Breve introduzione all'Espressionismo

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C'è una lettera di Van Gogh scritta nel 1888 al fratello che viene citata ogni volta che si parla di Espressionismo: "invece di riprodurre esattamente ciò che ho davanti agli occhi, mi servo nel modo più arbitrario del colore per cercare di esprimermi più fortemente..."

Usare il colore in modo arbitrario per Van Gogh significava dipingere cieli di un blu violento che incombono su distese abbaglianti di giallo, cipressi blu-neri e capelli arancioni.




Una pittura violenta, inquietante, uscita di getto dall'anima, una pittura di fronte alla quale non si è neppure sfiorati dal sospetto che l'artista abbia voluto fare dell'esibizionismo, tanto è rivoluzionaria e carica di significato: era un modo per esprimere direttamente lo stato d'animo, l'emozione che ogni artista prova di fronte all'oggetto da dipingere.

Pittura degli stati d'animo: se l'Espressionismo lo intendiamo solo in questo senso, allora possiamo affermare che la pittura espressionista è sempre esistita: appare ogni volta che l'artista non si limita a riprodurre una certa realtà, ma la deforma, l'interpreta a suo modo per costringerla a manifestare prima di tutto la propria personale emozione.

Anche l'arte dei popoli primitivi e non occidentali non rappresenta la realtà, ma il sentimento dell'artista di fronte ad essa.

Tuttavia quando si parla di Espressionismo si intende quella pittura che nacque dalla disgregazione dell'Impressionismo e che dilagò, ai primi del Novecento, in tutta l'Europa settentrionale: Francia, Germania, Norvegia, Belgio. (1)

I suoi esponenti ebbero in comune il desiderio di liberarsi dagli impacci della tecnica tradizionale, la violenza nell'esprimere direttamente con il colore il proprio stato d'animo, il sentimento tragico e angoscioso dell'esistenza, che li traduce in quadri allucinanti, ossessivi e tormentati. Tutto questo esprimeva le inquietudini e le paure di quei primi anni del Novecento: da lì a poco sarebbero scoppiate le due Guerre Mondiali. I "quadri tranquilli" non furono più d'interesse, si preferì il dramma, l'instabilità: ecco così comparire le linee diagonali, la visione di scorcio, i tratti contorti.

Tra i fondatori del gruppo espressionista "Die Brücke", Kirchner fu uno dei più rappresentativi pittori espressionisti.







Il senso tragico della sua pittura condizionò la sua stessa vita: l'Artista si suicidò. I colori usati nelle tele di Kirchner sono volutamente dissonanti e stridenti, i tratti sono contorti e spigolosi. Nessuna ricerca di bella forma, ma la deformazione grottesca.

Anche quando i pittori espressionisti dipingevano paesaggi, come Karl Schmidt-Rottluff, non riuscivano mai ad esprimere una sensazione di serenità: l'insieme della composizione con colori stesi puri e le linee diagonali inclinate conferiscono un senso di tragicità e insicurezza.

Nel più celebre dei quadri espressionisti, "L'Urlo" di Munch, un allucinante, lunghissimo urlo di angoscia riempie tutto il dipinto; la deformazione del volto (Munch fu il primo ad usarla, come tecnica) acuisce il senso di espressività, l'angosciosa disperazione che invade e pervade il quadro.







Precursori dell'Espressionismo furono Van Gogh, Gauguin, 








e Toulouse-Lautrec, che insieme ai Fauves francesi gettarono i semi dell'Espressionismo.


Il norvegese Edvard Munch fu il primo decisamente espressionista e la sua pittura, conosciuta in Germania dopo una mostra allestita a Berlino nel 1892 influenzò la pittura espressionista tedesca.

Gli espressionisti più famosi sono quelli del gruppo "Die Brücke" ("Il Ponte") fondato a Dresda nel 1905: in questo gruppo militarono Kirchner, Nolde, Pechstein, Otto Müller, che dipinsero paesaggi ossessivi, ritratti allucinati e deformati, scene di rivolta.






Nel 1911 sorse, a Monaco, il gruppo espressionista meno tragico: Blauer Reiter, "il Cavaliere Azzurro", dal titolo di un quadro di Kandinsky: a questo gruppo parteciparono Paul Klee e Franz Marc. (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/alle-origini-dellastrattismo-kandinskij.html)




Anche Marc Chagall e Oskar Kokoschka furono dei grandi della Pittura di matrice espressionista.



Nota di Lunaria: adoro "Manifesto Pietà" di Kokoschka!

(1) Nota di Lunaria: in Italia nella metà degli anni '50 nasce il Realismo Esistenziale, movimento milanese dallo stile cupo, angosciante, aggressivo e violento, di matrice espressionista; metto qui alcuni dei suoi rappresentanti















APPROFONDIMENTI SU GAUGUIN 

Gauguin e Cézanne (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/paul-cezanne.html) furono precursori dell'Espressionismo, ispirando non solo gli espressionisti ma anche i cubisti.

Il periodo trascorso in Bretagna fu molto importante per l'evoluzione dello stile di Gauguin: trascurando gli aspetti più esteriori e pittoreschi del paesaggio e dei costumi degli abitanti, l'artista, nel celebre "Il cristo giallo" (1889) vuole cogliere l'essenza più profonda del loro modo di vivere e di pensare. 

La figura del cristo di Gauguin ricorda volutamente la forma primitiva dei crocifissi di pietra posti al limitare dei campi e vuole esprimere "la grande semplicità rozza e superstiziosa" (sono parole dello stesso Gauguin) della fede dei contadini bretoni.

Tutto il dipinto è costruito con forme semplificate, elementari, messe in risalto dai colori puri, stesi in zone piatte.

Sono colori irreali, che più che ispirarsi realmente alla Natura vogliono suggerire uno stato d'animo. 

Il risultato è carico di suggestione.


Gauguin frequentava la cerchia di pittori noti come "Impressionisti", poco considerati dalla cricca dei critici d'arte.  (qui abbiamo parlato di Corot: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/corot.html)

Gauguin stesso era un pittore dilettante che voleva andare a fondo delle cose, ritrovando la genuinità della vita primitiva in tutte le sue manifestazioni. 

Quando anche la Bretagna e la Provenza risultarono, ai suoi occhi, "ancora troppo civili", nel 1891 si imbarcò per le isole dei mari del Sud, raggiungendo Tahiti e la Dominica (una delle Isole Marchesi) restando sedotto dalla natura tropicale dai colori così splendenti e vivaci e dalla gente dalla pelle dorata. Durante il suo soggiorno in zone così distanti dall'Occidente, anche il suo stile "impressionista" delle origini mutò, facendosi più essenziale e semplificato. "La verità  è l'arte cerebrale pura; l'arte primitiva è la più sapiente di tutte, è l'Egitto", disse Gauguin.

E il quadro "Ta Matete, il mercato", 1892, è proprio ispirato alle pose della pittura dell'Antico Egitto.




Tuttavia, Gauguin fu preda di una lenta consunzione: l'abbandono della sua tranquilla e sicura vita lavorativa per dedicarsi unicamente alla pittura, della moglie che non era riuscita "a stare dietro" alle velleità artistiche del marito, la sua inquietudine alla ricerca dell'Esotico, la povertà e la miseria di quei "paradisi", la lontananza dalla famiglia, la solitudine e la nostalgia minarono l'Artista. 

Quando Gauguin morì, nel 1903, il suo ultimo dipinto raffigurava un villaggio bretone sotto la neve.

Altri approfondimenti: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/10/il-surrealismo.html 

https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/introduzione-alla-scultura-di-henry.html  

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