Reso celebre da rappresentazioni cinematografiche, Robin Hood di Alexandre Dumas è un testo particolarmente caro alla fantasia popolare (1) Ambientato nel XII secolo, nell'Inghilterra di Enrico II e Riccardo Cuor di Leone, il romanzo racconta come Robin, nato da famiglia nobile, venga abbandonato nelle mani di un guardaboschi dallo zio, preoccupato che il nipotino potesse privarlo dell'eredità. Robin cresce nella foresta di Sherwood, insofferente ad ogni sopruso e ingiustizia. Finisce quindi per trasformarsi in fuorilegge, attorniato da una banda di amici, i Merry Men, tra i quali spicca Little John e Fra Tuck. Robin Hood diventerà l'incubo dei signorotti del luogo, dei ricchi prelati, della nobiltà e l'eroe dei poveri e degli oppressi.
"La piccola comitiva di Robin Hood si inoltrò nel cuore dell'immensa foresta, ricca di alberi secolari, di verdi radure, di ampi spazi luminosi e di zone piene d'ombra; attraversata da ogni sorta di animali, lepri, volpi, conigli selvatici, daini, cervi; e nella quale risuonava di notte il canto dolcissimo dell'usignolo, e di giorno il grido minaccioso dei rapaci, o il richiamo di altri numerosi uccelli. I quattro giovani s'inoltrarono fin dove furono sicuri di non poter essere sorpresi dagli uomini dello sceriffo e qui allestirono il loro campo. Sorgeva, in una vicina radura, una venerabile pianta, germogliata forse mille anni prima, e che aveva ora un tronco enorme e grandi rami carichi di foglie; sotto quei rami, la terra era soffice e molle, così che sembrava di stendersi su un letto, quando ci si stendeva su di essa; e sui rami, nelle loro biforcazioni, nel profondo del loro intrico, molti uomini potevano facilmente trovare rifugio per la notte. Robin Hood chiamò quello "l'albero del convegno" e disse: "D'ora in avanti, quando uno di noi udrà suonare il corno per tre volte, capirà che si tratta del segnale di convegno e accorrerà a quest'albero. Qui accenderemo i nostri fuochi, e arrostiremo le nostre prede. In quel campo vicino - e così dicendo egli accennò ad un bel prato - coltiveremo un po' di verdura; e questa sarà la nostra vita."
(1) Nota di Lunaria: la leggenda di Robin Hood nasce sul finire dell'anno 1000, ma viene via via rimaneggiata nei secoli successivi, quando cominciano ad apparire delle ballate; agli inizi "Robin Hood" più che non il personaggio che abbiamo in mente, rappresentava il proscritto e il bandito dei boschi (nelle cronache giudiziarie medievali troviamo attestati diversi Robin Hood, con alcune variazioni ortografiche, e sono nomi che indicavano fuorilegge arrestati, dei quali probabilmente non si conosceva l'identità e così venivano chiamati col nome generico di Robin Hood); successivamente incarnò il "giustiziere ribelle" (contro l'aristocrazia e il potere ecclesiastico, ma anche contro gli sceriffi corrotti che sono dalla parte degli usurpatori che opprimono il popolo) e poi "colui che ruba ai ricchi per dare ai poveri". Non è da escludere che il personaggio di Robin Hood fosse stato ricalcato su un Dio inglese della vegetazione, una sorta di Cernunnos (Robin Hood è inseparabile dalla foresta di Sherwood ed è immaginato vestito di verde, il che accentua il simbolismo silvano) perché lo troviamo attestato anche come "Re di Maggio" e festeggiato con danze e musiche; Lady Marion, la donna amata da Robin Hood, sarebbe quindi la Regina di Maggio, allegoria della Dea, sua paredra.
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