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Simili agli Uomini Selvatici (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/lhomo-selvadego.html), gli Orchi appartengono di più alla dimensione fatata: sono capaci di trasformarsi, mutando altezza.
Vengono descritti come esseri giganteschi e pelosi, vestiti con pelli di animali e trasandati.
L'Orco delle fiabe ha denti famelici; spesso possiede tesori e oggetti magici, che gli devono essere sottratti.
L'Orco più famoso è quello di Pollicino: "Ucci Ucci, sento odor di cristianucci"; come gli altri Orchi, era antropofago.
Una leggenda che si racconta a Pieve di Cadore (BL) racconta di un Orco gigantesco che si divertiva a stare in equilibrio sui tetti delle case, facendo pipì sulle donne che andavano a messa.
Una volta si trasformò in un sacco di farina, e venne raccolto da un uomo che passava per la strada: mentre l'uomo tornava a casa col sacco sulle spalle, lo sentiva sempre più pesante e quando lo posò per terra sentì una risata e il sacco si trasformò nell'Orco.
Nei pressi di Verona l'Orco, trasformatosi in asino, portava a casa gli ubriachi; se però aveva in antipatia il conducente, l'Orco aumentava di grandezza ad ogni passo fino a poggiare il malcapitato sul tetto, invece che all'ingresso della casa!
Nelle zone di Bergamo, si racconta che l'Orco si mettesse con i piedi sui bordi di un ponte, per divertirsi a vedere passare la gente; se qualcuno lo urtava, veniva preso a calci, finendo a diversi metri di distanza.
Nel Veneto, si crede che l'Orco lasciasse delle orme ("Peca de l'Orco", pedata dell'Orco) e chi le calpestava doveva camminare in tondo per tre giorni.
(Nota di Lunaria: una credenza simile è quella della "Piota vagante": trattasi di un pixie che ha forma di zolla; chiunque lo calpesti, non riuscirà più ad avere orientamento)
La versione nordica degli Orchi sono i Troll, che abitano boschi e montagne. (https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/islanda-paganesimo-troll-e-black-metal.html)
In Tirolo, Frau Hitt era la regina dei Troll e aveva un figlio, Schwarzegg: entrambi erano vecchi di centinaia di anni.
Frau Hitt poteva scatenere un forte vento quando saltava mentre il figlio poteva rubare l'acqua ai montanari.
(Nota di Lunaria: potrebbe essere un'antica Dea del Tirolo, forse...)
I Troll erano creature lucifughe: se fossero stati esposti alla luce, si sarebbero tramutati in pietra.
A Bolzano si credeva ai Lorgg: in inverno si avvicinavano alle case degli uomini battendo i denti, graffiando la porta ed emettendo strani suoni.
Se qualcuno si fosse avvicinato a loro in maniera negativa, i Lorgg avrebbero distrutto tutto quello che trovavano; si lasciavano accarezzare sul pelo dalle belle ragazze.
In Valle d'Aosta erano temuti gli Orchons, che provocavano tanti problemi ai montanari.
Nell'Orrido di Guillemore ci sono delle fenditure nelle rocce che sono considerate le tane degli Orchi: sono chiamate "Trous del Orchons"; l'unico modo di tenerli lontani è quello di lasciare dei semi di finocchio, di cui vanno ghiotti.
In Val di Fassa (Trentino) c'era l'Om de la Jacia ("Uomo di Ghiaccio") che rapiva un bambino per ogni madre e lo trasformava in una pernice bianca che poi avrebbe volato sui monti; lo si poteva vedere avvolto in un mantello grigio, mentre contemplava la valle.
Nota di Lunaria: un film che mi era piaciuto molto, anche se piuttosto artigianale, è "La Casa dell'Orco"
Dove l'Orco diventava metafora non solo della pedofilia ma anche della libido femminile repressa
Nel linguaggio di tutti i giorni la parola "Orco" è finita per indicare il pedofilo, appunto. Aggiungo qui un approfondimento interessante sulla pedofilia e la chiesa. Ricordiamo che anche le donne si macchiano di tale crimine (anche se gli studi su questo fenomeno sono ancora agli albori https://www.agoravox.it/Pedofilia-femminile-una-verita.html)
Viene da chiedersi: perché i preti diventano pedofili?
Molti penseranno che sia uno degli effetti del celibato forzato, ma se dipendesse semplicemente da questo, dovremmo osservare somiglianze statistiche con analoghe situazioni di castità obbligatoria, cosa che non risulta. Del resto, se la condizione di celibato diventasse insostenibile per il prete, perché non ripiegare nella normale eterosessualità adulta, più o meno clandestina?
No, certamente il comportamento pedofilo non può essere spiegato con la semplice repressione sessuale, nemmeno se esasperata e prolungata negli anni. Sebbene la pedofilia sia un crimine particolarmente odioso perché colpisce le vittime più indifese e disarmate, va tuttavia detto che essa evidenzia uno stato di regressione psichica da parte di chi la mette in atto. Un pedofilo non è mai completamente adulto, bensì cerca, a livello inconscio, di rievocare simbolicamente la sua stessa infanzia. La mancanza di maturità sessuale da parte dei preti, che l’esperienza del seminario non ha certo potuto permettere, potrebbe aver “fissato” lo stato evolutivo psichico ad uno stadio preadolescenziale.
Questa interpretazione narcisistica del comportamento pedofilo dei preti sarebbe confermata dall'osservazione dell’età media delle vittime, spesso compresa fra gli 8 e i 12 anni. La pedofilia è comunque un fenomeno estremamente complesso, non è semplicemente espressione di tendenze regressive infantili negli adulti (altrimenti i pedofili sarebbero milioni!).
Va considerato un altro fondamentale aspetto: il rapporto sado-masochistico. Anche qualora non vi sia violenza, è innegabile che il pedofilo, per sottomettere la vittima, faccia leva sul suo potere adulto e sulla sua superiorità fisica e psicologica. E anche evidente che lo scopo del pedofilo non è di procurare piacere, ma di ottenerlo, anche usando la propria preda come fosse un giocattolo inerme. C’è dunque una notevole componente ideologicamente autoritaria nella pedofilia.
Un autoritarismo che si esprime come un bisogno di possessivismo morboso, invincibile, da cui non ci si può sottrarre. È estremamente significativo che in molti episodi riportati dalle cronache, si nota che i preti pedofili generalmente non prendono particolari precauzioni per nascondere i propri perversi comportamenti.
Nel loro delirio di onnipotenza (che è anch'esso di origine infantile) essi preferiscono contare sulla omertà delle proprie vittime piuttosto che sul mettere in atto i comportamenti devianti in contesti protetti, magari lontano dal proprio ambiente. A questo punto possiamo avanzare un'ipotesi che forse dà un senso logico a tutto quanto esposto precedentemente, e che potrebbe almeno in parte spiegare il ricorrente nesso fra comportamento pedofilo e condizione di prete.
Riepilogando, abbiamo analizzato le principali componenti della pedofilia e abbiamo riscontrato regressione, autoritarismo, possessivismo morboso. Guarda caso, si tratta dell’essenza più intima della teologia cattolica!
Il cattolicesimo, fra tutte le religioni del mondo, è infatti quella che offre al popolo il maggior numero di simboli infantili: non a caso il personaggio più proposto, più venerato, più rappresentato e rispettato è una mamma (completamente "purificata dal piacere sessuale" però. Nota di Lunaria). Poi, proprio come si fa con i bambini, vengono continuamente propinate promesse, minacce, premi e punizioni. Raramente, o forse mai, si parla di responsabilità personale o di libere decisioni, quelli sono comportamenti troppo adulti, i cattolici possono solo osservare, seguire, credere, aderire, obbedire, confessare, pentirsi, ecc.
(Nota di Lunaria: non è solo la teologia cattolica, però. Tutto il cristianesimo è morboso; per esempio, è alquanto disturbante l'idea di "predestinazione" in voga presso calvinisti ed evangelici: un dio tiranno e spietato che condanna all'inferno qualcuno che non ha colpe, ancor prima di aver fondato il mondo!, solo perché "dio ha deciso così": indura chi vuole, fa grazia a chi vuole, condanna chi vuole, salva chi vuole, e il tutto non dipende neanche dallo sforzo personale della persona, bensì... dalla predestinazione, cioè dal capriccio del dio in questione che senza motivi logici ha predestinato alcuni alla salvezza e altri alla dannazione, senza che chi è predestinato alla dannazione possa farci qualcosa... no!, neanche facendo opere buone! perché "la salvezza è solo per grazia, non per opere". Non è mia intenzione adesso riportare tutta la sbrodolata teologica inerente la dottrina della predestinazione, da quando è stata ideata ad oggi, altrimenti non finirei più e chiunque se la volesse sciroppare, la trova facilmente su google; ma mi interessa far notare come anche questo concetto teologico cristiano, non cattolico, sia abominevole, al pari dell'idolatria che si porta ad una "femmina sottomessa, rimasta vergine in perpetuo" il cui concetto non solo serve a ribadire la sottomissione femminile, ma pure l'oggettificazione parzialista e disumana di un pezzetto di pelle chiamato imene!, che dai cattolici è ritenuta "la più eccelsa qualità" della femmina in questione; altrettanto ributtante, almeno, quando si è femmine con un cervello, è l'idolatria che si porta al "cristo, dio redentore" in quanto maschio)
Sempre a proposito di regressione infantile, si osservi che il principale rito cattolico, nonché il comportamento più meritorio e sacro, è un comportamento “orale”, cioè l’eucarestia. Che i buoni cristiani debbano fare la comunione tutte le domeniche ricorda incredibilmente un vecchio luogo comune: “i bambini buoni mangiano tutta la pappa”. Non solo: nella liturgia cattolica si insiste, non a caso, sul fatto che l'ostia debba essere “imboccata” dalle mani del sacerdote, e non presa in mano dall’adepto. Come accade con una mamma che nutre un bambino che non sa ancora tenere in mano il cucchiaino. Pochi hanno notato che, a suo tempo, ci fu un richiamo di papa Wojtyla proprio su questo argomento, ovvero dell’ostia “imboccata” dal prete, dato che molte chiese si stavano disinvoltamente protestantizzando su questa formalità apparentemente insignificante, distribuendo ostie direttamente nelle mani dei fedeli.
Ma alla Chiesa certi dettagli non sfuggono, perché ne conoscono l'enorme portata psicologica.
Ed è infatti così che la Chiesa vuole che siano i suoi sottoposti: inermi, inconsapevoli, bambini che si abbandonano ciecamente nelle mani di una autorità protettiva e consolatoria. Bambini che non sanno nemmeno usare le proprie mani. Guarda caso, anche i pedofili hanno bisogno di soggetti passivi ed inconsapevoli. Curioso vero? Sta di fatto che il bambino stuprato, vittima del pedofilo, magari del prete-pedofilo, è quindi una metafora del cattolico perfetto: sottomesso, timoroso, silenzioso, fiducioso che ciò che accade è per il suo bene. Il prete pedofilo non cessa dunque di essere prete (“Tu es sacerdos in aeternum”), anzi, forse esprime nella forma più eloquente ed esplicita quella ideologia che la sua mente ha assorbito da anni e anni, finendo per identificarsi con essa. Avete notato?
I preti pedofili se scoperti non lasciano mai il sacerdozio, a differenza dei preti che hanno avuto delle “banali” relazioni con donne. Inoltre, difficilmente vengono sospesi dalle celebrazioni religiose, tutt’al più vengono trasferiti “per non dare scandalo”. Ora sappiamo perché: la pedofilia esprime in realtà ruoli e significati profondamente ed intimamente “cattolici”, sebbene il prete pedofilo abbia il paradossale ruolo di essere contemporaneamente vittima (sia dei suoi problemi personali che di una ideologia oggettivamente nociva per l’equilibrio psichico) e carnefice (perché commette abusi senza preoccuparsi dei danni indelebili che procura agli altri).
La dinamica “prete pedofilo-bambino” è dunque una efficace metafora del rapporto fra la Chiesa e i suoi fedeli, fra l’istituzione possessiva e autoritaria, e i suoi seguaci ingenui e “bambini”.
Tra l’altro la Chiesa, battezzando bambini inconsapevoli, e indottrinandoli sin dalla scuola materna, a ben vedere mette in atto le stesse tecniche di adescamento usate dai pedofili, che infatti fondano la loro seduzione proprio sulla non conoscenza, sulla non consapevolezza e persino sul senso di timore riverenziale che la vittima avverte “dopo” l’avvenuto “battesimo” (in questo caso il termine va interpretato con un doppio senso).
Nota di Lunaria: sì, come dimenticare il pedobattesimo (peraltro inesistente nella bibbia...), questa prima forma di coercizione che quasi tutti viviamo, da neonati... Neanche si può esprimere il proprio consenso e già si viene marchiati dalla chiesa cattolica e affiliati ad essa!
In entrambi i casi, questi bambini “vittime” (sia di pedofili che di chiese pedofile) sanno provare solo sensi di colpa, e non l’opportuno e sacrosanto diritto alla propria integrità mentale e fisica. Infatti, come tutti gli psicoterapeuti sanno bene per esperienza professionale, ricevere una educazione rigidamente cattolica non lascia minori conseguenze negative nella personalità rispetto agli effetti dei traumi psicologici che derivano dal subire episodi di pedofilia. Anzi forse questi ultimi, essendo tutto sommato più circoscritti, possono essere superati più facilmente. Un’altra analogia simbolica fra pedofilia e cattolicesimo la troviamo, nientemeno, nella messa. Che cos’è la messa? La rievocazione del sacrificio di una vittima innocente!
Il rito del cosiddetto “agnello” che viene sacrificato sull’altare “per l’espiazione dei nostri peccati”.
Un prete, dunque, che celebra la messa, drammatizza simbolicamente (per la teologia cattolica addirittura materialmente) il “sacrificio di una vittima innocente”.
Potremmo paradossalmente dire che anche i pedofili “sacrificano vittime innocenti”. Questo è molto importante perché è il cuore dell’ideologia cattolica. Abituare la propria mente a pensare che sacrificare vittime innocenti sia un rituale sacro, positivo, espiatorio, purificatore e da cui scaturisce il bene, può certamente confondere l’inconscio, “abituandolo” a concezioni sottilmente perverse e sacralizzate.
Il prete pedofilo, stuprando bambini, per quanto spaventoso e deviante possa sembrare, non fa altro che “celebrare una messa”, usando simboli diversi ma evocando significati analoghi, ovvero: la vittima innocente va sacrificata. Il suo sangue non è la prova della violenza umana, al contrario, esso ci “lava” e ci purifica!
Del resto, cose simili accadevano anche in molti antichi riti religiosi. (Nota di Lunaria: soprattutto nell'ambito evangelico vi è l'ossessione espiatoria del citare continuamente il fatto che gesù "è MORTO PER NOI" e che "IL SUO SANGUE CI PURIFICA"; ovviamente il tutto è funzionale a far apparire come malvagio chiunque possa sostenere che "ma io non ho chiesto a gesù di morire per me... perché avrei dovuto volere una cosa del genere?" La risposta è: "ma lui è morto ANCHE PER TE, che lo odi e lo rifiuti!" A tal proposito, ricordo che una volta mentre parlavo con una coppia di testimoni di geova sapendo argomentare per filo e per segno il mio rifiuto ad "accettare gesù cristo come mio salvatore", in quanto Femmina, non ho bisogno di un maschio che "mi salvi", la signora geovista mi guardò con occhi lacrimosi dicendomi "ma lui ha fatto una morte atroce, ha sofferto come un cane", alludendo al fatto che se io non provavo rimorso, pietà, amore per una forma di dio maschile che se ne STRAFOTTE di apparire su questa terra ANCHE COME FEMMINA, questa era la dimostrazione di quanto io fossi insensibile, spietata, tiranna, cinica. è perfettamente inutile argomentare, dal punto di vista logico, che non sono io che "mi esalto" a pensare a terremoti che devastano città o a pandemie di virus, dai cristiani visti come "castighi di Dio contro i peccatori e perciò cose giuste e sacrosante", che non sono io a gongolare che un qualcuno "sia stato messo a morte 2000 anni fa", o che di fronte alle abominevoli pagine bibliche di stupri e massacri viene difficile credere "al dio d'amore", ma tant'è...)
Quanti poveri animali sono stati torturati, dissanguati e uccisi affinché i sacerdoti si illudessero, in tal modo, di ripulire sia la propria coscienza che quella altrui! Possiamo infine concludere che il pedofilo, sia esso prete o no, è una persona con gravi problemi, che in modo irrazionale, deviante e purtroppo dannoso per gli altri, cerca se stesso e la sua perduta identità sessuale. Nel caso in cui il pedofilo sia un prete, la situazione è resa ancora più complessa a causa della nefasta influenza psichica di quella teologia che è stata oggetto dei suoi studi, della sua formazione e della sua vita.
(Concordo totalmente, in particolar modo, citando il libro più nefando tra tutti quelli usciti in ambito cattolico: la "Summa Theologiae", a parimerito con il bestseller "Malleus Maleficarum", anche se quest'ultimo, a differenza della Summa, non è più letto e creduto... Nota di Lunaria)
L'omertà della Chiesa, e le sue solite negazioni dell’evidenza, oltretutto, impediscono a questi preti di essere curati, supportati da specialisti della psicologia, magari portati in psicoterapia. E perché no, studiati di più, affinché si possa tentare di prevenire il continuo ripetersi di questi fenomeni.
Evidentemente la Chiesa preferisce tenersi dei preti pedofili, che continueranno a fare vittime innocenti, piuttosto che correre il rischio di confrontarsi con delle menti liberate.
Riassumendo, direi che raramente, come in questo caso, poche parole possano racchiudere un significato profondo e risolutivo per esemplificare il senso di un questione particolarmente sentita e sofferta a livello universale. Pertanto concludiamo con le parole di Don Milani, uno dei sacerdoti più scomodi della sua epoca per le inique istituzioni cattoliche, ed al contempo uno dei pochissimi veri grandi uomini in grado di far conviver fede e raziocinio. Un uomo dotato di umanità ed altrettanto coraggio. Oggettivamente uno dei più avveduti ad essersi reso conto (seppur troppo tardi) dell'antinomia tra fede e chiesa cattolica, e proprio per questo uno dei più sventurati ad aver scelto la chiesa cattolica, essendo lui un uomo di grande fede.
Ma per la maggioranza degli atei ed agnostici razionalisti basterà dire che non potevano non chiudere con le parole di un dissidente che ha vissuto tra l'iconoclastia e la contestazione più pura all'interno dell'assolutismo della Chiesa cattolica, riuscendo ad alternare la sua lotta sociale per i diritti all'insegnamento della cultura nel senso più nobile e più laico del termine. (Nota di Lunaria: un altro prete dotato di spessore culturale e umano fu David Maria Turoldo, che suggerisco di leggere https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/il-cristianesimo-approvato-da-lunaria.html)
«Che il prete sia l’uomo che ha avuto la missione più alta non significa che essa riassuma tutte le altre fino a potersi a tutte sostituire. Dire così non è fede nel sacerdozio, ma superbia volgare».
«Ecco i problemi del prete gestore. È un continuo giocare ai margini della moralità. Ma chi gioca al margine della moralità, se lo fa per suo uso, anche se non intacca il codice, fa però professione pubblica di poco amore.»
«Si potrà però almeno chiedergli di non propagandare lui veleni e vizi e soprattutto di non guadagnarci sopra.»
«Del sacerdote la fede ci dice solo che è latore dei sacramenti. Solo per quel li è insostituibile. Per tutto il resto in genere un laico può fare come lui, anzi meglio di lui.»