Antropologia ed Etnocidio

Concetti tratti da

In così tanti anni di ricerca antropologica si è arrivati alla conclusione che l'universale non esiste e che quanto è valido per una cultura non si ripete mai. L'umanità si distingue per la complessità e la sua capacità di essere sempre diversa.

L'Antropologia si occupa della comunità degli uomini e della loro cultura, proprio per questo può servire per costruire una società migliore, che valorizzi le diversità.

L'Antropologia nasce nella seconda metà del XIX secolo ma in realtà le sue origini sono ancora più antiche e furono menestrelli, filosofi, viaggiatori, da Erodoto a Marco Polo, da Giulio Cesare ai missionari cristiani (*)

L'uomo ha sempre sentito di non essere l'unico sulla Terra, e ha sempre avuto interesse verso i popoli stranieri. Interesse ma anche timore e presunzione di essere superiore: per esempio, al tempo dei Greci, i non-greci erano ritenuti dei barbari, cioè dei selvaggi incivili e questo pregiudizio fu mantenuto anche dai cristiani, che sostituirono al barbaro l'infedele, quindi da convertire.

Ecco come nasce l'Altro, l'Alieno, che può essere qualcuno che sia legato a conoscenze arcane ma anche il selvaggio non del tutto umano, a metà tra l'uomo e l'animale. Ecco perché reificando l'Altro a selvaggio, si può affermare che sia sacrosanto eliminarlo o ridurlo in schiavitù usandolo come forza lavoro. Cosa che avvenne fino in tempi recenti. Ecco in cosa consiste l'etnocidio.

Nota bene: anche le prostitute vittime della tratta vengono viste come cose da usare: essendo considerate in vendita, non vengono percepite come esseri umani, piuttosto come bestie da ammassare. Vedi questo link

http://infosullaprostituzione.blogspot.it/2015/01/e-lidea-di-possedere-un-animale-di.html

(*) Che ovviamente non brillavano di rispetto per le religioni degli altri: tra i popoli che rischiarono l'etnocidio, anche solo perché cercavano di salvare i loro manufatti sacri e/o artistici (esempio: tamburi, statue ecc.) ricordiamo i Lapponi, gli Indios e gli Aborigeni : l'etnia dei Tasmaniani venne praticamente spazzata via. L'ultima superstite morì deportata:

"I Tasmaniani erano una popolazione diversa per razza, lingua e cultura dagli Aborigeni: erano alcune migliaia, sono stati distrutti con feroce determinazione dai Bianchi. I pochi che sopravvissero al massacro della cosiddetta "guerra nera" furono deportati nell'isoletta di Ross, dove, angosciati dalla nostalgia della propria terra, si estinsero. L'ultima sopravvissuta, una donna di nome Truganini, morì deportata a Londra nel 1898." Anche oggi la condizione degli Aborigeni è fortemente problematica.


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