La violenza di Stato, l'Anarcocapitalismo e l'Utopia


Secondo Hobbes "non si può negare che lo stato naturale degli uomini, prima che si costruisse la società, fosse uno stato di guerra, e non di guerra semplicemente, ma di guerra di ciascuno contro tutti gli altri". La violenza è per Hobbes una specie di trascendentale della prassi allo stato di natura: "La volontà di nuocere è insita in tutti" e nasce da un preteso "diritto di tutti a tutto, in virtù del quale uno ha il diritto di invadere la sfera altrui e l'altro ha un ugual diritto di opporsi."
è evidente il carattere paradossale, anzi contraddittorio, di questa "naturale tendenza degli uomini a nuocersi a vicenda." L'illimitatezza del preteso diritto che "la natura ha dato a ciascuno su ogni cosa" comporta infine la soppressione della vita stessa, cioè a dire della motivazione ultima di quella pretesa. Comunque avvenga il salto dello stato di natura alla "società civile" o "persona civile" che è lo Stato, di cui parla l'autore del "Leviathan", non c'è altra via per risolvere questa contraddizione. Lo Stato impone la forza delle sue leggi e delle sue istituzioni alla violenza dei singoli, anche se troppo spesso nella storia di quella forza si tramuta in violenza a sua volta e lo Stato si identifica via via nella infinita schiera dei "tiranni\che dier nel sangue e nell'aver di piglio" (Inferno, XII, 99/100)
Certamente la violenza ha dato luogo anche a ben altre apparizioni. è esistita, esiste, una violenza di Stato o connessa alla gestione del potere, non teorizzata se non in alcuni casi specifici dello Stato razzista (Terzo Reich, Sud Africa...) ma sempre presente nella storia degli ultimi secoli, a partire dall'Inquisizione per passare alle più svariate manifestazioni del "terrore bianco": si pensi alle esecuzioni di massa con decine di migliaia di morti, che hanno fatto seguito alla Comune di Parigi nella "settimana sanguinosa" o agli assassinati nelle stragi anticomuniste nell'Indonesia dopo il 1965 (Sukarno fece uccidere centinaia di migliaia di contadini e intellettuali: bisognava impedire al comunismo di avanzare). Si affianca poi una violenza insita alle società capitalistiche: è data dalla spietatezza sanguinaria e materialisticamente crudele delle repressioni "privatistiche" antioperaie (Nota di Lunaria: si veda per esempio Margaret Thatcher, che fece intervenire l'esercito per reprimere le proteste dei minatori in piazza) e di tutte le potenze colonialiste nel corso dell'espansione militare e commerciale, in Africa e in Asia. è generata dal supporto di molti governi ai regimi dittatoriali del Centro e Sud America o dalla perversione di gruppi reazionari come il Ku Klux Klan (*) o come le varie fazioni di destra. (**) A sua volta questo modo di utilizzare nella prassi la violenza e la forza insieme, senza limiti di norme, ha connotato e segna tutta un'epoca e ha prodotto sintesi dottrinali fortemente ideologizzate che hanno avuto come conseguenza le opinioni culminate nel nazismo e nelle teorie razziste.


C'è stato per contro il tentativo di opporre alla violenza degli Stati "civili", alla forza bruta del potere e dello sfruttamento capitalistico, la contro-violenza degli sfruttati, dei "dannati della terra" come li chiama Fanon. https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/introduzione-allarte-africana-e-allarte.html
Qui la violenza non è più semplicemente emancipatrice o consolatoria, è concepita e storicamente adoperata come unico mezzo di lotta per la liberazione nazionale e per la riacquisizione di una dignità umana collettiva. E a commento dell'atteggiamento delle società occidentali nei confronti di questa violenza, valgono tutte le tesi del "Black Power" di Stokely Carmicael: "Vogliamo parlare di violenza, perché l'occidente bianco è sempre sconvolto dalla violenza quando ad usarla è un nero".
Potremmo chiederci: la violenza è commessa "a scopo di liberazione da un oppressione" è giustificabile? Si tratta perciò, per quanto riguarda il piano di pratica della violenza quale strumento di affrancamento dei popoli oppressi, di intenti e di assunti che hanno validità non perenne ma contingente. I sistemi dominanti hanno attuato nel passato ed espletano ancora forme diverse di violenza nei confronti dei subordinati e dei governati: il movimento operaio e il socialismo sono stati sollecitati anche essi all'eventualità di impiegare la forza brutale.
Propositi insurrezionisti della propaganda sono via via pervenuti ai giorni nostri fino all'uso strumentale della violenza politica da parte di minoranze cospirative, agenti sempre su basi utopiche o settarie e staccate da ogni contesto e valutazione sociale. (***)


(*) Nota di Lunaria: nessun cristiano si illuda e pensi di averla fatta franca, il KKK sarà trattato nei prossimi mesi appena mi arriva il libro che ho ordinato.

(**) o di sinistra\anarchia estrema: vedi le Brigate Rosse, i NAP (Nuclei Armati Proletari), la RAF (Rote Armee Fraktion) Comitati Comunisti Rivoluzionari, Proletari Armati per il Comunismo (PAC), Sendero Luminoso. Di estrema destra, segnalo Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), Terza Posizione,  il duo Ludwig.

Per approfondire, vedi questo libro:


Nota di Lunaria: per una critica radicale allo Stato, vedi il movimento Anarco-capitalista;



in sintesi gli Anarco Capitalisti si concentrano sulla Libertà Economica e rifiutano le ingerenze dello Stato nell'economia; sono a favore del Capitalismo, che, dal loro punto di vista offre più vantaggi rispetto allo Stato. Alcuni Anarco-Capitalisti moderati ("MiniArchici") ammettono che lo Stato possa gestire qualche funzione collettiva come la Difesa o la Sanità, altri negano qualunque tipo di influenza e interferenza statale. Per gli AnarcoCapitalisti lo tasse da pagare allo Stato sono una forma di abuso e di violazione della libertà individuale: lo Stato esercita coercizione (e quindi violenza) estorcendo le tasse; alcuni di loro sono a favore della tassazione volontaria; molto spesso sono anche federalisti o secessionisti, prediligendo piccoli staterelli piuttosto che grandi nazioni. In sintesi, l'AnarcoCapitalismo propone l'abolizione dello Stato, del dirigismo statale nella vita degli individui, l'abolizione delle tasse (sono considerate un furto legalizzato) ed è a favore della Sovranità individuale sotto il libero mercato. I padri fondatori di questa ideologia sono stati Murray Rothbard, Hans Hoppe, e altri, ma un posto importante ce l'ha anche la filosofa Ayn Rand (che purtroppo non ho letto per integrale). A tutti gli effetti l'Anarcocapitalismo resta solo una teoria, per ora, non essendo mai stata applicata nella realtà; è evidente, comunque, che è molto pericoloso delegare "allo Stato" (peraltro, non un esempio di correttezza ed onestà morale) monopoli di questo o quel prodotto perché in tal caso il prezzo finale del prodotto sarà unico (imposto dallo Stato stesso) e verrà tolta la possibilità (sia a chi produce un bene, sia a chi lo compra) di decidere il prezzo del bene e di poter operare scelte tra produttori diversi ("concorrenza"). Probabilmente in un mercato davvero libero da ingerenze di uno Stato che pretende balzelli economici che tizio e caio devono versare (senza che poi effettivamente il bene collettivo ne guadagni, da questa tassazione versata allo Stato) anche i prezzi dei beni risulterebbero più bassi e flessibili, e sarebbero i compratori stessi, alla lunga, a determinare l'andamento del mercato e dei prezzi; del resto, molto spesso il sovrapprezzo con cui risultano caricati certi beni o servizi (anche all'assumere lavoratori) è determinato proprio dal fatto che produttori, negozianti e imprenditori devono versare "l'obolo economico obbligatorio" allo Stato stesso; in questo modo viene applicato il sovrapprezzo alla merce (perché il produttore deve pur "riprendere" quanto ha dovuto lasciare allo Stato) che grava sulle spalle dei futuri acquirenti di questo o quel bene.
Personalmente pur non avendo letto tutto lo scibile in campo economico, credo che le critiche che l'AnarcoCapitalismo fa contro lo Stato o il monopolio sono condivisibili e sensate.
Inoltre si può persino fare un parallelo tra l'AnarcoCapitalismo (che vede lo Stato come un qualcosa che viola la libertà e il consenso degli individui) e il movimento Antipsichiatrico (che vede la psichiatria come un qualcosa che viola la libertà e il consenso degli individui)


Per approfondimenti sulle spaventose violazioni dei diritti umani, commesse dalla psichiatria fin dalle sue origini, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-della-psichiatria-raccolta-di.html

Per un approfondimento sull'Anarcocapitalismo, date un'occhiata anche a questo sito, soprattutto agli aforismi che appaiono in home page, che raccolgono le frasi più celebri dei pensatori anarcocapitalisti http://www.libreriadelponte.com/

Appena possibile, comunque, tratterò anche "il lato oscuro" del capitalismo usato per opprimere e commettere violenze, ovvero parlerò di Pinochet e Margaret Thatcher, nonché della "teologia del dominio" e del "messaggio della prosperità".
Ai cristianelli (anche ai calvinistelli ed evangelicelli) va di lusso che ho solo 2 mani e 4 ore al giorno e poco più per dedicarmi alla lettura e alla scrittura, nonché manco 2 ore di connessione internet, e quindi di fatto non riesco a stare dietro a tutto quanto andrebbe trattato ma devo diluire le cose che voglio trattare nel giro di mesi e mesi, trascinandomele dietro. Ma non illudetevi, io monitoro tutti i cristiani più celebri - vivi o morti - e di tutti conservo materiale utile sulle vostre malefatte. Verrà anche il giorno in cui avrò finito di trascrivere i concetti più utili sulla teologia di liberazione economica e sugli scandali finanziari nonché lo sperpero vergognoso in lusso e frivolezze di voialtri protestanti\calvinisti\evangelici. Nessuno si illuda di restare impunito e di dire tra sé e sé "eh, per fortuna Lunaria non mi ha scoperto! L'ho fatta franca!".

(***) Avevo già parlato di utopia e di "rivendicazioni utopistiche" dimostrando come siano più nocive che utili; vedi qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/un-po-di-sociologia-1.html