Bertrand Russell: stralci sulla Luna, la Donna, il matrimonio


Stralcio tratto da


Per definire una società, antica o moderna che sia, abbiano due elementi importanti e connessi tra loro: l'uno è il sistema economico, l'altro il sistema familiare. Due scuole, oggi, orientano il pensiero moderno: l'una ha un'origine economica, l'altra fa risalre tutto alla famiglia e al sesso; Marx e Freud. Personalmente, io non aderisco a nessuna delle due scuole, poiché economia e sesso non mi paiono avere alcuna precedenza l'uno sull'altra come causa determinante. Senza dubbio la rivoluzione industriale ha avuto e avrà una profonda influenza sui costumi sessuali, ma, per converso, la virtù sessuale dei puritani fu psicologicamente necessaria come causa parziale della rivoluzione industriale.

Non vi è paese al mondo in cui l'etica e le norme sessuali siano state determinate da considerazioni logiche, eccettuato nella Russia sovietica. Non voglio dire che le norme in Russia Sovietica siano perfette; dico soltanto che esse non sono il portato di una superstizione e di una tradizione come, almeno in parte, le istituzioni di tutti gli altri paesi in ogni epoca. Il problema di stabilire quale sia l'etica sessuale migliore dal punto di vista della felicità e del benessere generale è arduo e la risposta varia secondo le circostanze: sarà assai diversa per una società industrialmente progredita da quella che potrebbe essere in un regime agricolo primitivo; sarà diversa per i paesi dove scienza medica e igiene hanno portato un reale abbassamento dell'indice di mortalità e per i paesi dove malattie e pestilenze distruggono una larga parte della popolazione in giovane età.

Una morale sessuale determina effetti di specie svariatissime: personale, coniugale, famigliare, nazionale, internazionale. 

L'origine prima di certi costumi sessuali esistenti nelle civiltà occidentali sin dalle epoche precristiane, fu quella di assicurare quel grado di virtù femminile senza il quale la famiglia patriarcale diventa impossibile, poiché la paternità è incerta.

I costumi matrimoniali sono sempre stati una mescolanza di tre fattori che chiameremo, tanto per intenderci, istintivo, economico, religioso.
Dato che tutte le civiltà moderne sono basate sulla famiglia patriarcale e che l'intero concetto della virtù femminile è stato costruito in funzione di questa famiglia, è importante esaminare da quali istinti naturali nasca il sentimento della paternità.
Il sentimento della madre verso il figlio è facilmente comprensibile, giacché esiste qui uno stretto vincolo fisico, almeno sino al momento dello svezzamento. Ma il rapporto tra il padre e il figlio è indiretto, ipotetico e desunto: è legato alla fiducia nella virtù della moglie (...) se supponiamo che l'istinto paterno debba volgersi soltanto verso i propri figli.
Appena il fatto psicologico della paternità viene riconosciuto, un nuovo elemento entra a far parte del sentimento paterno, un elemento che ha portato quasi dappertutto alla formazione di società patriarcali. Appena un padre riconosce che il figlio è, come dice la bibbia, il suo "seme", il suo sentimento viene rafforzato da due fattori: l'amore del potere e il desiderio della sopravvivenza.
L'ambizione non ha più nella tomba il suo limite naturale, ma può essere estesa all'infinito attraverso la linea dei discendenti: pensate ad esempio alla soddisfazione di Abramo quando seppe che il suo "seme" avrebbe posseduto la terra di Canaan. Nella società matriarcale, le ambizioni familiari erano limitate alle donne e poiché le donne non combattono, certe ambizioni femminili hanno effetti più modesti di quelle maschili. Si può supporre perciò che la scoperta della paternità abbia reso la società umana più pronta alla competizione, più energica, più dinamica e irrequieta che non nel periodo del matriarcato. Di conseguenza la scoperta della paternità porta alla schiavitù delle donne come unico mezzo per difendere la loro virtù: una schiavitù prima fisica e poi mentale, la quale raggiunge il suo maximum nell'epoca vittoriana. A causa di tale schiavitù in molte società non vi fu mai l'unione completa tra marito e moglie: il loro rapporto era di condiscenza da una parte e di dovere dall'altra.
Sembrerebbe che soltanto con l'avvento del sistema patriarcale, gli uomini abbiano cominciato a desiderare la verginità nelle spose. I padri, dopo aver scoperto la propria esistenza, cercarono di sfruttarla al massimo. Nel Genesi vediamo come gli uomini desiderino una numerosa progenie; la moltiplicazione dei greggi e degli armenti. Per questo Geova comandava agli uomini di crescere e moltiplicarsi. 
Da quando fu scoperta la paternità, la religione si è interessata moltissimo al problema sessuale; ed era da aspettarselo, visto che la religione si interessa a ogni questione misteriosa e importante. La fertilità della terra, delle greggi e delle donne, all'inizio dell'epoca agricola e pastorale, rappresentò per gli uomini la cosa di maggiore importanza. Religione e magia venivano entrambe invocate per essere sicuri del risultato desiderato.
Secondo le idee correnti di "magia simpatica", si credeva che facilitare la fertilità umana aiutasse la fertilità del suolo (Nota di Lunaria: Mircea Eliade lo spiega alla perfezione in "Trattato di storia delle religioni", quindi suggerisco di approfondire l'argomento leggendolo lì) e la stessa fertilità umana veniva invocata con cerimonie varie, religiose e magiche. Nell'antico Egitto, dove l'agricoltura pare sia apparsa prima della fine dell'epoca materlineare, l'elemento sessuale religioso da principio non fu fallico, ma volto ai genitali femminili, la cui forma si credeva derivata dalla famosa conchiglia cauri, alla quale erano attribuiti poteri magici e che veniva usata come moneta. (Nota di Lunaria: anche in India, il culto della Dea Vaginale Lajja Gauri è antichissimo).

Quest'epoca tuttavia ebbe presto termine e quindi in Egitto, come in molte altre antiche civiltà, l'elemento sessuale nella religione si trasformò in culto fallico.

In molti posti del mondo si crede che la luna (considerata di sesso maschile) sia il vero padre di tutti gli esseri umani. (Nota di Lunaria: Neumann ne parla a lungo, in un'analisi illuminante che vedremo)


Chandra, il Dio indù della luna




Nelle terre dei Maori "la luna è il marito permanente o il vero sposo di tutte le donne. Secondo la credenza dei loro antichi, l'unione tra l'uomo e la donna non ha importanza: la luna è il vero sposo. Opinioni simili sono esistite in molti luoghi del mondo e senza alcun dubbio significano il periodo di transizione dall'epoca in cui la paternità era sconosciuta, sino a quella del riconoscimento della sua importanza." (Briffault)

Questa credenza è naturalmente legata al culto lunare (...) Sia il culto solare sia quello lunare hanno lasciato traccia nel cristianesimo: la nascita di Cristo, infatti, avvenne nel solstizio d'inverno, e la resurrezione con la Pasqua.


Notevoli elementi di culto fallico esistevano in tutte le religioni pagane dell'antichità, e fornirono ai Padri della Chiesa moltissime armi polemiche. Nonostante però tutte le argomentazioni, tracce di culto fallico rimasero nel medioevo e soltanto il protestantesimo riuscì ad estirparne ogni vestigia 

Nelle Fiandre e in Francia, santi con attributi ittio-fallici sono abbastanza comuni: san Giles in Bretagna, san René nell'Anjou, san Greluchon a Bourges, san Regnaud, sant'Arnaud. Il santo più popolare della Francia meridionale, san Foutin, si dice sia stato il primo vescovo di Lione. 
Quando ad Embrun il suo reliquiario fu distrutto dagli ugonotti, il fallo fenomenale del santo personaggio fu tratto fuori dalle rovine, tinto di rosso per le abbondanti libazioni di vino che i fedeli solevano spandere su di lui e berlo poi come un rimedio infallibile contro la sterilità e l'impotenza.

Nota di Lunaria: meglio mettere la prova della foto della pagina 30, non vorrei che qualche cristiano qui avesse da reagire scandalizzato dicendo che "sono io che falsifico le cose, faccio disinformazione, non è vero niente, non ho mai letto un libro, sono i miei personali deliri"...