Inquisizione e persecuzione contro gli Omosessuali


E il post è dedicato ad Alfredo Ormando, (https://it.wikipedia.org/wiki/Alfredo_Ormando) che si è dato fuoco per disperazione e per protesta:
"Spero che capiranno il messaggio che voglio dare; è una forma di protesta contro la Chiesa che demonizza l'omosessualità, demonizzando nel contempo la natura, perché l'omosessualità è sua figlia."



Info tratte da


L'Inquisizione si era trasformata in un temibile strumento di controllo ideologico al servizio dello Stato; la sessualità era stata saldamente collocata al centro della strategia inquisitoriale d'imposizione del nuovo modello detto di disciplina del linguaggio e dell'azione da Jean-Pierre Dedieu.
Il Sant'Uffizio assunse il compito di repressione della sodomia, considerata da san Tommaso in poi il peggiore dei peccati di lussuria.
La sodomia costituiva insieme con l'eresia, il delitto di lesa maestà.
La Prammatica dei Re Cattolici del 1497, condannando i sodomiti alla morte sul rogo, riassume perfettamente questa concezione.


Ecco il testo in questione:

"Infatti, tra i delitti e i peccati che offendono Dio nostro Signore e disonorano la terra ce n'è uno particolarmente grave, commesso contro l'ordine naturale. Le leggi e il Diritto devono armarsi per castigare quest'orribile delitto, indegno di essere menzionato, distruttore dell'ordine naturale, punito dal giudizio divino. Esso disonora, toglie forza all'animo e genera mancanza di stabilità nella fede. è un delitto che indica l'abbandono dell'obbedienza a Dio, che nella sua collera invia agli uomini quaggiù epidemie e altri patimenti. Sui popoli e sui paesi dov'è tollerato sprizza grande obbrobrio. E poiché secondo il diritto e le leggi positive promulgate prima di oggi sono comminate certe pene a coloro che così corrompono l'ordine naturale di cui sono nemici, considerando le pene in precedenza stabilite insufficienti per estirpare e punire completamente sì abominevole delitto, nel nostro proposito di render ragione su questo punto a Dio nostro Signore stabiliamo e ordiniamo che chiunque, qualunque sia il suo stato, la sua condizione, autorità o dignità, commetta l'abominevole delitto contro natura, quando la cosa sia confermata dalla prova richiesta dalla legge per accertare il delitto di eresia o quello di lesa Maestà, sia condannato al rogo e perda tutte le sue sostanze."
Si può osservare come si sia ravvicinata la sodomia e l'eresia: ormai la sodomia odora di eresia sotto due aspetti: per il genere di prova richiesto e per il fatto che un individuo macchiato di un peccato sì abominevole non può essere un buon cristiano.
In secondo luogo l'allusione alle "epidemie e altri patimenti" che Dio manda quaggiù per castigare le comunità in cui l'abominevole peccato resti impunito.
Quindi, col tema del castigo soprannaturale del peccato, la sodomia si trovava ad essere inclusa tra le grandi fobie dell'immaginario collettivo.
Il sodomita, portatore di piaghe millenarie, era designato alla comunità dei fedeli come un potenziale capro espiatorio.
I tragici avvenimenti sopraggiunti a Valenza nel luglio del 1519, che segnarono l'inizio della rivolta delle Germanìas, nel corso della quale quattro sodomiti furono abbandonati alla vendetta popolare, illustrano la situazione con sorprendente efficacia.

Può sembrare strano che ci fossero solo tre tribunali del Sant'Uffizio a istruire i processi contro i sodomiti. Le inquisizioni della Corona di Castiglia abbandonarono di fatto la repressione del peccato abominevole agli organi giudiziari tradizionali, civili ed ecclesiastici. Fu Clemente VII, (24 febbraio 1524) ad estendere alla sodomia la giurisdizione inquisitoria dei tribunali di Barcellona, di Valenza, di Saragozza.

La repressione inquisitoriale del tribunale dei sodomiti ebbe inizio a Valenza solo nel 1572; a Saragozza era cominciata alla fine degli anni 1540.
Le fonti consentono di stabilire in maniera abbastanza sicura l'entità della repressione fra il 1566 e il 1700: 25 processi appartenenti al periodo compreso tra il 1703 e il 1785.


Possiamo dare qualche cifra.

1571-1575: 21 omosessuali a processo (9 bruciati, 3 imprigionati, 7 frustati, 7 condannati in esilio, 4 assolti)
1586-1590: 24 omosessuali a processo (4 bruciati, 5 frustati, 9 in esilio, 2 imprigionati, 1 condannato ai lavori forzati, 8 assolti)
1621-1625: 46 omosessuali a processo (17 bruciati, 17 in galera, 17 frustati, 9 in esilio, 4 costretti a pagare un'ammenda, 7 assolti)


Qualche percentuale, dal 1566 al 1700:

15,81% omosessuali bruciati
21,37% omosessuali incarcerati
24,79% omosessuali frustati
27,78% omosessuali esiliati
6,84% omosessuali in prigione
5,98% omosessuali costretti a pagare un'ammenda
2,99% omosessuali costretti ai lavori forzati
26,07% omosessuali assolti o in sospeso


I processi tenuti ai tribunali di Barcellona, Valenza, Saragozza (1566-1620)

Barcellona: su 86 processi, due omosessuali vennero bruciati
Valenza: su 107 processi, 17 omosessuali vennero bruciati
Saragozza: su 178 processi, 34 omosessuali vennero bruciati




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