I criteri diagnostici psichiatrici sono sempre attendibili?

Info tratte da

Nota di Lunaria: onde evitare che i soliti difensori della psichiatria sbottino dicendo che "non è vero niente, te lo sei inventata tu!", verranno riportati anche i numeri delle pagine, così potete aprire il libro alle pagine che vi ho indicato, leggere proprio quella pagina, e vedere che le cose che ho trascritto sono quelle lì. 

Ah, prima che qualcuno strilli che "ma la fonte non è valida, è stata scritta da due pericolosi sovversivi anarchici anti-Big Pharma!", IL LIBRO è STATO SCRITTO DA UNA COPPIA: UNO PSICHIATRA E UNA PSICOLOGA, che per lo meno sono stati onesti riconoscendo che la psichiatria quando è in combutta con Big Pharma propone trattamenti inutili ai "pazienti".

Dal risvolto in copertina

è corretto interpretare ogni sofferenza come un disturbo? 

è scientifico includere qualsiasi cosa nei manuali diagnostici (DSM) delle cosiddette patologie mentali, "scoprendo (cioè creando) di continuo nuove malattie mentali" e medicalizzando qualsiasi emozione o comportamento, proponendo "una cura per tutto, (1) per somma gioia della lobby farmaceutica che si vede ampliare il numero di clienti? (*) Tutto questo è alla base del business degli psicofarmaci che ormai vengono prescritti come se fossero caramelle. (2) Sono molte le persone che ignorano i pericoli e i danni degli psicofarmaci; andrebbero somministrati con cautela e in caso di necessità estrema visto gli effetti collaterali (3) che comportano.  Basta davvero una "psicopillola" per superare ogni difficoltà, delegando tutta la responsabilità della propria condizione ad una pillola? (pagina 8) Questo scritto vuole far riflettere su questo.


(*) Parafrasando la Genesi biblica, "E disturbo sia!" disse il DSM.

(1) Gli psicofarmaci vengono prescritti per qualsiasi cosa, dai disturbi di panico, ansia a ossessioni compulsivi o alimentari, quando non sono neppure indicati per questo tipo di comportamenti: essere timidi o essere vivaci non sono malattie, sono stati d'animo (pagina 5 e 7). Basti considerare che sensazioni di affanno, dolore al petto o tachicardia sono provocati anche da disturbi fisici come la cinetosi, il reflusso gastroesofageo o la sindrome gastro-cardiaca. Peraltro, ci hanno provato anche con me, molti anni fa, a farmi diventare "cliente psichiatrica": avevo un problema fisico, peraltro visibile ad occhio nudo, e il mio medico curante "suggerì" l'aiutino psichiatrico "per farmelo passare". Cosa che rifiutai (già anni fa ero contraria alla psichiatria) e quando divenne insistente riducendo tutto quello che io avevo detto e avevo da dire a "depressione adolescenziale", etichetta che va bene per etichettare qualsiasi adolescente "tanto per", cambiai medico, andando da chi, dopo avermi ascoltato con quello che io avevo da dire e su come mi sentivo, mi prescrisse esami medici veri. So che questo è l'andazzo che devono subire anche persone con problemi legati all'intestino: costantemente si vedono etichettare come "depressi" o "ansiosi". Ho anche letto la testimonianza di una persona, sofferente di un problema all'apparato urinario, che venne psichiatrizzato con "una certa etichetta psichiatrica che va molto di moda e che si usa per includere qualsiasi cosa" e trattato a psicofarmaci. Risultato? Il suo problema fisico peggiorò e divenne cronico. Al massimo, gli psicofarmaci andrebbero utilizzati quando il problema è generato a livello biologico (psicosi o depressioni gravi) e non quando è generato dal contesto culturale, sociale o familiare come sono la stragrande maggioranza dei cosiddetti "disturbi mentali". (pagina 8)

(2) Gli psicofarmaci vengono anche utilizzati "a vita" come "preventivo terapeutico" per la cosiddetta depressione o i "disturbi dell'attenzione e iperattività" (pagina 5)

(3) Per esempio, si consideri la maggior mortalità derivante dall'abuso di psicofarmaci rispetto alle droghe: tra il 1999 e il 2013 le prescrizioni di psicofarmaci sono triplicate e le morti per overdose di farmaci psichiatrici sono quadruplicate, superando i decessi per eroina del 50% (pagina 5 e 11). Gli psicofarmaci uccidono più del mezzo milione di persone (Nota di Lunaria: si consideri che una persona pesantemente dipendente da Zoloft può sviluppare allucinazioni ed essere spinto ad uccidere il suo prossimo per poi uccidersi: vedi la vicenda delle Columbine High School e fatti di cronaca analoghi, https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/psicofarmaci-e-violenza-omicida.html dove l'attentatore era consumatore di Zoloft). I farmaci più pericolosi sono i sedativi (ansiolitici, ipnotici), antidepressivi, psicostimolanti (Ritalin, metanfetamine), antipsicotici. (pagina 12) In Italia, quasi 12 milioni di persone assumono psicofarmaci; se si conta che una persona spende in media 55 euro a testa, la spesa complessiva superava i 3 miiardi e 300 milioni.  (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/10/psicofarmaci-e-neurolettici-degli-anni.html) Di queste persone, circa 6000 riportano segnalazioni di effetti collaterali.

"MALATO MENTALE ANCHE SE TI COMPORTI IN MODO NORMALE: UN'ETICHETTA PSICHIATRICA è PER SEMPRE" (pagina 13 e successive)

Nel 1973 uno psicologo, David Rosenhan, raccontò un esperimento che aveva eseguito personalmente in compagnia di altri colleghi: si erano fatti ricoverare volontariamente in un ospedale psichiatrico, simulando "di sentire delle voci". Una volta ricoverati si erano comportati normalmente, ma nonostante questo vennero considerati sempre schizofrenici e sottoposti a "cure" con un totale di 2100 farmaci (che non prendevano). Passavano il loro tempo a scrivere e gli psichiatri considerarono questo atteggiamento come un comportamento patologico alla luce della diagnosi che era stata fatta all'inizio. La cosa divertente è che furono i pazienti ad accorgersi che Rosenhan e i suoi collaboratori erano infiltrati e quindi "non veri schizofrenici". Da notare come i comportamenti dei pazienti venissero sempre interpretati alla luce della diagnosi preconfezionata e non alla luce del contesti: se un paziente si arrabbiava perché l'infermiere lo aveva maltrattato, il suo malumore era "sempre colpa della sua malattia mentale" e non da quanto accaduto. Questo perché quando una persona viene etichettata con una certa etichetta psichiatrica, tutto quello che farà o non farà sarà sempre valutato in rapporto a ai criteri diagnostici della "malattia mentale" che gli viene diagnosticata; una volta che si è diagnosticati con una certa etichetta psichiatrica, qualsiasi cosa si faccia o si dica viene interpretato alla luce della "patologia" (pagina 15).  Fine malattia mentale mai, incarcerati in un perpetuo ergastolo sanitario, quindi. L'esperimento di Rosenhal dimostrò quanto sia scarsamente attendibile la diagnosi psichiatrica tanto più che quando il resoconto dell'esperimento di Rosenhan suscitò clamore, la clinica psichiatrica ne prese le distanze dicendo che un tale errore non sarebbe potuto accadere; Rosenhan rispose che nei prossimi mesi avrebbe mandato altri infiltrati, e la clinica iniziò a rifiutare diversi pazienti pensando che fossero collaboratori di Rosenhan; peccato che Rosenhan non avesse inviato nessun collaboratore...

Ma perché sono così inaffidabili le diagnosi psichiatriche?

Perché mentre per le malattie fisiche ci si può servire di esami veri (analisi del sangue, radiografie, TAC) che evidenziano la patologia, in psichiatria non esiste nessun esame di laboratorio vero che "evidenzi" una malattia mentale. Le cosiddette diagnosi psichiatriche "possono essere fatte unicamente parlando col paziente" e il tutto si basa su quello che lo psichiatra pensa sia la diagnosi. Per questo se una persona va da più psichiatri, raccontando gli stessi sintomi, potrebbe ricevere diverse diagnosi a seconda dello psichiatra che ha davanti (pagina 16). è proprio per il fatto che tra gli stessi psichiatri c'è disaccordo, tanto che una persona può essere etichettata con più di una diagnosi "a seconda di quello che per lo psichiatra è il problema" che gli psichiatri hanno creato il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM).  Avere il "sistema diagnostico condiviso" che al sintomo\comportamento\sensazione tal dei tali stabilisse, una volta per tutti, che corrispondeva a questa o quest'altra diagnosi era fondamentale per permettere che gli psichiatri si "accordassero sulla diagnosi" (pagina 17): insomma, per evitare che tizio dicesse toma e caio dicesse roma su una singola persona... Ma anche "il compilare il DSM" che servisse da "bibbia psichiatrica" per far andare d'accordo "nelle loro diagnosi" tutti gli psichiatri del mondo, si rivelò un'impresa: in assenza di esami scientifici, come stabilire con certezza che una certa cosa fosse patologica, dal momento che tutti sentono certe sensazioni? Piangere lo fanno tutti, da sempre, fin da quando l'umanità esiste: come stabilire con certezza che si è di fronte "ad un depresso"?  Controllare il gas lo fanno quasi tutti, prima di uscire di casa o di andare a dormire: come stabilire che "si è di fronte ad un disturbo ossessivo compulsivo"?

E così i 265 disturbi inclusi nel DSM-III (*) vennero definiti in base ai sintomi manifestati e per quanto tempo "dovessero durare" (!) Scontato dire che di tutto questo non c'era manco uno straccio di esame scientifico e medico vero, a sostegno di quanto gli psichiatri volevano sostenere, essendo il tutto basato su quello che gli psichiatri che avevano compilato la loro bibbia avevano ritenuto "fosse patologia", secondo loro... (pagina 18) Il fatto che tutti o un certo numero di psichiatri sia concorde tra di loro nell'affermare che la tal cosa sia una malattia, non rende la tal cosa una malattia, in mancanza di un riscontro oggettivo scientifico (**) 

Basti pensare che per gli psichiatri "è patologia di disturbo oppositivo provocatorio se un bambino manifesta un certo comportamento per sei mesi" ma se lo stesso bambino lo manifesta per 4 mesi allora non è più patologia mentale ma rientra nella normalità dei comportamenti infantili. (***) Cosa c'è di scientifico in tutto questo? Non vi è alcuna linea di demarcazione realmente scientifica tra "sano e patologico", seguendo i criteri che danno gli stessi psichiatri.

(*) Szasz, tra i primi a mettere in dubbio i sacri dogmi della psichiatria, ha dimostrato che di anno in anno il DSM ha incluso sempre più "nuovi disturbi mentali"... quando lui aveva iniziato i suoi studi in psichiatria i disturbi psichiatrici propriamente detti erano 6 o 7! Incredibilmente, gli psichiatri negli anni a venire "hanno scoperto" sempre più malattie!








 (**) Sarebbe come dire che se domani tutti i medici stabilissero che avere gli occhi azzurri "sia sintomo di rischio cecità", questa sarebbe la loro opinione ma non sarebbe valida dal punto di vista scientifico... 

(***) Gli psichiatri definiscono "disturbo oppositivo provocatorio" i comportamenti di bambini che da sempre, prima che esistesse la psichiatria, le persone definivano "da monello"; insomma, con i criteri diagnostici della psichiatria, "Giamburrasca o Tom Sawyer" sarebbero "bambini malati di disturbo oppositivo provocatorio" e quindi piccoli pazienti psichiatrici... 


La dimostrazione che "le linee di demarcazione tra sanità mentale e  malattia" sono del tutto arbitrarie e anzi risentono dei pregiudizi degli psichiatri è data dal fatto che l'omosessualità venne eliminata dalla lista dei disturbi mentali quando gli attivisti del movimento gay negli anni Settanta iniziarono a protestare. Nel 1974 al referendum indetto dall'Associazione Psichiatrica Americana, con 3810 voti (1774 erano contrari) si stabilì che "l'omosessualità non era più malattia" mettendo fine, semplicemente per votazione, a quello che era stato considerato, fino a qualche minuto prima dell'esito della votazione, "uno dei più gravi disturbi psichiatrici che affliggeva l'umanità" (pagina 21) Insomma, un gay era malato mentale perché la religione e la psichiatria avevano stabilito così, ma dopo la votazione degli psichiatri nel 1974 si è ritrovato improvvisamente guarito. Comunque, è proprio perché "hanno scritto la loro bibbia" che gli psichiatri riuscirono a dare parvenza di "settore della medicina" alla psichiatria, equiparando malattie mentali (e le cure da loro proposte) al pari di disturbi fisici (con le cure proposte dai medici propriamente detti). è a seguito della compilazione del DSM-III che la psichiatria è riuscita sempre più ad infiltrarsi nel mondo della medicina anche se di oggettivo e scientifico continua ad avere ben poco essendo i suoi stessi criteri diagnostici opinabili, e mere "categorie diagnostiche condivise dagli psichiatri" (su quello che secondo loro è malattia mentale) e non un catalogo scientifico di vere malattie. 

Insomma, nel loro entusiasmo di ricevere, dopo tanti tentativi, "il patentino di vera scienza", gli psichiatri hanno dimenticato che il loro manuale, la loro bibbia DSM, non era uno strumento scientifico a tutti gli effetti essendo le categorie diagnostiche inventate dagli psichiatri stessi e senza alcuna scientificità (pagina 21, 22, 23) Per esempio, basti considerare che per la psichiatria è "disturbo mentale" anche avere troppi libri in casa... lo chiamano disturbo ossessivo compulsivo di bibliomania. è in base a cosa è malattia? In base a quello che gli psichiatri hanno detto quando hanno inventato questa "malattia"... dando "un limite al numero di libri posseduto che non può essere valicato, altrimenti se superi una certa quantità, è disturbo!" 

Insomma, avere 5 libri in casa "è OK", averne 50 è già "rischio bibliomania" ma avere tutti i libri scritti da Liala, Barbara Cartland e Salgari oh, questo è proprio un segno conclamato di tremenda malattia mentale, il devastante disturbo ossessivo compulsivo di bibliomania! LOL :D 

Da lì in poi fu l'inizio della corsa a "scoprire" (cioè creare) nuove malattie, tanto che dai 265 disturbi codificati nel DSM-III si passò a "scoprire" che esistevano ben 374 malattie mentali, puntualmente incluse nei DSM successivi, specialmente nel DSM-5 del 2013 (costato 25 milioni di dollari...) (pagine 24-25)

Ed, esattamente come le precedenti bibbie psichiatriche, gli psichiatri non sono riusciti a produrre una prova convincente che un dato disturbo mentale sia una malattia (specialmente se la persona etichettata come malata STA BENISSIMO COSì COM'è); neanche gli strumenti di biologia molecolare o altre scoperte genetiche sono mai riusciti a dimostrare "la depressione, la schizofrenia, altri disturbi mentali" le cui cause restano sconosciute. (pagina 24)  [Nota di Lunaria: come dicono gli Antipsichiatri, "non è mai stata trovata la schizofrenia, nessuna lastra ha mai evidenziato la schizofrenia"]. Sempre per il fatto che di scientifico e oggettivo, nelle diagnosi psichiatriche, non c'è niente, un paziente può rientrare, nello stesso momento, in più diagnosi psichiatriche.  C'è da dire, e per onestà culturale lo diciamo, che diversi psichiatri riconoscono che di scientifico nel DSM non c'è niente e che trattasi di "un dizionario con un insieme di etichette".  Questa è la tesi portata avanti in "Primo, non curare chi è normale. Contro l'invenzione delle malattie", che definisce il DSM "un'epidemia diagnostica": tutto ciò che prima dello strapotere psichiatrico era considerato normale (aspetti emotivi, sociali, comportamentali) viene, di colpo, considerato un disturbo mentale. Di questa deriva surreale ne è un esempio il cosiddetto, per certi psichiatri, "disturbo disforico premestruale": gli sbalzi d'umore e i malesseri precedenti il ciclo mestruale, che tutte le donne provano (scarsa energia, tristezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione, alterazione del sonno, dolore al seno, gonfiore, aumento di peso, voglia di dolci) sarebbero sintomi di una patologia depressiva da curarsi con psicofarmaci. Una donna così diagnosticata potrebbe perdere la custodia dei figli o del lavoro (pagina 27) Quindi per la psichiatria, seguendo "i criteri diagnostici del disturbo disforico premestruale" così come elencati nel DSM-5, il 98% se non il 100% delle donne che hanno il ciclo sarebbero "depresse". La stessa tendenza a patologizzare più stati d'animo e comportamenti possibili la si è vista anche col boom dei "disturbi infantili" ("disturbo di deficit di attenzione con iperattività" ADHD, autismo, disturbo bipolare infantile...) e con la "sovradiagnosticazione" di più persone come depresse, anche se la maggior parte di queste persone non rientravano neanche nei criteri diagnostici propriamente detti della depressione. (pagina 28 e 29) Con tutto, che per secoli e fino a tempi recenti, già si sapeva che esistono due tipi di depressione (intesa come tristezza intensa): persone colpite da un fatto tragico (perdita della persona amata, perdita del lavoro) che tendono a risollevarsi al mutare delle condizioni che hanno prodotto il trauma: inizio di una nuova relazione, nuovo lavoro, e persone che senza cause precise e anche con cambiamenti di vita avvertono comunque una tristezza intensa: probabilmente il problema è biologico e solo in questo caso è richiesto l'aiuto farmacologico. Umore depresso, perdita di interesse e di appetito, mancanza di energia e simili sono stati d'animo che tutti proviamo ed è assurdo considerarli "depressione maggiore" se durano due settimane (!) come propone di fare il DSM-III. Con i suoi criteri (peraltro, rigettando la distinzione che veniva fatta: "depressione con causa o senza causa") chiunque "sia triste per due settimane" è già etichettabile come "depresso" senza manco pretendere di vedere prima un'analisi medica seria e competente (una grave stanchezza può essere causata da mancanza di proteine o vitamine o persino da parassiti intestinali, come il verme solitario). Anche perché gli stati di tristezza (diversi a seconda della soggettività della persona e influenzati da variabili) hanno una funzione adattativa indispensabile per la sopravvivenza (sono meccanismi di difesa) e patologizzarli ed eliminarli con sostanze chimiche significa affermare che qualsiasi cosa non sia "un (impossibile) stato di felicità e benessere perpetuo" sia disturbo. (pagina 33)  Per valutare quanto gli stessi criteri diagnostici del "disturbo depressivo maggiore" siano illogici, basti considerare che sia la perdita di peso, sia l'aumento del peso, sia l'insonnia sia l'ipersonnia, sono considerati "sintomi che indicano una depressione", con tutto che sono l'uno il contrario dell'altro... ma li si butta dentro comunque nel grande calderone della "depressione", ché tutto fa buon brodo se si vuole vendere lo psicofarmaco (pagina 32) e così qualsiasi cosa è depressione: sia essere troppo magri sia essere troppo grassi, sia dormire troppo sia dormire poco. In altre parole, chiunque è depresso, basta che rientri in uno o più sintomi che vengono considerati, dagli psichiatri, depressione, estendendo a mo' di elastico, a piacimento, in un tira e molla, la diagnosi di "depressione", fagocitando più cose possibile, tanto che il depresso è colui che "vede tutto in grigio" ma anche colui che "un giorno è euforico, il giorno dopo no", colui che ingrassa o dimagrisce, colui che dorme poco o dorme troppo. 

Anche il lutto è stato patologizzato: per il DSM-IV una persona "che porti il lutto" per più di due mesi è già "diagnosticabile come depressa grave"; per il DSM-5 ci troviamo di fronte ad "una depressione grave" se una persona che ha appena perso una persona cara "è triste in maniera continuativa per due settimane" e così le normali reazioni di tristezza in caso di lutto sono considerate patologie e una persona trattata con psicofarmaci rischia di vedere prolungati gli effetti dei sintomi quando solo il 16% delle persone che ha subito un lutto continua ad essere triste e affaticato dopo un anno e quasi nessuno passati i due anni dalla perdita (pagina 35)

è per questo meccanismo dell'estendere gli psicofarmaci per qualsiasi cosa e del considerare "depressione" tutto e il contrario di tutto, che si è arrivati a diagnosticare 350 milioni di persone nel 2015 come depresse (pagina 35-36) e in questo conteggio si sono incluse persone che "per due settimane erano tristi dopo aver perso il partner" o persone "che sono ingrassate o dimagrite" nel giro di due settimane. Ma di fronte a questa illogicità antiscientifica come si fa a credere a priori "senza dubitare, senza se e senza ma" a tutto quello che gli psichiatri dicono che sia disturbo mentale quando nel calderone dei "malati di depressione" ci mettono dentro chiunque?!?

Analogamente, il discorso fatto fin qui vale anche per i cosiddetti "disturbi d'ansia" (ansia sociale, ansia generalizzata e via dicendo... tanto l'etichetta è stata stiracchiata e ampliata per includere più gente possibile, da ragazzini che sono in ansia per l'interrogazione a persone che sono ansiose pensando al colloquio di lavoro...) con l'invasione di sempre più farmaci (prima le benzodiazepine, che hanno visto il boom di vendite negli anni Ottanta, sono andate via via declinando dopo che si è scoperto che provocavano gravi effetti di dipendenza, per giungere agli antidepressivi SSRI https://intervistemetal.blogspot.com/2021/10/psicofarmaci-e-neurolettici-degli-anni.html). Anche l'ansia, come la tristezza, NON è UNA MALATTIA, essendo uno stato d'animo che ha funzione adattativa e dovrebbe servire, nelle intenzioni del nostro corpo, a massimizzare la nostra attenzione e l'azione che dobbiamo compiere\situazione che dobbiamo sostenere. (pagina 36)

A questo aggiungiamo che cose fatte passare come "disturbi mentali" sono in realtà azioni criminali (danneggiamento di oggetti altrui, aggressione fisica) e come tali da considerare pertinenza non degli psichiatri, ma dei tribunali e degli avvocati. (pagina 29)

In conclusione: l'arbitrarietà delle etichette psichiatriche è talmente macroscopica che si etichettano come malate persone che non lo sono per cose che non sono malattie, causando loro danni a seguito di trattamenti farmacologici dei quali non hanno mai avuto bisogno (pagina 37) Certamente: considerare "malati" l'80% dei giovani significa "assicurarsi un target di clienti" che spendano 200 miliardi di dollari l'anno per trattamenti farmacologici non necessari e nella peggiore delle ipotesi, pure dannosi. Ma è "manna dal cielo" per Big Pharma, quell'80% di giovani che spenderanno 200 miliardi... 

Io stessa ho conosciuto vittime di psichiatria che a seguito di terapie hanno avuto danni fisici e psicologici irreversibili, essendo di fatto state trasformate in "vegetali zombi che ciondolano e sanno a malapena biasciare una frase di senso compiuto". Eccolo qui il risultato del "fine trattamento psichiatrico mai".  

E, oltre al danno, la beffa: non solo non hanno risolto "il problema che li faceva soffrire" (un divorzio, una delusione d'amore) che "li ha portati a mettersi nelle mani degli psichiatri" ma a questo problema si sono aggiunti i danni da trattamento farmacologico massiccio: occhi spenti, lentezza di ragionamento e biascicamento, andatura ciondolante e reazioni alla moviola, stato vegetativo, obesità.

Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/12/analisi-agli-errori-e-al-classismo.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/storie-di-violenza-psichiatrica.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/i-precursori-dellantipsichiatria.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/riflessioni-antipsichiatriche.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2021/03/esiste-veramente-la-malattia-mentale.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-della-psichiatria-raccolta-di.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/breve-introduzione-al-pensiero-di-david.html

APPROFONDIMENTO: info tratte da


Nota di Lunaria: prima che qualcuno sbotti dicendo che non è vero niente, che sono cose che mi invento io o che prendo da libri scritti da cattivissimi antipsichiatri, informo che i concetti sono presi da due libri scritti da psichiatri (quindi non personaggi che "ce l'hanno su con la psichiatria, non sono attendibili, hanno il dente avvelenato, sono di parte" e blablabla) tanto per dimostrare che io leggo pure la roba scritta da loro, non leggo solo Szasz. Semplicemente, la psichiatria è un'ideologia umana e come tale è criticabilissima, dal momento che non è la verità eterna a cui tutti si devono prostrare in umile ossequio, e in più, ha spesso veicolato idee errate già in partenza.

Al solito, visto che chiunque provi a trattare l'argomento viene linciato (virtualmente parlando) e viene trattato come un mentecatto delirante, riporto le pagine sottolineate in rosso, tanto per dimostrare che io i libri li leggo, e tanto per mettere le PROVE.

Pagina 97 e 98

"Non si può negare che il concetto di disturbo della personalità, la cui realtà clinica è indubbia, possa essere considerato empiricamente fittizio e teoricamente non sempre chiaro e che la classificazione proposta dal DSM, pur rappresentando un punto fermo di riferimento, susciti più domande delle risposte che riesce a fornire. (...) La configurazione clinica dei disturbi della personalità che emerge dal DSM risente fortemente della cultura americana che l'ha ispirata e del modello teorico che ne sta alla base. Inoltre molti dei criteri diagnostici che definiscono un disturbo della personalità hanno un carattere temporaneo. Un tratto che oggi viene giudicato patologico non era necessariamente considerato tale un secolo fa e probabilmente non lo sarà tra 50 o 100 anni."

Pagina 100 e 101

"I tratti della personalità, anche quando sono rigidi e disadattivi, andrebbero sempre collocati nel loro contesto culturale, di norme e di valori. L'espressività stessa di un disturbo può cambiare a seconda del contesto culturale (...) Alcune caratteristiche dei disturbi di personalità possono essere considerate patologiche solo rispetto alle norme della nostra società contemporanea" 

"Un impiegato giapponese perfettamente adattato nel suo ufficio di Tokyo potrebbe avere dei tratti o addirittura un disturbo di personalità ossessivo-compulsivo. Una donna islamica normalmente inserita nella sua cultura potrebbe essere classificata dal punto di vista del DSM-IV come una personalità evitante. Il pensiero magico di un abitante di Haiti, piuttosto normale nella sua area culturale, potrebbe essere valutato da uno psicologo che non tiene in debito conto la relatività culturale come un tratto di personalità schizotipica."




Pagina 28

"Li hanno chiamati di Diagnosi e Cura" [al posto di Controllo] Diagnosi, perché in psichiatria pare sia fondamentale la diagnosi. Ma la diagnosi in psichiatria è una banale questione grammaticale. Un modo come un altro per mettere il nome a un quadro clinico, a un fenomeno, così, dopo che gli hai trovato il nome, quel fenomeno ti pare meno ignoto. (...) Nosografia che, unica tra le classificazioni mediche, non trova mai, per nessuna delle sue sindromi, un correlato eziologico che sia uno. Eppure li hanno cercati i marker delle cosiddette malattie mentali, non è che non li abbiano cercati. Ma niente. Zero. I disturbi psichiatrici sono gli unici, in medicina, senza un'eziologia definita, senza una patogenesi accertata, senza alterazioni anatomopatologiche, senza terapie mirate. Esiste solo un quadro clinico. Solo quello. Uno star male, senza sapere perché. Per cui non esiste alcun modo, sulla base dei criteri diagnostici DSM o ICD, per distinguere una schizofrenia da una depressione maggiore, da un disturbo bipolare o da un altro di questi nomi. è così, e chi sostiene il contrario è in malafede. (...) Non ci sarà mai una teoria convincente sulla schizofrenia e questo discorso può essere esteso anche alle altre principali diagnosi psichiatriche innanzi tutto perché si può vivere tranquillamente anche senza la diagnosi di schizofrenia" (Nota di Lunaria: e come dimostrava un altro libro, soprattutto, le cosiddette persone "schizofreniche" hanno visto la loro vita peggiorare DOPO che sono state marchiate con quel termine, NON PRIMA https://intervistemetal.blogspot.com/2023/10/lo-stigma-psichiatrico-contro-gli.html)

 Pagina 29

"Gli psichiatri sono rimasti "i medici che credono di essere di grande utilità ai loro malati dando un nome alla loro malattia" (come scrisse Kant nel "Saggio sulle malattie della testa" del 1764)

Pagina 31

"Il manicomio ricordava un campo di concentramento (...) anche se il manicomio non c'è più, il malato viene ugualmente ridotto a cosa, a un corpo rotto."

Pagina 33 

"Il malato è la macchina biologica rotta, che deve essere aggiustata non con la parola, la relazione o con un po' di intimità, ma con il farmaco."

Pagina 42

"Basaglia sosteneva che i farmaci servono a sedare, più che il malato, l'ansia dello psichiatra. Psichiatra che si sente squalificato nel suo ruolo di medico essendo del tutto ignaro dell'eziologia e della terapia dei disturbi che deve trattare, e quindi adopera i farmaci, e ragiona su quale sia il farmaco più idoneo per una patologia mentale o un quadro clinico soprattutto per sedare la sua ansia. E mettersi in pari con gli altri medici che hanno a disposizione farmaci veri" (Nota di Lunaria: per quel che può interessare, ho visto dal vivo almeno 3 persone che dopo decenni di quella roba psicofarmacologica, dal punto di vista cerebrale, sono diventati degli zombi amorfi; una vegetava sul letto, alzandosi solo per andare in bagno e suo figlio si vergognava a portare gente in casa, perché non voleva che le altre persone vedessero come era ridotta sua madre; un'altra, che ricordo ancora distintamente in tutti i particolari, ciondolava con lo sguardo vitreo sorretta dalla madre. Un'altra che prendeva quella roba da anni e in più era pure "paziente volontaria" mi confermò che lei stessa sapeva che non serviva a niente continuare ad andare dallo psichiatra, ci andava solo per abitudine; un altro, che venne obbligato dai parenti, mi confessò che gli psicofarmaci gli avevano rovinato la capacità erettiva; un altro ancora, che ha subito un TSO, si sogna ancora, a distanza di anni, quello che gli hanno fatto quando l'hanno legato e l'hanno obligato a stare rinchiuso. Non ho bisogno di leggere Szasz per capire che la psichiatria coercitiva ne ha rovinate tante, di persone)

Pagina 42 

[Equiparare il diabete alla malattia mentale come fanno alcuni psichiatri per convincere i "pazienti" a prendere gli psicofarmaci col mantra del "Se lei avesse il diabete, la prenderebbe l'insulina?"] è falso. La psicosi, le depressioni, le manie, l'ansia non sono come il diabete. Il diabete è una malattia perché ha un'eziologia (...) e prima di prescrivere l'insulina a un diabetico, si effettuano degli esami per verificarne la carenza. Invece sui pazienti designati schizofrenici o depressi non viene effettuata alcuna analisi per verificare l'ipotizzato eccesso di dopamina o carenza di serotonina.

PROVE:






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