Archetipi aggressivi ed evolutivi in "Barbablu"

Analisi e riflessioni tratte da



Clarissa Pinkola Estés ripropone l'intramontabile capolavoro di arte, poesia, psicologia e spiritualità che, dagli anni Novanta, continua ad affascinare e influenzare intere generazioni. La Donna Selvaggia, intesa come forza psichica potente, istintuale, creatrice, lupa ferina e al contempo materna, ma soffocata da paure, insicurezze, stereotipi, è la straordinaria intuizione che ha fondato una psicanalisi del femminile.
Prima di riportare l'analisi a Barbablu, riporto alcuni concetti essenziali per capire lo scopo del libro

Dall'introduzione

La fauna selvaggia e la Donna Selvaggia sono specie a rischio. I territori spirituali della Donna Selvaggia, nel corso della storia, sono stati spogliati o bruciati, le caverne distrutte, i cicli naturali costretti a diventare ritmi innaturali per compiacere gli altri.
Non a caso le antiche lande selvagge del nostro pianeta scompaiono a mano a mano che svanisce la comprensione della nostra intima natura selvaggia.

La mia vita e il mio lavoro di analista junghiana, di poetessa e cantadora, custode delle antiche storie, mi hanno insegnato che la languente vitalità delle donne può essere reintegrata procedendo a estesi scavi psico-archeologici, tra le rovine del mondo sotterraneo femminile. Ricorrendo a questi metodi riusciamo a recuperare i modi dela psiche naturale istintiva, e attraverso la sua personificazione nell'archetipo della Donna Selvaggia possiamo discernere i modi e i mezzi della natura femminile più profonda. La donna moderna è un garbuglio di attività. è spinta e costretta a essere tutto per tutti. L'antica sapienza ha ormai fatto il suo tempo.
Il titolo di questo libro deriva dai miei studi di biologia sulla fauna selvaggia e in particolare sui lupi.
I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi.
Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate, tormentate e falsamente accusate di essere voraci ed erratiche, tremendamente aggressive, di valore ben inferiore a quello dei loro detrattori.
Dunque, ecco come il concetto archetipico della Donna Selvaggia si è cristallizzato per me per la prima volta: con lo studio dei lupi. Ho osservato anche altre creature: orsi, elefanti, farfalle. Le caratteristiche di ogni specie offrono ricchi indizi metaforici su quanto è conoscibile della psiche istintiva femminile.

Quando le donne odono queste parole, donna e selvaggia, un'antica, antichissima memoria si rimescola e torna in vita. La memoria è della nostra assoluta, innegabile e irrevocabile affinità con il femminino selvaggio, una relazione che può essere diventata spettrale per negligenza, sepolta nell'addomesticamento eccessivo, messa fuori legge dalla natura circostante o non più compresa per niente.

Il termine "selvaggio" qui non è usato nel suo senso moderno peggiorativo, con il significato di "incontrollato", ma nel suo senso originale, che significa vivere una vita naturale, in cui la creatura ha la sua integrità innata e sani confini. Queste parole, "selvaggia" e "donna", fanno sì che le donne rammentino chi sono e perché. Creano una metafora per descrivere la forza che fonda tutte le femmine. Personificano una forza senza la quale le donne non possono vivere.

La Donna Selvaggia è la salute di tutte le donne. Senza di lei, la psicologia delle donne non ha senso. Questa selvaggia è il prototipo. Qualunque sia la cultura, l'epoca o la politica, lei non cambia.
Cambiano i suoi cicli, le sue rappresentazioni simboliche, ma nell'essenza lei non cambia. Lei è quel che è, e lei è integra.
Si dirama attraverso le donne. Se sono represse, lotta per farle risalire. Se sono libere, lei è libera.

Dunque, cosa comprende la Donna Selvaggia? Dal punto di vista della psicologia archetipa, così come per le antiche tradizioni, è l'anima femminile. Eppure è di più; è la fonte del femminino. E tutto quanto è istinto, è un insieme di mondi visibili e nascosti, è la base. Ognuna di noi riceve da lei una cellula splendente che contiene tutti gli istinti e le conoscenze necessarie alla vita.
La gente forse chiederà una prova della sua esistenza. Essenzialmente, chiede una prova dell'esistenza della psiche. Siccome noi siamo la psiche, noi siamo anche la prova. Ognuna di noi, singolarmente, è la prova non soltanto dell'esistenza della Donna Selvaggia, ma della sua condizione nel collettivo. Siamo la prova di questo ineffabile numen femminile. La nostra esistenza è parallela alla sua.

La Donna Selvaggia vi appartiene. Appartiene a tutte le donne. Per trovarla, ognuna di noi deve tornare alla sua vita istintiva, alla sua più profonda sapienza. Torniamo ad essere, ora, le donne selvagge che ululano, ridono, cantano Colei che ci ama tanto.
Per noi la questione è semplice. Senza di noi la Donna Selvaggia muore. Senza la Donna Selvaggia, siamo noi a morire. Para vida, tutte dobbiamo vivere.


ARCHETIPI AGGRESSIVI ED EVOLUTIVI IN "BARBABLU"

Nota di Lunaria: è abbastanza nota la fiaba di Barbablu (ed è stata anche rifatta più di una volta e con diverse varianti, per esempio qui https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-castello-del-sangue.html). 



Anzi, è forse la fiaba più horror e disturbante che venga raccontata ai bambini, perché presenta due cose vere: la violenza e l'omicidio, e nella favola non compaiono "personaggi fantastici" come animali parlanti, fate, gnomi ecc, ma veri e propri esseri umani: un uomo e una donna.
Anche la scrittrice Angela Carter ha riscritto una nota fiaba, "Cappuccetto rosso", in chiave più horror e disturbante (ne è stato tratto anche un bellissimo film, "In compagnia dei lupi";





 qui il predatore seduttore ed assassino di fanciulle è il lupo mannaro che nasconde la natura bestiale sotto sembianze umane: 





"più dolce la sua lingua, più aguzzi i denti", appare sul finale, a mo' di monito, quando la protagonista, sedotta nel sogno, viene poi uccisa nella realtà)



Riporto la storia di Barbablu in sintesi.

Un uomo molto inquietante (il cui segno distintivo è una "barba blu"), che ha già avuto diverse mogli, tutte misteriosamente scomparse, corteggia una fanciulla che inizialmente prova timore verso di lui, ma poi si lascia conquistare. Dopo il matrimonio, la coppia va a vivere nel castello di lui. Per i primi tempi tutto va bene, ma un giorno l'uomo avvisa la sposa che dovrà assentarsi per qualche giorno; le consegna il mazzo di chiavi che apre tutte le stanze del castello. Le dice che durante la sua assenza potrà fare quello che vorrà, l'unica cosa che non può fare è aprire una certa porta.
Inizialmente la fanciulla non lo considera un problema ma con l'andare del tempo la curiosità comincia a divorarla. Così va a curiosare nella stanza proibita, e una volta aperta la porta, si trova di fronte uno scenario tremendo: i corpi delle mogli precedenti giacciono smembrati per tutta la stanza, simile ad un mattatoio. La fanciulla grida per l'orrore e fa cadere il mazzo di chiavi sul pavimento insanguinato.
Uscita dalla stanza, si rende conto che la chiave è macchiata, e per quanti tentativi faccia, non riesce a levare la macchia di sangue.
Intanto, il marito ritorna e chiede alla moglie di restituirle il mazzo di chiavi. 



Quando si accorge che la chiave è macchiata di sangue, aggredisce la fanciulla, dicendole che sarà uccisa anche lei, come le altre mogli.

La ragazza implora pietà ma Barbablu è irremovibile; le concede solo un quarto d'ora per recitare le sue preghiere. Intanto, però, al castello giungono i fratelli della fanciulla, che affrontano Barbablu uccidendolo e liberando la sorella.



Questa fiaba, come tutte le fiabe, contiene diversi simboli e allegorie che rimandano a diversi elementi psicologici ed inconsci. La chiave di interpretazione più ovvia, in "Barbablu", è il simbolismo della violenza maschile contro le donne (la violenza domestica) ma anche la curiosità e l'ingenuità femminile (tutte le mogli di Barbablu sono scomparse, ma la fanciulla non se ne preoccupa più di tanto, le basta venir corteggiata e lusingata con qualche ninnolo). Ci sono poi interpretazioni più "sottili", che chiamano in causa la psiche. Qui riporto un'analisi molto interessante.

Lo sposo-bestia è un simbolo ricorrente nelle favole. Questo è un potente processo archetipico nella psiche delle donna.
è ora giunto il momento di fare un altro passo avanti, ancora più difficile: bisogna essere capaci di sopportare quel che si vede, tutta quella distruzione di sé e quel torpore.

In "Barbablu" la giovane moglie guarda il sangue sulla chiave: si leva un pianto dentro di lei, "Devo pulire questo sangue, altrimenti lui saprà!"
Ora, il Sé ingenuo sa di una forza mortale in libertà nella psiche. E il sangue sulla chiave è sangue di donne: e il sangue rappresenta una decimazione degli aspetti più profondi e legati all'anima della vita creativa.
In questo stato la donna perde l'energia per creare, che si tratti di risolvere questioni mondane della sua esistenza riguardanti la scuola, la famiglia, oppure questioni dello spirito. La donna si sente anemica e sempre più incapace di agire. (Nota di Lunaria: nei Tarocchi, una carta che rimanda al sacrificio ma anche all'apatia, al restare in balia degli eventi senza reagire, è l'Appeso)




Il sangue in questa storia non è sangue mestruale, ma sangue arterioso che viene dall'anima. Non macchia soltanto la chiave, ma anche l'abito che indossa la fanciulla. Nella psicologia archetipica, l'abito può personificare la presenza esterna. La persona è una maschera che l'individuo mostra al mondo. Nasconde. Con i dovuti accorgimenti, uomini e donne possono presentare un personaggio quasi perfetto, una facciata quasi perfetta.

Quando la chiave trasudante - la domanda urlante - macchia i nostri personaggi, non possiamo più nascondere i nostri travagli. Possiamo dire quel che vogliamo, presentare la facciata più sorridente, ma dopo aver visto la terribile verità nella stanza della morte non possiamo far finta che non esista. E la vista della verità ci fa sanguinare ancor più energia. è doloroso, è un'arteria che si spezza.

In questa favola, anche la chiave fa da contenitore. Contiene il sangue che è la memoria di quanto si è visto e ora si sa. Per le donne la chiave simboleggia l'entrata nel mistero o nella conoscenza. L'indizio si può trovare anche in un particolare insieme di parole, di domande-chiave. E le parole di cui soprattutto le donne hanno bisogno sono: "che cosa c'è dietro? Che cosa non è come sembra? Che cosa conosco nella profondità delle ovaie che vorrei non sapere? Che cosa in me è stato ucciso o sta morendo?"
Sono tutte chiavi. E se una donna ha condotto un'esistenza mezza morta, le risposte a quelle quattro domande molto probabilmente arriveranno macchiate di sangue.
L'aspetto distruttivo della psiche, il cui lavoro sta in parte nell'evitare la consapevolezza, continuerà ad affermarsi di tanto in tanto, a strappare o avvelenare ogni nuovo bocciolo.
Dunque, in senso positivo, è solamente il sangue ostinato sulla chiave a far sì che la psiche trattenga quanto ha visto. Esiste una naturale censura di tutti gli eventi negativi e dolorosi che capitano nella nostra esistenza.
L'Io censorio sicuramente desidera dimenticare di aver visto la stanza e i cadaveri. Ecco perché la sposa di Barbablu cerca di pulire la chiave sfregandola con lo strofinaccio. Prova tutti i rimedi, ma non riesce a cauterizzare la chiave, e tanto meno a fermare il processo facendo finta che non sia accaduto. Non può impedire che la piccola chiave goccioli sangue.
Paradossalmente, siccome la sua vecchia vita sta morendo e neanche i migliori rimedi potranno nascondere questo fatto, diventa conscia della sua perdita di sangue e pertanto comincia a vivere.
Quella che era prima, un'ingenua, deve ora affrontare quanto è accaduto. L'uccisione di tutte le mogli curiose da parte di Barbablu è l'uccisione del femminino creativo, il potenziale atto a sviluppare nuovi e interessanti aspetti della vita. Il predatore è particolarmente aggressivo nel tendere imboscate alla natura selvaggia delle donne.

Un'anima affamata può diventare così colma di dolore da non riuscire a sopportarlo. Poiché le donne sentono nell'anima il bisogno di esprimersi nei loro modi ricchi di sentimento, devono svilupparsi e fiorire in modi per loro sensati, e senza essere disturbate dagli altri. In questo senso, si potrebbe anche dire che la chiave col sangue rappresenta per la donna la stirpe che l'ha preceduta, le donne che se ne sono andate prima di lei.

Quando si accende una grande luce nell'oscurità della psiche, le ombre, là dove la luce non arriva, diventano ancora più scure. Pertanto, quando illuminiamo una qualche parte della psiche, altrove si addensa una più profonda oscurità. E non si può lasciarla perdere. La chiave, le domande, non possono essere nascoste o dimenticate. Le domande vanno poste, e devono ricevere una risposta.
Il lavoro più profondo è di solito il più buio. Una donna coraggiosa, che sta diventando saggia, svilupperà il terreno psichico più povero perché se costruisce soltanto sul terreno migliore della sua psiche, avrà come panorama l'aspetto più misero di sé.
Non abbiate dunque paura di indagare il peggio.
Soltanto questo garantisce un aumento del potere dell'anima, grazie a introspezioni nuove e a opportunità di riesaminare in modo affatto nuovo la vita e il proprio Sé.

In questa sorta di sviluppo territoriale psichico brilla la Donna Selvaggia.
Non teme l'oscurità più oscura, in realtà anche al buio vede.
Non teme gli avanzi, gli scarti, la rovina, il fetore, il sangue, le ossa fredde, le ragazze morenti o i mariti assassini. Può vedere, sopportare, aiutare.

Gli scheletri nella stanza rappresentano, alla luce più positiva, la forza indistruttibile del femminino (Nota di Lunaria: nell'Induismo è presente la figura della Dea Scheletro: Chamunda. è un archetipo molto potente). Nell'archetipo le ossa rappresentano ciò che non potrà mai essere distrutto. Le storie di ossa riguardano essenzialmente qualcosa nella psiche che è difficile distruggere. L'unica cosa difficile da distruggere che possediamo è l'anima.

Barbablu uccide e demolisce una donna finché non ne restano che le ossa. Non le lascia la bellezza né l'amore, né il suo Sé e neanche la capacità di agire in prima persona. Per porre rimedio a questo, noi donne dobbiamo osservare la cosa mortale che si è impadronita di noi, vedere il risultato del suo macabro lavoro, registrarlo tutto consciamente, trattenerlo nella consapevolezza e poi agire a nostro e non a suo nome.

I simboli della cantina, della prigione sotterranea e della caverna sono tra loro connessi. (Nota di Lunaria: Dee che discendono negli inferi o regnano su di essi o si trovano dentro le caverne sono Ishtar, Persefone, Hel e Amaterasu) Sono antichi ambienti iniziatici: un posto in cui o attraverso il quale, la donna scende verso quella o quelle assassinate, spezza i tabù per trovare la verità e con l'intelligenza e\o la fatica trionfa bandendo, trasformando o sterminando l'assassino della psiche.

La storia di Barbablu illustra il lavoro da fare con chiare istruzioni: trovare i corpi, seguire gli istinti, vedere quel che si vede, risvegliare il muscolo psichico, smantellare l'energia distruttiva.
Se una donna non esamina le questioni riguardanti il suo torpore e il suo assassinio, resta obbediente ai dettami del predatore. Quando apre la stanza della psiche che lascia vedere quanto  è morta, quanto è massacrata, vede le varie parti della sua natura femminile e della sua psiche istintuale che sono state uccise e sono morte di una morte lenta dietro una facciata di salute. Ora che lo vede, ora che registra quanto sia catturata e quanto la sua vita psichica sia in gioco, ecco che può ricomporre se stessa in maniera ancora più efficace.

Invece di insultare il predatore della psiche o di sfuggirgli, lo smembriamo. Smantelliamo il predatore contrapponendo alle sue diatribe le verità che ci alimentano.
Il predatore: "Non finisci mai quello che cominci"
Tu: "Porto a termine molte cose".
Smantelliamo gli assalti del predatore naturale prendendo a cuore e lavorando sulla parziale verità che dice, e scardinando il resto.
Smantelliamo il predatore conservando le intuizioni e gli istinti e resistendo alle sue seduzioni. Se dovessimo elencare tutte le perdite subite fino a questo momento della nostra vita, rammentando i tempi in cui eravamo deluse, impotenti contro il tormento, con la fantasia carica di glassature e fronzoli, capiremmo che sono luoghi vulnerabili della nostra psiche. è a queste parti desideranti e deprivate che il predatore fa appello per nascondere che la sua unica intenzione è di trascinarvi in cantina e succhiare la vostra energia, una trasfusione di sangue tutta per lui.

L'ultimo compito della donna in questo viaggio è consentire alla natura Vita\Morte\Vita di smembrare il predatore e lasciarlo morire affinché sia tenuto in incubazione, trasformato e riportato di nuovo alla vita.
Quando ci rifiutiamo di ospitare il predatore, la sua forza è evinta ed è incapace di agire senza di noi. Quando il predatore è sciolto può essere plasmato per altro scopo. Allora noi siamo creatori: la sostanza grezza ridotta diventa il materiale della nostra creazione.

Quando vincono il predatore, prendendogli quanto è utile e lasciando il resto, le donne si scoprono colme di intensità, di vitalità e di energia. Hanno ripreso al predatore quanto è stato loro rubato. Riprendere l'energia del predatore e trasformarla in qualcosa di utile si può intendere in questi modi: la rabbia del predatore può essere convertita in un fuoco-anima per compiere una grande opera nel mondo.

La natura sanguinaria del predatore può essere utilizzata per eliminare quanto è bene muoia nell'esistenza di una donna, o ciò a cui lei deve morire nella vita esteriore.
Riappropriarsi delle parti di Barbablu è come prendere le sostanze medicinali della venefica belladonna e usarle per curare e guarire; avrete esposto molti dei poteri che impiegava in modo distruttivo e li avete volti verso l'utile e il rilevante.

La storia di Barbablu porta alla consapevolezza la chiave psichica, la capacità di porre qualsiasi domanda su se stessi, sulla famiglia, i tentativi fatti. Allora, come un essere selvaggio che va annusando per scoprire di che si tratta, la donna è libera di trovare le risposte giuste alle sue domande più profonde e oscure. è libera di strappare i poteri alla cosa che l'ha assalita e di trasformare questi poteri un tempo usati contro di lei per impieghi tutti suoi, adatti ed eccellenti. è una Donna Selvaggia.



L'archetipo dell'Uomo Nero

Il predatore naturale della psiche si trova non soltanto nelle favole ma anche nei sogni. Fra le donne c'è un sogno iniziatico universale, tanto comune. Dopo questo sogno le donne si risvegliano di colpo, in grande ambascia.
Questo è l'andamento del sogno. Colei che sogna è da sola, spesso in casa sua. Fuori, nell'oscurità, c'è un vagabondo, o più di uno. Spaventata, telefona al pronto intervento. D'improvviso, si rende conto che il vagabondo è in casa con lei... vicino a lei... forse la sfiora... e non può telefonare.
All'istante si sveglia, respirando a fatica e col cuore che batte all'impazzata.

Il sogno dell'uomo nero presenta un aspetto fortemente fisico. è spesso accompagnato da sudori, lotte, respiro affannoso, battiti di cuore. Il sogno invia immagini che scuotono il sistema nervoso neurologico.
L'antagonista o gli antagonisti del sogno possono essere terroristi, violentatori, strangolatori, nazisti, ladri. Esistono diversi livelli di interpretazione di questo sogno a seconda delle circostanze esistenziali e dei drammi interiori di chi sogna.
Spesso questo sogno indica che la consapevolezza della donna sta appena cominciando a rendersi contro del predatore psichico innato. In altri casi il sogno è un messaggero: la donna che sogna ha appena scoperto o sta per scoprire e per cominciare a liberare una funzione dimenticata e prigioniera della psiche. In altri casi il sogno riguarda una situazione sempre più intollerabile nella cultura che sta al di fuori della vita personale di chi sogna, in cui deve lottare o fuggire.
Il sogno dell'uomo nero indica alla donna la situazione difficile che sta affrontando. Parla di un atteggiamento crudele verso di lei personificato dall'assassino. Come la sposa di Barbablu, se la donna può afferrare consciamente la domanda-chiave sulla questione e rispondere con onestà, allora si libera. Allora i predatori della psiche eserciteranno una pressione molto minore su di lei. Ricadranno su un lontano strato dell'inconscio, dove può affrontarli coscienziosamente e non in crisi.
Nei sogni l'uomo nero compare quando è imminente un'iniziazione, un cambiamento psichico di un livello di conoscenza e di comportamento a un altro livello di conoscenza e di azione più maturo e più energico.
Il sogno si presenta a colei che sta per essere iniziata e anche alle veterane di vari riti di passaggio, perché l'iniziazione non è mai finita.
Per quanto vada avanti negli anni, per la donna ci sono sempre altre età, nuove fasi e altre prime volte che la aspettano. Questa è l'iniziazione: crea un archivolto attraverso il quale ci si prepara a passare verso un nuovo modo della conoscenza e dell'essere.
Il sogno dell'uomo nero è pauroso, e i sogni paurosi sono per lo più ottimi per la creatività. La minaccia dell'uomo nero serve da avvertimento a tutti noi: se non custodisci i tuoi tesori, ti verranno rubati. Se una donna ha uno o più sogni del genere, se ne deduce che un immenso cancello si sta aprendo su terreni iniziatici dove potrebbe darsi una rivalutazione dei suoi doni. Dove quanto l'ha distrutta o derubata può essere riconosciuto e affrontato.
Se la donna lavora per scoprire il predatore della sua psiche e ne ammette la presenza e si impegna nella lotta contro di lui, il predatore si acquatterà in un punto molto più isolato della psiche. Se viene ignorato, diventerà sempre più invidioso e rancoroso, desideroso di ridurre per sempre al silenzio.
è importante che la donna che fa sogni con l'uomo nero o personaggi alla Barbablu ripulisca la sua esistenza da tutta la negatività possibile. Talvolta è necessario limitare o diradare certi rapporti.
Spesso le donne sono molto ambivalenti nei confronti dell'intruso e pensano che, lo aggrediscano o no, la situazione è comunque un disastro. Se non se ne distaccano, l'uomo nero diventa il guardiano e loro diventano schiave.
Se fuggono, le insegue, come fossero di sua proprietà. Le donne temono l'inseguimento, temono di essere di nuovo sottomesse, e questa paura si riflette nei contenuti dei sogni.
E spesso le donne uccidono la loro originalissima natura creativa ricca di sentimento e selvaggia, in risposta alle minacce del predatore. Ecco perché giacciono, ridotte a scheletri e cadaveri, nella cantina di Barbablu. Troppo tardi hanno saputo della trappola. La consapevolezza è la strada per sfuggire alla tortura e all'uomo nero. E le donne hanno diritto a lottare con le unghie e con i denti per averla e conservarla.
Nella storia di Barbablu vediamo come una donna, dopo aver subito il fascino del predatore, riesce a riprendersi e a sfuggirgli, fattasi più saggia per la prossima volta.
Per bandire il predatore, dobbiamo spalancare noi stesse e altre questioni e scrutare che cosa c'è dentro. E dobbiamo usare le nostre capacità di sopportare la visione. Dobbiamo enunciare con voce chiara la nostra verità, essere capaci di adoperare le nostre facoltà mentali per fare quanto è necessario nei confronti di quel che vediamo.
Quando la donna la natura istintuale è forte, intuitivamente riconosce il predatore innato dall'odore, dalla vista, dall'udito... ne anticipa la presenza, lo sente avvicinarsi e prende le misure opportune per allontanarlo.
Nella donna dall'istinto leso, il predatore incombe prima che lei ne registri la presenza perché la sua capacità di sentire, sapere, percepire è menomata dalle introiezioni che la esortano ad essere gentile, a comportarsi come si deve e soprattutto ad essere cieca al continuo abuso.

Questi poteri intuitivi sono stati dati alla vostra anima alla nascita. Forse sono stati ricoperti da anni e anni di ceneri e di escrementi. Non è la fine del mondo, perché si possono lavare via. Con un po'di sfregamenti e di esercizio i vostri poteri percettivi possono essere riportati allo stato primigenio.
Recuperando questi poteri dalle ombre della psiche, non saremo semplici vittime delle circostanze interne o esterne.

Quando liberiamo l'energia selvaggia per controbilanciare il predatore, spunta la Donna Selvaggia, pronta a superare tutti i muri, le ostruzioni erette dal predatore.

L'intuito è il tesoro della psiche femminile. è come uno strumento divinatorio, come un cristallo attraverso il quale si vede con misteriosa visione interiore. è una forma di Colei che Sa, la Donna Selvaggia.


Le favole finiscono dopo dieci pagine, la nostra vita no. Noi siamo una collana di parecchi volumi. Nella nostra esistenza, se un episodio è una catastrofe, pure ci aspetta un altro episodio, e poi un altro ancora. Si presentano sempre altre occasioni per rimediare, per forgiare la nostra vita nel modo che ci meritiamo di viverla. Non perdete tempo a rimuginare su un fallimento: è un maestro migliore del successo. Ascoltate, imparate, andate avanti. è quel che facciamo con questo racconto. Ascoltiamo infatti l'antico messaggio: apprendiamo i modelli deterioranti per andare avanti con la forza di chi sa intuire le trappole, le gabbie e le esche prima di finirci sopra o dentro.


APPROFONDIMENTO

I bisogni dell'anima si trovano nella capanna delle sorelle, vecchie o giovani a seconda del giorno, che si chiamano Cloto, Lachesi e Atropo, che tessono il filo rosso, cioè la passione, della vita femminile.
Tessono le età della vita di una donna, e fanno un nodo quando una finisce e l'altra comincia. Si trovano nei boschi delle cacciatrici Diana e Artemide, entrambe donne-lupe che rappresentano la capacità di cacciare, seguire le tracce, recuperare vari aspetti della psiche.


 I bisogni dell'anima sono governati da Coatlicue, la Dea azteca dell'autosufficienza femminile, che partorisce stando accovacciata.





I suoi insegnamenti sono sulla vita della donna sola. è la fattrice di bambini, ovvero di un nuovo potenziale di vita, ma è anche una madre di morte, con teschi appesi alla gonna che tintinnano come i sonagli del serpente quando cammina, e siccome il loro rumore è anche simile a quello della pioggia, per risonanza portano la pioggia sulla terra. è la protettrice di tutte le donne sole, tanto ricche di pensieri e di idee da dover vivere ai margini del chi-sa-dove per non sbalordire troppo il villaggio. Coatlicue è la protettrice speciale dell'outsider femmina.
Qual'è il nutrimento fondamentale per l'anima? Differisce da una creatura all'altra (...) Per certe donne l'aria, la notte, la luce del sole e gli alberi sono necessità assolute, per altre, le parole, la carta e i libri sono le sole cose che possono saziarle. Per altre donne il colore, la forma, l'ombra, l'argilla sono l'assoluto. Alcune donne devono saltare, inchinarsi, correre, perché la loro anima vuole ardentemente la danza. Altre desiderano soltanto la pace dell'ombra di un albero. (...) I miopi dicono che un non-conformista è un veleno per la società. Ma nei secoli è stato provato che essere diversi significa restare ai margini, essere praticamente certi di dare un contributo originale, utile e magnifico alla cultura. (...) Se qualche volta vi hanno dato dell'insolente, dell'incorreggibile, della sfrontata, della furba, della ribelle, della rivoluzionaria, dell'indisciplinata, siete sulla via giusta. La Donna Selvaggia è vicina. Se non vi hanno mai chiamato così, avete ancora tempo perché ciò accada. Esercitate la vostra Donna Selvaggia!

e ancora:

I tranelli, le trappole e le esche avvelenate predisposti per la Donna Selvaggia sono specifici della sua cultura (...) Segnaliamo i luoghi in cui vivono i predatori e ne descriviamo il modus operandi. Si dice che ogni lupa conosca tutte le sue creature che vivono sul suo territorio per chilometri e chilometri all'intorno: è questa conoscenza che le consente di vivere il più liberamente possibile.
Riconquistare l'istinto perduto, guarire l'istinto ferito sono cose alla portata di tutte, poiché questo ritorna quando una donna presta grande attenzione ascoltando, guardando e sentendo il mondo circostante e poi agendo come vede agire gli altri, con efficienza, con efficacia, con tutta l'anima. La possibilità di osservare coloro che hanno gli istinti intatti è fondamentale per il recupero. Poi, ascoltare, guardare e agire in modo integrale diventa un modello che ha un suo ritmo, da praticare finché non torna a essere automatico.

Altre letture consigliate:

sulla violenza psicologica e fisica, con la donna vittima:




Sulla violenza psicologica\fisica con l'uomo vittima di avvelenatrici seriali, "angeli della morte" (omicidi d'ambito ospedaliero) e\o di predatori sessuali etero o omosessuali (oltre che la donna):



Analisi agli archetipi (questa volta della mitologia, non del mondo delle fiabe)



Analisi e riflessioni alla mancanza di autostima femminile, fobie ecc.: