Le origini storiche di Rescaldina

Info tratte da un opuscolo che ho trovato



Il territorio di Rescaldina fu popolato fin dalla romanità, come prova la centuriazione (sistema di partizione delle terre a reticolato regolare), della quale persiste traccia nella topografia, con strade che si incrociano ad angoli retti.
A quei tempi una via importante, seguendo il fiume Olona, collegava Milano ai valichi ossolani: da Legnano una diramazione attraverso Seprio e Ceresio raggiungeva il San Bernardo e la Rezia.
A Rescaldina si conserva un'ara sacrificale romana in serizzo, con iscrizione abrasa, ma risulta importata da Rovello Porro.
Nell'alto medioevo i poderi, abbandonati, si trasformarono in boscaglie incolte. Da esse Rescalda (e Rescaldina) sembrano prendere il nome, dal latino "robur", rovere e dal longobardo "scalta", bosco.
è probabile che nel X secolo, alcuni frati cistercensi provenienti da Chiaravalle si siano insediati nella zona, popolata da pochi boscaioli, cercando di riorganizzare il lavoro agricolo e creandovi una grancia (fattoria)
In seguito si formò un villaggio contadino con costruzioni rurali attorno alla principale e un sacello dedicato a s. Bernardo.
All'epoca dei comuni anche i borghi minori ebbero cura di indicare i loro confini con termini in pietra; nel museo di Legnano se ne conservano alcuni, con una L sul lato interno e la R iniziale di Rescaldina all'esterno.
Nel '300 i Visconti posero le basi della propria signoria sul Milanese.
S'innalzarono in paese le prime case in muratura: alcune conservano lo stemma visconteo del biscione che inghiotte un uomo,
I Visconti avrebbero poi elevato in zona un fortilizio, caserma e carcere politico.
A tali leggende attinse nell'800 Tommaso Grossi che ambientò qui la vicenda del "Marco Visconti".
Il romanzo narra che Lupo da Limonta, scudiero di Ottorino Visconti, imprigionto al castello rescaldinese, in un giorno di sagra riuscì ad evadere e raggiunse Milano. è a quest'episodio che si ispira lo stemma comunale del castello dal cui torrione si protende un lupo.
In età viscontea "Cassina de Rischaldina" venne citata in atti notarili, come i più piccoli centri di Ravello e Rescalda.
La minuscola comunità dipendeva da Legnano.
Vi possedevano terre i legnanesi Lampugnani, le cui dimore ancora sussistono nel vecchio nucleo; tra le altre famiglie ricordiamo i Melzi, progenitori della suora canossiana Barbara, fondatrice di scuole a Legnano e a Tradate.



Dal catasto voluto dall'imperatrice austriaca Maria Teresa risulta che le terre rescaldinesi, per metà di nobili, il resto diviso tra piccoli coltivatori ed enti religiosi, consentivano colture comuni: cereali, prati, gelsi, boschi, vigneti.
Si tramanda che tutti i residenti siano scampati alla peste del 1630.

Tra gli edifici civili, a Rescaldina:
- Il Palazzo Comunale, edificato nel 1935 nel luogo della vecchia chiesa con la torre sul punto stesso dell'altare
- La Corte Grande, casa medievale con bifore, trifora centrale, porticati laterali ad archi acuti.
- La Corte della Torre, con un torrione


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