Nota di Lunaria: messaggio a tutti i Big Pharmiani che non vedono l'ora di impalarmi con l'orbitoclasto
e a maggio 2021 erano lì, tutti in attesa di vedermi collassare:
IO VADO AVANTI AD OPPORMI TOTALMENTE ALLA VOSTRA DITTATURA PSICHIATRICASANITARIA.
Siete quasi riusciti a imporre il TSO a tutta l'umanità, a grandi e piccini, così come i vostri padri fondatori avevano scritto, tanti anni fa, nei loro scrittucoli dove gongolavano nell'immaginare un futuro prossimo venturo dove tutti sarebbero stati "medicalizzati a forza con i Nostri Gloriosi Metodi Psichiatrici basati sul Terrore, perché tutti sono malati mentali, solo che non sanno di esserlo, eh eh!"
Ci siete quasi riusciti.
Quasi, perché io (e altri come me) vanno avanti a contrastarvi.
Ovviamente, per turare la bocca a quelli del mantra "ma io non conosco nessuno che sia stato vittima di psichiatria! Perciò, non è vero niente, te lo sei inventata tu!", metterò anche le pagine con i concetti inquadrati in rosso, per dimostrare che IO i libri li leggo e non invento un bel niente!
E ovviamente ripetiamolo per l'ennesima volta, io non voglio proibire a nessuno di andare dagli psichiatri. Mi interessa unicamente fare la corretta informazione dando voce alle vittime.
***
Info tratte da
L'Antipsichiatria ebbe inizio in Inghilterra: Ronald D. Laing, David Cooper e Aaron Esterson sono stati i suoi ideatori, anche se non tutte le persone che aderirono a questo movimento accettarono il termine "Antipsichiatria". (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/breve-introduzione-al-pensiero-di-david.html)
Ad ogni modo, le idee antipsichiatriche si diffusero presto in Francia, Italia, America, Spagna e Germania.
Anche se in certi ambienti psichiatrici oltranzisti si disprezzano tutte le critiche mosse dall'Antipsichiatria (Nota di Lunaria: ovviamente senza nessuna capacità di confutarle...) è sicuro che l'influenza dell'Antipsichiatria, con il suo atteggiamento di contestazione radicale, ebbe un enorme peso sulla psichiatria tradizionale, portando ad un rinnovamento di quello che non era più accettabile.
Uno dei primi studi documentati sull'atteggiamento della società nei confronti della malattia mentale (1) è "Madness in Society. Chapters in the historical sociology of mental illness" ("La pazzia nella società. Capitoli sulla sociologia storica dell'infermità mentale") di George Rosen, che descrive l'evoluzione della concezione della pazzia da parte della società (2).
L'autore analizza anche la paura collettiva davanti all'alienazione (Nota di Lunaria: più in generale, la paura della massa di individui codificati di fronte a chi, Singolo, non è incasellato nella norma...).
Tra i precursori dell'Antipsichiatria ricordiamo anche la dottoressa M.A. Sechehaye, che in "Diario di una schizofrenica (3)" (1947) riferisce la vicenda di una malata, Renée, e i rapporti che si stabiliscono tra lei e la psicoterapeuta: il loro rapporto non è più basato sulla coppia "medico - malato" ma sull'interazione tra due esseri umani coinvolti in un'esperienza comune e questo fu un insegnamento che l'Antipsichiatria tenne presente, nel suo far notare quanto sia dannoso un rapporto tra "psichiatria - malato mentale" basato sulla coercizione paternalistica. In tal senso, anche autori come Binswanger, Boss e Minkowski (psichiatri teorici dell'analisi esistenziale) non trovarono mai la metodologia adeguata che permettesse di entrare nella pratica psichiatrica.
Un altro nome è quello di Erving Goffman, che studiò la vita dei pazienti rinchiusi, passando del tempo con loro e studiando i loro rapporti interpersonali e forme di svago.
Da questa mole di esperienze ed osservazioni ne derivò il suo libro "Asylums. Essays on the Social Situation of Mental Patients and Other Inmates" ("Manicomi. Saggi sulla situazione sociale dei malati mentali"), dove descrive il manicomio come un'istituzione totalitaria, al pari delle carceri. (Nota di Lunaria: non a caso l'architettura dei manicomi ricordava proprio delle prigioni)
Nel 1963 Goffman scrisse "Stigma. Notes on the Management of Spoiled Identity" ("Stigma. L'identità determinata") Analizzando il simbolismo allegorico e storico dello stigma (presso i Greci si riferiva a segni corporali consistenti in tagli o ustioni nel corpo con i quali si indicava che colui che lo portava era uno schiavo, un criminale, un traditore; vedi anche "il marchio di Caino" citato nella Bibbia) l'Autore riepiloga un gran numero di stigmi che possono riferirsi a difetti fisici, malattie, condizioni etniche, oltre che per la cosiddetta malattia mentale. (4)
Sul versante dell'assistenza psichiatrica, fu Maxwell Jones a introdurre il concetto di comunità terapeutica.
Infine citiamo l'opera fondamentale di Thomas S. Szasz, "Il mito della malattia mentale" e "I manipolatori della pazzia", nei quali l'autore pone in discussione i postulati "intoccabili" della psichiatria e ne ripercorre le origini (la psichiatria prese il posto dell'inquisizione, storicamente parlando https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-della-psichiatria-raccolta-di.html)
In una delle sue ultime opere, "Il secondo peccato", Szasz attribuisce molti degli sconvolgimenti attuali alla confusione del linguaggio: il primo peccato fu la conoscenza del bene e del male, e il secondo peccato la conoscenza del linguaggio. Il primo fu punito con la perdita del paradiso, il secondo lo fu con la Torre di Babele e la confusione dei linguaggi. Questa confusione, secondo Szasz, continua anche oggi e la causa della situazione attuale della psichiatria è il semanticidio.
La psichiatria, secondo l'autore, si salverà soltanto quando troverà il proprio linguaggio appropriato.
Ponendo in discussione tutto il modo di concepire la malattia mentale secondo i criteri della psichiatria classica, Szasz apriva il cammino allo sviluppo di atteggiamenti radicali contro la psichiatria.
Infine, riportiamo qualche notizia sul movimento antipsichiatrico spagnolo.
La figura più importante nel movimento spagnolo antipsichiatrico fu Ramòn Garcìa, che nei suoi scritti denunciò lo stato deplorevole delle istituzioni psichiatriche. Per Garcìa, il manicomio era prototipo di istituzione di violenza e simbolo stesso della repressione sotto la maschera dell'azione terapeutica.
(Nel 2021 i provvedimenti liberticidi che cancellano i diritti degli individui, diritti costituzionalmente garantiti, sono "mascherati come azioni terapeutiche... per il vostro bene... per proteggervi la salute...")
Nicolàs Caparròs è stata un'altra figura importante nel movimento antipsichiatrico spagnolo. Nel suo "Crisis de la familia" ("Crisi della famiglia") racconta la sua esperienza sul meccanismo di produzione delle influenze familiari nello sviluppo delle crisi psicotiche: "L'Antipsichiatria come espressione di controcultura parte necessariamente dal senso stesso di quello che denuncia. è evidente che le resistenze non provengono da uno dei suoi obiettivi specifici, il malato di mente"
METTIAMO LE PROVE:
Note:
(1) che è tutto da dimostrare che esista la "malattia mentale"... https://intervistemetal.blogspot.com/2021/03/esiste-veramente-la-malattia-mentale.html visto che per la psichiatria tutto ciò che non sia "comportamenti della massa" è "malattia mentale"... basti citare che secondo loro anche "avere in casa troppi libri" è "disturbo mentale", lo chiamano "disturbo ossessivo-compulsivo di bibliomania"...
(2) Eh sì, perché il concetto di pazzia cambia a seconda del contesto storico e culturale... quando la norma era "le femmine devono stare sottomesse ai mariti e sfornare tanti figli", allora "la pazzia" per gli psichiatri era "donne che disobbediscono ai mariti e non restano incinte"... Quando poi le donne hanno ottenuto i diritti di parità ecco che "magicamente" hanno fatto sparire "il disturbo mentale dell'isteria" dai loro volumoni psichiatrici... Idem parlando di schiavitù: quando "la normalità era tenere la gente africana in catene nei campi di cotone", per gli psichiatri la pazzia era "schiavi che fuggono dalle piantagioni" ("drapetomania") Quando queste persone hanno ottenuto i diritti civili, ecco che magicamente la psichiatria ha tolto dalle sue bibbie psichiatriche "il disturbo di drapetomania"... e idem hanno fatto con l'omosessualità.
(3) La cosiddetta schizofrenia è stata la condizione personale di diversi artisti, il che dovrebbe dimostrare che non necessariamente una persona "etichettata come schizofrenica" è una persona "incapace di mente", da figurarsi come "il mentecatto ritardato con la bava alla bocca" (stereotipo e prima immagine che ci viene in mente pensando al "malato mentale"), al contrario, forse è proprio per il suo essere così sensibile e talentuosa dal punto di vista artistico ed immaginifico, che la persona "schizofrenica" non viene capita dalla massa amorfa.
(4) Infatti, la persona che viene reificata con etichette psichiatriche ("lo schizofrenico", "la paranoica", "il depresso" e via dicendo) verrà, da lì in poi, considerata "solo quello". Una persona "etichettata come paranoica" resterà, agli occhi degli altri, "sempre una paranoica", qualsiasi cosa dica o faccia, non dica o non faccia. è l'etichetta psichiatrica, lo stigma, che nullifica la persona, la svuota della sua dignità umana e la reifica ad etichetta, di modo che noi non vedremo più "la persona" ma "la diagnosi psichiatrica di questa persona". Tanto più che quando una persona etichettata con una certa diagnosi psichiatrica, ad un certo punto "fa anche altro" oltre ai comportamenti "elencati nei criteri diagnostici" e non "replica più" quanto ci si aspetta che debba replicare, in automatico questa persona viene giudicata "anche con un'altra patologia mentale". E così uno "schizofrenico" può benissimo essere etichettato anche come "depresso" e via dicendo, appena "si discosta dai comportamenti usualmente elencati come schizofrenia"; comportamenti che ci si aspetta che una persona "schizofrenica" faccia sempre e comunque. E se per un qualche motivo "ad un certo punto non li replica più"... ecco che "deve per forza avere un'altra patologia mentale!".
Una persona psichiatrizzata a forza non uscirà mai più dalle etichette psichiatriche che gli altri le appioppano, perché qualsiasi cosa faccia o non faccia rientrerà sempre comunque in un qualche disturbo mentale. (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/riflessioni-antipsichiatriche.html)
Lo stigma psichiatrico, una volta che viene ufficialmente appioppato a qualcuno, resta a marchiare quella persona qualsiasi cosa faccia o non faccia e me lo ha confermato anche una vittima di psichiatria: è stato etichettato in un certo modo, pertanto tutto quello che fa o non fa viene comunque considerato "quella diagnosi" dagli altri. Questa persona è la sua patologia, o meglio, sono gli altri che etichettano quello che lui è o fa come patologia.
La lettera scarlatta, l'"A" di "adultera" marchiava la protagonista del celebre romanzo di Nathaniel Hawthorne
e allo stesso modo "la diagnosi psichiatrica" marchia chi ha la sventura di incappare in quella nomenclatura: "fine diagnosi psichiatrica mai", insomma, condannando queste persone ad un ergastolo psichiatrico. (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/storie-di-violenza-psichiatrica.html) (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/sopravvissuto-alla-violenza.html)
Comunque, agli psichiatri, io faccio sapere che la loro etichetta dispregiativa, "bibliomane", con la quale etichettano quelli come me, per me è un gran complimento, difatti io rivendico il titolo di Bibliomane. E facciamo anche sapere che una Bibliomane del mio calibro continuerà imperterrita a maneggiare libri, anche se mi avete vietato di entrare nelle biblioteche. (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/6-agosto-bibliocidio.html)
Qualche altra cosa sulla quale riflettere...
Altre vittime, dei giorni nostri, di violenza psichiatrica: A Napoli "Muore a 39 anni in TSO: la famiglia denuncia l'ospedale. La famiglia del giovane punta il dito contro un presunto abuso di medicinali somministrati"
Oh, del resto, la psichiatria ha già sfornato il nuovo disturbo mentale, trendy e alla moda, che colpisce tutti noi: "il disturbo da stress da pandemia", la "pandemic fatigue"... così new e trendy, meglio ancora se ci sono importanti influencers che si fanno il selfie con la boccettina di ansiolitici e twittano che "ho la pandemic fatigue ma grazie alle miracolose goccettine e al Siero di Lunga Vita ho ritrovato la gioia di vivere!" perché si sa, la prima regola del business di Big Pharma è trovare i testimonial ben felici di propagandare il Verbo Farmacologico: "Nel Principio era Big Pharma, Big Pharma era col Vax e Big Pharma era il Vax."
Insomma, prima creano l'emergenza con relativi toni terroristici e poi "scoprono" che la gente soffre di una nuova malattia mentale, la pandemic fatigue!, e naturalmente loro hanno già creato la cura perché "è importante tutelare la nostra salute, tutto è fatto per la tutela della salute collettiva"...
Che disdetta, che le Lunarie non cadono nel tranello neanche questa volta e non spendono i pochi soldini per le benzodiazep di 'sta ceppa...
Orgogliosa di essere "diagnosticata" come Bibliomane e Fissista e i soldi li ha sempre spesi per i Libri e Cd e non per ingrassare i portafogli dei mandanti di Big Pharma!
Che disdetta, tutti quei soldini spesi per comprare i libri di Cioran...
Come la psichiatria viene usata per far passare le donne che si ribellano al marito violento come "pazze isteriche", come ho trovato testimoniato in questo video apparso su un sito islamico che riportava le storie di donne islamiche vittime di violenza:
Dal minuto 26:24 "E poi questa storia di fare sempre pazze le donne perché lei è pazza e tante volte succede, lo fanno e chiamano anche, adesso ve lo dico, l'ambulanza per farla portare in psichiatria perché lei non sa parlare, non sa come difendersi, in quel momento che cosa dire"
Bibliografia consigliata:
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/10/psicofarmaci-e-neurolettici-degli-anni.html https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/riflessioni-antipsichiatriche.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/psicofarmaci-e-violenza-omicida.html https://intervistemetal.blogspot.com/2021/09/i-criteri-diagnostici-psichiatrici-sono.html https://intervistemetal.blogspot.com/2021/12/analisi-agli-errori-e-al-classismo.html
Nessun commento:
Posta un commento