Il Romanticismo Italiano in Pittura: Francesco Hayez

Inizio da oggi a riportare anche qui i miei molti studi inerenti l'Arte. Ci troverete diversi commenti introduttivi ai pittori o alle correnti artistiche che mi piacciono, inclusa l'arte non occidentale (africana, cinese ecc.) 
(ammesso e non concesso che riuscirò mai a riportare i millemila pdf che ho fatto...) 

Intanto partiamo con Francesco Hayez… tra l'altro stavo pensando di trattare anche il Risorgimento Italiano… 

Qui avevamo già visto i quadri rinascimentali che mi piacciono:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/arte-rinascimentale.html
qui un'introduzione alle Avanguardie https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/introduzione-alle-avanguardie-e-al.html
Qui trovate molti altri pittori: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/pittori-del-seicento-settecento.html
I grandi pittori dell'800 https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/breve-introduzione-allarte-dellottocento.html
Pittori del Meridione: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/ottocento-italiano-1-i-pittori.html
Qui un approfondimento sul Romanticismo Inglese: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/il-romanticismo-inglese-e-la.html
https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/08/introduzione-al-romanticismo-inglese-in.html
e sui Preraffaeliti: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/i-preraffaeliti.html

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Info tratte da


In una situazione analoga politicamente a quella della Germania, con una divisione sofferta in piccoli Stati aggravata dalla presenza straniera, l'Italia respira nel secondo decennio dell'Ottocento un clima risorgimentale e i suoi ingegni più moderni sono attenti alla cultura europea, di cui leggono con amore gli autori. Le discussioni animano i caffé e giornali come "Il conciliatore" tentano di trovare un accordo tra il Classicismo di cui è impregnata la nostra cultura e lo spirito libero e popolare proprio del Romanticismo. Il fervore risorgimentale ha bisogno di essere propagandato e il Romanticismo da un lato è la conseguenza di questo clima, dall'altro lo alimenta come le opere di Verdi che, musicando soggetti storici con chiari riferimenti al presente, infiammavano gli animi nei teatri. Nei cori struggenti del "Nabucco", dei "Lombardi alla prima crociata" e più tardi nei "Vespri Siciliani", 
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/i-vespri-siciliani.html
il popolo italiano rivedeva se stesso nelle proprie vicende presenti e si commuoveva. 

E del melodramma che ebbe larghissimi, entusiastici consensi di pubblico, risente gran parte della produzione di Francesco Hayez, il più conosciuto dei nostri pittori romantici.

Francesco Hayez nasce a Venezia il 10 febbraio 1791 in una famiglia poverissima. A sei anni manifesta una naturale inclinazione al disegno, frequenta un intenso corso di studi artistici e va a Roma nel 1809 dove viene preso sotto la protezione di Antonio Canova, suo grande maestro. Successivamente, tornerà a Venezia e poi a Roma. Nel 1820 visita Milano e conosce molti intellettuali lombardi, tra cui Alessandro Manzoni. Nel 1822 viene nominato supplente all'Accademia di Brera e si trasferisce con tutta la famiglia a Milano, prendendo alloggio in via della Spiga. I suoi lavori sono tutti accolti come grandi capolavori. Nel 1836 è ricevuto dall'Imperatore e da Metternich e viene eletto membro dell'Accademia di Vienna. Viaggerà a Napoli e a Bologna ma Milano resterà la sua città d'adozione. Muore il 21 dicembre 1882, carico di onori.
Il recupero sentimentale e storico del periodo medioevale, già diffuso dalla musica verdiana, si riversa nell'arte dell'Hayez con qualche artificiosità tipica degli spettacoli teatrali. L'intento di riproporre alle masse nobili valori fa sì che il pittore non riesca a sciogliersi completamente dagli schemi neoclassici che in teoria, in quanto romantico, combatteva.
Il primo quadro che lo renderà famoso, "Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri a Pontremoli" (1820) 



è sì un manifesto del Romanticismo Storico, per il gesto drammatico, la coloritura accesa, l'episodio rappresentato, ma l'impianto analogo a quello neoclassico, conferisce alla scena una certa freddezza.

Tuttavia il quadro fu osannato e il successo ottenuto a Milano lo invoglia a trasferirsi in quella città, dove esprime il meglio della sua pittura nei ritratti di gentiluomini e gentildonne lombardi, in una esaltazione di nobili valori di sentimento, di intelletto, d'amor patrio.







"I Vespri Siciliani"









Ma certo che Francesco Hayez avrebbe ritratto anche me, se fossi vissuta nell'Ottocento… avrebbe immortalato i miei capelli corvini…!

La società lombarda del tempo, anche se ridotta a feudo asburgico, viveva una stagione opulenta frutto di un assiduo lavoro imprenditoriale. Le dame, avvolte in fruscianti crinoline di seta nera, il colore prediletto dalla moda romantica, tenevano salotti letterari e si occupavano di beneficenza, frequentavano teatri e organizzavano grandi balli in maschera. 

Nota di Lunaria: ricordiamo una delle più famose donne del Risorgimento Italiano: Cristina di Belgioioso, patriota, scrittrice, pittrice e proto-femminista https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/alle-origini-dellanticristianesimo.html



Qualcosa mi dice che io e Cristina saremmo state ottime amiche…

è questa società del tempo che è rappresentata dai dipinti dell'artista, nei quali oltre alla verosimiglianza fotografica, non è trascurata l'indagine psicologica penetrante e raffinata: nella "Famiglia Borri-Stampa" viene esaltato il senso di unità e la serenità degli affetti; le figure femminili sono rappresentate con le loro rigorose e severe pettinature di capelli a bande lisce divisi sulla fronte per esaltare il pallore del viso e l'intensità dello sguardo; in queste figure è indagato tutto un mondo interiore intessuto di disciplina, struggente malinconia, ansie o frustrazioni muliebri.




Ma è a un bacio che l'Hayez ha affidato la sua popolarità. "Il bacio", riprodotto a iosa su cartoni, stampe pubblicitarie ecc., segno che ancora oggi il realismo emozionante della scena è capace di colpire la fantasia popolare che all'epoca vi aveva visto un tributo al milite risorgimentale in partenza per la seconda guerra d'indipendenza.
 


Nota di Lunaria: infatti, questo quadro non celebra tanto "un bacio d'amore", quanto le istanze e le aspirazioni risorgimentali, celate, per sfuggire alla censura austriaca, nel saluto del patriota all'amata.


Altri poeti romantici di questo periodo furono Antonio Fontanesi (nelle cui tele rivela il sentimento commosso che lo avvicina alla natura) e Giacinto Gigante, che si dedicò alla ricerca degli effetti naturali di luce; i suoi acquerelli, soprattutto paesaggi, hanno una freschezza  e spontaneità che lo avvicinano a Corot. 
Infine, una citazione anche per un pittore russo di origine francese, Karl Pavlovic Brjulov ("L'ultimo giorno di Pompei", 1833) e Giovanni Carnovali detto il Piccio.

Nota di Lunaria: a mali estremi, estremi rimedi, e visto che si va di male in peggio, devo pur ingegnarmi per far propaganda a certe cose... Perciò "sfruttando" la popolarità dell'Hayez, e il fatto che lo scritto sarà trovato da chiunque digiti "Hayez" su google, uso il suo nome come cassa di risonanza per far pubblicità a questa pittrice, tra le prime in Italia, praticamente non conosciuta da nessuno e neanche riportata in mezza riga sui nostri "libri scolastici": Rosa Mezzera


APPROFONDIMENTO SU ROSA MEZZERA

Info tratte da



Il paesaggio di Rosa Mezzera (Bergamo 1780 circa - Roma 1826) veniva presentato all'Esposizione di Belle Arti di Brera nel 1810 come prova di pensionato straordinario a Roma, città in cui la pittrice risiedeva da ormai quattro anni e da cui inviava paesaggi e vedute ideali dell'agro romano che il Caimi giudicherà più tardi "senza originalità" perché "si accosta troppo servilmente allo stile seguito allora in quella città". In realtà i paesaggi della Mezzera godevano di una buona considerazione da parte della critica (un dipinto "Cascatelle di Tivoli", forse questo, partecipava nel 1809 alla celebre mostra tenutasi in Campidoglio), ed erano esposti a Brera accanto alle opere di soggetto sacro di Giuseppe Diotti o a quelle mitologiche di Antonio Calliani. In questo modo le vedute che la Mezzera inviava da Roma tenevano aggiornati il panorama artistico e accademico lombardo visto che, nei primi decenni dell'Ottocento, alle Esposizioni la pittura di paesaggio era ancora affidata agli esempi dei tedeschi e, tra l'altro, bisognerà attendere il 1838 per vedere a Brera l'affidamento della tanta auspicata cattedra di Paesaggio al professor Giuseppe Bisi


In questo dipinto la Mezzera sceglie di ritrarre un luogo molto caro ai paesisti che studiavano a Roma, come ricordava anche il pittore Francesco Hayez che, nel 1812, segnalava in quel sito la presenza di artisti quali Woogd, Verstappen e Chauvin impegnati nello studio "dal vero"; anche Giuseppe Tambroni, nel 1814, nel suo "Cenno intorno allo stato attuale di Belle Arti in Roma", confermava l'importanza dello studio del paesaggio en plein air: "Questo genere di pittura non può essere trattato grandiosamente fuori che in Roma, ove per la qualità degli Arbori sempre verdi, per la bellezza del Cielo, per la maestà delle antiche rovine che formano e nobilitano i punti di vista, l'immaginazione dei Pittori si esalta e si aggrandisce."
Il panorama di Tivoli, infatti, si prestava bene alle composizioni pittoriche degli artisti che lì riuscivano a cogliere e coniugare quelle nuove visioni che si erano fatte strada tra gli intellettuali sin dalla metà del XVIII secolo: la "grazia intellettuale", le rovine antiche, il "Sublime" delle cascate.

Abbandonato lo stereotipo fascinoso della cascata (*), con la sua caduta eccezionale e fragorosa, la Mezzera sceglie di impostare la tela in una composta e pacata veduta, secondo uno schema ancora neoclassico, in cui la ricostruzione ideale del borgo di Tivoli e le figure, rigorosamente in vesti antiche, diventano elementi fondamentali su cui fa perno questo "paesaggio arcadico".

Con molta probabilità il dipinto della Mezzera potrebbe essere una delle opere esposte nella Pinacoteca, nella sala XIII o nella IV, dove erano raccolti "i diversi paesi mandati come saggio", come riportato nella "Guida" del 1822. 





(*) dipinta anche da altri artisti:

Una breve citazione anche per altre pittrici che OVVIAMENTE NON TROVERETE CITATE SUI LIBRI DI SCUOLA… ma certo che NO, altrimenti se questi nomi di donne pittrici, scrittrici, 
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/louisa-may-alcott-e-qualche-precisazione.html
poetesse, https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/le-donne-non-hanno-mai-fatto-niente.html
musiciste https://it.wikipedia.org/wiki/Maddalena_Casulana
scienziate e dottoresse, https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/la-matematica-cinese-e-wang-zhenyi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/dottoresse-nellantichita.html
avvocate (in piena epoca romana antica) https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlOdPdy7rdKVvAkfP0dUFv5hb-C-ZT_YoiUL_2AXOnasMd4PiTdJSctUTT2zpwiVW5ZD5pDxs0oFDu0t0Yco6omV9awxkXpBCGgsQz1YpD-wkte91c-3WDAuKXwtuPPyTS_KeDxz7XlcQ/s1600/8.JPG
Se queste cosine diventano di dominio pubblico, venendo insegnate fin dalle scuole medie,
come si fa a sostenere che "Le donne non hanno mai fatto niente, nella Storia…" ?










Per approfondimenti sulle Pittrici Rinascimentali e Barocche, vedi questo mastodontico volume:


Già che ci sono aggiungo pure Giuseppe Molteni












e Pelagio Pelagi