24 Aprile 2020: il mio gigaro è sbocciato!

Ebbene sì, dopo mesi di cure il mio adorato gigarino è finalmente sbocciato!


e quando l'ho visto finalmente sbocciato, mi sono illuminata di immenso!

Come sa chi mi conosce bene, io sono appassionatissima di botanica (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/erbe-e-piante-le-mie-preferite.html) fin da piccola ho sempre divorato i libri di botanica e ogni volta che ne ho l'opportunità mi soffermo ad osservare le piantine che vedo nei boschi, nei parchi e persino sui marciapiedi!

Arum maculatum\Arum italicum, noto anche come "Gigaro", "Pan di Biscia" o "Calla selvatica" è in assoluto la mia pianta preferita, quella che mi ispira di più in senso artistico o letterario e direi persino estetico-erotico (stravedo per il bellissimo verde sublime delle sue foglie!) 

è una pianta che di recente viene piantata anche in qualche giardino perché "fa un effetto simile alle felci" rimandando proprio al bosco (il suo habitat naturale per eccellenza)

Il mio desiderio era quello di poter coltivarla in vaso, nonostante il balcone di casa sia minuscolo (e per forza di cose non posso dare al mio gigaro un vaso molto più grosso dove potere stare ancora più comodo e coccolato, ancora più a suo agio...)
ma come fare?

Bhè, mi sono messa di buona lena nella ricerca e alla fine fortuna ha voluto che in un campo poco distante da casa mia, a confine con "lo stradone", ho adocchiato delle piantine di Arum italicum che spuntavano tra la vegetazione… armata di una piccola vanga e di guanti, verso il crepuscolo, ho scavato fino ad arrivare al bulbo sotterraneo del gigaro (cosa non facile, considerato che non ho i muscoli di Van Damme e sono piuttosto gracilina… ed è una pianta che germina da bulbi sotterranei simili alle patate, ben infossati nel terreno). Scava che ti scava, alla fine ho visto il bulbo bianco!
Una volta estratto, l'ho portato a casa e l'ho piantato in un vaso (non ero neanche convinta che effettivamente nascesse...)

Bhè, un po' per fortuna, un po' perché ogni giorno "bombardavo" di amore il mio non-ancora-spuntato gigaro
con frasi del tipo "ti prego, nasci!" "ti voglio assolutamente!", "devi diventare il mio gigaro bellissimo!",
dopo un po' dal terreno sono spuntati due germoglietti microscopici, simili ad una virgolina verde che faceva timidamente capolino!



che piano piano diventava sempre più alto...


dando forma alla prima adorabile fogliolina!




Da lì in poi ha cominciato a "cacciare" altre foglie







e a creare anche "la brattea" che contiene l'infiorescenza


che proprio oggi, 24 aprile 2020, si è aperta in tutta la sua bellezza!




Che altro dire, mi ha riempito di gioia, dopo questi tre mesi mostruosi che tutti abbiamo dovuto vivere, vedere questo segno verde di speranza e di vita mi ha reso felice.


Non ci sono molte notizie legate ad Arum maculatum\italicum, comunque in un pdf ero riuscita a trovare questa cosa curiosa:




Era una pianta già nota nell'antichità (antichi greci e romani ne parlano nelle loro fonti) 
Sembrerebbe essere stata legata a qualche concetto di fecondità e fertilità, forse perché la forma dell'infiorescenza ricorda una vagina (ma lo spadice ricorda un fallo)

Qualcuno ha voluto immortalare una statuetta di Dea Madre della fecondità proprio accanto alle foglie verdissime del gigaro...



Comunque stiano le cose, dopo giorni di piombo, dove disperazione, angoscia, morte ci hanno portato al limite psico-fisico, posso dire che dal 24 aprile il mio adorato gigarino è sbocciato in tutta la sua bellezza e vitalità e forse è un segnale di speranza… forse le cose andranno per il meglio, progressivamente. 

O almeno questo è l'augurio che faccio a me, alle persone a cui voglio bene e a tutti quelli che apprezzano i miei scritti. 
(tra cui, incredibilmente, c'è pure qualche monoteista di buona volontà...) 

Resistiamo ancora qualche settimana, arriviamo a maggio… 
e quando finalmente avremo di nuovo le nostre libertà, io andrò sicuramente a "caccia di gigari" che stanno proprio sbocciando in questi giorni.
Con sottofondo di "Dusk and Her Embrace" dei COF nel lettore mp3, ovviamente.



Gigari! Una delle meraviglie del creato!



























Ma cosa c'è di più erotico-lunariale-letterario che andarsene in giro per la campagna inglese (con sottofondo di primi Cradle of Filth, ovviamente) a cercare gigari, vagheggiando scenari di rovine e avelli?











Le fantasie erotiche-letterarie che mandano fuori di testa Lunaria!!!!












Avessi un giardino, lo avrei riempito di gigari! gigari da tutte le parti!!!! 


Qui di seguito metto un approfondimento su Arum maculatum\italicum tratto da



"In Arum maculatum, un'ampia brattea, chiamata spata, circonda un'infiorescenza allungata terminante a clava, lo spadice, che emette un odore di sostanza organica in decomposizione. Tale odore, insieme al lieve calore emanante dallo spadice, attira gli insetti e questi vengono intrappolati dai peli che si trovano nello spadice, sopra i fiori maschili.
I fiori sono disposti in due gruppi: quello superiore è formato dai fiori maschili, quello inferiore dai fiori femminili. Gli insetti prigionieri girano attorno ai fiori, raccogliendo e depositando il polline, finché non muoiono o non riescono a liberarsi. Questo può accadere quando la spata avvizzisce, dopo la fecondazione. Nel passato, le radici venivano raccolte per il loro alto contenuto di amido e nel secolo XVII erano usate per irrigidire i colletti alti a piegoline, allora di moda. Le bacche rosse di questa pianta, che sono velenose, possono rivelarsi letali se ingerite dai bambini: infatti, Arum maculatum e Arum italicum sono chiamati anche "pan di biscia". L'altezza della pianta varia dai 30 ai 45 cm. Fiorisce da aprile a giugno."
 
Il genere Arum è costituito da 12 specie, diffuse soprattutto nell'Europa Centrale e meridionale. L'area di distribuzione giunge a nord fino alla Scandinavia, a est fino all'Iran e a sud fino all'Algeria. Arum Maculatum è presente in tutta questa enorme area. Si tratta di una pianta che predilige luoghi ricchi di acqua: è piuttosto comune nei boschi umidi europei. Vive anche nelle regioni submontane e montane, dove è possibile rinvenirla nei boschi di faggio e di carpino. Le sostanze tossiche in essa contenute sono alcaloidi volatili di tipo coniinico detti aroine, soponine tossiche e sostanze glicosidiche che per scissione possono liberare acido cianidrico. Tali componenti tossici si concentrano soprattutto nei rizomi e nei frutti; risultano poco stabili e vengono distrutti dalla bollitura. Quest'ultima caratteristica costituisce la ragione per la quale i rizomi tuberosi ricchi di sostanze amilacee, consumati cotti nei secoli passati soprattutto in periodi di carestia, non provocavano sull'uomo alcun effetto negativo.
Il succo di Arum Maculatum provoca la formazione di vesciche sull'epidermide e sulle mucose; la pianta provoca frequentemente esantemi per semplice contatto (Nota di Lunaria: esattamente come l'Aconito: il veleno dei fiori penetra anche sotto la pelle!)
L'ingestione di parti di gigaro scuro provoca diarrea, disturbi cardiaci e paralisi del sistema nervoso centrale. Sono stati segnalati casi mortali di avvelenamento in bambini che avevano inghiottito le attraenti bacche rosse (Nota di Lunaria: da qui il nome popolare con cui a volte è chiamato: "Pan di biscia"); anche i bovini, se brucano la pianta, possono restare intossicati. In campo medico il gigaro scuro veniva impiegato in passato per eliminare i vermi parassiti intestinali. Oggi non è più utilizzato a scopo terapeutico, con la sola eccezione della medicina omeopatica. 

Infine, qui riporto una mia poesia, per celebrare questa pianta così stravagante.

Il tosco secreto celi tra vuote canne,
mefitiche radici aggrovigliate e vermiglie bacche di morte.
Fiore, tu sei?, con il gladio eretto e leggera membrana,
mandorla smeraldina.
Sei tu fiore o pan di biscia?
E rimbomba tuono di procella imminente su cielo antracite.
Ti contemplo serena, oh stravagante Arum maculatum.
Tu, pianta d'averno, di putredine infesti i campi.
Atra minaccia, infero fiore.


Il mio Gigaro in vaso a maggio 2024