figlie e se quelle tre Dee fossero state considerate "figlie di Allah", il dio in questione sarebbe risultato imperfetto per non aver generato maschi; senza contare che probabilmente riconoscere tre Dee o "semi Dee intercessori" di Allah non era funzionale all'imporre il solo monoteismo nei riguardi di Allah stesso.

Sono anche riuscita a trovare una testimonianza di una moderna adoratrice di Al Uzza, su Deviantart, che ho tradotto in italiano:
"Allat, la grande Dea madre degli arabi e la consorte di Allah. Suo figlio, tra gli altri, era Dhu'Shara. Allat era adorata da tutte le tribù arabe. Era la Dea della saggezza e della fertilità e proteggeva i suoi fedeli. Il santuario cubico della Kaaba le era sacro e i fedeli le offrivano del cibo, chiamato sawiq. Aveva molto in comune con la Dea Asherah adorata dagli ebrei pre-monoteisti. Al Uzza era la figlia di Allah e Manat era la figlia di due Dei, Ruda e Nuha".
L'aspetto più importante della Triplice Dea era la sua manifestazione come Vergine\Madre\Crone, le tre fasi della vita della donna. Per alcuni, Manat era decisamente più antica di Allah, e sarebbe stata la Dea del Fato e del Destino, come le Moire\Parche cui lo stesso Allah era subordinato. Al Uzza era l'aspetto guerriero della Dea Vergine, la Dea Stella del Mattino mentre Allat era la Dea Madre Terra della fecondità, adorata probabilmente sotto forma di granito bianco, mentre Manat era rappresentata da pietre nere (forse meteoriti)
Le tre Dee sono citate anche alla sura XVI An-Nahl, Le api, versetto 51 e 57 :
  "Allah dice: non adottate due divinità/Attribuiscono figlie ad Allah - Gloria a Lui! - e a loro stessi quello che più desiderano"
e il commento: "Per quello che riguarda in particolare il fatto delle "Figlie di Allah", i commentatori affermano che sia un'allusione a due tribù arabe, i Khuza'a e i Kinama, i quali ritenevano che gli angeli fossero appunto figlie di Allah"




Secondo la tradizione, il capo tribale 'Amr ibn Luhayy, nel III secolo d.C avrebbe portato dal santuario siriano di Al-Balqa una statua della divinità stellare Hubal. Tale statua, in cornalina e con un braccio d'oro successivamente aggiunto dai Qurayshiti, era stata posta sopra il pozzo scavato da Abramo; allo stesso Abramo fu associata la sua rappresentazione su un affresco dentro la Ka'ba. Hubal era divenuto progressivamente la divinità più importante della Mecca; gli si offrivano sacrifici e un guardiano era incaricato di vigilare sulla sua conservazione.  'Amr ibn Luhayy introdusse in Arabia statue di divinità portate da Hit (Eliopoli); è dunque sotto la doppia influenza nabatea e siro-palestinese che la venerazione delle pietre sacre si trasformò in un culto vero e proprio tributato a statue lignee delle Divinità, introdotte in Arabia nel III secolo, esse si conservarono fino all'avvento dell'islam. Allo stesso modo sopravvissero per lungo tempo in Arabia le antiche Divinità dei Cananei (Teraphim), degli Assiri (Ilani) e degli Ebrei (Elohim); le pietre sacre non scomparvero neppure con l'avvento del cristianesimo in Medio Oriente: tre divinità erano adorate nell'intera Arabia: "Le Belle Fanciulle" [affusolate come Gru] (Al-Gharaniq), Al Lat, Al 'Uzza e Manat. I meccani credettero di poter ottenere dal Profeta di associarle al Dio unico della predicazione coranica. Un certo numero di idoli sono nominati nel corano, 5 per la precisione: si presume che il loro culto esistesse fin dai tempi di Noè. Essi sono citati insieme: Wadd, che significa "amicizia, amore" (Nota di Lunaria: vedi il nome del Dio Allah, Al-Wadūd  الودود ), aveva un santuario a Dawma; Suwa', nome maschile nella lingua dei Thamud, indicava per gli Hamdan una Divinità femminile il cui tempio era situato a Ruhat, vicino a Medina; Yaghuth, "Colui che soccorre", (Nota di Lunaria: altro attributo di Allah:  Ar-Razzāq  الرزاق) prima venerato nello Yemen settentrionale, ebbe in seguito il tempio trasferito a Gedda; Ya'uq era adorato dalle tribù yemenite di Hamdan e Khawlan, e il suo santuario si trovava a Khaywan; infine Nasr, "Aquila" (Nota di Lunaria: animale sacro a Mithra) trasferito da Gedda a Bakha, aveva la forma di questo uccello.

Tuttavia gli idoli più importanti per gli Arabi della penisola erano le tre Divinità (Al Gharaniq) citate nel corano: Al Lat, Al 'Uzza, Manat, dette "Le figlie di Allah" (Banat Allah) in una serie di versetti. Manat è una delle più antiche Divinità semitiche, il cui nome deriva dalla radice "Mnw" che comporta l'idea di contare e destinare a ciascuno la sua parte; (Nota di Lunaria: altro attributo che poi si ritrova nei nomi di Allah... per ben due volte!!! "Colui che chiede i conti/che tiene il conto di tutte le cose" Al-Ḥasīb  الحسيب  e  Al-Muḥṣī المحصي )
Era inoltre uno dei nomi della Dea Ishtar (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ishtar.html)


ma non si tratta necessariamente di un nome femminile. Manat era in origine una pietra situata a Qudayd: 'Amr ibn Luhayy fece erigere la sua statua  che egli stesso aveva fatto venire dal nord, come quella di Hubal. A una quindicina di km da Yathrib, a Qudayd, il luogo sacro chiamato Mushallal era un importante meta di pellegrinaggi per la tribù degli Hudhayl, nomadi della regione di Yathrib e per quella dei Khuza'a della Mecca. La pietra che rappresentava Manat venne infine scolpita secondo le nuove abitudini con le fattezze di una Venere adorata dai Siriani della regione dell'Eufrate. Il tempio fu distrutto nell'8/629 da una ventina di uomini senza dubbio al comando di 'Ali ibn Abi Talib in seguito ad un ordine del Profeta.
Al Lat era venerata dai Thaqif, discendenti dei Thamud; era adorata in una vasta area del Vicino Oriente come Protettrice dei pastori e dei carovanieri dello Hijaz. L'uso del suo nome presso gli Arabi risale al più tardi al periodo di 'Amr ibn Luhajj, nel III secolo, nella stessa epoca in cui il suo culto è attestato a Palmira e presso i Nabatei di Safa. Il nome di questa Divinità ha due origini possibili: può ricollegarsi al culto di Astarte nel tempio di Geruselemme o essere una forma della Divinità semitica Ba'la:


Si notino le capre che saltellano festanti attorno alla Dea che stringe le fascine di fieno/grano tra le mani... la capra era collegata anche a Giunone… https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/il-caprone-1-i-veri-significati.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/il-caprone-2-i-veri-significati.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/il-dio-con-le-corna-caprone-e-camoscio.html


Anche l'ebraica Asherah era connessa alle capre...
Altre immagine di Astarte, che ha la mezzaluna in testa:



Oppure Al Lat può trattarsi del femminile di Allah o di Al-Ilah. Al Lat era originariamente una pietra bianca in opposizione alla pietra nera della Mecca: prima che le si costruisse un tempio a Ta'if veniva inoltre associata ad un albero sacro. (esattamente come le altre Dee...)




Era considerata la Madre degli Dei e Dea della Fertilità, ma gli Arabi della regione di Palmira e di Safa La veneravano come Dea della guerra. Quando nel V secolo d.C il capo tribale Qusayy insediò tutti gli Dei della penisola nella Ka'ba, le Tre Divinità si trovarono a costituire una parte essenziale del culto: Manat come Dea degli Arabi del nord, Al Lat degli Arabi del Najd e Al 'Uzza degli Arabi del centro e del nord della penisola, legati ai Qurayshiti. Queste Tree Dee rappresentavano le apparizioni di Venere, la stella del mattino e della sera; Al 'Uzza divenne la Dea principale perché era venerata alla Mecca. Erano loro associati i tre Alberi Sacri (Samurat) che le rappresentavano, davanti al santuario di Al 'Uzza a Nakhla, sulla via che conduceva verso l'Iraq. Al 'Uzza era anche definita mediante l'espressione Al-'Uzzatan, "Le Due 'Uzza", che evidenziava la sua predominanza; a causa dell'influenza della Mecca, finì per prevalere anche presso i Nabatei, che prediligevano Al Lat.
Conclusione: che anche il riferimento alla "Madre del Libro" non sia che una "spia" di un riferimento clandestino ad Allat, l'originale "La Dea", quasi sicuramente "Dea Madre" e "Sposa di Allah"? Vorrei far notare come in un caso (quello di Allat, Manat, Al 'Uzza) i versetti siano stati aboliti, nel secondo caso, la strana citazione della "Madre del Libro" che siede accanto ad Allah sia stata tollerata e "inquadrata" nell'ottica delle interpretazioni mistiche/patriarcali riportate all'inizio.

E ADESSO VEDIAMO SE DOPO UN POST DEL GENERE DOVE SONO STATA QUI A TRASCRIVERE DOZZINE DI PAGINE SULLE ORIGINI PRE-ISLAMICHE DELL'ARABIA, 
QUALCUNA DI QUESTE WICCANEMAOMETTANEFEMMINISTUCOLEISLAMICHE OSERà ANCORA SOSTENERE CHE "è STATO L'ISLAM A PORTARE TUTTI I DIRITTI PER LE DONNE!\ALLAH LA PUOI PREGARE COME UNA DEA!"


E IL BELLO è CHE Più SONO MONOTEISTE, Più SONO CELEBRATE E OSANNATE!!!!!! MENTRE IO VENGO TRATTATA COME UNA MENTECATTA E IGNORATA DA TUTTE!