Comunque, salvando il salvabile di un periodo così cruento dal punto di vista di oscurantismo religioso, si può sicuramente apprezzare l'arte e la letteratura del periodo (anche se pesantemente inficiata di riferimenti cristiani, il più delle volte, e con un linguaggio che ormai a noi risulta quasi incomprensibile, in certi passaggi) così qui aggiungerò delle brevi analisi ai grandi capolavori di quel periodo (scelti tra quelli che mi piacciono).
Qui abbiamo visto la poesia: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/gli-uomini-del-rinascimento.html
(a proposito: per i deficienti negazionisti ignoranti, nel Rinascimento ci sono state diverse donne letterate e poetesse che già all'epoca ebbero un successo stratosferico)
Qui abbiamo visto i due autori più celebri: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/lorlando-furioso-riassunto.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/analisi-ai-personaggi-di-la-gerusalemme.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/dipinti-e-incisioni-depoca-dedicate-ai.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/dipinti-e-incisioni-depoca-dedicate-ai.html
Leonardo da Vinci: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/i-quattro-elementi-i-mutamenti-di-stato.html
Tra l'altro ho un mucchio di altra roba da impaginare… quindi tempo al tempo e piano piano riporterò anche altre analisi ai pittori e alle pittrici che mi piacciono, come Hayez
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/il-romanticismo-italiano-in-pittura.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/pittori-del-seicento-settecento.html
^_^ (qui avevo già messo una breve introduzione: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/introduzione-alle-avanguardie-e-al.html)
P.s qui trovate un'analisi all'esoterismo rinascimentale
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/alchimia-magia-e-astrologia-nel.html e altra arte rinascimentale: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/altra-arte-rinascimentale.html https://intervistemetal.blogspot.com/2023/05/ancora-arte-rinascimentale.html
Tra l'altro ho un mucchio di altra roba da impaginare… quindi tempo al tempo e piano piano riporterò anche altre analisi ai pittori e alle pittrici che mi piacciono, come Hayez
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/il-romanticismo-italiano-in-pittura.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/pittori-del-seicento-settecento.html
^_^ (qui avevo già messo una breve introduzione: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/introduzione-alle-avanguardie-e-al.html)
P.s qui trovate un'analisi all'esoterismo rinascimentale
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/alchimia-magia-e-astrologia-nel.html e altra arte rinascimentale: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/altra-arte-rinascimentale.html https://intervistemetal.blogspot.com/2023/05/ancora-arte-rinascimentale.html
Pisanello e Carpaccio: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/rubens-pisanello-carpaccio-e-il.html
Giorgione https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/i-dipinti-di-giorgione-nei-dettagli.html
"FLORA" di TIZIANO
Alla delicata fanciulla fu dato il titolo di "Flora" da Pieter de Jode, che ne fece un'incisione nel 1634, aggiungendo versi dedicati alla Dea.
Forse l'allegoria di Flora ritrae una futura sposa la cui identità ci è rimasta ignota.
Dipinta da Tiziano, è una delle più famose immagini di femminilità ispirata al classicismo giorgionesco; l'iconografia ricorda anche la Dea nuda sul sarcofago dell'"Amor sacro e profano" della Galleria Borghese.
La composizione, molto semplice, ci mostra la Dea con il corpo di prospetto, il capo inclinato lievemente; i capelli mossi sono color biondo ramato, la mano destra, ricolma di fiori, è protesa verso l'osservatore. Tra le foglie e i fiori si intravede l'anello di fidanzamento, pegno dell'amore coniugale, un particolare che ritroveremo nella Venere di Urbino.
La particolare disposizione delle dita indica che la fanciulla, promessa sposa, perderà presto la verginità.
L'ampia veste immacolata, con le sue pieghe, contrasta con il rosa delicato della seta che la fanciulla stringe al corpo.
***
Info tratte da
"FLORA" di TIZIANO
Alla delicata fanciulla fu dato il titolo di "Flora" da Pieter de Jode, che ne fece un'incisione nel 1634, aggiungendo versi dedicati alla Dea.
Forse l'allegoria di Flora ritrae una futura sposa la cui identità ci è rimasta ignota.
Dipinta da Tiziano, è una delle più famose immagini di femminilità ispirata al classicismo giorgionesco; l'iconografia ricorda anche la Dea nuda sul sarcofago dell'"Amor sacro e profano" della Galleria Borghese.
La composizione, molto semplice, ci mostra la Dea con il corpo di prospetto, il capo inclinato lievemente; i capelli mossi sono color biondo ramato, la mano destra, ricolma di fiori, è protesa verso l'osservatore. Tra le foglie e i fiori si intravede l'anello di fidanzamento, pegno dell'amore coniugale, un particolare che ritroveremo nella Venere di Urbino.
La particolare disposizione delle dita indica che la fanciulla, promessa sposa, perderà presto la verginità.
L'ampia veste immacolata, con le sue pieghe, contrasta con il rosa delicato della seta che la fanciulla stringe al corpo.
"LA VENERE DI URBINO" di TIZIANO
Uno dei capolavori più celebri di Tiziano, "La Venere di Urbino", che venne dipinto nel 1538. Fu eseguito su commissione di Guidobaldo II della Rovere, duca di Camerino e poi di Urbino.
è inevitabile il confronto con la Venere Dormiente di Giorgione. Un critico ha ipotizzato che questo dipinto, con la donna dai lunghi capelli sensualmente sciolti sulle spalle, avesse il compito di istruire la giovane Giulia Varano, moglie di Guidobaldo.
Lo stile di Tiziano ci mostra nuovamente una Venere nuda e sensuale, adagiata sui cuscini di un letto con raffinati tessuti vellutati.
La luce morbida e rosata del tramonto entra dalle finestre nelle stanze del palazzo e illumina le ancelle sullo sfondo.
Il ritratto raffigura Lucrezia di Gismondo Pucci, moglie di Bartolomeo Panciatichi, ambasciatore in Francia di Cosimo I de'Medici. I due coniugi avevano aderito al culto ugonotto e vennero processati nel 1552 dall'Inquisizione, che li costrinse all'abiura. Il dipinto, però, venne eseguito prima del processo inquisitoriale, anche se lo sguardo di Lucrezia sembra presagire già l'infausta vicenda.
Il pittore ha dipinto numerosi dettagli che mostrano l'eleganza e la raffinatezza dell'abito e dei monili della gentildonna.
"PALLADE E IL CENTAURO" di SANDRO BOTTICELLI (1482)
Questo dipinto si trova nell'abitazione di Lorenzo di Pierfrancesco a palazzo Medici. Il quadro mostra la Dea Pallade Atena mentre con gesto delicato, stringe un ricciolo della chioma selvaggia del centauro.
Nello sguardo malinconico della Dea scorgiamo l'attrazione verso la natura selvaggia del centauro.
è un'allegoria ispirata a due nature in contrasto, cioè lo Spirito e la Ragione; sullo sfondo vediamo lo scenario di una veduta marina con veliero.
La Dea porta l'alabarda, in quanto Dea Pagana.
Si notino la sensualità femminile e l'eleganza sofisticata dell'abito ornato con serti di ulivo e ricamato con lo stemma dei tre anelli con diamante intrecciati.
Sembra che il pittore lo abbia dipinto dopo il suo viaggio a Roma, e il centauro probabilmente è tratto da un antico sarcofago di epoca classica.
Forse il committente fu Lorenzo il Magnifico.
MADONNA DEL MAGNIFICAT, di SANDRO BOTTICELLI (1483)
Il tondo, di cui si ignora il committente, deriva il titolo dal salmo che la madonna sta tracciando a penna sul codice aperto e sorretto dagli angeli.
"Magnificat anima mea", è l'incipit del cantico che maria rivolge a dio mentre sta facendo visita ad elisabetta, incinta di giovanni battista.
Le figure sono inserite in un oculo.
In lontananza si intravede un paesaggio campestre attraversato da un fiume.
Anche questa madonna di Botticelli è avvolta da veli impalpabili, ricamati d'oro alla maniera di Filippo Lippi. Altri nastri di velo ricamato si intersecano nella corana di stelle che scintilla sotto il pallido astro, simbolo dello spirito santo.
Il melograno, frutto rosso, che maria e gesù bambino stringono nelle mani indica la futura passione di cristo, che verserà il suo sangue.
Uno dei capolavori più celebri di Tiziano, "La Venere di Urbino", che venne dipinto nel 1538. Fu eseguito su commissione di Guidobaldo II della Rovere, duca di Camerino e poi di Urbino.
è inevitabile il confronto con la Venere Dormiente di Giorgione. Un critico ha ipotizzato che questo dipinto, con la donna dai lunghi capelli sensualmente sciolti sulle spalle, avesse il compito di istruire la giovane Giulia Varano, moglie di Guidobaldo.
Lo stile di Tiziano ci mostra nuovamente una Venere nuda e sensuale, adagiata sui cuscini di un letto con raffinati tessuti vellutati.
La luce morbida e rosata del tramonto entra dalle finestre nelle stanze del palazzo e illumina le ancelle sullo sfondo.
Qui trovate approfondimenti su Tiziano: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/breve-introduzione-alla-pittura-di.html
"LUCREZIA" di AGNOLO BRONZINO (1541)
Il ritratto raffigura Lucrezia di Gismondo Pucci, moglie di Bartolomeo Panciatichi, ambasciatore in Francia di Cosimo I de'Medici. I due coniugi avevano aderito al culto ugonotto e vennero processati nel 1552 dall'Inquisizione, che li costrinse all'abiura. Il dipinto, però, venne eseguito prima del processo inquisitoriale, anche se lo sguardo di Lucrezia sembra presagire già l'infausta vicenda.
Il pittore ha dipinto numerosi dettagli che mostrano l'eleganza e la raffinatezza dell'abito e dei monili della gentildonna.
Sulle placchette in oro e smalto della collana di Lucrezia c'è la scritta "san fin amour dure", ricordo del tempo in cui la coppia soggiornava a Lione.
"LA PRIMAVERA" di BOTTICELLI (1482)
Il dipinto più famoso degli Uffizi, una sublimazione dell'amore sensuale, fu commissionato da Lorenzo di Pierfrancesco de'Medici, cugino del Magnifico.
L'opera abbelliva una sala della villa medicea del Castello, presso Firenze. Nel 1815 il dipinto entrò agli Uffizi.
L'allegoria sembra ispirata ai testi di Ovidio e Lucrezio, ma soprattutto ai versi delle stanze per la giostra di Giuliano de' Medici, scritti da Agnolo Poliziano, amico dei Medici e di Botticelli.
Poliziano descrive le Tre Grazie danzanti sotto il tiro di Cupido, dio dell'Amore,
L'allegoria sembra ispirata ai testi di Ovidio e Lucrezio, ma soprattutto ai versi delle stanze per la giostra di Giuliano de' Medici, scritti da Agnolo Poliziano, amico dei Medici e di Botticelli.
Poliziano descrive le Tre Grazie danzanti sotto il tiro di Cupido, dio dell'Amore,
e il vento Zefiro mentre rincorre la Ninfa Clori e poi, sposandola, le dona la capacità di far sbocciare i fiori che le escono dalla bocca. Accanto alla ninfa, una donna vestita di fiori, cioè la metamorfosi di Clori in Flora, la Dea della primavera. Al centro c'è Venere nel suo giardino.
Le Tre Grazie sono allusione al rapporto fra l'elemento divino e quello umano. I veli che fasciano i corpi delle tre fanciulle ricordano i veli dipinti da Filippo Lippi, pittore molto amato da Botticelli.
Nel giardino di Venere, ai piedi della Dea, sono stati rappresentati ben 200 diverse specie di fiori! Molti di questi fioriscono ancora intorno a Firenze e ai prati vicini alla villa medicea di Castello.
Gli alberi d'arancio nel giardino sono carichi di frutti e fiori e le foglie sono dipinte come se fossero in delicata filigrana.
"PALLADE E IL CENTAURO" di SANDRO BOTTICELLI (1482)
Questo dipinto si trova nell'abitazione di Lorenzo di Pierfrancesco a palazzo Medici. Il quadro mostra la Dea Pallade Atena mentre con gesto delicato, stringe un ricciolo della chioma selvaggia del centauro.
Nello sguardo malinconico della Dea scorgiamo l'attrazione verso la natura selvaggia del centauro.
è un'allegoria ispirata a due nature in contrasto, cioè lo Spirito e la Ragione; sullo sfondo vediamo lo scenario di una veduta marina con veliero.
La Dea porta l'alabarda, in quanto Dea Pagana.
Si notino la sensualità femminile e l'eleganza sofisticata dell'abito ornato con serti di ulivo e ricamato con lo stemma dei tre anelli con diamante intrecciati.
Sembra che il pittore lo abbia dipinto dopo il suo viaggio a Roma, e il centauro probabilmente è tratto da un antico sarcofago di epoca classica.
Forse il committente fu Lorenzo il Magnifico.
MADONNA DEL MAGNIFICAT, di SANDRO BOTTICELLI (1483)
Il tondo, di cui si ignora il committente, deriva il titolo dal salmo che la madonna sta tracciando a penna sul codice aperto e sorretto dagli angeli.
"Magnificat anima mea", è l'incipit del cantico che maria rivolge a dio mentre sta facendo visita ad elisabetta, incinta di giovanni battista.
Le figure sono inserite in un oculo.
In lontananza si intravede un paesaggio campestre attraversato da un fiume.
Anche questa madonna di Botticelli è avvolta da veli impalpabili, ricamati d'oro alla maniera di Filippo Lippi. Altri nastri di velo ricamato si intersecano nella corana di stelle che scintilla sotto il pallido astro, simbolo dello spirito santo.
Il melograno, frutto rosso, che maria e gesù bambino stringono nelle mani indica la futura passione di cristo, che verserà il suo sangue.
Su Botticelli vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/botticelli-creatore-di-talismani.html
"MADONNA COL BAMBINO E ANGELI" di FILIPPO LIPPI (1465)
Capolavoro di Filippo Lippi, è tra i più raffinati esempi di pittura devozionale del Quattrocento.
La tavola fu commissionata per la villa medicea di Poggio Imperiale da Cosimo de'Medici.
Sembra che per il volto della madonna, il pittore si sia ispirato a Lucrezia Buti, la monaca di cui era innamorata e dalla quale ebbe due figli.
Il bambino e i due angeli, simili agli amorini, ricordano i rilievi di Donatello e Luca della Robbia.
Notare le figure spirgenti della cornice in pietra dello stipite della porta; lo sfondo anticipa i paesaggi di Leonardo.
"I CONIUGI ARNOLFINI" di JAN VAN EYCK (1434)
Nel celebre quadro compaiono il mercante Giovanni di Nicolao Arnolfini e la moglie; è considerato un grande capolavoro del XV secolo. Van Eyck ha resto con maestria la prospettiva e i dettagli realistici. La luce che penetra dalla finestra mette in risalto i colori e i tessuti.
Per curiosità: Van Eyck affrontava la prospettiva per tentativi, e non attraverso lo studio dei canoni classici.
MONA LISA (LA GIOCONDA) di LEONARDO DA VINCI
Si tratta di uno dei dipinti più famosi al mondo, oltre che l'opera più celebre di Leonardo.
Non esiste alcuna certezza circa l'identità della giovane donna: l'ipotesi che si tratti di Lisa Gherardini, nata nel 1479 e moglie di Francesco del Giocondo è solo una delle tante ipotesi avanzate.
Sembra che sia stato realizzato nel 1503 e che Francesco I l'abbia acquistato per 4000 scudi d'oro.
La tecnica dello "sfumato", in questo dipinto, è portata alla sua perfezione estrema: lo sguardo dell'enigmatica donna ha gradazioni di tonalità in passaggi di vibrazioni luministiche.
I TRIONFI NELL'ARTE DEL QUATTROCENTO
Nel clima della nuova cultura classica del Quattrocento, l'operetta allegorica petrarchesca diventa un tema obbligato per miniaturisti, incisori, pittori.
In queste miniature compaiono allegorie come la Morte (che ha sembianze da angelo) assisa su carri, il Tempo (un vecchio curvo, con ali e clessidra), la Fama, la Castità, l'Amore attorniati da parate, cortei e sfilate di personaggi abbigliati in costumi sfarzosi. Vennero persino rappresentati Aristotele, Sansone con la testa in grembo a Dalila, Penelope, Lucrezia.
Infine vi lascio anche Brunelleschi:
Filippo Brunelleschi (1377-1446) è uno dei padri nobili del Rinascimento. Scultore, teorico e architetto, elabora un linguaggio nuovo, fatto di rigore geometrico, razionalità, purezza formale, che rivoluziona il modo stesso di pensare il mestiere di artista nella Firenze della prima metà del Quattrocento. La città toscana conserva i suoi principali capolavori: la cupola del Duomo, la cappella Pazzi, gli interni delle chiese di Santo Spirito e San Lorenzo, lo Spedale degli Innocenti.
APPROFONDIMENTO: DIFFERENZE TRA ARTE MEDIEVALE E ARTE RINASCIMENTALE E L'UMANESIMO
Info tratte da
La cultura classica rimase viva, anche se in ombra, per tutto il periodo del Medioevo, mostrandosi di tanto in tanto sotto varie forme artistiche per poi sparire nuovamente.
Come si spiega il rinnovato interesse per l'antichità nell'Italia del XIV secolo, la cui forza fu tale da definire l'intera produzione artistica del periodo e porre le basi della tradizione occidentale in un progresso di tecniche e idee che giunse fino al tardo XIX?
Uno dei fattori fondamentali fu l'abitudine italiana, del tutto nuova dopo gli antichi Greci e Romani, di celebrare la genialità del singolo artista.
Nel Medioevo, gli artisti non erano che membri anonimi di monasteri, botteghe e gilde; a partire dal Rinascimento divennero noti individualmente, dando luogo a una gerarchia fondata sul successo e sulla reputazione di ciascuno da un capo all'altro del continente.
Il cambiamento fu determinato in parte dal mecenatismo: al contrario del resto d'Europa, l'Italia vantava una forte concentrazione di città-stato indipendenti, come Firenze, Venezia e Milano, arricchitesi notevolmente grazie al commercio.
I signori delle città e i mercanti che facevano prosperare l'economia gareggiavano per accaparrarsi pittori, scultori, architetti che rappresentassero il loro status.
L'Umanesimo si formò a Firenze, a metà del Trecento, diffondendosi poi in tutta Italia.
Furono le discipline letterarie, filosofiche, giuridiche e scientifiche, oltre che le arti figurative, a partecipare a questo movimento intellettuale.
Coluccio Salutati (1331-1406), Leonardo Bruni (1370-1444) e Poggio Bracciolini (1380-1459) sono tra i principali esponenti dell'Umanesimo: rappresentano una nuova figura di intellettuale che applica il proprio sapere nell'impegno della vita pubblica cittadina, rifiutando il pensiero scolastico medievale.
Ispirandosi a Francesco Petrarca, sul piano morale, politico, civile, gli umanisti riconoscono un punto di riferimento fondamentale nella classicità, avvicinata e studiata con passione e senso critico.
Gli umanisti stabilirono un legame stretto fra le humanae litterae (contrapposte alle divinae litterae) e la formazione di un uomo compiuto e perfetto proiettato nell'impegno civile e politico che dalle fonti classiche deve trarre quegli exempla virtutis da emulare per forgiare la propria personalità e il proprio destino.
L'Umanesimo fiorentino incarna i valori dell'uomo ideale del primo Quattrocento: la compenetrazione tra vita attiva e vita contemplativa con il fine primario di operare per il bene comune, il senso di dignità dell'individuo, la consapevolezza del libero arbitrio (*) che rende il cittadino artefice della propria storia.
Questa competitività diede forza alla mano dell'artista, liberandola da qualunque interferenza: sebbene operasse su commissione, finalmente il titolare dell'opera d'arte poteva coltivare le proprie inclinazioni e abilità, con pochi limiti e imposizioni.
La rivalità favorì grandi progressi e mise in evidenza l'originalità degli artisti, poiché ogni opera nuova tentava di superare quelle già esistenti.
La tipografia meccanica, inventata nel XV secolo, contribuì a celebrare la rinascita delle idee classiche in ambito culturale, ma anche politico e filosofico, dando ampia diffusione alle riproduzioni di opere italiane.
Un fenomeno importante nell'ambito della diffusione della cultura artistica fu la pubblicazione del libro di Giorgio Vasari "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori" (1550), una raccolta di biografie senza precedenti che pose le basi per tutti i successivi testi di storia dell'arte, contribuendo ad avallare l'idea del Rinascimento come vero punto di partenza per la nuova arte (**)
I protagonisti del libro di Vasari delineano lo stereotipo del genio: si pensi a Leonardo da Vinci (1452-1519) o a Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
(*) Nota di Lunaria: Il concetto di libero arbitrio viene rifiutato da quei cristiani non cattolici che credono alla predestinazione e alla salvezza per grazia (non per opere): secondo loro non esiste né il libero arbitrio, né il caso, l'uomo non è artefice del suo destino e non è neanche libero nelle sue scelte (siano esse benevole o malefiche), bensì manovrato (a sua insaputa) dal volere capriccioso di dio che "ancor prima di creare il mondo" aveva già predestinato alcuni alla salvezza, altri alla dannazione senza che i diretti interessati fossero stati creati (!) men che meno che avessero fatto "il bene o il male", visto che è dio padre che "indura chi vuole", "salva chi vuole", "condanna chi vuole" senza la minima logica.
Se non ci fossero i due orrori concettuali del dio-che-si-fa-solo-maschio e della femmina-sottomessa-che-resta-eternamente-vergine metterei questo abominio teologico cristiano della predestinazione al primo posto nella classifica di orrori teologici cristiani...
Alcune delle scempiaggini bibliche che i cristianucoli "eletti a salvezza, solo noi ci salviamo, tutti gli altri all'inferno! ah ah ah!" usano come giustificazione della loro "dottrina della predestinazione" sono: “Perché quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad esser conformi all’immagine del suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati” (Romani 8:29-30)
“Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il quale ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale ne’ luoghi celesti in Cristo, siccome in lui ci ha eletti, prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili dinanzi a lui nell’amore, avendoci predestinati ad essere adottati, per mezzo di Gesù Cristo, come suoi figliuoli, secondo il beneplacito della sua volontà: a lode della gloria della sua grazia, la quale Egli ci ha largita nell’amato suo” (Efesini 1:3-6) e, per bocca del loro dio, “Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà” (Esodo 33:19) e “Quando sarai tornato in Egitto, avrai cura di fare dinanzi a Faraone tutti i prodigi che t’ho dato potere di compiere; ma io gl’indurerò il cuore, ed egli non lascerà partire il popolo.” (Esodo 4:21)
(**) Ancora androcentrica, anche nel 2020: difatti basta vedere quanta gente, proprio nel nostro 2020, ignori ANCORA una Storia dell'Arte fatta dalle donne. Eh certo, del resto la Storia dell'Arte, sui volumi scolastici è così strutturata: roba cristiana con cristi, angeli e madonne e\o roba non cristiana, come possono essere i paesaggi, ma dipinti esclusivamente da maschi.
Si continua ad omettere e a far ignorare centinaia di pittrici, perché nella zucca (vuota) dell'italiota medio che si fa imboccare con la propaganda cristiana, ci devono stare solo quelle tre\quattro nozioni scontate sempre sulle stesse cose (per lo più, gradite al regime cristiano che ci governa). Eh certo, Rinascimento deve essere uguale sempre e solo a Leonardo da Vinci o a Botticelli, guai ad inserire un nome femminile che sia uno, nonostante proprio in quel periodo ci siano poetesse, musiciste e pittrici. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/le-donne-non-hanno-mai-fatto-niente.html
Difatti a conoscere la lista delle pittrici che metto qui sotto, solo quattro gatti in tutta Italia, sempre gli stessi...
Catharina van Hemessen (Cinquecento)
Sofonisba Anguissola (Cinquecento)
Judith Leyster (Seicento)
Lavinia Fontana (Seicento)
Elisabetta Sirani (Seicento)
Maria Van Oosterwijck (Seicento)
Elisabeth Sophie Chéron (Seicento)
Artemisia Gentileschi (Seicento)
Rachel Ruysch (Settecento)
Rosalba Carriera (Settecento)
Adélaïde Labille–Guiard (Settecento)
Katherine Read (Settecento)
Giovanna Fratellini (Settecento)
Elisabeth Louise Vigée-Lebrun (Settecento)
Marie Victoire Lemoine (Settecento)
Marie Gabrielle Capet (Settecento)
Rose Adélaide Ducreux (Settecento)
Constance Marie Charpentier (Ottocento)
Marie Ellenrieder (Ottocento)
Lilly Martin Spencer (Ottocento)
Jeannie Augusta Brownscombe (Ottocento)
Angelica Kauffmann (Ottocento)
Marguerite Gérard (Ottocento)
Jeanne-Elisabeth Chaudet (Ottocento)
Marie-Guillemine Benoist (Ottocento)
Marie-Denise Villers (Ottocento)
Marie Spartali Stillman (Ottocento)
Berthe Morisot (Ottocento)
Mary Cassatt (Ottocento)
Rosa Bonheur (Ottocento)
Antoinette-Cécile-Hortense Haudebourt-Lescot (Ottocento)
Evelyn de Morgan (Ottocento)
Tra le pittrici italiane dell'Ottocento, segnaliamo: Fulvia Bisi, Luisa Silei, Rosa Mezzera
Tra le pittrici d'avanguardia del primo Novecento:
Lois Mailou Jones (1938)
Natalija Gontcharova (1912)
Benedetta Marinetti (1923)
Kay Sage (1944)
Tamara de Lempicka (1932)
Marisa Mori (Novecento)
Valentine de Saint-Point (Novecento)
Frida Kahlo (Novecento)
Infine, riportiamo anche alcune scultrici: Camille Claudel, Luisa Ignacia Roldàn, Harriet Hosmer, Malvina Hoffman, Marie-Anne Collot, Anne Damer, Elisabet Ney, Kathe Kollwitz, Edmonia Lewis, Emma Stebbins, Vinnie Ream Hoxie
Per la bibliografia consultata vedi: "Arte al femminile: donne artiste dal Rinascimento al XXI secolo"
"Storie della buonanotte per bambine ribelli"
"MADONNA COL BAMBINO E ANGELI" di FILIPPO LIPPI (1465)
Capolavoro di Filippo Lippi, è tra i più raffinati esempi di pittura devozionale del Quattrocento.
La tavola fu commissionata per la villa medicea di Poggio Imperiale da Cosimo de'Medici.
Sembra che per il volto della madonna, il pittore si sia ispirato a Lucrezia Buti, la monaca di cui era innamorata e dalla quale ebbe due figli.
Il bambino e i due angeli, simili agli amorini, ricordano i rilievi di Donatello e Luca della Robbia.
Notare le figure spirgenti della cornice in pietra dello stipite della porta; lo sfondo anticipa i paesaggi di Leonardo.
"I CONIUGI ARNOLFINI" di JAN VAN EYCK (1434)
Nel celebre quadro compaiono il mercante Giovanni di Nicolao Arnolfini e la moglie; è considerato un grande capolavoro del XV secolo. Van Eyck ha resto con maestria la prospettiva e i dettagli realistici. La luce che penetra dalla finestra mette in risalto i colori e i tessuti.
Per curiosità: Van Eyck affrontava la prospettiva per tentativi, e non attraverso lo studio dei canoni classici.
MONA LISA (LA GIOCONDA) di LEONARDO DA VINCI
Si tratta di uno dei dipinti più famosi al mondo, oltre che l'opera più celebre di Leonardo.
Non esiste alcuna certezza circa l'identità della giovane donna: l'ipotesi che si tratti di Lisa Gherardini, nata nel 1479 e moglie di Francesco del Giocondo è solo una delle tante ipotesi avanzate.
Sembra che sia stato realizzato nel 1503 e che Francesco I l'abbia acquistato per 4000 scudi d'oro.
La tecnica dello "sfumato", in questo dipinto, è portata alla sua perfezione estrema: lo sguardo dell'enigmatica donna ha gradazioni di tonalità in passaggi di vibrazioni luministiche.
Verso lo sfondo, sono visibili il fiume e le vette rocciose (nonché
una strada tortuosa), avvolti nella prospettiva aerea che crea un effetto ottico di "avvicinamento o distanziamento", partecipando all'ambiguità del volto della donna.
I TRIONFI NELL'ARTE DEL QUATTROCENTO
Nel clima della nuova cultura classica del Quattrocento, l'operetta allegorica petrarchesca diventa un tema obbligato per miniaturisti, incisori, pittori.
In queste miniature compaiono allegorie come la Morte (che ha sembianze da angelo) assisa su carri, il Tempo (un vecchio curvo, con ali e clessidra), la Fama, la Castità, l'Amore attorniati da parate, cortei e sfilate di personaggi abbigliati in costumi sfarzosi. Vennero persino rappresentati Aristotele, Sansone con la testa in grembo a Dalila, Penelope, Lucrezia.
Infine vi lascio anche Brunelleschi:
Filippo Brunelleschi (1377-1446) è uno dei padri nobili del Rinascimento. Scultore, teorico e architetto, elabora un linguaggio nuovo, fatto di rigore geometrico, razionalità, purezza formale, che rivoluziona il modo stesso di pensare il mestiere di artista nella Firenze della prima metà del Quattrocento. La città toscana conserva i suoi principali capolavori: la cupola del Duomo, la cappella Pazzi, gli interni delle chiese di Santo Spirito e San Lorenzo, lo Spedale degli Innocenti.
APPROFONDIMENTO: DIFFERENZE TRA ARTE MEDIEVALE E ARTE RINASCIMENTALE E L'UMANESIMO
Info tratte da
La cultura classica rimase viva, anche se in ombra, per tutto il periodo del Medioevo, mostrandosi di tanto in tanto sotto varie forme artistiche per poi sparire nuovamente.
Come si spiega il rinnovato interesse per l'antichità nell'Italia del XIV secolo, la cui forza fu tale da definire l'intera produzione artistica del periodo e porre le basi della tradizione occidentale in un progresso di tecniche e idee che giunse fino al tardo XIX?
Uno dei fattori fondamentali fu l'abitudine italiana, del tutto nuova dopo gli antichi Greci e Romani, di celebrare la genialità del singolo artista.
Nel Medioevo, gli artisti non erano che membri anonimi di monasteri, botteghe e gilde; a partire dal Rinascimento divennero noti individualmente, dando luogo a una gerarchia fondata sul successo e sulla reputazione di ciascuno da un capo all'altro del continente.
Il cambiamento fu determinato in parte dal mecenatismo: al contrario del resto d'Europa, l'Italia vantava una forte concentrazione di città-stato indipendenti, come Firenze, Venezia e Milano, arricchitesi notevolmente grazie al commercio.
I signori delle città e i mercanti che facevano prosperare l'economia gareggiavano per accaparrarsi pittori, scultori, architetti che rappresentassero il loro status.
L'Umanesimo si formò a Firenze, a metà del Trecento, diffondendosi poi in tutta Italia.
Furono le discipline letterarie, filosofiche, giuridiche e scientifiche, oltre che le arti figurative, a partecipare a questo movimento intellettuale.
Coluccio Salutati (1331-1406), Leonardo Bruni (1370-1444) e Poggio Bracciolini (1380-1459) sono tra i principali esponenti dell'Umanesimo: rappresentano una nuova figura di intellettuale che applica il proprio sapere nell'impegno della vita pubblica cittadina, rifiutando il pensiero scolastico medievale.
Ispirandosi a Francesco Petrarca, sul piano morale, politico, civile, gli umanisti riconoscono un punto di riferimento fondamentale nella classicità, avvicinata e studiata con passione e senso critico.
Gli umanisti stabilirono un legame stretto fra le humanae litterae (contrapposte alle divinae litterae) e la formazione di un uomo compiuto e perfetto proiettato nell'impegno civile e politico che dalle fonti classiche deve trarre quegli exempla virtutis da emulare per forgiare la propria personalità e il proprio destino.
L'Umanesimo fiorentino incarna i valori dell'uomo ideale del primo Quattrocento: la compenetrazione tra vita attiva e vita contemplativa con il fine primario di operare per il bene comune, il senso di dignità dell'individuo, la consapevolezza del libero arbitrio (*) che rende il cittadino artefice della propria storia.
Questa competitività diede forza alla mano dell'artista, liberandola da qualunque interferenza: sebbene operasse su commissione, finalmente il titolare dell'opera d'arte poteva coltivare le proprie inclinazioni e abilità, con pochi limiti e imposizioni.
La rivalità favorì grandi progressi e mise in evidenza l'originalità degli artisti, poiché ogni opera nuova tentava di superare quelle già esistenti.
La tipografia meccanica, inventata nel XV secolo, contribuì a celebrare la rinascita delle idee classiche in ambito culturale, ma anche politico e filosofico, dando ampia diffusione alle riproduzioni di opere italiane.
Un fenomeno importante nell'ambito della diffusione della cultura artistica fu la pubblicazione del libro di Giorgio Vasari "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori" (1550), una raccolta di biografie senza precedenti che pose le basi per tutti i successivi testi di storia dell'arte, contribuendo ad avallare l'idea del Rinascimento come vero punto di partenza per la nuova arte (**)
I protagonisti del libro di Vasari delineano lo stereotipo del genio: si pensi a Leonardo da Vinci (1452-1519) o a Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
(*) Nota di Lunaria: Il concetto di libero arbitrio viene rifiutato da quei cristiani non cattolici che credono alla predestinazione e alla salvezza per grazia (non per opere): secondo loro non esiste né il libero arbitrio, né il caso, l'uomo non è artefice del suo destino e non è neanche libero nelle sue scelte (siano esse benevole o malefiche), bensì manovrato (a sua insaputa) dal volere capriccioso di dio che "ancor prima di creare il mondo" aveva già predestinato alcuni alla salvezza, altri alla dannazione senza che i diretti interessati fossero stati creati (!) men che meno che avessero fatto "il bene o il male", visto che è dio padre che "indura chi vuole", "salva chi vuole", "condanna chi vuole" senza la minima logica.
Se non ci fossero i due orrori concettuali del dio-che-si-fa-solo-maschio e della femmina-sottomessa-che-resta-eternamente-vergine metterei questo abominio teologico cristiano della predestinazione al primo posto nella classifica di orrori teologici cristiani...
Alcune delle scempiaggini bibliche che i cristianucoli "eletti a salvezza, solo noi ci salviamo, tutti gli altri all'inferno! ah ah ah!" usano come giustificazione della loro "dottrina della predestinazione" sono: “Perché quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati ad esser conformi all’immagine del suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati” (Romani 8:29-30)
“Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il quale ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale ne’ luoghi celesti in Cristo, siccome in lui ci ha eletti, prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili dinanzi a lui nell’amore, avendoci predestinati ad essere adottati, per mezzo di Gesù Cristo, come suoi figliuoli, secondo il beneplacito della sua volontà: a lode della gloria della sua grazia, la quale Egli ci ha largita nell’amato suo” (Efesini 1:3-6) e, per bocca del loro dio, “Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà” (Esodo 33:19) e “Quando sarai tornato in Egitto, avrai cura di fare dinanzi a Faraone tutti i prodigi che t’ho dato potere di compiere; ma io gl’indurerò il cuore, ed egli non lascerà partire il popolo.” (Esodo 4:21)
(**) Ancora androcentrica, anche nel 2020: difatti basta vedere quanta gente, proprio nel nostro 2020, ignori ANCORA una Storia dell'Arte fatta dalle donne. Eh certo, del resto la Storia dell'Arte, sui volumi scolastici è così strutturata: roba cristiana con cristi, angeli e madonne e\o roba non cristiana, come possono essere i paesaggi, ma dipinti esclusivamente da maschi.
Si continua ad omettere e a far ignorare centinaia di pittrici, perché nella zucca (vuota) dell'italiota medio che si fa imboccare con la propaganda cristiana, ci devono stare solo quelle tre\quattro nozioni scontate sempre sulle stesse cose (per lo più, gradite al regime cristiano che ci governa). Eh certo, Rinascimento deve essere uguale sempre e solo a Leonardo da Vinci o a Botticelli, guai ad inserire un nome femminile che sia uno, nonostante proprio in quel periodo ci siano poetesse, musiciste e pittrici. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/le-donne-non-hanno-mai-fatto-niente.html
Difatti a conoscere la lista delle pittrici che metto qui sotto, solo quattro gatti in tutta Italia, sempre gli stessi...
Catharina van Hemessen (Cinquecento)
Sofonisba Anguissola (Cinquecento)
Judith Leyster (Seicento)
Lavinia Fontana (Seicento)
Elisabetta Sirani (Seicento)
Maria Van Oosterwijck (Seicento)
Elisabeth Sophie Chéron (Seicento)
Artemisia Gentileschi (Seicento)
Rachel Ruysch (Settecento)
Rosalba Carriera (Settecento)
Adélaïde Labille–Guiard (Settecento)
Katherine Read (Settecento)
Giovanna Fratellini (Settecento)
Elisabeth Louise Vigée-Lebrun (Settecento)
Marie Victoire Lemoine (Settecento)
Marie Gabrielle Capet (Settecento)
Rose Adélaide Ducreux (Settecento)
Constance Marie Charpentier (Ottocento)
Marie Ellenrieder (Ottocento)
Lilly Martin Spencer (Ottocento)
Jeannie Augusta Brownscombe (Ottocento)
Angelica Kauffmann (Ottocento)
Marguerite Gérard (Ottocento)
Jeanne-Elisabeth Chaudet (Ottocento)
Marie-Guillemine Benoist (Ottocento)
Marie-Denise Villers (Ottocento)
Marie Spartali Stillman (Ottocento)
Berthe Morisot (Ottocento)
Mary Cassatt (Ottocento)
Rosa Bonheur (Ottocento)
Antoinette-Cécile-Hortense Haudebourt-Lescot (Ottocento)
Evelyn de Morgan (Ottocento)
Tra le pittrici italiane dell'Ottocento, segnaliamo: Fulvia Bisi, Luisa Silei, Rosa Mezzera
Tra le pittrici d'avanguardia del primo Novecento:
Lois Mailou Jones (1938)
Natalija Gontcharova (1912)
Benedetta Marinetti (1923)
Kay Sage (1944)
Tamara de Lempicka (1932)
Marisa Mori (Novecento)
Valentine de Saint-Point (Novecento)
Frida Kahlo (Novecento)
Infine, riportiamo anche alcune scultrici: Camille Claudel, Luisa Ignacia Roldàn, Harriet Hosmer, Malvina Hoffman, Marie-Anne Collot, Anne Damer, Elisabet Ney, Kathe Kollwitz, Edmonia Lewis, Emma Stebbins, Vinnie Ream Hoxie
Per la bibliografia consultata vedi: "Arte al femminile: donne artiste dal Rinascimento al XXI secolo"
"Storie della buonanotte per bambine ribelli"
Qualche abito del tardo '500 e primi del '600