Esoterismo (8): Sale, Ferro, Sinistra
Il sale viene usato per allontanare i demoni. Tutti i diavoli si suppone lo detestino e non deve mai essere usato nelle cerimonie destinate ad attirarli. Il sale è antidemoniaco in quanto è un conservante; i demoni sono creature che corrompono e distruggono. Tutto ciò che ha virtù di preservare dalla corruzione è contrario alla loro natura. Anche il ferro può essere impiegato contro i demoni perché gli uomini scoprirono e usarono il ferro meteoritico molto prima di trovarlo in miniere nella terra. Siccome il ferro viene dall'alto è celestiale e i diavoli lo temono.
D'altraparte la sinistra è associata col Male. La Magia Nera è il sentiero della Mano Sinistra. Nelle cerimonie ci si muove verso sinistra quando si hanno intenti malefici e si vogliono attirare influssi malvagi.
Alcuni incantesimi funzionano solo se, ripetendoli, ci si sposta verso sinistra. Questa tendenza a connettere la sinistra con il Male è antichissima. I Babilonesi, traendo gli auspici, consideravano buono il lato destro, cattivo il lato opposto.
In Omero uccelli che volano verso destra sono segno favorevole, al contrario di quelli che vanno a sinistra.
In latino "sinister" indica sia la direzione sinistra che "malvagio, cattivo" e il doppio significato è rimasto in tutte le lingue romanze.
La spiegazione più probabile della disapprovazione di cui è oggetto la sinistra sta nel fatto che la mano destra è normalmente più forte dell'altra. In inglese, la parola "left", cioè "sinistra" deriva dall'anglosassone "lyft" che vuol dire debole.
Essere mancini veniva considerato un rovesciamento dell'ordine proprio delle cose, e così la sinistra è associata con i poteri del Male che sono ribelli contro Dio.
Nota di Lunaria: a questo tema della "sinistra maligna = donna" riporto un commento di Mary Daly a Berdjaev.
II. Esorcizzare Eva dal male: la caduta nella libertà
Il mito di Adamo ed Eva
"Questo mito ha proiettato un'immagine maligna del rapporto uomo-donna e della "natura" femminile, immagine tuttora fortemente impressa nella psiche moderna. Nella tradizione cristiana esso continua a influenzare il funzionamento dell'immaginazione teologica. Berdjaev ha potuto scrivere lo sbalorditivo commento che "c'è qualcosa di basso e sinistro nell'elemento femminile".
"Il mito introduce schemi distruttivi nel tessuto della nostra cultura. La letteratura e i mass media ripetono in tutta serietà il motivo di "Eva tentatrice", e così fanno le motivazioni razionalizzate per costumi sociali e leggi civili, che, come la legislazione sull'aborto, incorporano atteggiamenti punitivi contro la sessualità della donna"
"La storia della Caduta è un tentativo di far fronte alla confusione provata dagli esseri umani che cercavano di dare un senso alla tragedia e all'assurdità della condizione umana. Disgraziatamente, trattandosi di un tentativo esclusivamente maschile nel contesto di una società dominata dai maschi, è riuscito soprattutto a rispecchiare l'imperfetta struttura sociale dell'epoca. Il mito è stato sia sintomo che strumento di un ulteriore contagio. Il suo maggior risultato fu di consolidare l'oppressione sessuale nella società, di modo che la posizione di inferiorità della donna nell'universo divenne doppiamente giustificata. Essa non solo traeva origine dall'uomo, ma era anche la causa della sua caduta e di tutte le sue sventure."
"La proiezione del senso di colpa sulla donna è, in senso proprio, la Caduta del patriarcato, la menzogna primaria. Insieme con la sua progenie - la teologia del peccato originale - il mito rivela la "Caduta" della religione nel ruolo di prostituta del patriarcato (...) Il messaggio che esso involontariamente comunica è che nel patriarcato, con l'aiuto della religione, la donna è stato il caprio espiatorio primordiale."
"Il mito della Caduta può essere considerato un prototipo di falso nominare. Elizabeth Cady Stanton mise correttamente in evidenza il ruolo chiave ricoperto dal mito del male femminile, su cui si fonda tutta la struttura dell'ideologia fallica cristiana. Come ho già accennato, il mito assume proporzioni cosmiche poichè il punto di vista maschile viene trasformato nel punto di vista di Dio."
"Come ha detto un autore (H.R. Hays "The Dangerous Sex: The Myth of Feminine Evil", 1964), "La caduta dell'uomo dovrebbe venire correttamente denominata caduta della donna, perché una volta di più si imputano al secondo sesso tutti i guai del mondo".
L'atteggiamento negativo del maschio è diretto contro la donna: questo è chiaramente il clima psicologico prevalente che diede origine al mito e ne sostenne la credibilità. Il mito ha legittimato non solo l'indirizzamento del disprezzo di sé del maschio contro la donna, ma anche l'indirizzamento del disprezzo di sé della donna contro se stessa, verso l'interno. Finchè si permette al mito del male femminile di dominare la coscienza umana e le strutture sociali, esso fornisce lo scenario per l'oppressione delle donne, sia da parte degli uomini che delle donne stesse.
Oggi è comunemente noto che i membri di un qualsivoglia gruppo oppresso soffrono di una coscienza divisa. Freire ha descritto questo fenomeno: "Gli oppressi soffrono del dualismo che si è instaurato nel più profondo del loro essere (...) Essi sono contemporaneamente se stessi e l'oppressore, del quale hanno interiorizzato la coscienza."
In quanto esseri contraddittori e divisi, gli oppressi non afferrano completamente il fatto paralizzante che l'oppressore, avendo invaso la psiche delle sue vittime, ora esiste dentro di loro; si ritrovano presi in una rete di comportamenti perdenti (...) La religione patriarcale contribuisce alla questione intensificando il processo mediante il quale le donne interiorizzano la coscienza dell'oppressore. Poichè i giudizi dei maschi sono stati trasformati nel giudizio di Dio, per la donna accettare il fardello del senso di colpa, vedendo se stessa con gli occhi del maschio sciovinista, diventa un dovere religioso. La religione esige che le donne interiorizzino queste immagini."
"Dio" può essere usato in modo oppressivo contro le donne in vari modi. Primo: ciò accade in maniera evidente quando i teologi dichiarano la subordinazione delle donne alla volontà di Dio. Questo, ovviamente, è accaduto per secoli e ci sono dei residui, a diversi livelli di sottigliezza e chiarezza, negli scritti dei pensatori del ventesimo secolo, quali Barth, Bonhoeffer, Niebihr e de Chardin (Nota di Lunaria: a questi aggiungo anche Jean Guitton, che dedica un'intera pagina del suo orribile "La Vergine Maria" a dimostrare come la donna manchi di intelletto e "che nessuna scoperta scientifica si può ascrivere a una donna")
"Berdjaev scrisse: "Il culto della Madre di Dio, della Santissima Vergine, è sostanzialmente distinto dall'adorazione pagana del principio femminile; è l'adorazione di una femminilità completamente illuminata e serena, che ha conseguito la vittoria sull'elemento vile presente nella femminilità."
Il testo è ovviamente interessante per la sua franca affermazione che c'è un elemento vile presente nella femminilità. La "serena femminilità" di Maria ha conseguito la vittoria su di esso.
Ci si può chiedere che razza di vittoria rappresenti il ruolo subordinato di Maria nel cristianesimo.
Per approfondire gli aspetti masochistici, umilianti e di sottomissione di "maria" in rapporto a "dio, che è padre" e "gesù, che è maschio divino", nella teologia, vedi:
La logica conclusione è che la "serenità" del simbolo di Maria, la quale nel cristianesimo ha sempre avuto ufficialmente un'importanza minore, trae origine proprio da questa subordinazione, che è necessaria per purificare l'elemento femminile (...)
Ancora più interessante è l'indimostrato presupposto di
Berdjaev (e di altri) che il culto della "Madre di Dio" sia "sostanzialmente" distinto dalla "pagana" adorazione della Grande Madre, la quale presumibilmente contiene un elemento vile e sinistro, peculiare della femminilità, che viene purificato nel cristianesimo."
"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."
"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù [...] Una logica conseguenza della liberazione della donna sarà la perdita di credibilità delle formule cristologiche che riflettono ed incoraggiano l'idolatria verso la persona di Gesù [...]
Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni. Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile.
Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")
"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."
"La teologia cristiana ha abbondantemente affermato che le donne sono inferiori, deboli, depravate e viziose. Le conseguenze logiche di tale opinione si sono concretizzate in un crudele complesso di norme sociali che hanno abbreviato e schiacciato la vita delle donne. Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un salvatore maschio perché questo è precisamente impossibile. Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."
Anche Rosemary Radford Ruether
aveva capito il punto della questione, anche se lei rispetto a Mary Daly è rimasta cristiana:
"La mariologia è l'esaltazione del principio della sottomissione e della ricettività, purificato da qualsiasi relazione con la femminilità sessuale [...] Nel patriarcato c'è una buona e una cattiva femminilità. La cattiva femminilità rappresenta la volontà della creatura [...] nel suo stato naturale, la femminilità rappresenta il peccato e tutto ciò che deve essere sottomesso o rigettato.
La buona femminilità invece rappresenta la creatura in quanto veicolo passivo della volontà maschile di Dio.[...] La mariologia esalta il femminile verginale, obbediente e spirituale, ma teme tutte le vere donne di carne."