Perchta, Holda, Diana


I riti più importanti si ripetevano nelle Tre Notti. Nella Valli del Natisone a Natale la compagnia dei giovani suonava le campane fino a mezzanotte, a fine anno fino alle prime ore successive ai Tre Re per l'intera notte e spesso a gara con i paesi vicini. Alle campane si accompagnava anche lo sparo dei mortaretti, ché il rumore doveva cacciare gli spiriti maligni.
Nelle Tre Notti si ripetevano anche i riti del fuoco: qui non avevano tanta evidenza i falò quante le fiaccole (di paglia, di legno di nocciolo, di ginepro). Sono paesi in cui nei vecchi è ancora viva la memoria dei Benandanti (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/i-benandanti.html)

(https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/saltner-mamuthones-benandanti-e-culto.html)
che qui chiamano Balavanti, Balavantari, Badanti, Balandanti, che essi "vedevano" trascorrere sui monti con fiaccole splendenti. 
I giovani perciò si sostituivano (e opponevano) a quei fuochi di strioni con le loro fagle e percorrevano i campi, costeggiavano i filari, illuminavano la terra e gli incroci, augurando il buon raccolto e scongiurando i cattivi influssi. Per lo stesso motivo, all'imbrunire, il vecchio di casa (soprattutto la padrona) percorreva i campi, benedicendoli con l'acqua santa e cantilenando formule augurali.
Una testimonianza ottocentesca riporta una credenza relativa ai Benandanti diffusa tra gli sloveni del Friuli:
"alla notte di Natale da una forza interna sono spinti ad aggirarsi per le campagne, dove, incontrandosi ai crocicchi delle vie, si fermano a banchettare insieme facendo a pezzi una giovenca o un bue, di cui divorano la carne, e le ossa si divertono a gettare in alto, finché sopraggiunta la mattina le ricompongono assieme e le rivestono della pelle in guisa che l'animale ritorna vivo, ma rimane magro per sempre."   
La resurrezione del bue, di cui sono rimaste le ossa dopo il banchetto, si trova menzionato in diversi processi per stregoneria a partire di quello celebrato nel 1390 dall'Inquisizione milanese. Si tratta di una credenza che appare radicata, viva e diffusa in tutta l'Italia settentrionale tra '400 e '500. La resurrezione è attribuita nei primi processi alla Domina Ludi o Domina Cursus, cioè la Signora del Sabba e successivamente al Diavolo. (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/05/diana-signora-del-giocodomina-ludi-la.html)
La resurrezione degli animali era attribuito al "Signore degli Animali" degli antichi popoli cacciatori ereditato dalle Divinità che gli succedono con l'avvenimento delle società di agricoltori.
In Val Canale la notte dell'Epifania "è il momento in cui si fa conturbante la minaccia" della Perchta, la Divinità popolare presente nella cultura germanica (Carinzia e Austria) e che si crede guidi "l'esercito furioso" composto di entità inferiche.
"è, in effetti, l'esercito luminoso che affronta gli spiriti delle tenebre, è la lotta rituale dei Benandanti agrari contro quelli funebri, simili alle cosiddette Perchte Laufen, riti che in determinate ricorrenze vedono il contrapporsi di due gruppi di contadini mascherati gli uni da Perchte belle, gli altri da Perchte brutte che si rincorrono agitando fruste e bastoni di legno"
La sera della vigilia dell'Epifania in alcune località del Friuli aveva luogo il rituale del "battere le streghe" affidato ai più giovani e volto a percuotere simbolicamente streghe e demoni nonché ad allontanare da abiti e campagne presenze oscure e spiriti maligni alle soglie dell'Epifania."


Aggiungo un approfondimento tratto da




Nel primo periodo della storia dell'Europa Moderna, all'incirca fra il 1450 e 1750, migliaia di persone, per lo più donne, furono processate per il crimine di stregoneria. La metà furono condannate a morte, solitamente al rogo.
La credenza che le streghe potessero volare aveva chiaramente origini molto più popolari dell'altra credenza che facessero patti col Diavolo o partecipassero a riunioni notturne. In effetti, esistevano originariamente due distinte credenze popolari alla base di questa idea. La prima era la credenza, riconducibile all'epoca classica, che le donne potessero trasformarsi di notte in gufi volanti o strigae che mangiavano i bambini. Questa credenza, nelle "streghe notturne" è stata condivisa da numerose culture, comprese molte culture primitive del mondo moderno, e fu dominante presso le popolazioni germaniche anche in epoca antecedente l'influenza romana. Le strigae, uno dei molti nomi latini con cui venivano definite le streghe, erano anche chiamate lamiae, con riferimento a Lamia, la mitica regina di Libia amata da Zeus, che succhiava il sangue dei bambini per vendicarsi dell'uccisione dei suoi figli ad opera di Era. La seconda credenza era che le donne partecipassero a cavalcate notturne - a volte si parlava di "cacce selvagge" - in compagnia di Diana, la Dea romana della fertilità, frequentemente associata alla Luna e alla notte e spesso identificata con Ecate, la Dea del mondo sotterraneo e della magia.
Nella Germania Medioevale Diana era spesso rappresentata come Holda o Perchta, una Dea che al pari di Diana, poteva essere al tempo stesso terribile e benefica. Anch'essa vergine, come Diana, poteva uccidere i propri amanti e trasformarli in animali, così Holda poteva guidare nel cielo un'orda infuriata di donne morte prematuramente. Quando Holda si recava nei suoi viaggi notturni sulla terra, tuttavia, aveva sempre una funzione benefica. (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/la-bianca-signora-e-le-dee-immacolate.html)


Nota di Lunaria: nel pantheon germanico esisteva anche Berchta (Perchta) originariamente una Dea delle selve e degli animali come Arduinna e Artemide. Due diverse Dee, Holda e Berchta, che poi vennero fuse in un'unica figura. Berchta è sopravvissuta nel folklore germanico nella figura di Frau Holle,



un po' come Morrigan sopravvisse, denigrata in età cristiana, in "Anna la Nera", spaventosa figura di strega mangia-bambini che conservava su di sé gli attributi dell'antica Dea Corvo: il naso-becco aguzzo, i capelli folti come le piume e gli artigli da rapace.




In Francia e in Italia quella credenza assumeva normalmente la forma di una credenza nelle "Signore della Notte", misteriose donne che, sotto la guida di una regina, visitavano le case con propositi benefici. (Nota di Lunaria: e qui è chiaro il collegamento con la Befana italiana... che sia stata una sorta di Holda italica, prima dell'avvento del cristianesimo?). La credenza sia nelle strigae che nelle Signore della Notte era così forte in Europa, tra la gente comune, che alcune donne credevano effettivamente di volare la notte come le strigae, mentre altre credevano di unirsi alla sovrannaturale regina nelle sue scorribande notturne.
Poiché la Chiesa aveva sempre affermato che Diana e le altre divinità pagane, specialmente le divinità ctoniche o della fertilità, erano demoni, era del tutto naturale che l'idea di donne che cavalcavano (*) in compagnia di Diana fosse considerata opera del Diavolo. Quelle che immaginavano di cavalcare la notte - e anche quelle che credevano di essere strigae - cadevano in una superstizione pagana, come pure quelle che credevano semplicemente che gli esseri umani fossero capaci di simili azioni.


(*) Altre due Dee connesse alla cavalcatura sono Epona e Rhiannon.

La credenza che le streghe volassero al sabba e potessero anche ricorrere a quello stesso potere per sfuggire all'arresto, prevedeva tutta una serie di distinzioni. Nelle descrizioni o nelle rappresentazioni artistiche a volte le streghe venivano ritratte a cavallo di animali, alla maniera dei seguaci di Diana, altre volte a cavallo di bastoni, che potevano essere biforcuti come la bacchetta di un rabdomante. Meno frequentemente le streghe appaiono a cavallo di forconi o tridenti, un simbolo spesso associato al Diavolo e che in ultima analisi deriva dal tridente di Poseidone\Nettuno (Nota di Lunaria: e non solo. Anche Shiva ed Exu hanno tridenti; La visione cristiana del Diavolo, ovviamente, è ricalcata sugli Dei Pagani)
Di tutti i mezzi per il trasporto aereo delle streghe, tuttavia, quello più frequentemente menzionato e che resiste più nettamente nella cultura popolare è il manico di scopa. La scopa è un simbolo fondamentale del sesso femminile, e il suo ricorso nella fantasia del sabba delle streghe potrebbe perciò riflettere semplicemente la preponderanza delle donne fra le streghe. In questo senso la scopa svolge la stessa funzione simbolica della conocchia, che a volte compare nelle descrizioni della stregoneria (Nota di Lunaria: non a caso, visto che è simbolo delle Dee)
La scopa potrebbe però avere un ulteriore significato poiché viene spesso usata nei riti di fertilità suggerendo così un nesso con antiche divinità pagane. Infine, ma non meno importante, la scopa era un simbolo fallico, e perciò ben si addiceva a una scena che era pervasa di sessualità.


APPROFONDIMENTI tratti da



Nella Germania del sud, Diana-Holda mutava nome e diventava Perhata, o Perchta (Perchtl, Berchta) quasi sempre chiamata Frau Berchta, la Signora Berchta. Anche Frau Berchta era solita visitare le case degli uomini nelle 12 notti e in particolare in quella dell'Epifania che era la sua notte speciale e che in antico tedesco era detta Giperhata Nacht, Notte Splendente: quasi sicuramente Frau Berchta derivò il proprio nome da questa lucente definizione della notte del 5 gennaio che venne anche chiamata Perhetennacht, Notte di Perhata, così come l'Epifania fu detta Perhetentag, giorno di Perhata. Così, il suo nome significa "La Nobile, La Risplendente, La Luminosa, La Bianca"  (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/la-bianca-signora-e-le-dee-immacolate.html) e ciò potrebbe far pensare che a portarlo fosse un essere bonario, portatore di gioia. Invece in Frau Berchta predominava l'elemento negativo, il lato spesso orribile che era sempre messo in evidenza nei racconti delle antiche saghe.
Frau Berchta compare nei testi del XIII e XIV secolo e nel Thesaurus Pauperum (1448) è fatta severissima condanna  contro la "superstizione idolatra di coloro che lasciano la notte cibi e bevande bene in vista per Frau Percht e il suo seguito, sperando di ottenere abbondanza e ricchezza."
Temuta e fuggita, ma nello stesso tempo corteggiata da coloro che volevano ingraziarsela per trarne augurali vantaggi, crudele e spaventosa, ma talvolta anche capace di pietà e animata da un certo qual senso di giustizia, fu anch'essa vista da qualcuno come diretta provenienza del personaggio della moglie del mitico re Odino, poi decaduta ad immagine di strega invocata come spauracchio per i bambini: si faceva loro credere che Frau Berchta, con i capelli arruffati, fosse solita aggirarsi intorno alle case per far paura a quelli cattivi. Come già Frau Holle anche Frau Berchta si spostava su un carro volante (Nota di Lunaria: vedi il confronto con Freya) Come lei produceva neve luccicante





e propiziava la coltivazione dei campi. Suo attributo era un aratro da cui cadevano trucioli e zolle d'oro. La sua essenza soprannaturale era chiaramente rivelata dal suo improvviso apparire; era anche solita lanciare doni attraverso le finestre. Le era sacra la tessitura: imponeva solerzia nel lavoro e amava sorvegliare le filatrici che temevano il suo severissimo controllo. Frau Berchta esigeva sempre l'osservanza delle feste comandate e puniva crudelmente i trasgressori. La terribile Frau pretendeva che l'Epifania, sua ricorrenza, fosse celebrata con vivande speciali, purea e pesce, altre volte aringhe, avena, aringhe con i Knödel (i tipici grossi gnocchi di pane o fegato). Se questi cibi rituali non venivano mangiati, ella metteva in moto la sua implacabile vendetta: sventrava chi aveva mangiato altri cibi e riempiva loro il ventre di pruni, quindi lo ricuciva con un vomere invece che con l'ago, con una catena di ferro invece che col filo.
  
Frau Berchta aveva al seguito "Le Signore della Notte", le maghe e le streghe, nonché le anime dei non battezzati, e regnava su nani ed elfi.


Il filo (unito al vomere) porterebbe a pensare che Perchta, agli inizi, fosse una Divinità dei campi, il che renderebbe probabile che le venissero offerti sacrifici umani. Suggerisco di leggere "Trattato di Storia delle Religioni" di Mircea Eliade.

Presso i Tedeschi del Nord, Diana, in volo tra Natale ed Epifania, diventò Holda, nota anche con i nomi di Hulda, Hulle, Holl, Holle. Il suo nome trarrebbe origine dal tedesco antico "Holdo" che significa "Genio, spirito, propizio" o, per altri "Ostile, diabolico". In Frau Holle, forse, oltre alla latina Diana, sopravvive anche qualcosa dell'antica Dea Germanica Frigg, sposa di Odino.
E Jacob Grimm azzarda che Holda "potrebbe essere stato il nome con il quale gli Svevi adoravano la Divinità paragonata dai Romani ad Iside o perlomeno potrebbe essere stata una sua denominazione secondaria."
Frau Holle ha in sé sia il bene che il male: è la Donna e la Dea gentile, soave, benevola, caritatevole verso gli esseri umani, che si adira solo quando nelle famiglie che visita regnano il disordine e la disarmonia. Frau Holle è anche la Dea della vegetazione e della fertilità, la protettrice del lavoro delle filatrici, della coltivazione dei campi, delle fonti, delle sorgenti e contemporaneamente il capo della folta schiera dei morti anzitempo e dei bambini morti senza essere stati battezzati. Ma senza premiare i giusti e i retti dimostrando loro tutta la sua benevolenza, Frau Holle sa essere anche ostile e diabolica, spettrale e malefica, sinistra verso chi fa il male o è prepotente e violento; nei villaggi abitati da persone di questo stampo essa percorre di notte, implacabile e terribile, le vie, mentre gli abitanti terrorizzati sbarrano porte e finestre in cerca di protezione. Spesso vola a cavallo di una scopa. Di solito Frau Holle veniva rappresentata come una giovane dall'aspetto benigno, dai lunghi capelli d'oro (forse un collegamento alla norrena Sif ?) e si diceva che fosse facile incontrarla vicino ai laghi e alle sorgenti, presso le cui acque sostava per fare il bagno e poi sparire nel nulla.
Come protettrice delle filatrici, suoi attributi erano la rocca e il fuso. Come il Dio germanico Wodan, ella partecipava specialmente durante le tempeste alla "diabolica caccia selvaggia", facendosi anche accompagnare da una schiera di streghe che venivano anche dette "donne della neve". In questa occasione, appariva sotto l'aspetto di vecchia megera, spavento dei bambini: con un lungo naso (talvolta con un vorace becco da uccello - un riferimento a Morrigan, la Dea Corvo?), i denti affilati, i capelli incolti e scarmigliati, entrò a tal punto nella tradizione popolare che, nelle zone in cui si credeva alla sua esistenza, di una persona spettinata e con "i capelli in piedi" si era soliti dire che "è andata con Holle."


Nota di Lunaria: curiosamente, una Dea (vista anche come strega o demone) con zanne e capelli scarmagliati è l'indonesiana Rangda https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/indonesia-mitologia-tatuaggi-e-metal.html

I bambini venivano fatti star buoni evocando l'immagine dello spaventoso seguito di Frau Holle e le mamme dicevano ai più vivaci che avrebbero chiamato il feroce cane di Holle [qui il riferimento a Ecate è evidente... https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/ecate.html] o il suo cattivo servo mascherato, di nome Hollepeter, che solitamente l'accompagnava durante il solstizio d'inverno. Frau Holle era solita girare le dimore degli uomini tra il Natale e l'Epifania, usando per questi suoi spostamenti un carro al quale faceva attaccare una pariglia di cavalli d'oro. Con tale carro ella volava per il cielo.


Nota di Lunaria: Anche Freya si muoveva su un carro/cocchio, senza contare che il cavallo è associato a Epona e anche Epona era una Dea psicopompa https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/il-simbolismo-del-cavallo.html


Holle era considerata come un essere divino che vegliava sulla terra e a Lei era attribuita la preziosa facoltà di "fare il tempo": quando essa scuoteva i piumini del suo letto, cadeva la neve e in virtù di questa tradizione, in quasi tutta la Germania, quando nevicava, si era soliti dire che Frau Holle si faceva il letto; quando suonava l'organo scoppiava una tempesta; con il suo specchio ella produceva magicamente gli arcobaleni, ponti irreali verso il regno delle nuvole. Frau Holle vegliava anche sull'arrivo e sullo scorrere delle stagioni, sulla nascita e sulla morte degli esseri umani. Mentre primavera, estate, autunno, inverno, giovinezza, maturità e vecchiaia apparivano come in un caleidoscopio nella sua sfera di cristallo, e scorrevano davanti ai suoi occhi, a Frau Holle non venivano applicate le leggi della fugacità della vita. 

Nota di Lunaria: sono tutti elementi che collegano Frau Holle alle tante Dee Filatrici: Moire, Parche, Mokosh, Ixchel, Habetrot...

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/noce-e-nodo-il-simbolismo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/intreccio-di-corda-e-la-tessitura-nel.html
Non ultima, una misteriosa figura del folklore sardo, la "Filonzana", una vecchia vestita di nero, che fila in continuazione, col viso coperto da una maschera. Durante le sfilate del carnevale sardo, si avvicina ad alcune persone e taglia il filo di lana e glielo porge come augurio di sventura. A volte compare con un'altra figura dal ventre gonfio come una donna incinta e insieme mimano la scena del parto.


Altro approfondimento, info tratte da



Molto famosa in Trentino e nelle valli del Ticino, la Berta era una sorta di fata protettrice dell'agricoltura. Le origini della Berta risalgono alle divinità celtiche e germaniche. Il nome originario, infatti è "Berchta" o "Perchta", che significa "La Splendente"; "peraht, berht, brecht" significano "luminoso, radioso, bianco".
è probabile che agli inizi fosse una Signora degli Animali (Potnia Theron), guardiana della Natura e patrona della caccia nelle culture germaniche.
Con l'arrivo del cristianesimo le antiche Dee vennero declassate a fate o streghe (tre la quali la Befana). In Germania, Svizzera e Austria la Perchta è la Donna-Cerva, che rendeva fertili e fecondi i campi e gli animali.
Non sopportava la pigrizia, quindi ispezionava le case degli uomini e si infuriava se le trovava in disordine.
La Perchta appariva nei "dodici giorni di Natale", che avevano il loro culmine nel Giorno della Perchta, durante il quale venivano mangiate torte di farina e di latte, cucinate in suo onore, lasciandone qualche fetta per lei: sarebbe venuta di notte a mangiarle. Chi spiava, sarebbe stato punito con la cecità.
La Perchta è simile alle Dee nordiche Bercht e Holda, italianizzate in "Berta".
Nelle notti di Natale e dell'Epifania, la Berchta volava oltrepassando le montagne e le valli, tutta risplendente, col suo seguito di fate e streghe, raccogliendo le focacce che erano lasciate, in suo onore, sui tetti delle case; chi avesse osato spiare la Dea, sarebbe diventato cieco oppure rapito dal corteo e riportato a casa solo l'anno successivo; la persona rapita dalla Perchta avrebbe avuto dei fiori che spuntavano dai piedi e dalle mani.
In altre leggende, si descrive il corteo della Perchta come un ammasso di scope volanti, scarpe che camminavano, animali e in particolar modo un'oca zoppa; chi avesse riso di questo corteo sarebbe diventato zoppo.
Come Holda, anche la Berchta aveva un suo regno sotterraneo, dal quale usciva una volta all'anno, rivestita di splendore: benediva le campagne e spargeva la segala sui prati.
Nelle valli del Ticino si credeva che la Berchta apparisse in inverno, tutta luminosa, e con la sua bacchetta magica seminava sul terreno i fiori e i frutti, traendo semi da un ventilabro (1).
è nel Medioevo che la Berchta viene demonizzata e trasformata in vecchia strega infanticida, che uccideva bambini col suo naso adunco; in realtà, precedentemente era immaginata come una fanciulla sorridente con capelli lunghi e dorati e gli abiti splendenti. In alcune leggende, la Perchta ha un aspetto duplice: bella e bianca oppure vecchia e anziana.
Assimilabili a Perchta sono Holda\Hulda e Frau Holle (o Madama Holle, Holla), celebrata in una fiaba dei fratelli Grimm; in Italia è stata tradotta come "Fata Piumetta". Il nome "Holle" rimanda ad Hel, la Dea norrena della morte e dell'oltretomba: da Hel derivò Hölle, cioè "l'Inferno".
Frau Holle mantiene simbolismi presi dalle Dee Hertha\Hlodyn\Jord\Nerthus (Dee della fertilità e personificazioni della Terra). Sembra che queste Dee precedessero gli Dei maschili, visto che Jord sarebbe la madre del dio Thor.
Holda\Holle sono legate al tempo meteorologico: neve, pioggia, sole, ma anche alla tessitura e alla morte dei bambini. Quando Frau Holle "scuote i cuscini e le lenzuola del suo letto", sulla terra nevica.


(1) strumento che i contadini usavano per ventilare il grano e separarlo dalla pula

APPROFONDIMENTO SU DIANA


 
Figlia di Giove e di Latona, sorella di Apollo, Diana aveva in sé tre aspetti ben distinti, per cui era Divinità Terrestre, Celeste e Infernale.
Come Divinità Terrestre era Dea della Caccia, la Regina dei boschi e delle selve, della vegetazione e della fertilità.
Come Divinità Celeste era la Dea della Luce Lunare, così come suo fratello lo era di quella Solare, e identificata con la Luna ne faceva proprio le fasi, esercitando una benefica influenza sulla Natura, sul succedersi armonioso delle stagioni, sul movimento dei mari.
Come Divinità Infernale prendeva nome di Ecate e le venivano fatti, secondo la tradizione, sacrifici anche umani.
Stravolta e sfigurata dal cristianesimo, diventata nel Medioevo figura da tregenda, Diana fu vista come "Luna cacciatrice notturna e Regina del Sabbah" e fece le sue apparizioni in molte leggende come "demonio di molta importanza" e "demonio meridiano" che nelle sue peregrinazioni e nei suoi voli è seguita da una schiera di morti che non trovano pace: i morti anzitempo, i bambini troppo presto tolti alla vita, le vittime di morte violenta.
Nel XVI secolo, il suo nome compare persino negli atti del processo indetto dall'Inquisizione milanese contro una donna accusata di stregoneria e di far parte della "Società di Diana". La donna dichiarò che la Dea, accompagnata dal suo folto seguito di anime femminili, girava di notte penetrando non vista nelle case degli uomini, specialmente i più ricchi, mangiando e bevendo ciò che trovava, e lasciando la sua benedizione solo in quelle dimore che trovava pulite e ben ordinate.


A partire dal Rinascimento, in Europa è entrato nell'uso comune indicare con questo nome latino la Dea della caccia (Artemide), che a quell'epoca aveva un valore allegorico-simbolico. Statue di Diana con la falce di Luna tra i capelli, l'arco e le frecce nella mano



accompagnata da cani di caccia, abbellivano i giardini barocchi. Talora, viene rappresentata anche l'antica leggenda secondo la quale Atteone, avendo visto la pudica Diana al bagno, fu mutato in un cervo e dilaniato dai suoi stessi cani.

Nota di Lunaria: Il mito di Atteone nasconde un senso allegorico; riporto l'analisi tratta da



"Un altro cacciatore fece una fine ancora più tragica. Cacciando nella foresta, con una muta di cani, egli sorprese Artemide mentre si bagnava nuda, in un limpido specchio d'acqua. Prima ancora di vederlo, la Dea sentì su di sé lo sguardo profanatore dell'uomo e con un gesto della mano lo trasformò in un cervo. Subito i cani lo scambiarono per una preda e lo sbranarono. Ovviamente il mito è simbolico e nasconde un preciso insegnamento: è interessante notare che il nome del cacciatore era Atteone, A-Theos, "senza Dio, A-Theo" e chi non crede in una Divinità o in una Causa Prima da cui tutto deriva, non può guardare Artemide nuda, cioè la Nuda Verità; la sua punizione è quella di venir sbranato, ovvero essere privato della totalità dell'Essere, della vera Sapienza: i cani che lo sbranano sono le sue potenzialità intellettuali che invece di essere usate per il bene e in meglio non vengono usate o vengono impiegate male e si rivoltano contro di lui."
La falce di Luna è in relazione con l'antica Dea Italica Diana, che originariamente era venerata come Dea della Luna. Solo più tardi si riferirono a Diana i miti relativi alla Dea greca Artemide, signora degli animali (Pòtnia Theron)


Nota di Lunaria: Artemide è la Signora degli Animali perché è colei che mantiene l'equilibrio tra la vita e la morte, l'inizio e la fine, la preda e il cacciatore.

Sembra che Diana abbia continuato a vivere non solo come scultura allegorica da giardino, ma anche come personaggio mitico delle tradizioni popolari italiane. Il mitologo americano Charles G. Leland (1824-1903) nel suo libro, "Aradia", del 1899, racconta il culto delle streghe, le quali veneravano Diana e la chiamavano "Grande Dea"

"Diana! Diana! Regina di tutte le maghe e della notte oscura, delle stelle e della Luna, di ogni destino e della fortuna! Tu che domini sull'alta e la bassa marea, Tu che la notte splendi sul mare gettando la Tua luce sulle acque! Tu che sei sovrana del mare nella tua barca a mezzaluna"
 
(così si legge in un inno tratto da una leggenda in cui Melambo/Melampo spinge la madre a chiedere per lui l'arte di comprendere la lingua dei serpenti)

Nota di Lunaria: curiosamente, l'idea che gli animali parlino una loro lingua e che solo gli esseri umani più sapienti siano in grado di apprenderla è persino attestato nel corano... le api, in particolar modo, avrebbero un proprio linguaggio e il dio islamico avrebbe rivelato loro parecchie cose; di Salomone si dice che conosceva il linguaggio degli uccelli e propriamente l'uccello (come il cammello) resta una sorta di animale totemico persino nel corano.





Per altri approfondimenti vedi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-crone-laspetto-terrifico-e-saggio.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/le-origini-pagane-della-befana-1.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/le-origini-pagane-della-befana-2.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/la-luna-simbolismo-9.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/artemide.html