Esoterismo (10): Nomi e Tetragrammaton
La convinzione che il nome di una cosa imprigioni l'essenza della cosa stessa è una delle più antiche e fondamentali del pensiero magico. I nomi sono stati usati per identificare le cose. Per chi pensa "in modo magico" il nome assomma tutte le caratteristiche che fanno di una cosa quella che è, e quindi il nome è anche l'identità della cosa. Questa è la base della teoria magica secondo cui il nome di una cosa è l'immagine in miniatura, che può essere usata in sostituzione della stessa. Per questo un uomo può essere maledetto operando su questa sua piccola immagine, il nome, di quanto non sia possibile usando la sua figura in cera o creta; e quando si adopera la bambola di cera, la si battezza col nome della vittima che rappresenta. Molte di queste maledizioni - pezzi di piombo o terracotta che recavano il nome di chi veniva maledetto - sono state ritrovate in tombe e templi in Grecia, Asia Minore, Italia. A volte un chiodo veniva infitto sopra il nome, per trapassare il nemico: "Io inchiodo il suo nome, cioè lui". Se un mago scopriva il nome di una persona, poteva servirsene per distruggerlo, per esempio, trasfondendo magicamente quel nome in foglie o fili di paglia che poi bruciava. Il nome vero è l'identità, se perisce uno, perisce anche l'altra.
Se chiunque poteva essere reso vittima di nefasti influssi magici semplicemente con l'uso del nome, era necessario mantenere il segreto sul vero nome; per questo in molte società primitive una persona aveva due nomi: uno per l'uso normale, l'altro, quello vero, tenuto nascosto; poteva essere così segreto che neppure lui lo conosceva: la madre glielo sussurrava all'orecchio dopo la nascita.
Anche il vero nome di divinità, angeli, demoni era tenuto nascosto. Plutarco dice che nei tempi antichi il nome della divinità protettrice di Roma era custodito con cura; probabilmente i Romani temevano che i nemici avrebbero potuto annullarne il potere se ne avessero conosciuto il nome.
Nella Bibbia, il cavaliere sul cavallo bianco nell'Apocalisse, che è chiamato Fedele e Sincero, ha un altro nome, segreto: "Gli occhi di lui erano come fuoco fiammante, e aveva sulla testa molti diademi, e portava scritto un nome non ad altri noto che a lui"; l'angelo che lottò con Giacobbe non volle dire come si chiamava, presumibilmente perché pensava che Giacobbe avrebbe potuto usare quel nome per sconfiggerlo.
La convinzione che il nome di una cosa sia la cosa spiega l'uso biblico di dire "Il nome di Dio" per significare Dio. (Nota di Lunaria: gli ebrei infatti non pronunciano il nome di Dio, ma lo sostituiscono con perifrasi o attributi; il dio coranico è chiamato semplicemente "Il Dio", Allah, con "Al" come articolo "il" e "Lah", "Dio"; il femminile è Allat, "La Dea"; curiosamente il dio coranico possiede 99 nomi, che incarnano i suoi attributi, e il centesimo nome è noto solo a lui)
Una leggenda egiziana ricorda come la Dea Iside tentasse di catturare il potere del Dio Sole Ra per regnare suprema su tutto il mondo. Per fare ciò doveva scoprire il suo vero nome. Ra era vecchio e sbavava dalla bocca; Iside raccolse un po' della sua saliva, che era ancora magicamente connessa a lui, e la mischiò con della terra per formare un serpente che punse Ra; il dio entrò in agonia, e permise che Iside prendesse il suo nome: "Io acconsento che Iside cerchi dentro di me, e che il mio nome passi da me a Lei". Assumendo il suo nome, Iside assumeva l'identità di Ra e poteva esercitare il suo potere supremo.
Nella teoria magica, il nome vero di un Dio o di un'Idea contiene l'essenza di quel Dio o Idea e di conseguenza ne racchiude tutto il potere. L'uso del nome fa agire automaticamente tale potere. Anche il nuovo testamento afferma che è possibile usare il nome di gesù per scacciare i demoni.
Nel mondo antico era credenza diffusa che esistesse un nome o una parola segreta dal potere infinito, che da sola controllava ogni cosa nell'universo.
Un incantesimo greco fa riferimento ad un Dio "il cui nome segreto è impronunciabile, e quando gli spiriti lo odono rimpiccioliscono per il terrore, quando il Sole e la Terra lo odono si rivoltano su loro stessi, quando l'Ade lo avverte si riempie di angoscia; i fiumi, i laghi, i mari udendolo si gelano, le rocce e le pietre si spezzano." (Nilsson)
Il nome controlla gli stessi Dei. Un'iscrizione assira del VII sec. a.c, che traduce a sua volta un testo molto più antico, descrive come il grande Dio Ea venne invocato in aiuto contro i sette terribili demoni chiamati "maskim", "coloro che sono in agguato". Ea afferma di essere l'unico a conoscere il supremo nome magico". Quando esso è pronunciato, ogni cosa si inchina in cielo, sulla terra e nelle regioni infernali. E solo questo nome può vincere i maskim e frenare la loro furia. Gli Dei stessi sono legati da questo nome e gli obbediscono."
Nella tradizione ebraica, il nome segreto dall'infinito potere è il "nome vero" del Dio del vecchio testamento. Il Sepher Yetzirah spiega che l'azione di Dio nel creare il mondo consistette nell'"incidere il suo nome" e lo Zohar afferma che i dieci Sephiroth "costituiscono il sacro nome di Dio" in quanto Dio edificò l'universo estendendo la sua stessa identità.
La bibbia fornisce molti nomi di Dio che sono stati usati in magia da ebrei e cristiani: El, Elohim, Eloa, Sabaoth, Shaddai, Adonai, Jehovah, Yah, Ehyeh. El era il termine in fenicio, assiro, ebraico per "Dio". Elohim è plurale (*) e la sua versione è Eloa.
Il nome personale di Dio nel vecchio testamento è il Tetragrammaton che significa, in greco, "parola di quattro lettere", YHVH: si tratta probabilmente di una forma del verbo essere (he vau he) e significa "egli è". "Ehyeh Asher Ehyeh", "Io sono chi sono", "Io sono colui che è".
Gli ebrei erano riluttanti a pronunciare il nome del loro Dio: veniva sostituito con formule del tipo "Signore", Adonai.
Per questo motivo, nessuno sa come si pronunci correttamente: la forma che più gli andrebbe vicino sarebbe "Javè" o "Jevè".
Il nome di Dio è composto da 4 lettere perché fu il nome usato nella creazione dell'universo, e il 4 è il numero delle cose che sono costruite e organizzate: gli Elementi, le qualità, i punti cardinali.
Il Tetragrammaton è sempre stato un nome di potenza particolarmente importante, usato negli incantesimi e spesso veniva anche anagrammato, gli venivano aggiunte vocali o veniva mescolato con altri nomi: YVHH, YHHV, HVHY, YAHAVAHA, YEHEVEH, YAHD VNHY.
Il più lungo e potente fra i nomi di Dio è quello di 72 sillabe, lo Shemhamphorash, derivante dai versetti 19-21 del 14° capitolo dell'Esodo.
Uno dei primi cabalisti cristiani, Giovanni Reuchlin, dimostrò come il nome di 72 sillabe derivi matematicamente dal Tetragrammaton:
Y = 10
H = 5
V = 6
H = 5
Reuchlin calcolò che Y = 10, YH = 15, YHV = 21, YHVH = 26 e sommando si aveva 10+15+21+26 = 72
Ma i maghi non si limitarono al vecchio testamento: usarono anche fonti egiziane, greche, latine.
Uno dei nomi magici più noti è AGLA, formato mediante notarikon dalle lettere iniziali della frase "Aieth Gadol Leolam Adonai": "Tu sei possente in eterno, o Signore"
"Schemes Amathia" significa "tacitati, o Sole". Shemesh era il nome della divinità solare presso i Cananiti e Shamash era l'analoga divinità babilonese (mentre in arabo "Sole" si dice "Al Shams". Nota di Lunaria)
Il riferimento è al comando biblico di Giosuè "fermati, o Sole, sopra Gibeon", che in ebraico suona "Sole, sii muto sopra Gibeon"
Alcune espressioni sono di origine ignota: un grimorio chiamato "La Gallina Nera" raccomanda la frase "Siras Etar Besanar" per avere ai propri ordini le potenze del cielo; "Onaim Perantes Rasonastos" per scoprire i tesori nascosti; "Saritap Pernisox Ottarim" serve ad aprire le serrature chiuse.
Una cura medioevale contro il maldidenti consisteva nel dire "Argidem Margidem Sturgidem" per 7 volte di seguito, un martedì o giovedì con la Luna calante.
L'uso di parole barbare ed inintelligibili in magia risale ai maghi egiziani che inventarono singolari e quasi impronunciabili nomi veri per i loro Dei.
Essere in grado di pronunciare le più grandi "parole di potenza" era il segno distintivo del Maestro nelle arti magiche. Crowley affermava di conoscere l'esatta pronuncia del "perduto Tetragrammaton" al cui suono l'intero universo crolla. è probabile che il Tetragrammaton a cui alludeva fosse il vero nome di Dio recitato al contrario; visto che il nome vero venne usato per creare l'universo, pronunciarlo al contrario significa invertire il procedimento. Allo stesso modo si pensava che il vero nome del Diavolo fosse quello di Dio detto all'inverso. Una sua versione è Havayoth. Il poeta Yeats scelse come nome occulto "Deamon est Deus Inversus".
I maghi credono che certe parole dotate di forza intrinseca, appoggiate all'autorità derivante dalla forza di volontà del mago, abbiano un effetto potente sull'operazione magica. In certi incantesimi sono semplicemente le parole ad essere efficaci, senza nessun cerimoniale (**). Il linguaggio è una delle principali fra le armi della magia. Nel fondo, vi è l'idea che l'universo venne creato pronunciando delle parole: E Dio disse: che sia luce. E luce fu.
Eliphas Levi affermò: "In magia, aver detto significa aver fatto."
(*) Nota di Lunaria: dal famoso "Bereshit Barà Elohim".
I cristianelli giustificano la forma al plurale "elohim" dicendo che "ma lì dio padre sta parlando con gesù!", il che è una deficientata, perché in realtà quella frase stava ad indicare la coppia divina sessuale: Jahvè - Asherah.
Ovviamente PRIMA che la Dea Asherah venisse cancellata e venisse imposto il culto del solo Jahvè.
Idem dicasi per Allah - Allat. In definitiva, tutta questa sbrodolata di nomi (El, Elohim, Eloa, Sabaoth, Shaddai, Adonai, Jehovah, Yah, Ehyeh) erano i tanti nomi o appellativi che veniva usati per denominare i diversi Dei che gli ebrei pre-monoteisti adoravano. Peraltro "Shaddai" è un nome FEMMINILE, che indica "Colei che ha il seno", quindi al 99% attributo di Asherah.
Gli ebrei infatti non erano neanche monoteisti, ma monolatri: dei tanti Dei esistenti, nei quali credevano o che comunque vedevano adorati dai loro vicini Cananei & company, adoravano il solo Jahvè. Ma adorare un dio solo, scegliendolo tra tanti, non è monoteismo, è monolatria. In più parti nell'antico testamento infatti non si parla di Jahvè come "dell'unico dio esistente", ma di un dio tra i tanti esistenti, che esigeva di essere adorato esclusivamente ("il nostro dio è un dio geloso").
"eseguirò giudizi [farò giustizia] su tutti gli Dei d'Egitto": è evidente che chi ha scritto questo passaggio biblico credeva che gli dei d'Egitto esistessero, e che jahvè li avrebbe sconfitti!!!
(**) e questo è vero soprattutto per generi di musica come il Black Metal, il Death Metal, il Dark Ambient. Chiunque li abbia ascoltati, sa molto bene che sono soprattutto le vocals a rendere un pezzo terrificante, tremendo, inquietante, terrorizzante, blasfemo.
Lascio giusto un paio di indicazioni: si senta un pezzo come "Slay the nazarene" dei Marduk, soprattutto la frase finale, ringhiata a pieni polmoni, che è pura blasfemia, e sembra infatti di sentire un demone che canta, non un semplice uomo!
Per le vocals femminili, se prediligete una versione "stregonesca narcotizzante" sentite le Aghast; altrimenti, per chi vuole farsi sanguinare le orecchie, la Diamanda Galas dei suoi primi cd... come il capolavoro "The Divine Punishment", 1986. Sentire una donna che si autoproclama Anticristo non può che farci felici ^_^
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/02/musica-esoterismo.html