Tessuti intrecciati o ricamati, i tappeti in Marocco sono realizzati esclusivamente dalle donne e rappresentano una sorta di investimento per la famiglia berbera. Le donne tessono soprattutto in inverno. Il tappeto viene anche usato come dote di matrimonio e a volte si barattano in cambio di monete o grano. Il tappeto è veramente il biglietto da visita dell'artigianato marocchino.
Esistono due tipi di tappeti: quelli di città e quelli di campagna.
I tappeti di città sono di tipo intrecciato. Una leggenda ne racconta l'origine: mentre le tessitrici erano intente a lavorare, un uccello lasciò cadere sulle loro opere dei pezzetti di lana multicolore. Non sapendo quali colore scegliere, scelsero di tesserli tutti insieme. Per questa ragione, i tappeti di città sono composti dai sette colori dell'arcobaleno. I tappeti di Rabat si ispirano all'antica tecnica anatolica, e hanno un motivo centrale (kouba) di tonalità calda, circondato da motivi floreali o geometrici.
I tappeti rurali hanno colori diversi a seconda di dove vengono realizzati. Quelli a tinte vivaci (carminio, rosso ecc.) provengono da Tazenakht, nel Sud, e sono tappeti-tessuti intrecciati\ricamati, chiamati "glaoua" ("dal paese di Glaoui"). Anche se oggigiorno vengono usati prodotti chimici, la composizione del blu resta naturale: un mix a base di fichi, datteri, hennè crea l'indaco.
I tappeti di Haouz, su fondo rosso, hanno disegni che richiamano lo stile art déco.
I motivi decorati sui tapperi berberi hanno un loro linguaggio.
A volte si ispirano alla forma degli organi genitali, giocando sull'incontro dei due sessi, per simboleggiare la fertilità.
I disegni dei tappeti permettono di conoscere le diverse tappe della vita di chi li ricama: verginità, matrimonio, gravidanza.
ALTRO APPROFONDIMENTO TRATTO DA
Si è dovuto attendere il 1994 perché il sociologo Abdelkebir Khatibi in "Dal segno all'immagine" potesse affermare: "Si può arrotolare un tappeto come fosse un talismano e srotolarlo come fosse un geroglifico. è il genio buono che accompagna lo spazio e lo trasforma davanti ai vostri occhi."
Per Khatibi il tappeto rappresenta "un linguaggio perduto\uno spazio in cui appaiono dei pictogrammi, segni che apparterrebbero ad una scrittura antica, il tifinagh, utilizzata dai berberi, i tuareg del Sahara" e giunge alla conclusione che "il tappeto è, in Marocco, un talismano plastico della donna."
Il tifinagh è una delle scritture più antiche del mondo e anticamente veniva scritto solo dalle donne; non aveva neppure un verso di scrittura, ma si poteva scrivere anche con un andamento "serpentiforme" e per questo risulta molto difficile leggerlo.
Uno dei segni più utilizzati è la stella di Venere. La stella, come la luna e la mano, era un simbolo pre-islamico, poi inglobato nell'islam.
I disegni della stella e dello specchio sul tappeto in berbero vengono chiamati "itthran" (o ithr), "stella" e "lamri", specchio. Stella e specchio erano simboli di Venere Afrodite.
La stella è un simbolo antichissimo: in Babilonia era usata già nel XIII secolo a.c e oggigiorno viene ancora rappresentata sui tappeti marocchini.
Nota di Lunaria: avevo parlato della mezzaluna anche in riferimento all'arte yemenita e saudita pre-islamica
La stella ad otte punte era associata ad Ishtar ed identificava il pianeta Venere. Il disco solare babilonese prevedeva una stella inscritta nel cerchio ed era simbolo del dio Sole, Shamas; in arabo, "sole" di dice "shams". La mezzaluna invece era associata al dio Sin. Altri simboli molto diffusi sui tappeti sono i triangoli e le losanghe.
Nota di Lunaria: il triangolo col vertice verso il basso rappresentava la vagina, soprattutto in riferimento alla Grande Madre
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