Dogma, violenza, intolleranza


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Basandoci sulla morfologia delle masse (*), ricordiamo che è possibile distinguere in esse tipi diversi e direzioni opposte di sviluppo. Esistono masse transitorie e masse durevolissime, masse omogenee, composte da individui affini, e masse non omogenee, masse naturali e masse artificiali (...) Chiesa ed esercito sono masse artificiali. Per salvaguardarle dalla dissoluzione e per impedire modificazioni della loro struttura viene impiegata una certa coercizione esterna. (**) Di regola non veniamo consultati circa la nostra volontà di entrare a far parte di una massa siffatta né la cosa resta affidata alla nostra decisione [si pensi al battesimo coatto ricevuto da bambini, battesimo cui nessuno di noi ha dato il suo consenso... o si pensi alle atroci mutilazioni genitali maschili e femminili, eseguite su neonati e bambine!!! Nota di Lunaria]; il tentativo di uscirne viene solitamente perseguito o severamente punito o risulta vincolato a condizioni ben determinate.

(*) Argomento anche trattato da Elias Canetti in "Massa e Potere"
  

(**) Nota di Lunaria: Ritengo utile riportare la definizione di dogma:

Il dogma è ciò che è stato definito infallibilmente dalla chiesa ed è quello che i fedeli devono credere per essere cattolici. I dogmi della fede sono contenuti nelle solenni ed infallibili definizioni del magistero. Per la chiesa, le definizioni della fede, solennemente definite dalla chiesa, sono infallibili, non possono essere sbagliate.

"Noi, con l'approvazione del sacro concilio, insegniamo e definiamo questo dogma come rivelato divinamente: il pontefice romano quando parla ex cathedra, ovvero quando agisce secondo il suo compito di pastore e maestro di tutti i cristiani, definisce, per virtù della sua suprema autorità apostolica, la dottrina riguardante la fede o la morale che deve essere obbedita dalla chiesa universale, possiede per mezzo della guida divina promessa a san pietro, l'infallibilità che il divino redentore volle che la chiesa possedesse quando definisce dottrine riguardanti la fede e la morale" (D.S. 1839)

Non è possibile "una nuova interpretazione" di ciò che la chiesa ha già definito infallibilmente. Non 
ci possono essere cambiamenti, deviazioni, innovazioni, perché "ai successori di pietro lo spirito santo è stato promesso che con la sua assistenza, custodissero integralmente ed esponessero fedelmente la rivelazione tramandata per mezzo degli apostoli, il deposito della fede"

"Ma se qualcuno presume di poter contraddire questa nostra definizione: anatema su di lui" (D.S. 1840)

Nella chiesa - l'esempio migliore è fornito dalla chiesa cattolica - come nell'esercito, per differenti che siano sotto altri aspetti queste due istituzioni, vige la medesima illusione, in base alla quale esiste un capo supremo - nella chiesa cattolica il cristo, nell'esercito il comandante in capo (...)

Nota di Lunaria: infatti il monoteismo è gerarchico, piramidale; la Wicca al femminile invece si base sull'idea di cerchio; vedi questi stralci tratti da "Il Sentiero della Dea"


 "Il cerchio è un modo per ottenere energia magica da utilizzare nei vari incantesimi. Inoltre tiene lontano le energie esterne che potrebbero turbarvi mentre vi trovate in uno stato di coscienza alterata. (...) Un cerchio può essere una barriera contro le energie esterne negative ma anche un contenitore di energia sacra (...) Il cerchio magico è anche una manifestazione della Dea (...) Nella Vecchia Religione tutti sono uguali. Le sacerdotesse sono insegnanti che condividono il loro sapere e le loro abilità  in modo che altri possano imparare a trarne vantaggio (...) La Dea assume un'infinita varietà di forme e tutte sono unite nel cerchio, proprio come noi."

Per approfondimenti vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/wicca-le-frasi-piu-belle.html

Estranei a tale legame (d'amore) si mantengono anche durante il regno di cristo quegli individui che non appartengono alla comunità dei credenti, che non amano il cristo e non ne sono amati. è per questo che una religione, anche se si definisce la religione dell'amore, deve essere dura e intollerante nei confronti di coloro che ne restano fuori. Sostanzialmente ogni religione è una siffatta religione dell'amore per tutti coloro che essa abbraccia nel suo ambito, e ogni religione è per sua natura crudele e intollerante nei confronti di coloro che non ne fanno parte.


MEGLIO METTERE UNA PROVA PRIMA CHE QUALCUNO STARNAZZI CHE "NON è VERO NIENTE! TE LO SEI INVENTATA TU!"


APPROFONDIMENTO: L'OPPRESSIONE MISOGINA E LA MANCANZA DI AUTOSTIMA FEMMINILE

Tratto da


Attraverso un'analisi dei modi tipici di soffrire delle donne, delle situazioni in cui sono più vulnerabili, riusciremo forse a capire qualcosa di più della loro natura. Le ferite sono state e sono fonte di dolore solo all'interno di una logica in cui esiste un nemico, l'uomo, che ha la facoltà di infliggerle; una logica in cui la vulnerabilità femminile viene utilizzata dagli uomini per esercitare il loro potere 

Ma le ferite possono essere viste anche come porte, accessi al mondo interiore, occasioni per svelarne i disegni nascosti; e dunque possono essere considerate una risorsa.
Ecco perché questo libro parla di ferite.
Ben più interessante è invece conoscere sempre meglio le emozioni e i vissuti più frequenti nella psicologia femminile, perché in essi si cela spesso un disagio, una ferita, ma anche una grande ricchezza di sentimento, ed è proprio attraverso questa conoscenza che è possibile superare quel disagio, assumendosi il carico della ferita, facendola propria, per poterne poi valorizzare le potenzialità. Simbolicamente infatti la ferita non rappresenta soltanto il segno di un dolore o di una fragilità, ma, ambivalente come tutti i simboli, anche un punto di forza. 
"La donna che fa suo l'ideale patriarcale della società tende anche a sopravvalutare l'amore sessuale. Essere amata, amare un uomo, ammirarlo, servirlo e adattarsi a lui: la donna non deve desiderare altro. Questo atteggiamento non corrisponde al desiderio naturale della donna, ma è semmai conseguenza di un ideale che le è stato imposto e che, una volta interiorizzato, serve soprattutto all'amor proprio e al dominio dell'uomo. Solo in una società che rappresenta il rapporto eterosessuale come unico scopo dell'amore femminile sorge tra le donne la rivalità che viene considerata tipicamente femminile"
Non sono stati certo pochi gli uomini illustri, da Aristotele a Tommaso d'Aquino, da Tolstoj a Moebius, che hanno dichiarato in saggi, romanzi, dissertazioni pseudo-scientifiche l'inferiorità intellettuale, morale e perfino umana della donna. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-questione-92-per-integrale.html

COME SA CHIUNQUE SI SIA LETTO QUESTI LIBRI:



Lo stesso Freud, non soltanto con il concetto di invidia del pene (Nota di Lunaria: un delirio assoluto, che offende anche gli stessi maschi, visto che li fa sembrare importanti solo dal punto di vista anatomico, e non per un cervello o una sensibilità) ma anche con l'ipotizzare un masochismo e narcisismo strutturali (*) l'ha dipinta come una figura mancante, costretta nella sua debolezza a usare strumenti sotterranei. Le donne sono vissute per secoli all'interno di un paradigma che le svalutava e con questo si sono identificate perché costituiva l'unico modello disponibile.

https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/la-misoginia-di-freud-di-talcott.html

In passato, identificandosi con il paradigma maschile, che la dipingeva come un essere di poco valore, il senso di inferiorità era egosintonico, cioè tutt'uno con l'identità e la coscienza di sé della donna, che considerava la sua subordinazione come un dato di realtà, una condizione normale. 
 
"Gran parte delle donne non sanno perché hanno una così scarsa opinione di sé. Esse ignorano che si identificano con le concezioni maschili del "valore" della donna, concezioni secondo le quali devono essere belle, giovani e avere successo oppure devono essere materne e disposte a sacrificarsi."
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/la-donna-moglie-e-madre.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/verginita-e-patriarcato.html
è indubbio che le donne siano particolarmente inclini al senso di colpa e che questa sia una delle principali cause di sofferenza femminile, sofferenza rafforzata dal fatto che questo sentimento nella donna genera spesso vissuti e atteggiamenti di tipo masochistico, come il sacrificarsi per gli altri, mentre nell'uomo determina di solito altre forme di comportamento. (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/autostima.html)

Nota di Lunaria: suggerisco di leggersi questo libro


per capire come gli stupratori cristiani usassero e promuovessero il concetto di "senso di colpa" nelle loro vittime.
I sensi di colpa, siano essi consci o inconsci, determinano, a loro volta, la svalorizzazione di sé, il tentativo di riparare attraverso atteggiamenti masochistici, e la dipendenza dall'approvazione e dall'amore altrui, considerati i soli rimedi per riscattarsi dalle colpevolezza e dal senso di inferiorità. 

Nota di Lunaria: altrove, già scrivevo:

Ancora una volta: il grande problema della donna, la zavorra esistenziale, resta il non riuscire a definirsi a prescindere dello Sguardo dell'Altro. Diceva bene Sartre quando affermava:
"L'Inferno sono gli Altri."

"Se c'è un Altro, chiunque esso sia, ovunque sia, e quali che siano i suoi rapporti con me, anche se non agisce su di me in altro modo che con la semplice comparsa del suo essere, io ho un di fuori, una natura; il mio peccato originale è l'esistenza dell'altro."
(Sartre, "L'Essere e il Nulla").

"L'altro è, in Sartre, vissuto come antagonista ("L'inferno sono gli altri" scrive Sartre), in quanto relativizzando il mio punto di vista limita la mia libertà: il suo "Sguardo" mi oggettiva, mi reifica, murandomi nelle sue stesse idee, nei suoi pensieri, nei quali io vengo solidificato, detenuto, dalle quali non posso evadere, sulle quali non ho potere. Tuttavia lo sguardo dell'Altro, oltre che perturbante, è la garanzia della mia esistenza, la testimonianza che non sono una nullità. Scrive Sartre ne "Il Rinvio": "Che angoscia scoprire quello Sguardo come un centro universale dal quale non posso evadere; ma che riposo, anche! So infatti di essere. Trasformo quel penso dunque sono e dico mi si vede dunque sono, Colui che mi vede mi fa essere: sono come egli mi vede."

Le donne conservano ancora vissuti legati al loro passato, tanto che spesso si trovano invischiate in rapporti di dipendenza emotiva da figure maschili idealizzate e/o frustranti, che minano la loro autostima, oppure sono in balia dei loro sensi di colpa, che le costringono ad atti sacrificali riparatori. I comportamenti masochistici sono infatti l'espressione dell'aggressività rivolta su se stessi e, insieme, del tentativo di farsi perdonare le proprie colpe attraverso l'autopunizione.

Nota di Lunaria: Mary Daly,  (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-questione-92-per-integrale.html)
osservava che:

"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."
"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù [...] Una logica conseguenza della liberazione della donna sarà la perdita di credibilità delle formule cristologiche che riflettono ed incoraggiano l'idolatria verso la persona di Gesù [...] Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni. Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")


"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità [...] La premessa basilare di questo tipo di ortodossia è che "Dio venne" nell'uomo (maschio) Gesù, e solo in Gesù - donde l'ostacolo che viene descritto dai suoi difensori come lo "scandalo della particolarità".
"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

"Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un salvatore maschio perché questo è precisamente impossibile. Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."



Mi pare significativo concludere con questi commenti:

"è ovvio che tutte queste ideologie hanno non solo la funzione di conciliare le donne con il loro ruolo subordinato sostenendo che è inalterabile, ma anche di far credere che esso rappresenti l'appagamento dei loro desideri, o un ideale che è lodevole cercare di raggiungere" (Horney)

"La riflessione femminista si è occupata dell'oggettivazione delle donne [...] di quanto le donne siano state espropriate del loro corpo"
 
"L'essere considerata corpo per altri (per l'uomo e per la procreazione), è ciò che ha impedito alla donna di essere un soggetto storico-sociale in quanto tutta la sua soggettività è stata ridotta e imprigionata in una sessualità essenzialmente per altri e in funzione della riproduzione" (Franca Ongaro Basaglia)
 
(*) Tra l'altro, e pochi lo sanno, nella storia della psichiatria sono state avanzate idiozie simili anche sulle persone di pelle non bianca. Il tutto era funzionale, come per le donne, ad assoggettarle.
Vedi https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-della-psichiatria-raccolta-di.html