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Uno degli epicentri dei movimenti profetici africani è la regione compresa fra l'una e l'altra riva del Medio e Basso Congo. Un capuccino che agli inizi del secolo XVIII operò fra i Bakongo, incontrò una strana profetessa, Donna Beatrice (Kimpa Vita) che si vantava di aver avuto visioni e sogni vaticinatori, nonché un'esperienza di morte e rinascita: era convinta di reincarnare in sé Sant'Antonio.
Fondò un movimento "Antoniano", seguito da numerosi proseliti, volto alla restaurazione del regno di San Salvador e al ripristino degli antichi costumi condannati dai missionari. Il missionario fece mandare al rogo la profetessa, ma gli adepti sopravvissero a lungo. è il primo esempio di sincretismo pagano-cristiano. In esso si attua il culto paganizzato di Sant'Antonio dove il santo cristiano viene interpretato come una figura divina preposta alla fecondità-fertilità (nell'iconografia tradizionale, Sant'Antonio regge tra le mani Gesù bambino)
(Nota di Lunaria: si confronti con l'iconografia di Erzulie, Dea dell'amore. Il santino cattolico di maria addolorata con il cuore trafitto dalle spade è stato sincretizzato con Erzulie, perché l'amore può ferire il cuore se non corrisposto...)
Del resto, il sincretismo Bakongo-cristiano comporta un altro elemento quanto mai sintomatico: tra i feticci magici impiegati per favorire la caccia, viene impiegato ordinariamente il crocifisso.
(Nota di Lunaria: si veda il confronto tra la bambolina Ashanti, simbolo di fertilità, dalla forma a croce, l'Ankh egizio e la croce cristiana...)
è dunque un sincretismo nel quale gli elementi portati dai missionari sono reinterpretati in funzione clamorosamente pagana, (le forme religiose indigene, legate alle esigenze vitali più immediate - fecondità, fertilità, buon successo nella caccia-) perdendo ogni specifica valenza cristiana.
è del 1904 il primo grande movimento profetico: il fondatore fu Epikilipikili, taumaturgo e divulgatore di un nuovo feticcio (oggetto sacro, opportunatamente confezionato e caricato di valore taumaturgico), il Bwanga, composto di polveri e parti di animali, dotato di poteri contro le forze ostili e la magia nera, e che doveva imunizzare contro i proiettili sparati dei bianchi. La società di Epikilipikili è il prototipo di numerose altre società segrete (Mani di Boma, Punga, Muana Okanga fra i minatori del Katanga, Nebili degli Azande) che si caricarono di funzioni anti-occidentali: boicotaggio delle merci, tessuti, sale, rifiuto di pagare tributi e di prestare servigi ai bianchi. Così iniziarono i primi moti anti-europei, anche se i bianchi avevano la meglio nel sedare le rivolte. Più tardi, nel Kasai, i Bashilele, devoti al culto del Serpente, creavano il Nkisi che avrebbe dovuto immunizzare dalle malattie. Secondo loro, dal Serpente sarebbero nati alcuni messia che avrebbero scacciato i bianchi.
C'è da dire che dal 1921 in Congo nacquero anche sette cristiane che però rielaborarono l'Antico Testamento (per esempio la storia di David e Golia) in chiave anti-bianca o dando nomi africani al dio cristiano: Simon Kimbangu, fondatore del movimento Kimbangista o Gunzista (da "Ngunzi", "profeta")
chiamava il Dio europeo identificandolo con l'Essere Supremo di tradizione Bakongo, Nzambi Pungu, si scagliava contro la poligamia, accettava il battesimo, eppure ammetteva danze, canti, acrobazie che sfociavano in possessioni da parte degli spiriti (era chiamato il "profeta del Dio dei Neri" in antitesi col "Dio dei missionari cristiani"), e ancora André Matsùa (considerato la reincarnazione di Cristo! I fedeli così pregavano "Nel nome del Padre, di Simon Kimbangu, di Matsùa", avendo creato una Trinità ricalcata su quella portata dai missionari ma afrocentrica), Simon Mpadi (fondatore del movimento Kakista, dalle uniformi color kaki), Mavonda Ntangu (culto degli antenati e preghiere cristiane), Muana Lesa, impiccati o deportati.
Per dare un'idea del sincretismo religioso, possiamo citare una tipica preghiera: "Nel nome del Dio di Abramo, Dio di Giacobbe, Dio di Simon Kimbangu e di André Matsùa" e descrivere l'altare di un culto gunzistaamicalista: dentro una cappella di paglia tritata e fango, c'è un altare ricoperto di un manto rosso (simbolo di fecondità e anche di martirio dei neri uccisi dai bianchi), la fotografia di André Matsùa al posto del cristo bianco, un pugnale (simbolo della fedeltà agli antenati), una lampada, una V in legno (per "Vittoria") e una croce di Lorena.
Nel 1940 sorsero movimenti sempre più anti-bianchi: per esempio il Mvungismo asseriva che Javhè avrebbe presto sterminato i bianchi (dal loro punto di vista, i Belgi che dominavano la regione. Per questo il Mvungismo e più
tardi il Tonsismo vedevano nei tedeschi nazisti i nemici degli invasori belgi: "I tedeschi - dicevano i Mvungi hanno tolto ai bianchi la loro terra e hanno distrutto la loro potenza: costoro non ci potranno più nuocere"). Curiosamente il Mvungismo però aveva proibito tutti i feticci africani. Ma quando l'esercito dei belgi riuscì ancora una volta a sedare le rivolte, venne ripristinato il culto dei feticci e degli amuleti e il Mvungismo si dissolse. Al suo posto nacque il culto Tonsista (Tonsi = goccia): i riti si compivano per mezzo di gocce di un liquido consacrato da somministrarsi sulla lingua o sulla fronte dei fedeli. La prima goccia simboleggiava il battesimo, la seconda indicava la confermazione, la terza goccia, denominata "goccia di sangue", doveva procurare l'illuminazione dello spirito e consentiva ai credenti di evocare i morti. Pregavano una strana Trinità: "Tata Mupepe, Tata Kimbangu, Tata Alamani", "Del Padre Spirito, del Padre Kimbangu, del Padre Tedesco" ("Alamani", corruzione del francese "Allemagne" in riferimento alla Germania nazista vittoriosa sul Belgio). Il culto aveva carattere anti-cristiano, si praticava nei cimiteri, di notte, e si credeva che i bianchi fossero destinati a bruciare nelle fiamme dell'inferno; curiosamente il regno dei neri sarebbe stato guidato da "Mamma Germania".
Altri profeti furono Zaccaria Bonzo col motto "L'Africa agli Africani!", Simon Toko, fondatore della Stella Rossa che sosteneva che "Dio sta con i più" e perciò in Africa era a fianco degli Africani e che presto avrebbe inviato un nuovo Gesù Cristo, questa volta nero; anche il
movimento fondato da Marcus Garvey, l'Universal Negro Improvement Association, si figurava un Cristo nero attorniato da angeli neri. Anche Shembe venne giudicato un Gesù Cristo nero e si crede tuttora che sia risorto. Alla sua morte, subentrò il figlio, leader della chiesa Nazarita fondata dal padre. è interessante notare che sia Shembe che i gruppi sorti dopo di lui, avevano visioni di fulmini e di autonecroscopia ("vedere il proprio cadavere"), elementi tipici della religiosità Zulu (che adorano l'uccello-folgore). Altre chiese univano pratiche divinitorie tipiche africane (riti vaticinatori con noci, cocco, corda, salice...) ai riti cristiani (battesimo, unzione...) o al culto degli angeli (visti come spiriti dei morti o semidei), e alle possessioni al suono dei tamburi. Gli Spiritualisti della Nigeria (a Calabar) pregavano lo Spirito Santo, sovente con sacrifici animali; vi erano poi possessioni e convulsioni violente. Curiosamente non adoravano Gesù Cristo (ritenuto poco potente), ma il culto si estinse a seguito di un'invasione di locuste: i nigeriani si convinsero che il loro vecchio Dio li avesse voluti punire per averlo rinnegato seguendo il Dio cristiano (seppur rivisitato) e così tornarono al culto originario. Beyioku fondò un sincretismo nativista-yoruba basato su Gesù Cristo in connubio col Dio Ifa.
Diceva: "Fate l'effigie di Dio a mo' di Africano: dipingete gli angeli come Africani, il Diavolo dipingetelo con qualsiasi colore ma non con quello degli Africani". Curiosamente credevano che Cristo avesse praticato riti africani (per esempio la geomanzia, quando nel vangelo, nell'episodio dell'adultera, "scrive per terra"); altrove il Dio cristiano venne sincretizzato in Shango.
C'è persino una chiesa in Liberia e Costa d'Avorio convinta di "inviare i propri missionari in Europa"; i fedeli entrano in trance e hanno visioni che vengono interpretate.
Citiamo anche il caso della profetessa Marie Dahonon detta Lalù, che fondò nel 1942 il culto di Deima: adoperava nelle sue pratiche un liquido che le era stato suggerito da un Dio Rettile (Gbobo-Mele) dalle zampe di coccodrillo e le corna di bufalo uscito da uno stagno. La profetessa riempiva un recipiente, che deponeva nel tempio di Gbobo-Mele: il Dio veniva a bagnarsi in quel recipiente trasmettendo il suo fluido benefico. L'indomani mattina il liquido veniva asperso dalla profetessa sul tempio o dato ai fedeli.
Per altri approfondimenti, vedi anche:
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