Sorridemmo, posando i nostri athame identici sull'altare, uno accanto all'altro. Poi sistemammo le due coppie di candele nere e bianche rimaste nei due angoli superiori dell'altare. In una fila da sinistra a destra, attraverso il centro dell'altare, ponemmo il braciere, un candelabro d'argento con l'ultima candela bianca, un recipiente di ceramica pieno d'acqua e la ciotola di legno piena di sale. Jeanette accese un carboncino e lo pose rapidamente nel braciere, quindi vi versò sopra un po' di incenso da una bottiglietta di vetro. Una densa spirale di fumo intensamente profumato si alzò dal braciere.
"Protezione", disse Jeanette, prevedendo la mia domanda.
Al centro dell'altare, davanti agli strumenti elementali, pose un pentacolo di rame, su cui mise una statua di una Divinità che non avevo mai visto prima. Era chiaramente africana. I suoi lineamenti sembravano allungati - il naso aquilino, il grandi occhi a mandorla, le orecchie strette, i capelli che si sollevavano dalla testa come una corona di onde. Persino i suoi seni erano lunghi e stretti. Tutta la parte superiore del suo busto era coperta da linee di puntini bianchi, mentre la parte inferiore, dalla vita alla punta dei piedi, era decorata con strisce bianche.
"Lei è Oyà", Jeanette enfatizzò la seconda sillaba del suo nome. "è una potente Orisha di Ifa, la religione Yoruba dei miei antenati. Forse è la più potente fra tutte le Dee Africane. è la Dea del vento e del tornado."
Ero sorpresa dal fatto che la nonna di Jeanette, o meglio il suo spirito, le avesse consigliato di lavorare con una Divinità Femminile che manifestava la sua energia attraverso vorticose spirali d'aria, il disegno elementare che continuavo a incontrare.
"Oya è il potere della concentrazione, del cambiamento istantaneo. è la Signora del fiume Niger, sposa di Shango, Orisha del tuono e del fulmine."
E guarda", disse indicando i nostri athame, "tu hai la seconda delle spade."
Dentro di me si accese una scintilla di meraviglia per la magia della Dea. La scintilla di Oya. Jeanette andò un attimo in cucina e tornò con una bottiglia di vino rosso e un cestino pieno di prugne rosse, melanzane e uva (Nota di Lunaria: sembra che Oya ami anche i fagioli)
"Queste sono le offerte tradizionali per Oya. è anche un'Orisha che propizia la magia e i sortilegi. Agisce secondo principi molto misteriosi." (Nota di Lunaria: essendo legata al vento, è anche legata al respiro dei viventi - il pneuma - e quindi ha una valenza ctonia)
"Credo che abbia già cominciato", dissi.
Un sorriso illuminò il volto di Jeanette e in quel momento fu certa che quella sera tutto sarebbe andato per il meglio. Sistemammo le offerte attorno alla statua di Oya, versando il vino nel guscio di una noce di cocco tagliata a metà. Accendemmo le candele e ci sedemmo davanti all'altare, una accanto all'altra. Tenendoci per mano, allineammo le nostre energie.
"Oya è una guerriera grande e potente, la madre di tutte le cose", disse la mia amica, dando inizio all'evocazione.
E, chiudendo gli occhi e concentrandosi, esclamò ad alta voce "OYA!"
"Oya", feci eco io, sbalordita per l'improvvisa sensazione di potere che provai mentre pronunciavo il suo nome.
Jeanette si alzò e mi fece segno di fare altrettanto. Prendemmo i nostri athame dall'altare e lei continuò:
"Signora dei grandi venti, dell'aria che respiriamo, della spirale di forza e giustizia, grande e potente guerriera, Oya, io ti invoco."
Mi prese per mano e insieme girammo intorno all'altare per tre volte in senso orario: io tenevo l'athame nella mano destra, Jeanette nella sinistra. Tornammo davanti all'altare e riponemmo i pugnali sacri. Jeanette prese una zucca e girò per tre volte attorno al tavolino, scuotendola ritmicamente. Alla fine, si fermò e riprese ad agitarla nelle quattro direzioni.
"Questa è un'igba e la si usa per evocare Oya e invitarla nel nostro cerchio", mi spiegò, quando tornò accanto a me.
Ci sedemmo nuovamente e Jeanette riprese a scuotere l'igba. Dopo qualche minuto - o forse dopo ore - cominciai a notare che i rumori della città stavano cambiando. Non erano più caotici ma si erano trasformati in un insieme armonico pneumatici, sirene, motori e voci formavano una pulsazione che ricordava il suono del vento durante una violenta tempesta.
"Oya è qui con noi", sussurrò Jeanette passandomi la zucca.
"Ti spiace continuare ad agitarla al posto mio?"
Annuii, e non tardai a trovare un ritmo regolare che sembrava riunire i rumori che provenivano dall'esterno in una cadenza armonica. Restammo sedute insieme per un po', gli occhi chiusi, le onde di suono che si avvicinavano e si ritiravano attraverso l'aria notturna."
PANTHEON AFRICANO FEMMINILE
DEE DELLA FERTILITà E DEE CREATRICI
- Abuk (Dea dei bambini)
- Asase Yaa (Dea Suprema del Ghana)
- Atai (Moglie di Abassi. La Creatrice degli uomini)
- Nana Buluku
- Ala (Madre Terra, Nigeria)
- Nimba (Dea della fertilità, Guinea)
- Dziva (Dea benevola e tremenda; Zimbabwe)
- Berri: fra i Gallila (Etiopia) convertiti al cristianesimo, maria è considerata al pari di Berri, la loro massima Divinità femminile. Gli Shangama chiamano invece il loro Dio con il duplice nome di Zebi e Beri. (tratto da Ernst Dammann "Religioni Africane")
- Nomkhubulwana: fra gli Zulu quando una fanciulla ha la sua prima mestruazione deve soggiornare parecchie settimane, un tempo persino due mesi, dietro un tramezzo in una capanna, insieme con altre fanciulle puberi. Esse si spalmano di terra rossa ed eseguono canti che hanno un ruolo anche nel culto della Dea della fertilità Nomkhubulwana (tratto da Ernst Dammann "Religioni Africane")
- Ngolimeno: Dea del Togo, "Madre del Popolo degli Spiriti". Ogni anima, prima di nascere, deve farLe visita. Se la Dea sarà soddisfatta, concederà una vita felice.
DEE DEL VENTO, ARIA, CIELO
- Aida Wedo (Dea dell'arcobaleno)
- Ayao (Orisha dell'aria)
- Oya (Dea del vento; è legata anche ai morti, essendo la Dea del respiro. Le si offrono fagioli e melanzane; è la sposa di Shango)
- Yansà (versione brasiliana di Oya)
- Sodza (Sono): aspetto femminile del Dio del temporale Sogbla (Sogble, Sotsu); il Dio maschile si palesa nel boato del tuono, la Dea nel sordo brontolio. Sodza ha gradatamente acquistato importanza e da Lei dipendono pioggia e fertilità, nonché i prodotti dei campi e della foresta e i frutti della caccia; è messa alla pari del Dio celeste Mawu e chiamata pure col nome Odumangama.
DEE DELLA SESSUALITà
- Oshun (la Venere Africana. Ama il giallo ed è legata ai fiumi, in Nigeria)
- Oduda, "la Nera" (Dea del sesso e prostituzione in Benin e Dahomey, legata al serpente)
- Iyami (legata alla stregoneria, l'ojiji. L'ho trovata citata in "Bahia" di Jorge Amado. Ai piedi di questa Dea molto iraconda e sessuale si posano le civette e il suo nome deriva dal nome di un uccello africano. Quando si pronuncia il suo nome ci si alza in segno di rispetto e chi è in piedi fa la riverenza)
- Erzulie: esistono vari aspetti di Erzulie: più di 28. Ama i profumi, il maiale, il rum, i fagioli, le patate, le sigarette, i coltelli. è madre, ma anche civettuola e frivola. Erzulie Dantò è muta, si è fatta mutilare la lingua ai tempi della rivoluzione haitiana, sottoscrivendo un patto con gli haitiani.
- Pomba Gira (Brasile; esistono varie versione di questa Dea.)
- Minona (Benin; Dea protettrice delle donne e madre di Mawu, la Dea che forma la coppia androgina con Lissa)
- Qandisa: Dea del sesso in Marocco, poi degrata a demone con l'arrivo dell'islam. Vive nei fiumi.
DEE DI VARIE Attività
- Ayizan: Loa del commercio ad Haiti.
- Aha Njoku (Nigeria; Dea del cibo, soprattutto igname)
- Marimba (Dea della musica)
- Ko (Dea della caccia)
- Yewa (Vergine Guerriera, simile ad Athena. I suoi animali sono il piccione e l'anatra; è legata ai fiumi e alle fonti. Ad Haiti ha una valenza ctonia, legata ai morti; forse - mia supposizione - perché essendo vergine viene vista come "anti-vita")
- Tenga: Dea della giustizia in Senegal. Rappresenta la morale e la libertà. è legata al terreno, in quanto potente Dea della terra.
DEE DELL'ACQUA E DELLA NATURA
- Guabancex (Dea delle acque e delle tempeste, venerata dagli Indiani Taino ad Haiti)
- Hara Ke (Dea dell'acqua dolce)
- Mujaji (Dea della pioggia)
- Obba (Dea dei fiumi e del matrimonio)
- Yemanja (Dea del mare in Brasile. è la madre di tutti gli Dei/Orishas; madre di Oya, quindi si può rappresentare in aspetto di Trinità: Oya-YemanjaOshun; è una Dea Madre, legata al mare, ma possiede anche un aspetto tremendo. I suoi colori sono il bianco e l'azzurro, le si offrono fiori, perle, lapislazzuli, cristalli)
- Simile a Yemanja è Mami Wata e la sua versione sincretista è Marta la Dominadora.
- Gamboa (Dea della giungla)
- Aja (Dea delle erbe medicinali in Nigeria)
- Gleti e Ngama (Ghana): Dee della Luna
- Inkosazana (Zulu): Dea del grano
- Mbabamwana Waresa (Zulu): Dea della birra
- Sodza (Sono): aspetto femminile del Dio del temporale Sogbla (Sogble, Sotsu); il Dio maschile si palesa nel boato del tuono, la Dea nel sordo brontolio. Sodza ha gradatamente acquistato importanza e da Lei dipendono pioggia e fertilità, nonché i prodotti dei campi e della foresta e i frutti della caccia; è messa alla pari del Dio celeste Mawu e chiamata pure col nome Odumangama.
- Atete: fra i Galla (Etiopia) convertiti al cristianesimo, maria occupa un posto di primo piano accanto a Waqa, l'Essere Supremo ed è identificata in Atete, una Dea della vegetazione, alla quale rivolgono questa preghiera: "O Atete, è giunto il tempo della tua festa. Ascoltaci o Maràm!". Il nome 'Ateté è quasi certamente spiegabile con l'amharico 'atet, felicità/ricchezza; un'altra questione è se dietro a questa figura si cela una generica Divinità femminile semitica, la cui origine si possa far risalire agli antichi tempi. (tratto da Ernst Dammann "Religioni Africane")
- Kianda, Dea del mare in Angola - Awa, Dea del Niger, presente nel pantheon Ghimbala. è una Dea dell'acqua, il suo colore preferito è il bianco.
- Nyarvirazi, Dea Leonessa in Rwanda. Vedi il collegamento con l'egizia Sekhmet.
DEE CTONIE
- Nowa (Dea sciamana adorata in Liberia e Sierra Leone)
- Marinette (esistono diversi aspetti di Marinette; è il Loa della notte, degli incubi, dei mostri, della criminalità)
- Gbadu (Dea del destino, in Benin, figlia di Mawu Lissa)
- Maman Brigitte (la Signora dei cimiteri, insieme al marito Baron Samedi; è legata alle farfalle, che simboleggiano la brevità della vita)
DEE SOLARI:
- Anyanwu (Nigeria)
- Asis (Kenya)
- Khwezi (Zulu)
- Mukuru (Namibia)
- Nefertum (Egitto)
- Nomalanga (Zimbabwe)
- Nyambi (Zambia)
- Orun (Yoruba)
- Taitu (Etiopia)
- Tsehai (Etiopia)
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/il-dio-mantide-dei-boscimani.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/estetica-africana-trucco-scarificazioni.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/ntu.html