Polinesia\Melanesia\Maori (2) Teofagia e smembramento nel mito di Walutahanga e il Pesce

Uno scritto di Lunaria

Sul web, mi è capitato di trovare un sito dedicato ai francobolli, 
 http://www.seemotive.de/html/mermaid.htm
che celebrava una serie di francobolli da collezione proveniente da paesi come l'Australia, la Melanesia, le Filippine o la Thailandia. La cosa interessante è che i francobolli erano illustrati con personaggi mitologici. Tra i tanti, mi ha colpito soprattutto questo:



così ho tradotto il mito; in azzurro evidenzio gli elementi-chiave che commenterò.

Walutahanga (dalla Melanesia)

La Dea Serpente con otto spire nacque da una madre umana: la donna fu spaventata da suo marito e nascose la bimba-serpente. Ma lui scoprì l'inganno, e fu così shoccato, che tagliò Walutahanga in otto pezzi. Dopo otto giorni di pioggia, il corpo della bimba si ricongiunse tutto insieme.
Walutahanga viaggiò per diverse isole, tormentando gli esseri umani per vendicarsi del suo omicidio. Catturata, fu di nuovo tagliata in otto pezzi; tutti, tranne una donna e sua figlia, mangiarono il suo corpo e gettarono le ossa nel mare. Piovve di nuovo per otto giorni; le ossa, sul fondo del mare, formarono di nuovo il corpo della Dea.
Per punire l'umanità, Walutahanga ricoprì le isole con otto enormi onde, che uccisero tutti, tranne la donna e sua figlia, le uniche che non mangiarono la carne della Dea. La Dea diede loro molti doni, inclusi la noce di cocco e ruscelli, prima di ritirarsi nell'oceano.

è un mito interessante perché ha diversi elementi che sono presenti in altre culture: una Dea Serpente, che è associata all'oceano, quindi alla distesa delle acque, lo smembramento della Dea e il cibarsi delle sue carni (teofagia > "mangiare Dio").  Sono elementi che ora analizzerò singolarmente.

La Dea Serpente: similmente ad altre culture, anche qui c'è una Dea Serpente all'origine di tutto. Creta, India, Cina antica, Africa, cultura semita ed egiziana, sono tutti paesi caratterizzati da mitologie che onoravano il serpente come Dea o animale che si accompagnava alla Dea.


Coatlicue, Dea Azteca, aveva persino la testa formata da due serpenti che si guardavano di profilo!, oltre che la gonna di serpenti!


 è utile riportare questo approfondimento sul serpente, per capire perché nel contesto monoteista è stato demonizzato: http://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-3-il-serpente-dagon-e.html

Riane Eisler e altre autrici (tra cui anche diverse donne che si occupano di esegesi) hanno ipotizzato che Eva, "la donna della genesi" sia in realtà un simbolo o un'allegoria rappresentante la Grande Dea, detronizzata da javè. Difatti, nella genesi, il serpente si avvicina alla "donna" che poi darà "il frutto" "all'uomo"; le Sacerdotesse rappresentavano le Dee, erano mediatrici e in più maneggiavano anche i serpenti (pratica che esiste ancora in India e la statuetta della Dea di Creta lascerebbe intendere che questa pratica fosse diffusa anche lì); da sempre il serpente è associato più alle Dee che non agli Dei maschili, e difatti Eva si associa al serpente (ovviamente, in forma degradata, nella mentalità monoteista). 


Abbiamo visto prima diverse Dee, soprattutto induiste, ancora adorate: sono sempre associate ai serpenti. In più anche Giunone, che mi risulta che sia stata la prima Dea della nostra zona geografica, era associata al serpente (ai suoi piedi), insieme ad Angitia.

In altre parole, Eva non sarebbe altro che una vicenda allegorica: la Dea e la sua sacerdotessa sopraffatta dal dio patriarcale javè e dai suoi sacerdoti.

Come abbiamo visto, in tante culture il serpente era associato alla Dea e\o alla donna ed è stato particolarmente nel monoteismo che è stato pervertito come simbolo del male.


Torniamo al mito melanesiano.
 

Abbiamo visto prima che: "La Dea Serpente con otto spire nacque da una madre umana";
potrebbe essere un'allegoria per indicare che la Dea viene rappresentata in terra da una Sacerdotessa che metaforicamente le dà la nascita; non escludo che gli antichi vedessero nel cordone ombelicale che lega la madre al bambino appena partorito una sorta di serpente. Da qui, l'associare il serpente alla Vita.

Vediamo poi che il marito (simbolo maschile, forse un sacerdote?) resta shoccato, e taglia Walutahanga in otto pezzi; forse qui si allude ad un rituale cannibalico o necrofagico, pratiche comuni in Oceania; vero o allegorico che sia il tagliare a pezzi un corpo, soprattutto se è "divino" nel racconto mitologico, è un tema che ritroviamo anche in altre culture: la sumera Tiamat è fatta a pezzi dal dio maschile - non a caso - Marduk; Chinnamasta è una Dea decapitata, come Renuka; Sati è fatta a pezzi e da ciascuna parte del suo cadavere smembrato, che tocca terra, nasce una Dea; vedi gli Shaktipeetahs, i luoghi di pellegrinaggio indù, oppure il culto delle teste mozzate:
http://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/irlanda-8-il-culto-delle-teste.html 

Anche Osiride e Gesù sono divinità fatti a pezzi o macellati.

Il mito ci fa sapere anche che:

"Catturata, fu di nuovo tagliata in otto pezzi; tutti, tranne una donna e sua figlia, mangiarono il suo corpo e gettarono le ossa nel mare. Piovve di nuovo per otto giorni; le ossa, sul fondo del mare, formarono di nuovo il corpo della Dea. Per punire l'umanità, Walutahanga ricoprì le isole con otto enormi onde, che uccisero tutti, tranne la donna e sua figlia, le uniche che non mangiarono la carne della Dea."

Il cannibalismo simbolico, il "mangiare Dio, il corpo di Dio", la Teofagia, è un altro simbolismo rituale molto diffuso. Soprattutto il cristianesimo è una forma di cannibalismo e di vampirismo simbolici.
Infatti i cristiani "si sentono salvati, purificati" dal sangue di gesù,  che si è fatto macellare per loro ("agnello di dio" è uno dei titoli di gesù); si sentono "partecipi di lui" mangiando la sua carne, l'ostia e bevendo il suo sangue: il pane e il vino. Si noti come in tutta la vicenda viene calcato e ribadito il sadismo della mattanza.




Potrebbe essere che il mito di Walutahanga simboleggiasse un banchetto rituale, dove "la carne della Dea", forse una vittima umana che la impersonava e che veniva sacrificata, venisse consumata dalla comunità, forse ad eccezione delle donne, perché nel mito sono proprio due donne a non mangiare la carne della Dea. Il fatto che la carne della Dea fosse associata alle onde e al mare lascerebbe intendere che forse il banchetto eucaristico serviva per ottenere la prosperità per la pesca e che comunque forse le venissero immolate delle vittime per placare la sua ira. Il pesce era associato ad Atargatis, altra Dea, rappresentata anche a forma sirenoide, che prevedeva una sorta di banchetto eucaristico a base di pesce; anche Tanit, adorata in tutto il Mediterraneo, era associata al pesce. (e alla mano, come dimostravo qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/marocco-litolatria-gioielli-magici-mano.html )


 Il pesce o comunque, forme sirenoidi, sono presenti anche nell'inuit Sedna, nell'africana Erzulie laSiren, nell'indù Chandrasini


peraltro associata anche alla falce di luna, perché la luna governa le maree.



Anche Kaveri è associata al pesce
 





Del resto, tutti abbiamo in mente la sirena
 


proprio perché il pesce si associava di più alle Dee, e quindi al femminile.

Il maschio della sirena era il tritone


peraltro decisamente mostruoso rispetto alla controparte femminile, che come si sa era giudicata "seducente e ammaliante", ma che non è entrato nell'immaginario collettivo tanto quanto la sirena; comunque anche Dagon era un dio marino, e anche Vishnu ha forma di pesce, tra le altre sue forme - sì, è un dio mutaforma -


Peraltro facendo una ricerca su un elenco di divinità indù sono riuscita a risalire anche ad un'altra Dea della pesca, anche se a quanto ne so non esistono immagini o più probabilmente viene rappresentata sotto forma di pesce pescato: Bentakumari è una Dea dell'Acqua, del periodo assamese dell'India (una Dea minore): la Dea è la legittima proprietaria di tutti i pesci, delle tartarughe e coccodrilli. Il primo pesce catturato nella rete del pescatore veniva offerto a Lei. Ha similitudini con tutte le Dee acquatiche indù: Ganga, Kaveri, Khodiyar.


Vediamo come prosegue il mito melanesiano:

"La Dea diede loro molti doni, inclusi la noce di cocco e ruscelli, prima di ritirarsi nell'oceano."

La conclusione lascerebbe intendere che il rito cannibalico doveva servire a favorire la prosperità, sia per la frutta (cocco), sia per la pesca o contro i periodi di siccità (ruscelli).
Queste sono le mie ipotesi relative a questo mito melanesiano, che presenta questi elementi in comune con altre culture. Suggerisco comunque di leggere Mircea Eliade "Trattato di Storia delle Religioni" per approfondire tutti gli aspetti del Sacro che qui ho sintetizzato.