Trama: Billy Halleck è un avvocato americano che conduce una vita pacifica, a parte qualche problema di sovrappeso, in una cittadina di provincia. Un giorno investe accidentalmente una vecchia zingara, (1) che muore sul colpo. Essendo un notabile, Billy viene assolto ma è la tremenda maledizione dello zingaro, il padre della vecchia, a piovergli sul capo e a trasformare la sua vita e quella di quanti lo hanno favorito, in un inferno. Se lui comincia a perdere peso, al giudice che non lo ha condannato crescono le squame mentre il poliziotto che ha cacciato gli zingari si vede marcire la pelle.
(1) "zingaro" è un termine dispregiativo, anche se viene usato frequentemente nel linguaggio del "volgo". Il termine corretto è Romanì, che prevede diversi "gruppi": Kalè, Manouches, Kale, Romanichals, Sinti. I 5 gruppi principali sono suddivisi in centinaia di sottogruppi, con una propria specificità culturale, etica e complesso di regole vincolanti (chi non le condivide viene estromesso) e un proprio dialetto. Ogni gruppo quindi rappresenta una realtà a sè stante, e non va confusa "con un unico termine", come si fa sempre. Si possono distinguere i Rom in base ai mestieri che esercitavano un tempo; qui ne elenco qualcuno:
Rom Lautari -> musicisti
Rom Lovara -> allevatori e commercianti di cavalli
Rom Argintari -> lavoratori di argento
Zlatari, Aurari -> orafi
Rom Kalderasa -> lavorazione del rame
Rom Ursari -> ammaestravano gli orsi; erano anche artisti ambulanti e acrobati da circo.
Rom Keramidara -> fabbricanti di mattoni e ceramica
Rom Setara -> produttori di setacci e cesti in vimini
Rom Colara -> venditori di tappeti
Rom Machvaja -> chiromanti, astrologi e narratori di leggende.
"L'Occhio del Male" è un libro dell'orrore, cioè un romanzo di fantasia e nei romanzi di fantasia è lecito inventare di tutto e di più senza necessariamente restare ancorati alla realtà (e oggettività) delle cose, ma onde evitare il perpetrarsi di stereotipi e pregiudizi contro i Rom, suggerisco di leggere questi libri prima di "parlare a vanvera" su un argomento che il 99% di chi parla "contro gli zingari" ignora totalmente:
Il termine "zingaro" è dispregiativo. Deriva dal nome di una setta manichea, gli "Athingani", detti anche "Atsingani" o "Atsinganoi", "colui che non vuole essere toccato"; il termine generò "Tzigani", "Zingani", "Sigani", "Zingari". Gli Atsingani facevano parte di una setta eretica che rifiutava il contatto fisico, praticava la magia, conduceva vita itinerante. Già nel 1323 iniziò a circolare l'idea che fossero "della razza di Chaym"; non è chiaro se ci si riferisse a Cam o Caino, comunque la connotazione resta negativa. Vennero anche chiamati "Gypsy" o "Egiziani", termine derivante dal Monte Gype, noto come "Piccolo Egitto", nel Peloponneso. Nei Principati Rumeni o Danubiani le comunità Romanès furono spesso schiavizzate: già nel 1340 nobili serbi donarono alcune famiglie Rom al monastero della "santa vergine di Tismana" nei Carpazi. La schiavitù dei Rom è durata per oltre cinquecento anni; fu abolita nella metà del XIX secolo. In Ungheria erano schiavi anche i "Saraceni" ovvero i musulmani, e gli Ebrei Cazari, finché non si convertirono al cristianesimo. Nel 1445, Vlad Dracul portò con la forza dalla Bulgaria alla Valacchia circa 11.000-12.000 persone "che sembravano egiziani". I Rom venivano usati come forza-lavoro non retribuita dallo Stato, dalla Chiesa o dai Boiardi; il termine "tigan", da "Atsingani", diventò sinonimo di "schiavo". Esisteva tutta una divisione per gli schiavi: schiavi domestici, dei campi, della corona, dello Stato, della Chiesa ecc. Comunque, qualche schiavo riusciva ad emanciparsi, per esempio nel 1595 Stefan Razvan, riuscì a diventare un boiardo e poi principe moldavo. Anche la Chiesa perseguitava i Rom: per via della divinazione, soprattutto chiromanzia, danze, lavorazione dei metalli, le comunità Romanès vennero accusate dalla Santa Inquisizione. Vennero perseguitati anche per il colore della pelle scura, che in quel periodo era associato al diavolo. Queste erano alcune delle pene previste per i Rom: allontanamento, fustigazione pubblica, marchio a fuoco, taglio del naso e delle orecchie, galera, impiccaggione. Il "girovagare" e il fermarsi in zone di confine nelle foreste o sulle montagne derivava proprio dal fatto che erano cacciati ovunque; nel 1646, a Berna, era legale "abbattere o liquidare personalmente con bastonate o con arma da fuoco gli zingari". Ancora prima, nel 1498, Massimiliano I d'Asburgo aveva concesso il "diritto a chiunque di ammazzare e bruciare gli zingari". Nel 1749 in Spagna furono organizzate retate e il Vescovo di Oviedo sosteneva che la scomparsa dei "Gitanos" era "un servizio da rendere a Dio." Più tardi, quando si smise di ucciderli a vista, si cercò di "rieducarli" proibendo i loro vestiti, cibi, lingua, mestieri come il commercio di cavalli o la lavorazione di metalli. Fu in questo periodo che presso i Calé nacque il flamenco, che veniva usato per comunicare ed esprimersi, visto che era proibito usare la loro lingua (Nota di Lunaria: provvedimenti simili sono stati usati anche contro i Curdi. La Turchia ha varato leggi che proibivano persino la loro lingua, anche quella da usarsi tra genitori e figli!)
Per quanto riguarda il genocidio compiuto dai nazisti, detto "Porrajmos", forma sostantivata del verbo "Porav-", "divorare, ingoiare", si calcola che furono almeno 500 mila i Rom e i Sinti massacrati. Altri termini usati dai Rom per definire il loro genocidio sono stati "Samudaripen", "Samudaripé", "Baro Romanò Meripen", "La grande morte". Ovviamente prima del nazismo vero e proprio, erano già uscite pubblicazioni "pseudo-scientifiche" che catalogavano le razze in base alla loro presunta inferiorità etnica. Gli "zingari" vennero marchiati come inferiori da "studiosi" come Gonineau o Galton (padre dell'eugenetica) e questo fu il preludio alla politica di sterminio. Termini come "igiene razziale, razza ariana, piaga zingara" iniziarono a circolare. Il nazismo si appoggiò al darwinismo sociale per giustificare la superiorità della razza bianca su quella nera e di quella ariana su tutte le altre razze bianche.
I Rom vennero rinchiusi nei campi di concentramento dove si moriva per fame, per stenti, per lavoro. Le donne venivano sterilizzate e venivano compiuti esperimenti scientifici. Quello che sanno in pochi è che Rom e Sinti militarono nelle file partigiane: Amilcare Debar, Walter Vampa Catter e Giuseppe Catter, Renato Mastini, Lino Ercole Festini, Silvio Paina. Le comunità Sinti e Rom vennero perseguitate ovunque: in Croazia dagli Ustascia, in Belgio, Olanda, Moravia, Romania, Polonia, Norvegia, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Finlandia, Francia, Grecia, Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Albania. Ovviamente non si sono mai risarcite le vittime del Porrajmos, perché si accampano vari pretesti per negarne il genocidio. (idem dicasi per Gay o Testimoni di Geova, perseguitati e internati anche loro. Nota di Lunaria)
Anche il termine attuale di "campo nomade" è figlio della mentalità nazi-fascista: "campo" rimanda a "campo di sterminio", un luogo "distaccato" dalla società. "Nomade" non specifica il nome dell'etnia e rimanda a "non nominato, non esistente". Non a caso i campi nomadi vengono ubicati in luoghi degradati e malsani e nei mass media si presentano sempre gli stessi stereotipi, che serviranno a rinforzare l'illegalità. Gli stereotipi servono a semplificare la realtà e chi li coltiva è interessato solo agli aspetti negativi, tutto il resto non esiste.
Per cui non prendiamo il romanzo di King su "maledizioni lanciate da vecchi zingari" come "la verità!": trattasi di romanzo horror di fantasia; non è un documento attendibile sul mondo gitano.
Per approfondimenti vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2017/11/rom-musica-esoterismo-credenze.html
Nota di Lunaria: non sono una fanatica di King, pur avendo letto "Carrie", "Per Sematary" https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/per-sematary.html, "Misery" https://intervistemetal.blogspot.com/2022/05/misery.html l'antologia di racconti "A volte ritornano" + altri suoi racconti pubblicati su antologie varie (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/recensione-la-scimmia-antologia-di.html) e conoscendo, come tutti gli appassionati di cinema horror, i celebri film che sono stati tratti dai suoi romanzi. https://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/carrie-i-fotogrammi-piu-beli.html
Le storie mi piacciono, ma è lo stile narrativo, delle volte troppo colloquiale, crasso e da "redneck", a non piacermi. Questo "L'Occhio del Male" (pessimo titolo italiano, l'originale è "Thinner", traducibile come "Più magro", molto più rappresentativo della trama) non è per niente male, pur avendo una mole di 280 pagine si legge abbastanza velocemente e oltre all'orrore (abbastanza esplicito, anche se il finale viene lasciato all'immaginazione del lettore...) c'è spazio anche per una sorta di critica al razzismo contro i Rom (*) e alla società americana ipocrita che "perdona tutto" a chiunque "sia vestito bene, con un lavoro importante". Piuttosto che non perdersi in dettagli inutili e prolissi (un paio di capitoli molto noiosi dove si riepiloga il resoconto della "caccia allo zingaro", per bocca dell'amico di Billy, un gangster che riesce a terrorizzare i gitani) sarebbe stato meglio, a mio parere, approfondire meglio la figura del sinistro e incartapecorito Taduz Lemke, per esempio raccontando le sue origini e approfondire il folklore gitano.
In conclusione, "L'Occhio del male" è un romanzo consigliato. So che esiste anche una versione cinematografica, ma non posso esprimere un parere, non avendola mai vista.
(*) "Posso leggere nella mente di quel tipo tanto bene", disse Hopley, "che a volte penso mi invii segnali telepatici. Per tutta la vita non ha fatto altro che muoversi da un posto all'altro, cacciato via da una città appena la brava gente del posto ha avuto la marijuana o l'hashish che voleva, appena ne ha perso tutte le monetine che voleva perdere alla riffa. Per tutta la sua vita ha sentito parlare degli zingari come di feccia. La brava gente ha le sue radici, lui no. Questo tipo, Halleck, ha visto gente che appiccava il fuoco a tende di canapa per farsi quattro risate, negli anni Trenta, e magari in quelle tende c'erano dei bambini o dei vecchi. Ha visto le sue figlie, o quelle dei suoi amici, attaccate e magari violentate, perché tutta quella brava gente della città sa benissimo che tanto gli zingari scopano come conigli, e una scopata di più va nel mucchio e se non è così chi se ne frega lo stesso. Magari ha visto i suoi figli, o quelli dei suoi amici, bastonati finché non erano mezzi morti"
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