Recensione a "Le Dodici Lune"






 "Le Dodici Lune" di Somers Bruce [pseudonimo di Aldo Crudo]
Trama:  Si può dare l'anima al Diavolo per un fine di bene? Sir Robert Fulton Tanner, proprietario del tetro castello di Tanner, nel nord della Scozia, non può fare altro. Dopo aver perso, durante un incidente di caccia, l'amata moglie Margareth, Sir Robert si dà alle pratiche demoniache e necromantiche per evocare lo spettro di Margareth ad ogni luna piena; la donna appare, ma propone a Robert di stringere un patto col Diavolo per poter farla tornare in vita. Ma Robert indugia. Intanto, il destino lo fa innamorare, ricambiato, di una dolcissima fanciulla, Cora, che riesce a portare di nuovo serenità nell'animo tormentato di Robert. Ma Margareth sa di questa relazione e inizia a tormentare la nuova moglie di Robert e il figlioletto nato dalla loro unione. E così Robert è costretto a vendere l'anima a Satana per placare lo spirito vendicativo di Margareth e mettere in salvo Cora e il piccino...




Le pagine più belle: 12- 28-50-51-92
 

"Si sarebbe liberato dalla schiavitù del ricordo della prima moglie. Della MORTA che tornava a lui ad ogni plenilunio e della quale egli era stato perdutamente innamorato fino al punto di credersi incapace di dimenticarla. Forse, pensò, Cora sarebbe riuscita a farlo tornare quello di una volta... ad evitargli l'inferno"

"Robert... mio Robert.... Eccomi. Eccome a te, finalmente!"
Tutto sembrò vorticare attorno a lui. Quella era la voce di Margareth! Presto un chiarore emerse dall'orribile profondissimo pozzo. Come quel chiarore raggiunse l'altezza della pedana, su cui egli stava, lo vide prendere consistenza e trasformarsi nell'immagine fluttuante di sua moglie (...) sembrava una persona viva, concreta. Se non ci fosse stato il fatto che i suoi piedi stavano sospesi al centro dell'orrenda voragine, egli avrebbe creduto di trovarsi in presenza di una creatura viva."

"Non potendone più della propria immobilità, sir Rober andò verso la vetrata e la spalancò. Fuori, un po' in basso, egli distinse le enormi chiazze nere delle gigantesche querce che digradavano attorno alle mura del castello, inframezzate da zone meno scure in cui la vegetazione non cresceva tanto rigogliosa. Lontano, nel fondo valle, gli occhi acuti di sir Robert potevano distinguere il debole chiarore della strada che procedeva dritta, per un lungo tratto, e cominciava poi, alle falde del monte, a salire serpeggiando, nascondendosi dietro il fianco del massiccio. Di colpo l'oscurità piombò sul paesaggio, mentre un tuono scuoteva la terra. Il cielo si era coperto interamente di masse enormi di nuvole cariche di pioggia. Il vento giunse improvviso, piegando le cime degli alberi e precipitandosi con ululati selvaggi contro le salde mura del castello (...) la forma chiara del fantasma sorse dal buio esterno e fluttuò verso la finestra."
 

"Satana!", gridò con voce potente e quel grido fece quasi tremare gli orli del pozzo. Dalle incommensurabili profondità, gli giungevano i suoni di gridi della moltitudine di folla in pena. Erano gli stessi suoni angosciosi che aveva udito la volta precedente. E l'atroce puzzo. E il senso di spaventevole terrore al pensiero delle dannazioni infinite. Egli chiamò con voce tonante: "Satana! Io chiamo te! Voglio stringere il patto che ti darà la mia anima!" Ancora silenzio. Nessuna risposta. Attese, però, convinto che Egli sarebbe venuto. D'un tratto, un boato di raccapricciante potenze, insieme a un raggio di luce nera mai lontanamente supposta, salirono su dal profondo pozzo. Quella luce era paurosa. (...) Infine, in una nube colore del grumo, terrorizzante, maestoso, nero come la pece, apparve Satana! Era agghiacciante a vedersi. Stava seduto su un trono formato da ossa umane che si muovevano emanando scricchiolii sinistri. Uno scheletro tagliato all'altezza del torace, con le costole del petto spezzate, fungeva da spalliera (...) come pomelli ai due braccioli, stavano infilzate due teste umane. Una di donna, l'altra di uomo."