(*) che vanta anche due seguiti: "Piccole Donne crescono", "I Ragazzi di Jo" oltre che "Piccoli uomini".
Mesi fa avevo iniziato a leggere l'altro (ottimo) romanzo (meno famoso di "Piccole Donne") cioè "Un lungo, fatale inseguimento d'amore",
una vicenda di "stalking" (anche se all'epoca 'sto termine non esisteva...) con qualche pagina che rimanda ai classici romanzi gotici alla Ann Radcliffe, con la fanciulla perseguitata da un uomo possessivo e manipolatore che ricorda il Montoni dei "Misteri di Udolpho" https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/ann-radcliffe.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-misteri-di-udolpho-le-pagine-piu-belle.html
UN LUNGO, FATALE INSEGUIMENTO D'AMORE
Rosamond Vivian, giovane, bella e orfana, vive da reclusa con il vecchio nonno arcigno e indifferente in una remota isola al largo delle coste inglesi. Non sa nulla del mondo a parte quello che ha appreso dai romanzi che legge avidamente.
In una notte di bufera Phillip Tempest, bello, seducente e misterioso, arriva alla casa sulla scogliera. Rosamond, che sogna la libertà, ne rimane subito affascinata e accetta di seguirlo e di diventare sua moglie. Ma dopo un breve periodo di vita felice, si trova presa in una rete di intrighi, di crudeltà e di inganni legati all'oscuro passato dell'uomo in cui ha riposto la propria fiducia.
Per salvarsi dalla perdizione, Rosamond fugge, tenacemente inseguita da Phillip, in Italia, in Francia e in Germania, da una soffitta parigina a un manicomio, da un convento a un castello, Phillip non le dà tregua, ricorrendo a tutti i mezzi pur di riconquistarla.
Questo "Inseguimento d'amore" appassionerà i lettori perché contiene tutti gli elementi del classico romanzo ottocentesco, trattati con una forza e una spregiudicatezza moderne.
LE PAGINE PIù BELLE:
"Prima che uno dei due parlasse echeggiò un violento scoppio di tuono e un lampo accecante squarciò il cielo, seguito da uno schianto fragoroso. L'uomo non si mosse ma la ragazza balzò in piedi esclamando: "Era il cedro sulla scogliera! Pensavo che sarebbe stato colpito un giorno o l'altro" e andò alla finestra. (...) "Era il mio albero preferito. Lo piantò papà quando nacqui e l'avevo sempre considerato mio. è un cattivo presagio perché i superstiziosi dicono che quando l'albero muore, anch'io morirò presto. "
"La bufera imperversò tutta la notte, la pioggia cadde a scroscio e il mare ruggi lungo la costa. Ma all'alba il vento si calmò un poco, la pioggia cessò e il sole splendette a tratti. Tempest lasciò la sua stanza di buon'ora, si soffermò un istante davanti al quadro nel vestibolo, contemplandolo con una curiosa espressione e vagabondò nella grande casa silenziosa, chiedendosi se la sua giovane ospite fosse già uscita dalla sua camera."
"è passato oltre un anno da quando mi hai rapita come un pirata, Phillip! Come sembra breve il tempo e come siamo stati felici!" (...) A un miglio di distanza le azzurre acque del Mediterraneo venivano a lambire l'arco della costa, lungo cui sorgeva la città dalle mura bianche con le sue cupole dorate, le sue palme piumose e le belle ville. Valrosa era la più bella di tutte; un vero nido di rose, che fiorivano rigogliose anche in gennaio in quel clima di eterna estate. Rose pendevano dall'arco d'ingresso e protendevano le loro corolle vellutate attraverso le sbarre del grande cancello, inducendo i passanti a fermarsi e a desiderare di entrare nel giardino. Rose bordavano il viale che saliva serpeggiando fra piante di aranci e di limoni fino all'ampia terrazza che girava intorno alla villa. (...)
Nel risponderle, Tempest le aveva rivolto uno sguardo che captava ogni incantevole sfumatura di espressione, colore e forma e nel suo viso vi era un'ammirazione calda e tenera come nessun'altra donna vi aveva mai veduto prima.
"Sono molto fiera di sentirtelo dire; il pensiero che ho avuto il potere di indurti a rischiare la tua libertà e dopo un anno di vita matrimoniale sentirti riconoscere che sei felice mi riempie di orgoglio. (...) Perciò non mi stanco di te, Rose, sei docile ma fino a un certo punto, oltre il quale diventi dura come una roccia. Potrei spezzare la tua volontà se ci provassi? Ne ho spezzate molte." (...)
"Potresti uccidermi ma non piegarmi, una volta che avessi deciso di oppormi a te. Non fare altre prove, Phillip, perché falliresti malgrado i passati successi."
"Rimase quieta fino a mezzanotte, poi, ansiosa di approfittare del chiaro di luna, si fece coraggio e scivolò come un'ombra attraverso la casa silenziosa e lungo i sentieri bui, diretta al lontano oliveto.
La pace, l'aria mite e rugiadosa e il morbido chiaro di luna rendevano la notte troppo bella per avere paura e in qualsiasi altra occasione, Rosamond avrebbe trovato molto piacevole la passeggiata notturna, che le rammentava monellerie infantili nella vecchia casa sulla scogliera. Nulla si muoveva tranne i pipistrelli, nessun suono rompeva il silenzio eccetto un usignolo tardivo che levava il suo lamento melodioso dal rifugio fra i roseti di Valrosa e la ragazza arrivò sana e salva all'oliveto percorrendo un sentiero tortuoso non più usato da tempo e mezzo cancellato che si snodava fino alle colline lontane. Il luogo era buio e silenzioso mentre lei vi si addentrava guardandosi attentamente intorno. Un improvviso suono di passi la fece sussultare e rifugiandosi con un balzo nel fitto sottobosco, vi si acquattò come un daino braccato. Mentre i passi si allontanavano, sbirciò cautamente fra gli arbusti e vide soltanto un agnello smarrito che trotterellava verso casa. Con un sospiro di sollievo si mise in ginocchio e stava per sedersi un momento su un basso cumulo di terra dietro di lei quando la luna, filtrando in mezzo ai rami ondeggianti, lo illuminò in pieno e Rosamond vide con un grido di terrore che il cumulo somigliava a una tomba scavata di fresco! Per un momento Rosamond rimase paralizzata dall'orrore, poi con la calma fredda, disperata di chi è animato da un fermo proposito, si riprese e facendo un passo indietro esaminò il tumulo (...) Pallida come uno spettro e fredda come il ghiaccio, lasciò quel luogo ansiosa di arrivare a casa inosservata, ma quando tornò sul sentiero vide a pochi passi da lei un oggetto lucente che scintillava al chiaro di luna in mezzo all'erba calpestata. (...)"
"Senza fermarsi a pensare al pericolo, si inginocchiò e infilò la testa e le spalle fra le sbarre molto distanziate della ringhiera, intenta a vedere o udire qualcosa di questa visitatrice notturna. Buon per lei che si reggeva forte, altrimenti sarebbe precipitata giù, tale fu il suo spavento quando le cadde l'occhio sulla finestra e vide, nitidamente profilata contro la tenda bianca all'interno della stanza, un'ombra di donna."
"Quando il vento gelido e l'umido della notte la scossero finalmente dalla sua immobilità, il primo pensiero che balenò nella sua mente confusa fu la fuga. Non sarebbe rimasta neppure un giorno o un'ora di più, non esisteva riparazione per il passato, né amore, né pietà, né perdono o giustificazione doveva attenuare l'acuto rimorso di coscienza del colpevole. Andare via subito e per sempre fu il suo unico pensiero e questo le dette la forza di alzarsi e di guardarsi intorno. (...) Chiudendo a chiave la porta, lei si lasciò cadere su una sedia e premendo le mani sulle tempie pulsanti, si costrinse a pensare. Non alla terribile sventura che l'aveva colpita, alla rovina della sua vita o alla morte della fiducia e dell'amore (...) Ora la casa era buia e quieta, tutti dormivano nei loro letti e i suoi brevi preparativi furono così silenziosi che non avrebbero disturbato nemmeno un orecchio vigile."
"Era una tetra giornata di novembre, "il mese dei suicidi", come lo chiamano a Parigi, e se mai donne tristi, solitarie, logorate da un lavoro faticoso e mal pagato o spinte alla disperazione dal bisogno o dal peccato o da un torto ricevuto avessero dovuto scegliere un giorno particolare per mettere fine a una vita senza speranza, quello sarebbe stato molto adatto. L'aria era cupa, fredda e nebbiosa e frequenti acquazzoni trasformavano la strada in un mare di fango e riducevano i passanti in condizioni miserande. (...) Erano trascorsi quasi nove mese da quando era fuggita e aveva affrontato il mondo da sola. In quella notte terribile, mentre andava incontro al suo destino, aveva fatto del suo meglio per prepararsi a ciò che l'aspettava nei limiti del possibile."
"Sì, un desiderio serbava in cuore: sapere dove fosse Tempest. Perché non l'avesse seguita e trovata era un mistero giacché non era uomo da accettare supinamente una perdita, per quanto meritata. Era morto, continuava a cercarla invano o l'aveva dimenticata? Ogni giorno rimuginava in mente queste domande e giaceva sveglia per lunghe notti lacrimose sforzandosi di trovare una risposta, poiché in cuor suo amava ancora l'eroe dei suoi sogni di fanciulla ma non l'uomo che l'aveva ingannata e offesa. Da lui non sarebbe mai tornata, ma nella sua esistenza solitaria viveva ancora il dolce ricordo del tempo felice in cui credeva in quell'uomo che per lei era tutto. (...) Tornò a notte fatta e salendo stancamente a tentoni le lunghe scale buie, aprì la porta, entrò e cercò a tastoni un fiammifero. Volgendosi con una candela tremolante in mano, lanciò un grido e corse alla porta, poiché seduto nell'unica sedia c'era Phillip Tempest. "Finalmente, finalmente, mia piccola fuggitiva, ti ho trovata!", disse alzandosi con una risata di trionfo e andandole incontro a braccia tese per darle il benvenuto."
"La mia sola risposta è questa: se vi fosse la mia tomba spalancata da un lato e tu dall'altro, scenderei nella tomba piuttosto che fare un solo passo verso di te. Ora vattene; non hai il diritto di restare; non hai il potere di costringermi a seguirti e da viva non lo farò mai."
"Posando i piedi su una pietra piatta, Rosamond si inginocchiò e scostando i giunchi si chinò a bere. Ma nemmeno una goccia le bagnò le labbra perché accanto alla pietra giaceva un corpo di donna semisommerso dall'acqua. Il giovane volto con gli occhi chiusi e le labbra esanimi era così pallido e sereno che Rosamond non provò né disgusto né paura, ma lo fissò finché le lacrime le velarono lo sguardo. (...) Sarò spinta anch'io a questo estremo in avvenire? si chiese Rosamond con un brivido."
"Sta' attenta, Rose, faccio sul serio e vinco sempre."
"Anch'io faccio sul serio e non cedo mai."
Lui si soffermò a esaminare il suo viso sotto un raggio di luna che attraversava il vialetto. Era molto pallido ma non tradiva la minima emozione e gli occhi che fissavano fermamente i suoi erano piedi di un'intrepida determinazione, più profonda e più forte di una sfida."
"Aveva ritirato la mano e con le braccia conserte, la testa alta e il portamento di una regina gli camminava accanto fra le luci e le ombre del vialetto fiorito. Tempest digrignò i denti mentre la osservava, consapevole che un'invisibile e insormontabile barriera si era levata fra loro. Non sapeva esattamente che cosa fosse, ma la sentiva e la sottile resistenza destava in lui passione, orgoglio e volontà di vincere ad ogni costo."
"Ho atteso a lungo e con pazienza, ti ho lasciata libera e non ho detto nemmeno una parola che potesse rivelare il vincolo che ci unisce. Non desidero uccidere quest'uomo, ma se persisti nel porre una barriera insormontabile fra noi, giuro che lo ammazzerò e il suo sangue ricadrà sul tuo capo."
VITA E OPERE DI LOUISA MAY ALCOTT
Louisa May Alcott nacque a Germantown, Pennsylvania, il 29 novembre 1832, seconda di quattro sorelle. Nutrita degli ideali educativi del padre, filosofo e pedagogista, iniziò a scrivere giovanissima (la sua prima poesia, "To the first robin", "Al primo pettirosso", è del 1840; "Flower Fables", "Favole di fiori o Fiorita di Favole" è del 1854). Quando il padre trasforma la casa in un cenacolo ritrovo di filosofi e scrittori (padre e figlia lessero di tutto, da Platone a Dickens) la giovane Louisa già partecipa ai dibattiti letterari. Organizza una scuola per le figlie di Ralph Waldo Emerson.
A Boston, Louisa lavora fino a 14 ore al giorno come governante, ricamatrice, infermiera, domestica e intanto continua a scrivere!
Nel 1958 scrive i primi tre racconti: la rivista Atlantic Monthly pubblicherà un suo racconto nel 1859 pagandola con 50 dollari.
Nel 1860 inizia il suo primo romanzo "Moods" ("Capricci") che viene rifiutato dall'editore. Mentre lo sta rielaborando, scoppia la guerra civile e Louisa va a lavorare come infermiera nell'ospedale di Georgetown. Qui si ammala di tifo. In questo periodo, scrive lunghe lettere che verranno poi pubblicate dal padre col titolo di "Hospital Sketches". Intanto, riprende "Moods" e appena viene pubblicato, ottiene un buon successo.
Nel 1865 si innamora del musicista Ladislav Wisiniewsky (che le ispirò il personaggio di Laurie in "Piccole Donne").
Intanto, riceve la proposta, dall'editore Niles, di dedicarsi alla letteratura per adolescenti. Inizialmente Louisa rifiuta, poi però avendo trovato l'ispirazione ripensando ai ricordi d'infanzia, scrive "Piccole Donne", che diventa subito un best seller.
Nel 1867 dirige un periodo per ragazzi, poi segue la National Woman Suffrage Association.
Nel 1870 scrive "Una ragazza fuori moda" e viaggiando in Europa con la sorella, viene bloccata per colpa della guerra franco-prussiana.
è a Roma che scrive "Piccoli Uomini". https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/piccoli-uomini.html
Poco dopo dà alle stampe "Otto cugini", "Rosa in fiore" (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/louisa-may-alcottdi-nuovo.html), "Sotto i lillà". Diventa attivista civile, si batte per il diritto di voto alle donne partecipando al Congresso delle donne di Syracuse (1875). Intanto, muore il marito della sorella Anna e sua sorella May muore di parto.
"Un moderno Mefistofele", del 1877, viene pubblicato anonimamente. Dal 1872 al 1882 pubblica sei volumi di novelle, "Il sacco degli stracci di zia Jo", "La biblioteca di Lulu" e i suoi ultimi due romanzi: "Jack e Jill" e "I ragazzi di Jo" (1886).
Muore a seguito di un'infreddatura presa mentre si affretta per andare ad assistere il padre moribondo, a Boston, nel 1888.
Louisa May Alcott è stata sepolta allo Sleepy Hollow, "Valle del Sonno", dove riposano Thoreau, Hawthorne ed Emerson.
Per approfondimenti vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/louisa-may-alcott-e-qualche-precisazione.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/e-dopo-piccole-donne-riscopriamo-anche.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/pollyanna.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/cime-tempestose-un-breve-riassunto.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/sindacaliste-e-attiviste-nellottocento.html
"Un moderno Mefistofele", del 1877, viene pubblicato anonimamente. Dal 1872 al 1882 pubblica sei volumi di novelle, "Il sacco degli stracci di zia Jo", "La biblioteca di Lulu" e i suoi ultimi due romanzi: "Jack e Jill" e "I ragazzi di Jo" (1886).
Muore a seguito di un'infreddatura presa mentre si affretta per andare ad assistere il padre moribondo, a Boston, nel 1888.
Louisa May Alcott è stata sepolta allo Sleepy Hollow, "Valle del Sonno", dove riposano Thoreau, Hawthorne ed Emerson.
Per approfondimenti vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/louisa-may-alcott-e-qualche-precisazione.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/e-dopo-piccole-donne-riscopriamo-anche.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/pollyanna.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/cime-tempestose-un-breve-riassunto.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/sindacaliste-e-attiviste-nellottocento.html