Saltner, Mamuthones, Benandanti e Culto Fallico
Il Saltner tirolese è il guardiano delle vigne ma la sua immagine è spesso ammantata di mito, pur giungendo dalla realtà.
Il nome è da porre in relazione all'italiano Saltàro, derivante dal latino Saltarius che significa "guardiaboschi" divenuto "guardiavigne" e incaricato dalla comunità di difendervi le colture, in particolare dai furti, nel delicato momento che precede la vendemmia.
Nota di Lunaria: un primo confronto lo farei con Priapo, il Dio che oltre che simboleggiare la virilità, era il protettore dei campi contro i furti. Troviamo delle celebrazioni di Priapo nei Carmina Priapea:
Tu che stai per leggere questi scherzi sfacciati scritti in versi disadorni spogliati della maschera seria che è di rigore qui a Roma. In questo piccolo tempio non ci sono verginelle, come la sorella di Febo, o Vesta, o Minerva nata dalla testa del babbo: qui c'è il rosso custode degli orti dotato di cazzo anormale che ostenta il basso ventre ignudo. Dunque o abbassi la veste per coprirgli la parte, o leggi queste cose coi medesimi occhi con cui insisti a guardarle.
Carminis incompti lusus lecture procace, conveniens Latio pone superciulium, Non soror hoc habitat Phoebi, non Vesta sacello, nec quae de patrio vertice nata dea est, sed ruber hortorum custos, membrosior aequo, qui tectum nullis vestibus inguen habet. Aut igitur tunicam parti praetene tegendae, aut quibus hanc oculis aspicis, ista lege.
Note: la raccolta ha due carmi introduttivi, una sorte di silloge. In entrambi i carni, viene messo in contrapposizione il membro di Priapo contro la verginità delle Dee: Diana cacciatrice che rifiuta la compagnia maschile, Vesta austera custode del focolare, Minerva combattente (l'Atena greca), nata da partenogenesi maschile: Giove, dopo aver ingoiato Meti, Dea della memoria, fu colto da malditesta; chiamò Vulcano, perché gli aprisse il cranio e dalle sue meningi, uscì Minerva, armata di lancia. Da notare che l'anonimo poeta rifiuta chiaramente qualsiasi intento di poesia seriosa (gran parte della Poesia Latina, si vedano i personaggi come Orazio, Virgilio e Papirio)
A Priapo si dedicavano gli "ex-voto": si usava appendere alle pareti del tempietto o sul pene di Priapo, tavolette con disegnini o brevi scritte, per chiedere grazie.
Sono interessanti due cose, legate al culto di Priapo, che anche se è "degenerato" in forme triviali e volgari fini a se stesse, se non dagli intenti spiccatamente comici, "nasceva" come culto alto - almeno per chi sapesse coglierlo - del «Principio universale della Vita» che risultava dall'unione dei genitali maschili e femminili. Priapo portava una falce, ed è evidente la sua connotazione con la Luna, quindi, al mondo femminile; la seconda cosa interessante, e che, come per Iside "sopravvissuta" nel culto della madonna cattolica, senza che la maggior parte dei cristiani ne sia consapevole, è che anche Priapo sopravvisse, non più come Dio dal fallo eretto (data la feroce sessuofobia cristiana...!) ma come la figura dello spaventapasseri allestito dai contadini nei campi. Proprio così! Il Priapo, da idolo in legno, con fallo eretto e falce in mano, che si trovava in piccoli templi agli angoli dei campi e dei boschi, durante la decadenza del Paganesimo, venne "rivestito" adattandosi ad essere, clandestinamente, uno spaventapasseri: il bastone sostituiva, metaforicamente, il grosso fallo, e se il contadino, agli inizi della decadenza pagana, era ancora devoto a Priapo, "protettore dei campi contro i ladri di frutta" (era appunto il secondo aspetto di Priapo, dopo quello della virilità) nel tempo, il riferimento a Priapo si perse via via, obliandosi, almeno dal punto di vista superficiale, ma non del tutto, perché appunto fu conservato come "spaventapasseri".
Ritornando al Saltner, in questo caso vediamo che, come Priapo, anche lui è una figura maschile, ed esattamente come il Dio, ha il compito di sorvegliare i ladri: qui l'elemento maschile si carica con valenze di fertilità agricola e di preservazione di essa. Non sono tanti gli Dei maschili legati al rinnovamento della Natura (essendo la maggior parte delle volte la terra associata alla Dea, mentre il Cielo viene associato al Dio), ma per esempio possiamo ricordare il Polacco Jarylo, un Dio legato alla fertilità e alla primavera oltre che Fauno/Cernunnos, più legati agli animali, però, che non alla vagetazione in sé.
è difficile dire se il costume del Saltner sia determinato solo ad incutere terrore, oppure se il suo sia un abbigliamento in cui convivono elementi simbolici connessi al mondo del rito con un loro preciso ruolo.
Prevale, nel costume, un grande copricapo realizzato con una grossa quantità di piume variopinte disposte a ventaglio e con code di volpi e scoiattoli (*); completano l'abbigliamento una piccola giacca, pantaloni sorretti da bretelle e stivali. Preponderante è la presenza del cuoio e di amuleti nella maggior parte costituiti da denti di cinghiale; non mancano le armi, tra le quali l'alabarda e la pistola.
(*) Si pensi che Shiva veste con pelli di animali:
Sul copricapo poteva essere posta una croce di ferro considerata indispensabile per allontanare gli influssi negativi ma che, narra la tradizione, all'occasione poteva essere utilizzata come arma di lancio. Indubbiamente questa azione è contrassegnata da un notevole valore apotropaico, che accentua il simbolismo della croce trasformandola in un'arma. Completano l'armamento del Saltner una roncola un rancone, un coltello e il rigelsteckn, il bastone caratteristico decorato con una moltitudine di segni e simboli, molti dei quali considerati dotati di potere apotropaico.
Nella complicata raffigurazione presente sul bastone spesso erano presenti alcune scene che rimandavano alla "biografia" tipica del "guardiavigne": tra i soggetti più diffusi la sua capanna di paglia, l'albero di vedetta, determinante per controllare le vigne, animali, motivi decorativi e simboli cristiani.
Secondo la tradizione, per essere scelti a svolgere il non facile ruolo di Saltner era necessario possedere alcune specifiche qualità: provata moralità, prestanza fisica e attitudine alle armi e all'attività fisica. La sua carica durava per tre anni e aveva inizio il 14 agosto. Dopo essersi posto sul territorio, il Satner chiudeva le aree in cui era possibile accedere alla vigna senza essere controllati e poneva in tali punti dei simboli di riconoscimento, il più emblematico costituito dal Saltnerpratz, una sorta di avvertimento per tutti i nemici della vigna.
Per tutto il tempo del suo servizio, il guardiano doveva abitare nei terreni da controllare, dai quali non si poteva allontanare; in caso di pioggia si riparava sotto un piccola capanna di paglia costituita per l'occasione. Nel territorio di Caldara nel 1914 esisteva la "Protezione dei Saltner", una sorta di sindacato che proteggeva i guardiani della vigna da scorrettezze nei loro confronti. Poi questi particolarissimi lavoratori hanno definitivamente perduto il loro antichissimo ruolo professionale, assumendo connotazioni destinate a porre questi esseri in sospensione tra Natura e Cultura.
Nota di Lunaria: aggiungo anche altri esempi di sciamanesimo italiano: Mamuthones (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/sardegna-le-origini-pagane.html), Merdules e Benandanti. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/i-benandanti.html)