Tra tutte le condizioni ambientali del mondo, quelle dei deserti sono le più ostili alla vita. Sembra che il deserto abbia solo due cose: il calore che inaridisce e la scarsità di acqua. Durante il giorno, la temperatura può arrivare fino a 50°C e anche più; nella zona settentrionale del Sahara, il deserto più vasto del mondo, una volta venne registrata una temperatura di 56°C all'ombra. La superficie del deserto, costruita da terra, sabbia e ciottoli, diventa ancora più calda dell'aria e può raggiungere temperature dai 65°C in su!
Di notte, la situazione si capovolge: la temperatura si abbassa drasticamente anche a 20°C, addirittura può raggiungere 2°C.
L'acqua è estremamente scarsa e all'anno i deserti ricevono meno di 25 cm di pioggia, che può cadere una o due volte in modo torrenziale o evapora nell'aria calda prima che abbia raggiunto il suolo. Una zona del Sahara restò in siccità per 11 anni mentre il deserto Mojave (Stati Uniti) rimase asciutto per 25 anni.
Eppure, i deserti ospitano circa 5000 tipi di animali, dai minuscoli insetti alle volpi. Nel deserto non c'è solo sabbia (1): ci sono anche montagne, valli, canyons, rocce, stagni, oasi.
Come si è formato il deserto? Perché è così arido?
La spiegazione è da ricercarsi nel moto dei venti. L'aria, riscaldata dal calore dell'Equatore si innalza per dirigersi verso regioni più fredde perdendo gran parte della sua umidità, per cui giungendo sopra i deserti è secca o dà luogo a precipitazioni violente se contiene residui di umidità, ma sono di breve durata. I deserti si trovano per lo più sul lato sottovento delle catene montuose, cioè sul lato che risente meno del vento. Quando il vento si innalza fino a raggiungere le vette montuose si raffredda, si condensa e così piove sul lato sopravento, cioè rivolto al vento. Quando il vento raggiunge il deserto posto sottovento rispetto alla catena montuosa ormai è asciutto e si abbassa, anzi, a portare via al deserto quel poco di umidità che ha. Il vento, soffiando alla velocità di 60-80 km all'ora provoca l'aridità e forma il paesaggio desertico.
Nei deserti di sabbia, il vento soffia fino a formare dune alte come piccole montagne. Ci sono quattro tipi di dune: le dune trasversali (creste ondulate di sabbia, formate da venti che soffiano da una sola direzione), le dune longitudinali (con lunghe creste con pendii uguali da entrambi i lati, formate da forti venti che soffiano in una sola direzione); le dune barcane, a forma di mezzaluna e formate da venti moderati, in zone dove la sabbia è scarsa, le dune a stella, formate da venti provenienti da tutte le direzioni.
Anche l'acqua, quando cade sotto forma di violenti temporali, crea impetuosi torrenti d'acqua che incidono il paesaggio e trasportano materiale, scavando gole e canali. Il potere erosivo del vento e dell'acqua hanno modellato paesaggi desertici spettacolari e i deserti assumono diversi aspetti a seconda del tipo e del numero di erosioni che sono avvenute: un deserto "giovane" cioè di recente formazione, ha un aspetto aspro, frastagliato, spigoloso, nei deserti di formazione più antica, come il Sahara, l'erosione ha creato un paesaggio pianeggiante.
Gran parte dell'acqua si trova nel sottosuolo, immagazzinata nelle falde: quando l'acqua, muovendosi lentamente dalla base delle zone montane verso le depressioni e le zone pianeggianti, intercetta livelli di rocce impermeabili, può fluire verso l'alto e dare origine alle oasi naturali, ma gran parte dell'acqua profonda è fruibile solo grazie a pozzi artesiani.
Insomma, l'ambiente del deserto, al contrario di quello che si pensa, è ricco e vario: dune di sabbia si alternano ad aree levigate, pareti rocciose che contengono, tra gli squarci della pietra, piccole oasi ricchi di piante e acque. Le piane dei deserti sono spesso intervallate dai solchi di fiumi asciutti, chiamati "uadi", che sono riempiti quando cadono le piogge; al termine di questi precipitazioni, i semi nascosti tra le sabbie e le pietre germogliano e nascono nuove piantine e le uova degli insetti si schiudono.
(1) Alcuni classificano come aree desertiche anche le distese ghiacciate della tundra artica
Per altri approfondimenti, vedi anche:
Nessun commento:
Posta un commento