Introduzione al Cubismo

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Info tratte da

I due creatori del Cubismo, Braque e Picasso, volevano esprimere per mezzo della pittura un modo nuovo di "vedere" le cose e volevano farlo senza abbandonarsi alla fantasia ma oggettivamente, con un rigore quasi scientifico. I due divennero amici e lavorarono insieme alla ricerca di questo nuovo modo di dipingere: si scambiavano impressioni, esperienze, idee, ammirando ciascuno le opere dell'altro. Per questo in molte tele il loro stile divenne quasi identico.

I dipinti cubisti, a prima vista, appaiono astrusi e incomprensibili. (vedi anche https://intervistemetal.blogspot.com/2022/09/scultura-cubista.html)

I volti, nei dipinti cubisti, vengono scomposti nei loro lineamenti, mettendo in evidenza i movimenti successivi, i piani si intersecano e si sovrappongono creando infinite sfaccettature; il soggetto spesso lo si intuisce soltanto, senza essere individuato con chiarezza.

Ritraendo un viso, i pittori cubisti volevano rappresentare anche i piani che rimangono nascosti al nostro sguardo, come quelli della nuca o dietro le orecchie: non si vedono, ma esistono! E inoltre, un viso nella realtà non è mai immobile ma si muove e tutti i piani che lo formano si spostano di conseguenza: ecco quindi la necessità, per i cubisti, di rappresentare contemporaneamente tutti i piani che compongono l'oggetto: quelli visibili e quelli nascosti, quelli fermi e quelli in movimento.

La figura c'è, nei dipinti cubisti, ma è scomposta, irriconoscibile (*)





Per curiosità: fu guardando "Case a l'Estaque" di Braque, esposto al Salone degli Indipendenti di Parigi nel 1908
 

che Matisse uscì con la famosa frase: "Oh, ecco i cubi!": infatti, gli oggetti ritratti da Braque erano ridotti alla pura forma geometrica (veri e propri quadrati e rettangoli appaiono in Piet Mondrian... https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/introduzione-allastrattismo-geometrico.html Nota di Lunaria)

E così, questo nuovo movimento artistico venne chiamato Cubismo.

La prospettiva nei quadri cubisti non è quella tradizionale, ma case, alberi, oggetti sono osservati da vari punti di vista contemporaneamente; la luce proviene da varie fonti, che può illuminare le varie facce dei piccoli cubi, come si vede nel celebre dipinto di Braque: questo effetto dà la massima evidenza alla loro struttura.

Nella prospettiva cubista, si crea uno spazio nuovo in cui tutti i piani si intersecano l'uno nell'altro giungendo a formare una specie di incastro di solidi geometrici.

Nota di Lunaria: le case "a cubetto" le aveva già dipinte Cézanne, anche se Cézanne non era arrivato "al cubismo" https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/breve-introduzione-allespressionismo.html

Mentre nei primi quadri cubisti era ancora possibile indovinare le figure, nei dipinti successivi furono totalmente annullate nella minuziosa scomposizione di tutti gli elementi, come in "Le gueridon" di Braque, che raffigura un tavolino sul quale sono disposti degli oggetti, dei quali si riconosce solo vagamente una chitarra (forse). Il dipinto non è firmato e ne esiste uno quasi identico di Picasso.



Una caratteristica dei quadri di questo periodo, detto "Cubismo Analitico", è il tono spento: ocra, marroncino, grigio in tutti i toni sono usati come colori per dipingere, a differenza dei dipinti di Robert Delaunay che per le sue composizioni usò toni vivaci e brillanti: i toni gialli, verdi, rossi servono a mettere in evidenza la struttura degli oggetti dipinti.

Fernand Léger amava dipingere soggetti tratti dalla società industriale: operai, ingranaggi meccanici, strutture massicce: un critico disse di lui che più che cubista era tubista! 

Per un approfondimento su Léger vedi:  https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/fernand-leger.html









Juan Gris, Marie Laurencin, Fernand Léger, André Lhote, Robert Delaunay, Louis Marcoussis, Roger de la Fresnaye, furono tutti pittori cubisti; Guillaume Apollinaire fu il primo critico serio ed entusiasta di questi pittori, che accettarono le teorie cubiste di Picasso e Braque e spesso le elaborarono in maniera personalissima.









Infatti, alla fase "analitica" seguì la fase del Cubismo Sintetico: le sfaccettature fitte e intricate del primo periodo lasciarono posto a figure più ampie, semplificate, messe in risalto da colori intensi; a volte si impastavano i colori con olio e sabbia, per dare un aspetto ruvido alla superficie, si incollavano dei ritagli di giornali, si imitavano le nervature del marmo o del legno.

Tuttavia, all'inizio i pittori cubisti non furono accolti con entusiasmo: se Matisse si era limitato a sogghignare davanti alle case fatte a dado di Braque, alcune autorità intervennero a manifestare la propria indignazione: per esempio, in occasione della mostra allestita nel 1912 al Salone d'Autunno di Parigi, uno dei consiglieri municipali si sdegnò violentemente contro le tele cubiste: secondo lui erano un oltraggio all'arte e persino alla dignità del Governo!

La questione venne persino discussa alla Camera dei Deputati... ma i cubisti andarono avanti, imperterriti, a scomporre, sfaccettare e ricomporre secondo la loro fantasia i soggetti che ritraevano... almeno fino al 1918, quando i vari pittori cubisti si dispersero e ciascuno elaborerà uno stile più personale che portò alla nascita delle altre Avanguardie.

ALTRI QUADRI DI PICASSO





















































(*) Nota di Lunaria: esattamente come per l'Astrattismo (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/alle-origini-dellastrattismo-kandinskij.html) e le altre Avanguardie... I pittori non volevano dipingere in maniera perfetta cose e persone perché ci pensava già la fotografia (inventata un po' prima della nascita delle Avanguardie) a farlo... Che senso avrebbe avuto dipingere una mela in maniera perfetta e realistica, se la stessa cosa la si otteneva già, e con minor tempo, fotografandola? Quello che questi artisti volevano rappresentare non era "la perfezione, la realtà che già vediamo con i nostri occhi", ma l'essenza o la percezione soggettiva di un oggetto o di una persona: cose che la fotografia non può fare, per l'appunto. Gli artisti d'Avanguardia non vogliono dipingere "così come i loro\nostri occhi vedono" ma andare al di là, penetrare dentro la struttura e l'essenza delle cose.


Quando ancora si poteva visitare, adoravo andare al Museo Pagani... questo museo-giardino meraviglioso, a Castellanza (VA), con tantissime sculture d'avanguardia... 


Adoravo andarci (e se fosse ancora possibile ci andrei di corsa!), anche perché, essendo fuori città, a confine con un bosco, regnava un silenzio quasi totale, con questo verde meraviglioso e queste sculture che sembrano rovine industriali e apocalittiche, che mi facevano sempre pensare ad un mondo senza più traccia di esseri umani, con i resti di rovine industriali, le uniche cose rimaste... per di più, non ci andava quasi mai nessuno, quindi ero solo io a gironzolare lì... la mia misantropia ringraziava.

Per curiosità: le persone che mi ci portavano (non avendo io la patente... dovevo scroccare il passaggio in macchina perché è piuttosto lontano da dove sto io e raggiungerlo a piedi è impensabile) lo hanno sempre trovato orrendo e si scocciavano ad aspettare che io me lo girassi tutto, estatica... insomma, né al mio primo fidanzato, né a mia madre è mai piaciuto granché! 

Per loro portarmi al Museo Pagani era proprio una tortura!!!! xD

E pensare che io fu affascinata fin da bambina da questo museo-parco... penso di averlo visto la prima volta verso i 12 anni, con i miei genitori... ma lo conoscevo già da alcuni anni, perché si trova poco dopo la Grancasa, e quando i miei andavano a comprare qualcosa lì, vedevamo i cancelli del museo passando sulla via del ritorno per tornare a casa... 


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