Nota di Lunaria: il post è dedicato agli idolatri di aristotele che berciano il mantra del "eh eh eh, le donne non hanno mai fatto niente per 2mila anni! Non hanno scritto niente, non sanno fare niente, solo il nostro divino aristotele ha fatto, eh eh eh!"
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ZENOBIA
Il commercio che si svolgeva fra Oriente ed Occidente fece confluire numerose tribù arabe verso l'Asia Minore e il Mediterraneo. Queste tribù viaggiatrici e mercantili diedero origine a due regni indipendenti, molto ricchi grazie ai proventi del commercio terrestre e marittimo: il piccolo regno di Palmira, situato tra la Siria e l'Arabia, e Saba, nell'Arabia meridionale, entrambi ricordati per essere stati guidati da regine leggendarie, Zenobia e la Regina di Saba, che si trovano menzionate in fonti antiche e pure nella bibbia e nel corano.
Palmira, la città della regina Zenobia, che estese i suoi possedimenti dall'Eufrate al Mediterraneo, dall'Arabia all'Asia minore, presenta un'arte ispirata all'Oriente: Palmira sarebbe l'erede dei "segreti di Ugarit", la città cananea che possedeva case, fortificazioni, impianti igienici considerati all'avanguardia, dagli archeologi che scoprirono questa città nel 1929.
In una camera sepolcrale vennero scoperti oggetti di origine cretese ma che non si è riusciti a comprendere quale funzione avessero. Qualcuno ha ipotizzato che uno dei segreti di Palmira fosse l'elettricità: le donne siriane, anticamente, usavano fusi d'ambra, che, girando, si sfregavano agli abiti delle filatrici attirando pagliuzze, fili, foglie.
"Elettricità" deriva appaunto dal greco "Elektron", fenomeno fisico osservato per la prima volta nell'ambra. Ed è a Ctesifonte, nella dinastia dei Sasanidi (226-630 d.c) che risalgono le pile elettriche scoperte ai giorni nostri, conservate in un museo iracheno.
Sulla Siria vedi anche: http://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/siria-1-origini-archeologia-palmira.html http://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/siria-2-litolatria-atargatis-astarte.html
LA REGINA DI SABA la trovate qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/regina-e-sacerdotessa-del-sole.html
TIN HINAN
Nella tomba venne rinvenuto uno scheletro femminile, poi una statuetta femminile, monili, oro.
KAHINA
Nota di Lunaria: aggiungo anche Kahina ("La Maga" in arabo), soprannome di Dihya, regina berbera guerriera (VII secolo) che si oppose all'invasione araba del Nordafrica tra il 695 e 705.
Comunque già il nome con cui era soprannominata, "La Maga, l'Indovina", lascerebbe intendere che poteva trattarsi di una sorta di Pizia, o Sacerdotessa o Profetessa molto ammirata dal suo popolo.
TEUTA
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Il ritrovamento di utensili in pietra databili all'Età del Bronzo simili a quelli ritovati nel suolo italiano, fa intendere che sin dalla preistoria esistevano degli scambi tra l'Albania e l'Italia.
Fin dal III millennio l'Albania era abitata dagli Illiri e nel VII secolo ci fu la colonizzazione dei Greci, che fondarono città sulla costa; tutta questa zona era nota come Illyria e questo regno si estese soprattutto con il re Agrone; sotto la guida della regine Teuta, moglie di Agrone, l'Illiria si diede all'attività piratesca, entrando in contrasto con Roma, che intervenì occupando e conquistando il territorio nel 168 a.c.
In epoca preistorica, gli Illiri svilupparono un' arte decorativa con figure geometriche su oggetti di uso quotidiano. Nei secoli VI-V a.c la civiltà illirica inizia anche la lavorazione della ceramica, del ferro e del bronzo. I motivi geometrici possedevano un carattere simbolico-religioso: triangolo, rombo (legato a culti matriarcali) le linee a zig-zag, il cerchio (cerchio e croce spezzata rappresentavano il sole). Anfore, coppe, recipienti cosmetici decorati con figure mitologiche, erotiche, vegetali testimoniano la produzione artistica del III-II sec. a.c.
Il Museo Storico Nazionale a Tirana è tra i più grandi e importanti in Albania: contiene 3600 reperti, dal Paleolitico al IV sec. a.c. Qui si trova anche la "Dea di Buthrontum" e un mosaico con una testa di donna, chiamata "Bukuroshja e Durrsit", "La Bella di Durresi"
Inoltre, io ipotizzo anche che l'aquila nera bicefala, che si trova sulla bandiera albanese
vessillo di Skanderbeg, il celebre eroe-patriota ancora molto amato dagli Albanesi, fosse, in origine, un simbolo della Dea, forse una Dea Aquila; ancora oggi gli Albanesi si chiamano "Shqiptar", "Il popolo delle aquile".
Ebbene, questa statuetta albanese risalente agli Illiri
riporta quella che è stata considerata "un'arpia" (basandosi sulla rilettura che è stata fatta dai greci...)
PS. Curiosamente, tra tutti i paesi che ho trattato, la mia ricerca sulle origini storiche dell'Albania ha avuto il maggior numero di views (1068) e di like (29!)
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