La penicillina e i virus

Articolo che ho iniziato a trascrivere più di un mese fa... sarà destino, ma l'ho finito proprio oggi. Speriamo sia utile e serva a rassicurare un pochino in questi giorni di shock e difficoltà per tutti... ;(

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è solo nel corso degli ultimi decenni che abbiamo iniziato a capire il funzionamento delle difese immunitarie.
Lo scopo dei vaccini è che il corpo venga a contatto con i virus e i batteri per produrre anticorpi, in modo da poter risolvere il problema.
Ciò che rende Pasteur uno scienziato da ammirare è il fatto che sia riuscito ad arrivare ad un risultato tanto preciso avendo a disposizione pochissime informazioni. Senza averli visti, capì l'esistenza dei virus. Senza sapere nulla delle difese immunitarie, intuì come funzionavano i vaccini.
Nel 1897 si scoprì il vaccino contro il tifo; nel 1913 quello contro la difterite (malattia che ogni anno uccideva migliaia di bambini) Negli anni '50 la poliomielite fu quasi completamente debellata.
Negli anni Sessanta arrivarono i vaccini contro morbillo, rosalia, pertosse.
Si arrivò al punto che nel 1977 l'ultimo ad ammalarsi di vaiolo fu un uomo etiope: ormai il virus del vaiolo esisteva solo nei laboratori.

Ma un vaccino non risolve tutti i problemi: se ci si ammala prima di essere vaccinati, accade che le difese immunitarie non riescano a sconfiggere i batteri. Il primo rimedio contro le infezioni fu trovato per caso: nel 1928 Alexander Fleming si accorse che i batteri contenuti in un'ampolla morivano quando venivano ricoperti da una muffa verdognola, costituita da un fungo chiamato "Penicillium".
Fleming intuì che la muffa poteva essere usata come rimedio per uccidere i batteri ma non riuscì a coltivarne una quantità sufficiente per sperimentarla. Fu solo dopo dieci anni che gli scienziati riuscirono a metterne insieme abbastanza per sperimentarla: nel 1944 si cominciò ad usare un farmaco basato sul fungo Penicillium: si chiamò penicillina.
Questa nuova medicina salvò la vita a migliaia di soldati feriti durante la Seconda Guerra Mondiale.
La penicillina, però, non è efficace contro tutti i batteri, e tra quelli che non venivano annientati c'era il batterio della tubercolosi.
Gli scienziati però capirono che si potevano usare anche altri tipi di muffe e alla fine degli anni '40 arrivò il primo farmaco efficace contro la tubercolosi, che venne sconfitta.

In seguito furono messe a punto altre medicine contro i batteri: oggi questo tipo di farmaci si chiamano antibiotici.
Adesso, a cinquant'anni dall'inizio dell'impiego della penicillina, i medici si trovano a dover affrontare un nuovo problema: compaiono constantemente nuovi batteri che gli antibiotici non riescono a debellare.
Molte malattie sulle quali i medici credevano di esercitare ormai un certo controllo si stanno nuovamente diffondendo in tutto il mondo.
La cosa riguarda, tra le altre malattie, la tubercolosi.
In molti paesi poveri attualmente si muore di tubercolosi, come succedeva in Europa nel secolo scorso. (1)
I batteri resistenti costituiscono un buon esempio di come funziona la teoria dell'evoluzione: tutte le specie possono trasformarsi gradualmente nel corso del tempo. I batteri sono esseri viventi e la teoria dell'evoluzione riguarda anche loro.
I batteri che si adattano meglio all'ambiente circostante hanno maggiori possibilità di riprodursi rispetto ad altri, e l'ambiente, per i batteri, è rappresentato dal corpo in cui riescono a entrare.
Se nel corpo vengono introdotti degli antibiotici, l'ambiente subisce una trasformazione molto rapida a cui la maggior parte dei batteri non riesce ad adattarsi. Gli antibiotici hanno raggiunto il loro scopo: hanno fatto morire i batteri.
Ma alcuni batteri resistono un po' meglio di altri agli antibiotici e possono perciò sopravvivere e riprodursi. Essi trasmettono questo carattere alla loro prole. Ogni volta i batteri che non hanno resistenza agli antibiotici vengono sterminati, cosicché gradualmente aumenta la percentuale di batteri resistenti.
I batteri sono talmente abili ad adattarsi all'ambiente circostante che riescono ad abituarsi a un nuovo tipo di antibiotici nel giro di qualche mese! Ancora oggi gli antibiotici sono in grado di annientare la maggior parte dei batteri che ci fanno ammalare, ma molti scienziati sono preoccupati per le prospettive future della terapia se questa evoluzione continua.
Perciò la lotta contro le malattie prosegue a pieno ritmo, e probabilmente non avrà mai fine. Infatti, il problema non riguarda soltanto le malattie conosciute che si adattano alla medicine che mettiamo a punto contro di loro: il fatto è che saltano fuori continuamente nuove malattie!

Tra il 1918 e il 1920 circa 15 milioni di persone morirono di una pericolosa forma influenzale, la "spagnola". Negli anni Ottanta il terribile virus dell'AIDS cominciò a diffondersi in tutto il mondo,
e attualmente le persone contagiate sono decine di milioni. Nel 1995 diverse centinaia di esseri umani sono morti a causa del virus Ebola.
Non è sicuro che queste malattie si diffondano in modo del tutto incontrollato, come accadde per la peste, ma se vogliamo essere sicuri di evitare una nuova peste nera è necessario portare avanti la ricerca scientifica.

Probabilmente nessun altro scienziato ha significato tanto per il benessere della gente quanto Pasteur. Un numero incalcolabile di persone ha potuto godere di una vita lunga grazie al fatto che i medici hanno capito che il mondo è pieno di microrganismi che attaccano il corpo umano. Ma non riusciremo mai a liberarci completamente dalle malattie. Una di quelle che ci tormenteranno in eterno è il raffreddore. Il raffreddore è causato da un virus, e come sempre succede con i virus, l'organismo dopo aver superato l'infezione crea degli anticorpi. Purtroppo però questo fatto non ci protegge da futuri raffreddori.
Questo è dovuto, tra le altre cose, alla comparsa continua di nuove varianti del virus del raffreddore, che gli anticorpi non riconoscono. Per questo non è possibile mettere a punto un buon vaccino contro il raffreddore.
La penicillina non è efficace contro i virus, e per questo non esistono farmaci che aiutino il corpo a sconfiggere il raffreddore. Quindi possiamo soltanto aspettare che la malattia passi.
 

(1) Il tedesco Robert Koch scoprì il batterio responsabile della tubercolosi nel 1882