"I Fantasmi del Villaggio": racconto horror di William B.Yeats (1902)

I cartografi antichi scrivevano sulle regioni inesplorate: "Hic Sunt Leones". Sui villaggi dei pescatori e degli zappaterra, così diversi da noi, possiamo scrivere una sola riga che sia degna di fede: "Qui stanno i fantasmi". I miei fantasmi abitano nel villaggio di H. a Leinster.  La storia non è stata in alcun modo gravata da questo villaggio antico, con i suoi sentieri sghembi, il cimitero della sua vecchia abbazia pieno d'erba alta, il verde sfondo di abeti bassi, e il molo dove riposano pochi trabàccoli incatramati. Ad occidente si stende una piccola baia, dove chi se ne stesse a vegliare una notte dopo l'altra potrebbe avere la ventura di scoprire una certa rara falena svolazzare sull'orlo della marea, proprio al morir della sera e allo spuntare dell'alba. Venne portata qui dall'Italia un centinaio di anni fa dai contrabbandieri in un carico di sete e merletti. Se il cacciatore di falene volesse buttare via la rete e andasse a caccia di storie di spiriti o di quei figli di Lilith che per noi sono gli esseri fatati, non avrebbe bisogno di tanta pazienza. Per un uomo pauroso avvicinarsi di notte al villaggio sarà un'impresa strategica. Si udì uno lamentarsi una volta: "Per la croce di Gesù! Dove passerò? Se passo dalla collina di Dunboy il vecchio capitano Burney potrebbe scorgermi. Se faccio il giro lungo la marina e poi vado su per la gradinata, c'è quello senza testa e un altro ce n'è sui moli e uno nuovo sta sotto il muro del vecchio cimitero. Se invece prendo l'altra strada, la signora Stewart mi appare a Porta Collina e il Diavolo in persona è al vicolo dell'Ospedale." Non ho mai saputo quale fantasma abbia affrontato, ma di sicuro so che non fu quello del vicolo dell'Ospedale. Ai tempi del colera vi era stata costruita una baracca per accogliere i malati. Quando l'emergenza passò venne demolita, ma da allora il terreno su cui era posta rigurgita di spiriti, demoni ed esseri fatati. C'è un coltivatore a H., di nome Paddy B., un uomo di gran vigore e astemio; sua moglie e sua cognata, pensando a quella sua gran forza, si chiedono spesso cosa farebbe se bevesse. Una notte, mentre andava per il vicolo dell'Ospedale, vide qualcosa che dapprima gli parve un coniglio domestico; dopo un po' scoprì che era un gatto bianco. Quando gli passò vicino, la creatura cominciò pian piano a gonfiarsi, sempre di più, e come quella cresceva, lui sentiva la sua forza scemare, ritrarsi, quasi gli venisse succhiata via. Girò sui tacchi e corse. Accanto al vicolo dell'Ospedale passa "Il Sentiero delle Fate". Ogni sera transitano dalla collina al mare, dal mare alla collina. All'estremità del tragitto che dà sul mare c'è una casetta. Una notte la signora Arbunathy, che vi abitava, lasciò la porta aperta, perché aspettava suo figlio. Il marito dormiva accanto al fuoco; un uomo alto entrò e le sedette accanto. Era seduto da un bel po' quando la donna gli chiese: "In nome di Dio, chi siete?" Egli allora prese su e uscì, dicendo: "Non lasciate mai la porta aperta a quest'ora, vi potrebbe capitare qualcosa di brutto." Lei svegliò il marito e glielo raccontò. "Uno della Buona Gente è stato con noi", disse lui. Probabilmente l'uomo affrontò la signora Stewart a Porta Collina. In vita lei era stata la moglie del pastore protestante. "Non si è mai saputo che il suo spirito abbia fatto del male a qualcuno", dice la gente del villaggio. "Sta solo scontando la sua penitenza sulla Terra." Non lontano da Porta Collina, che lei visitava di frequente, apparve per un breve periodo uno spirito molto più straordinario: luogo prescelto il borro, un sentiero erboso all'estremità ovest del villaggio.  Lì, dove il borro incontrava il villaggio, vivevano in una casupola un imbianchino, Jim Montgomery, e sua moglie.  Avevano diversi figli. Lui, che proveniva da un ceto sociale più alto di quello dei vicini, faceva un po' il damerino. Sua moglie era un donnone; ma lui, che era stato espulso dal coro del villaggio perché beveva, un giorno la bastonò di santa ragione. Quando lo venne a sapere la sorella di lei, accorse, staccò uno degli scuri delle finestre - Montgomery amava l'ordine nelle sue cose e aveva gli scuri all'esterno di ogni finestra - e lo colpì con quello, perché era grande e grossa come sua sorella. Lui minacciò di citarla in tribunale, lei rispose che se ci avesse provato gli avrebbe rotto tutte le ossa. Ma da quel momento non rivolse più la parola alla sorella che si era fatta picchiare da un omettino simile. Jim Montgomery si incattivì sempre più; già da un pezzo la moglie non aveva abbastanza da mangiare, ma orgogliosa com'era, non voleva dirlo a nessuno. Inoltre, spesso, nelle notti fredde, non aveva fuoco.  Se per caso entrava un vicino diceva che l'aveva lasciato spegnere perché stava proprio per andare a letto. E spesso la gente sentiva il marito picchiarla, ma lei non lo raccontò mai ad alcuno. Si era ridotta pelle e ossa. Alla fine capitò che in casa un sabato non ci fu più nulla da mangiare né per lei né per i figli. Allora non ne poté più e andò dal prete e gli chiese un po' di soldi. Questi gli diede trenta scellini. Ma il marito la incontrò, le strappò i soldi e la picchiò. Il lunedì successivo cadde gravemente malata e mandò a chiamare una certa signora Kelly.  La signora Kelly, non appena la vide, esclamò: "Brava donna, ma voi state morendo!" e mandò a chiamare il prete e il dottore. Morì nell'arco di un'ora. Dopo la sua morte, dato che Montgomery non si occupava dei figli, il padrone di casa li fece portare all'ospizio. Erano passate alcune notti da che se ne erano andati quando alla signora Kelly, che tornava per il borro, apparve il fantasma della signora Montgomery, che la seguì. Non la lasciò finché non fu arrivata a casa sua. La donna raccontò il fatto al prete, padre S., un noto studioso di antichità ma non riuscì a farsi credere. Qualche notte più tardi la signora Kelly incontrò il fantasma di nuovo nello stesso posto. Era troppo terrorizzata per farsi tutto il tragitto sino in fondo, si fermò a metà strada per bussare alla casa di un vicino, chiedendo che la facessero entrare. Le risposero che stavano andando a letto. Allora gridò "Non nome di Dio, fatemi entrare o forzo la porta!" Aprirono e così poté sfuggire al fantasma.  L'indomani raccontò di nuovo la casa al prete. Questa volta le credette, e disse che il fantasma l'avrebbe seguita finché non gli avesse rivolto la parola. Incontrò il fantasma una terza volta nel borro. Gli chiese cosa gli impediva di aver requie. Lo spirito gli rispose che i suoi figli dovevano essere tolti dall'ospizio perché nessuno dei suoi parenti c'era mai stato prima e che si dovevano dire tre messe per il riposo della sua anima. "Se mio marito non vi crede, mostrategli questo" e toccò con tre dita il polso della signora Kelly. I punti che aveva toccato diventarono gonfi e neri. Quindi scomparve. Per un po' Montgomery non volle credere che sua moglie era apparsa. "Non si sarebbe mostrata alla signora Kelly", diceva, "avrebbe scelto persone rispettabili cui apparire, lei."  Si convinse con i tre segni e i bambini vennero tolti dall'ospizio. Il prete disse le messe, e l'ombra deve aver trovato requie, perché da quella volta non è più apparsa. In seguito, dopo qualche tempo, Jim Montgomery morì all'ospizio, ridotto in gran miseria per il bere.

Conosco alcuni che credono di aver visto lo spirito senza testa sul molo, e uno che, quando di notte passa lungo il muro del vecchio cimitero, vede una donna con una cuffia dai bordi bianchi, sgattaiolare fuori e seguirlo. L'apparizione lo lascia solo davanti alla porta di casa. La gente del villaggio immagina che lo segua per vendicare qualche torto. "Ti perseguiterò quando sarò morto" è la minaccia preferita. Sua moglie una volta per poco non morì dello spavento per quel che considera un demone sotto forma di cane. Questi sono alcuni degli spiriti all'aperto; i più domestici della loro tribù si riuniscono all'interno, fitti come le rondini sotto le grondaie volte a sud. Una notte una tale signora Nolan stava vegliando il proprio bambino morente in vicolo Fluddy. All'improvviso si udì bussare alla porta. Lei non aprì, temendo che a bussare fosse qualcosa d non umano. Il bussare cessò. Poco dopo, la porta d'ingresso e quella di dietro si spalancarono per richiudersi di colpo. Il marito corse a vedere cosa non andava. Trovò ambedue gli usci sprangati. Il bambino morì. Le porte si aprirono e si chiusero di nuovo come prima. Allora la signora Nolan si ricordò che aveva dimenticato di lasciare aperta, com'è d'uso, una porta o una finestra per la dipartita dell'anima. Questi strani aprirsi e chiudersi e bussare erano avvertimenti e segnali degli spiriti che assistono il morente. Il fantasma di casa di solito è una creatura innocua e benintenzionata. Lo si sopporta il più a lungo possibile. Porta fortuna a quelli che ci vivono insieme. Ricordo due bambine che dormivano con la madre, le sorelle e i fratelli in una stanzetta. Nella stanza c'era anche un fantasma. Vendevano aringhe per le strade di Dublino e non facevano gran caso al fantasma, perché sapevano che avrebbero sempre venduto facilmente il loro pesce finché avessero dormito nella stanza infestata. Ho qualche conoscenza tra la gente dei villaggi dell'ovest che vede i fantasmi: i racconti del Connacht sono molto diversi da quelli di Leinster. Questi spiriti di H. hanno nel loro modo di fare qualcosa di tetro e insieme di prosaico. Compaiono per annunciare una morte, per soddisfare qualche impegno, per riparare un torto, persino per pagare i conti in sospeso - come ha fatto l'altro giorno la figlia di un pescatore - e poi si affrettano a ritrarsi nella quiete. Fanno tutto con ordine e discrezioni. Sono i demoni e non i fantasmi a trasformarsi in gatti bianchi o cani neri. Quella che racconta le storie è povera gente, pescatori seri e posati che scoprono nelle imprese dei fantasmi il fascino della paura. C'è nelle storie dell'ovest una grazia bizzarra, una curiosa stravaganza. La gente che le narra vive nel più bello e selvaggio degli scenari, sotto un cielo perennemente carico di nuvole in fuga, fantastico. Sono agricoltori e operai che di tanto in tanto vanno a pesca. Non temono gli spiriti sino al punto di non divertirsi alle loro imprese come per qualcosa di artistico e di spiritoso. I fantasmi stessi prendono parte alla loro ilarità. In una città occidentale, sul cui pontile deserto cresce l'erba, questi spiriti hanno tanta di quella carica, mi è stato detto, che quando un miscredente si avventurò a dormire in una casa frequentata da loro, lo scaraventarono giù dalla finestra, lui e il suo letto dietro.  Nei villaggi del circondario adottano strani camuffamenti. Un vecchio gentiluomo defunto ruba i cavoli del proprio giardino sotto le sembianze di un grosso coniglio. Un malvagio capitano di mare è rimasto sotto forma di beccaccino, facendo i rumori più orribili. Venne sloggiato solo quando fu abbattuto il muro; allora, una volta fuori dal solido intonaco, il beccaccino scappò fischiando.


Aggiungo anche questa poesia di Yeats


Dove vanno i miei libri

tutte le parole che raccolgo

tutte le parole che scrivo

devono aprire instancabili le ali;

e non fermarsi ma nel loro volo,

fino a giungere là dove è il tuo triste,

triste cuore,

e cantare per te nella notte,

Oltre il luogo ove muovono le acque,

Oscure di Tempesta

O Lucenti di Stelle.





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