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La Turchia alle origini
I Turchi erano popolazioni tribali nomadi originarie dell'Asia centrale che praticavano lo sciamanesimo. A partire dal VIII sec. cominciarono a spostarsi verso ovest in cerca di nuovi pascoli e alla fine del IX sec. dopo l'incontro con gli Arabi si convertirono all'islam; è questa zona che è stata culla delle più antiche civiltà: possiamo menzionare il ritrovamento, a Göbekli Tepe, di un tempio in pietra costruito intorno al 10-12000 a.c da un popolo di cacciatori-raccoglitori e che rivela l'esistenza di un'organizzazione sociale evoluta, oppure le pitture rupestri del Paleolitico o le statuette di çatal-Hoyuk. A partire dal 1700 gli Hittiti edificarono un vasto impero.
Sembra che a çatal-Hoyuk le donne avessero parità con gli uomini, testimoniato anche dal culto della Dea Madre, spesso abbinata a simboli di potere come leoni, avvoltoi, serpenti. Per saperne di più si legga "Il Linguaggio della Dea" di Marija Gimbutas.
In particolare, nei reperti di Hacılar, che risalgono al 5500-5400 a.c, si segnalano vasellame, un vaso rosso a forma di testa femminile e vasi zoomorfi, e una ventina di statuette di Dee steatopigie (dalle cosce e dai grandi glutei) rappresentate in trono, inginocchiate, accovacciate come se dormissero o mentre allattano.
Il Sarcofago delle Piangenti
è un esempio di "sarcofago a colonne", datato 350 a.c, decorato da diciotto pannelli, delimitati da colonnine, raffiguranti donne vestite in modo diverso, tutte rappresentate in atteggiamento di profondo dolore.
La Colonna Serpentina
La Colonna Serpentina, in origine alta otto metri, proveniente dal Tempio di Apollo a Delfi, venne fusa in un unico pezzo: era una spirale composta dall'intreccio di tre serpenti, che sulla testa sostenevano un treppiede d'oro, che a sua volta sosteneva un grande vaso. Questa colonna perse la sua valenza storica a partire da Costantino, per divenire, dal Medioevo in poi, una sorta di talismano, a cui gli abitanti si rivolgevano in cerca di auspici e segnali. Una delle leggende medioevali più note sosteneva che se da questa colonna fossero scomparse le teste sarebbe sparita anche la città di Istanbul.
Gli intrighi del palazzo Topkapı
Le centinaia di concubine che abitavano il Serraglio del lussuoso palazzo Topkapı spesso ordivano intrighi di corte tanto che la sultana validè, la moglie del sultano regnante, riusciva anche a governare insieme o al posto del sultano. La più famosa fu Haseki Hürrem, nota come Roxelana nel mondo occidentale, moglie di Solimano il Magnifico.
Roxelana, nota anche come Rosselana, era figlia di un sacerdote ortodosso ucraino, catturata dai tatari della Crimea e venduta come schiava; aveva un tale ascendente sul sultano che riuscì a istigare vari omicidi per far mettere al potere suo figlio, noto come Selim II l'Ubriacone, perché una volta al potere si diede a gozzoviglie e piaceri. Anche NurBanu fu una sultana coinvolta negli affari di Stato: riusciva ad origliare le sedute del Consiglio per avere informazioni politiche; incoraggiò suo figlio alle dissolutezze tanto che costui ebbe ben 103 figli. Nurbanu fu moglie di Selim II e madre di Murat III; era stata catturata dai Turchi sull'isola Egea di Paros quando aveva 12 anni ed era diventata poi una delle schiave del Topkapı; dovette sopportare molti soprusi, ma riuscì a diventare la concubina preferita del sultano e in seguito divenne un'abile manipolatrice e manovratrice nell'ambito della vita dell'impero. Con lei ebbe inizio il cosiddetto "Kandınlar Sultanatı", "Governo delle donne", durante il quale alcune principesse e regine-madri influenzarono le decisioni dei mariti o figli.
Con il declino dell'Impero Ottomano il numero di concubine crebbe enormemente arrivando a più di ottocento donne: dal momento che l'islam proibiva la riduzione in schiavitù dei musulmani, le donne dell'harem dovevano essere straniere: erano importate dalla Georgia e dal Caucaso, razziate in guerra, prigioniere ucraine, polacche, veneziane, spesso vendute anche dai genitori. Quando erano al Serraglio venivano educate ai precetti dell'islam, ma anche sulla lingua turca, su come truccarsi, vestirsi, cantare, danzare, come pure su musica, lettura, scrittura, ricamo, danza. Le condizioni di vita per la maggior parte di loro erano pietose: morivano di malattie e infezioni portate da insetti o dall'acqua oppure morivano di freddo. Le donne che venivano usate sessualmente erano promosse al rango di odalische e le loro condizioni di vita miglioravano perché passavano ad alloggi più gradevoli. Se restavano incinte di un figlio maschio erano promosse al rango di favorite o mogli; se il sultano si stancava di loro, venivano date in sposa ai cortigiani. I figli del sultano quasi sempre si uccidevano l'un con l'altro, nella lotta per diventare sultani dopo la morte del padre; Ahmed I per fermare i fratricidi istituì "la Gabbia": alla morte del sultano, il primogenito saliva al trono, mentre i fratelli venivano imprigionati nell'harem di concubine, dove restavano fin tanto che si sarebbe verificata una loro eventuale successione al trono. Le concubine recluse nella "Gabbia" se restavano incinte venivano affogate immediatamente. I sultani che uscivano dalla "Gabbia" erano spesso pazzi e\o sadici: alcuni di essi come Ibrahim Il Folle fece bruciare il visir al posto della legna del camino e fece annegare le sue 280 concubine nel Bosforo.
Ovviamente il tema dell'harem ha sempre stuzzicato le fantasie dei pittori o degli scrittori occidentali, tanto che esistono dozzine di dipinti occidentali che rappresentano "scene di vita degli harem"... più legate all'immaginazione erotica del pittore, nel voler dipingere belle donne nude in pose seducenti che ammiccassero allo sguardo libidinoso dell'osservatore, che non alla veridicità storica:
Il sultano dei tulipani
Ahmet III è ricordato per essere il sultano del "Periodo dei Tulipani": in onore di questo fiore egli istituì una festa annuale che è ancora celebrata in Turchia. Tra aprile e maggio, la Turchia si colora con 11 milioni di tulipani di oltre 110 varietà. Il nome "tulipano" deriverebbe proprio da "tülbend", turbante.
Culto della Dea
è ad Efeso che per secoli si adorò l'Artemide di Efeso. A circa 1 km prima di raggiungere il sito archeologico si vede una grotta, un luogo antichissimo, dov'era venerata la Dea Madre. Il culto di Artemide, i cui numerosi seni simboleggiano la fertilità, ebbe un ruolo importantissimo in tutta l'Asia Minore, con i suoi tanti templi dedicati alla Dea Madre, che veniva chiamata con diversi nomi: Iside in Egitto, [Al]Lat in Arabia, Cibele e Artemide.
Amuleto Boncuk\boncuğu (نظر, in persiano چشم نظر )
Il Boncuk è l'occhio azzurro in pasta di vetro che porta la buona sorte e scaccia il malocchio, e viene portato in ciondoli, bracciali e oggetti vari.
Ovviamente si tratta di un elemento pre-islamico, similmente alla famosa "Mano di Fatima", versione islamizzata della Mano della Dea Tanit.
La questione armena
La Prima Guerra Mondiale fu un disastro per gli Armeni cristiani dell'impero. Questa popolazione, che viveva nei centri urbani dell'Anatolia, era considerata dalle autorità turche una minaccia, pensando che si potessero alleare ai Russi. Tutta la polazione armena venne radunata e deportata nel deserto siriano: tra 800.000 e un milione e mezzo di Armeni morirono nel corso della marcia forzata o furono uccisi. Questo evento storico suscita ancora oggi aspri dibattiti: gli Armeni si ritengono vittime di genocidio, i Turchi negano.
Libertà d'espressione, diritti civili e violenza
Cantanti e intrattenitori transessuali e travestiti godevano di un certo apprezzamento in epoca ottomana; tuttavia, l'omosessualità è ancora malvista, in Turchia. Non è illegale fare sesso omosessuale da maggiorenni però è illegale "patrocinare lo stile di vita gay". Il Lambda, un gruppo di liberazione gay, è stato accusato di agire contro "la moralità della nazione turca" ed è stato sciolto per qualche tempo; nel 2011 ha sostenuto "il Giorno LGBTT" sul proprio sito. In Turchia è stata organizzata anche una marcia omosessuale per celebrare il Pride: in nessun altro paese musulmano si è organizzato una tale marcia.
Bülent Ersoy è la cantante trans più famosa della Turchia, molto amata come diva anche se è dovuta restare in esilio per diversi anni.
Per quanto riguarda le molestie sessuali, le donne, specie quelle sole e con abiti "troppo moderni", ne subiscono per strada, ma anche gli uomini possono subire molestie da trans e travestiti.
Il calcio assume spesso toni violenti e razzistici: è frequente che i tifosi delle squadre avversarie si malmenino o insultino. Nel 2010 i tifosi turchi hanno deriso i tifosi curdi, cantando canti nazionalistici turchi e lanciando sedie. Anche i tifosi ultras di pallacanestro sono molto violenti.
Dal punto di vista della stampa, c'è ancora la censura che spesso colpisce scrittori che diventeranno molto famosi all'estero e che parlano della questione turca o armena come Orhan Pamuk. Il poeta più famoso del Novecento è Nazım Hikmet, morto in esilio nel 1963. Tra le scrittrici, la più importante è Halide Edib Adıvar ( خالده اديب , 1884-1964), portavoce del movimento di emancipazione della donna, amica di Atatürk e figura di spicco della guerra d'indipendenza. Il suo libro più noto è "La figlia di Istanbul"; fu anche membro del parlamento. Suggerisco di leggere la scheda su wikipedia per approfondire la vita di Halide Edib Adıvar.
Musica Folk, Rock, Rap, Pop e Black Metal!
L'Arabesk è uno stile influenzato dalla musica araba ed egiziana: il cantante più noto di questo stile di musica è Ibrahim Tatlıses;
il Fasıl è suonato dai gruppi tzigani ed è una curiosa mescolanza di musica classica ottomana e folk che prevede l'uso dei violini, clarinetti, tamburi; la musica sufi invece non gode di molta popolarità in patria. La musica classica turca è nota come Sanat.
Nel Rock, le band più note sono Duman (niente male col loro alternative rock molto '90. Nota di Lunaria) e Pinhani;
ehi, pure questi hanno un botto di visualizzazioni! 'nsomma, i Turchi ci cliccano sopra ai video delle loro band!!! ci tengono proprio a fare da followers!
nell'indie hanno molto successo i Mor ve ötesi; i Replikas suonano progressive rock; i Baba Zula miscelano hippy e musica orientale.
Şebnem Ferah è una vocalist soft rock. https://www.youtube.com/watch?v=yjGigzkkXMM
Nell'Alternative Metal, sono famosi i Çilekeş (non eccezionali, ma ascoltabili per chi amasse i primi Papa Roach, anche se questa band turca ovviamente non ha la loro genialità. Nota di Lunaria)
https://www.youtube.com/watch?v=s9KTAxJGqks
nel Punk i Rashit (derivativi dai Sex Pistols, ovviamente senza il loro talento. Nota di Lunaria).
Per quanto riguarda il Rap, le sue radici si trovano tra i giovani turchi emigrati in Germania. I Cartel sono la band più nota: il loro album negli anni Novanta portò addirittura a disordini razziali e venne vietato.
A Istanbul il nome più noto è quello di Ceza, insieme a sua sorella Ayben. (argh! da sentire la sua versione della marcia turca, brano molto famoso nella musica Classica, su cui Ceza... ehm, ci rappa su... Missà che agli amanti puristi della Classica verrà un colpo! Nota di Lunaria)
Per inciso, parlando di "Musica Classica stravolta" mi vengono in mente anche i black metallers albanesi Nihil che hanno sfornato la versione Black Metal del "Lago dei Cigni": "Mjellmëzeza".
Sapendo di attirarmi addosso l'ira funesta di tutti gli appassionati di Classica, posso dire che a me "Mjellmëzeza" è pure piaciuto?
Tra l'altro l'albanese cantato nel Black Metal non è manco male!!! Peccato che ancora non ho trovato info su questo paese per imbastirci un articolo interessante!
La popstar maschile più famosa è Tarkan; le regine del pop invece sono Sezen Aksu, che nelle sue canzoni affronta temi come i diritti delle donne, i diritti civili, la pulizia etnica in Bosnia, e Ajda Pekkan, che ha venduto trenta milioni di dischi.
Per quanto riguarda il Metal, ovviamente in Turchia si suonano un po' tutti i generi... incluso il Glam à la Poison (!)
Su, non fate quella faccia stupita... I Badluck sono pure del 1992! xD
https://www.youtube.com/watch?v=Ry6y1n01Jok
Metal Archives elenca ben 506 band; comunque io ho dato un'occhiata soprattutto alla scena Black, si sa che è il genere di Metal che dà più ampio spazio al Paganesimo, Satanismo, Anti-monoteismo e che io mi diverto un sacco a spulciare tra cose "che quaggiù in Italia nessuno pensa che ci siano"...
Citiamo soprattutto gli storici Pagan, a quanto pare tra le prime, se non la prima, band Black Metal turca: si sono formati nel 1995.
https://www.youtube.com/watch?v=kE10NAK9KGk
https://www.youtube.com/watch?v=SAN8V5gDeFo
Davvero bravi, con loro Black melodico e atmosferico! Un loro fan ha creato un video tributo alla loro canzone "Shamanic Flames" e ci ha piazzato belle immagini sumero\babilonesi\hittite...
I Satanized, che hanno realizzato anche un video ufficiale: "Infernal Torment"
anche loro propongono un Black ferale con qualche passaggio sonoro sinfoneggiante d'atmosfera come in "Possessed by Darkness"
e Moribund Oblivion
Per la serie "Pensate che in Turchia tutte le donne sono sottomesse", ci sono anche fanciulle amanti del Black Metal più old o epic:
Sirannon & İlkim Oulanem
eh eh, le Sirannon le ho anche intervistate ^_^ http://intervistemetal.blogspot.it/2014/01/sirannon-epic-pagan-black-metal-dalla.html
İlkim Oulanem
https://www.youtube.com/watch?v=_mT-YIdcxTc
Altus Ultionis, con un Black di matrice quasi finlandese https://www.youtube.com/watch?v=3QRwWhaGc_U
Relativi al Gothic Metal old style citiamo gli Agora
purtroppo non risulta molto altro di loro... :(
I D'arch https://www.youtube.com/watch?v=Sf0YS8I7UE0
e i Sermon, più Gothic Rock alla Sentenced https://www.youtube.com/watch?v=5lmKG-wMPtY
e nel genere più Symphonic, i Catafalque https://www.youtube.com/watch?v=WV53tTfuFB0
e gli Almora, che potrebbero ricordare i Kamelot
https://www.youtube.com/watch?v=ARnubrwzB2o
https://www.youtube.com/watch?v=fC0ZGkFI8m0
In campo Electro-Industrial ricordo gli Art Diktator, che ho intervistato parecchio tempo fa... ricordo che la tipa mi rispose all'intervista praticamente in giornata, da tanto era contenta!
https://www.youtube.com/watch?v=hlr4buyStcE
E in campo Gothic Rock "sistersiano", i She Past Away
https://www.youtube.com/watch?v=oy2x_kHCy4w
Abiti turchi
Infine, ci sono diversi film ispirati alla Turchia o all'impero ottomano antico; a me è piaciuto "Dracula Untold" che mostra un Dracula guerriero e patriota contro le mire espansionistiche dei Turchi... una sorta di horror-storico, insomma. Molto suggestivi i paesaggi...
Un mio scritto del 2013
Prima di vedere qualche Poesia, una breve nota storica.
Il Popolo Turco ("I Forti") fa il suo ingresso verso il VI sec. D.C provenendo dall'Asia Centrale e nel VII sec. entrano in contatto con l'Islam.
La Turchia si sviluppa come potenza militare, e si susseguono varie dinastie tra cui gli Ottomani (guidati da Osman, originario del Turkestan) succeduti ai Selgiuchidi.
Osman regnò su Bursa al sud del mare di Marmara, non lontano da Istanbul. Nei secoli successivi l'impero si espande in Tracia, Bulgaria, Serbia, Kosovo, vivendo il suo periodo d'oro nel Rinascimento, con Solimano il Magnifico (1520-1566).
Anche le idee scientifiche-mediche (come l'Astrolabio o gli studi di anatomia) cabalistiche-astrologiche e filosofiche (Avicenna e Averroè) raggiungono le corti europee.
Per tutti i secoli a venire la Turchia avrà scambi commerciali con Genova e Venezia.
Nel 1654 in Francia arriva il caffè, e verso la fine del '700 si introducono fogge turche e ornamentali nell'abbigliamento, portate da Lady Hester Stanhope e più tardi da Lady Jane Digby.
Nel 1923 Mustafà Kemal Ataturk proclama la Turchia Repubblica e abolisce il califfato.
La Persia (oggi Iran) fu unificata nel 1500 da Safawidi, il cui regno durò fino al 1736.
Sia la Turchia che la Russia sono state influenzate dalla cultura persiana, anche se non sono mancati scontri.
Fu il cosacco Rezakhan che scacciò i turchi nel 1925, dando inizio alla dinastia Pahlavi.
E ora qualche verso! Non è possibile riportare le poesie per intero, ma per chi volesse leggere il testo integrale, esiste un libro, un po' datato, e forse non accessibile ovunque,
"Poesia d'amore turca e persiana" edizioni Edipem. Qui riporto le mie poesie preferite.
ABU MANSUR MOHAMMAD DAQIQI
"Primavera"
è vestita di nuovo oggi la terra,
e il buio mantello
dell'uggiosa invernata
ha gettato da un canto ali d'angelo e rose,
turiboli di rubino,
alberi di corallo, alberi d'oro: vi si impiglia
la brezza dell'alba dolce e giocosa,
pioggia verde di stelle.
ABU L'HASAN ALI FARROKHI
"Autunno"
Autunno
Tempio d'oro
dove albergano gli idoli bambini
e canta a piena voce il melograno
impudico i segreti dell'amore.
Autunno, platano d'oro,
onde piove al passante innamorato
sciame di foglie: intorpidite mani
che il belletto dipinge di rubino.
Autunno color vino,
malinconia di vigna abbandonata.
Acceso il cuore in densa nostalgia,
dita morenti sugli afflitti rami.
Ma il narciso è Signore
cui sacrifica sé tutto il giardino.
Da ogni ramo un'offerta per il fiore
e le nuvole-gru guardan dal cielo.
FAKHRODDIN ASUD GORGANI
"Lettera di Vis"
Cuore mio navigante,
giocattolo dell'onda,
piume lieve sui venti,
vita in balia del mare,
anche tu sai che cosa sia la speranza!
[...]
Cipressi di tenerezza
nel giardino dell'anima ho piantato:
cipressi senza autunno,
cipressi verdi infuocati,
cipressi ben diversi
da questo albero tuo,
spoglio di frutti, nudo, alla bufera,
desolato, spinoso.
NASER-E KHOSROU (1004-1072)
"Autunno"
Che cosa è dunque accaduto quest'oggi, che il mondo mi pare diverso?
Nulla certo è accaduto, le cose son sempre le stesse, sol è che
l'autunno ne svela i misteri.
Questi colori sfiniti, quest'alta inquietudine, e gran turbamento,
di che il giardino appassisce quest'oggi, non è che il dolore del fiore.
Perché la rauca cornacchia declama soltanto orazioni al sepolcro
del canto.
La nudità del rosaio è pesante imbarazzo dinnanzi alla brezza
dell'aurora.
[...]
Ed è la notte un tappeto di Siria, rotante tappeto di smalto
coi suoi cristalli di pianto, con l'oro di stelle cadenti che Satana
insegue e sospinge
e la rugiada dell'alba la coppa di Sirio fu pura alla mensa del
cielo.
KHAQANI (1121-1199)
"In morte del figlio"
Carovana di sangue è la mia, che ne tiene la soma d'amore,
il cammello dell'alba dapprima, poi quello di notte, a me senza sopore.
Franano i monti pietosi all'udire il singhiozzo dolente,
si fa cintura di fumo nei cieli il mio nero sospiro.
[...]
Dalla mia bocca al cuore è torrente di fuoco che arde,
veloce ritmo la fiamma all'ansare mio trepido imprime.
GIALALODDIN RUMI MOULANA/MEVLANA (1207-1273)
"Non farlo"
Tu sei tetro e la luna si stinge sgomenta; ne vuoi tu l'eclisse?
Se rifiuti dolcezza ad un casto che soffre, più geme: non farlo.
KHOREZMI
"Alba"
Turco d'oriente, il sole
ha gettato il suo velo,
limpido specchio il mondo
s'è fatto di bel nuovo.
I raggi hanno piovuto
fiori dentro la notte:
n'è del profumo colmo
l'incensiere del cielo.
L'esercito abissino
al castello del nulla
fugge, sguaina la spada
dell'alba l'orizzonte.
Tratto da "Il libro dell'amore":
Ho fallito in amore:
è argomento di veglie
il racconto funesto
di questo triste amore.
Tutto ho inondato il mondo
di lacrime d'affanno.
Pure il mio pianto posa
come rugiada lieve
su te che non lo sai.
Ho montagne di pena
appese a tenue filo,
ho posato sui cieli,
solcandoli di sangue,
fardelli di dolore
per te che non lo vuoi.
ALISCER NEVAI FANI (1441-1501)
"Amore improvviso"
Così sopra me dolorante passò, quale folgore, vampa d'amore,
e a questo rogo infinito m'addusse di nero, di tetro dolore.
Così grande torto mi fece la volta ricurva del cielo,
di tante pene ed affanni inondandomi l'anima e il cuore,
quanti non ne ebbe a soffrire di cento altre follie d'amore.
Così il mio cuore bandì la follia nei deserti del pianto
così non un solo momento di requie conobbe l'accesa mia fiamma.
FUZULI (1480- 1556)
"Le lacrime"
Esile come ombra fragile d'alto cipresso lo vedo levarsi,
lo vedo muovere a me come soffio leggero che punge
il mio cuore.
Egli parla e risplende di gemme la rossa miniera dai cento rubini
la voluttà goccia a goccia pervade da lui tutto l'essere mio.
[...]
Oh, ben so di qual magico incanto la Luna nascente del ciglio
catturi il mio pianto
e quali altezze di cielo il sommesso lamento essa innalzi, e mi salvi!
[...]
Infelice - mi disse - che il petalo mio l'orla solo il tuo sangue!
A Te il rubino del labbro, risposi, a me gemma sublime di pianto.
Chi penetra nel tuo giardino si perde, per sempre egli a te si incatena.
Pure siamo vicini così come sono vicine tra loro le stelle.
Bada - disse - che la vicinanza di stelle è infinito dolore.
S'addormentarono i fiori, cullati da velo di sonno,
ma presto il vento dell'alba dal breve sopore li scosse.
Ardeva sulle sue gote la bianca rugiada nel Sole novello.
"Sono perle che ti ornano?" chiesi. Rispose: "Soltanto m'adorna
non rugiada, ma pianto tuo dolce che non lo consola l'aurora".
ABDORRAHMAN MOSHFEQI (1538-1587)
"La Perla"
Anche noi siamo fiori sbocciati su cuori feriti,
alla stagione che sbocciano volti di fiore.
Fino all'alba stanotte ti ha stretto d'assedio una folla straniera:
ricordo bene stanotte che fu alla tua soglia.
Ma il pianto di chi resta escluso è la perla d'amore
e non s'è adornato nessuno, finora, di perla più bella.
MIRZA KHAN ANSARI (1631)
"Elogio della Luce"
Dona un ritmo al giocoso tuo volare,
se non ti guida a me solo illusione.
Me, un'idea fa così preziosa e forte,
e il mio lavacro è sangue, non è pianto.
[...]
E poi che giaccio all'alba arsa e distrutta,
di me non resta traccia e non ricordo,
e non resta neppure onor di pianto.
KHUSHHAL KHAN (1613-1689)
"Il sogno"
Finchè un fulmine venne, ed era l'alba.
L'alba bianca e spietata
che mi trascina nel giorno
nel giorno ove non sei.
Pure non solo sono
in questo giorno mutilato:
dal pensiero di te non mi separo.
"La patria"
Entrare nella terra è morire,
in rifugio di tomba
seppellire i sospiri...
[...]
Ma il dolore è una cosa che non è da compendiare,
non si riassume il dolore in un canto di dolore.
Il dolore è una cosa
che bisogna tenere
ben cucita nel cuore,
tenerla a disposizione,
si che forse se n'accorga un certo giorno Il Signore.
MIRZA MOHAMMAD ALI SAEB DA TABRIZ (1601-1677)
"Delusione"
Il gelsomino dell'alba non un giorno solo hai raccolto
s'è l'inutile seno avvizzito per te dell'aurora.
Ogni giorno s'è dato uno schianto di vita novella nei cieli.
Ogni giorno, per te prigioniero d'affetti, di terra, la morte.
Tu te ne stai solo sull'albero, fisso come ombra dipinta.
come un'ombra d'assorto usignolo indolente a fatica di volo.
MIRZA ABDOLQADER BIDEL (1644-1721)
"Solitudine"
Io, simile al pesante mio sospiro,
carovaniere son fatto di pianto.
Del profondo bruciante mio dolore
serbo accesa nel petto la ferita,
ed un amico, oltre quel rosso sangue,
io nella mia follia non troverò.
MIRZA ASADOLLAH GHALEB (1797-1869)
"Nuova legge"
E non proviamo vergogna del lieto sorriso di donne in amore,
l'impudicizia si levi a sviare le stelle dal loro cammino,
mozzi l'ansia furente dei corpi avvinghiati il respiro all'aurora.
Vinciamo il giorno d'estate col nostro vivente calore,
induciamo in agevole errore chi crede la notte infinita.
Un brano, dedicato a Shirin, che significa "la dolce"; è una sorta di personaggio tipico della Letteratura persiana, un'ancella:
"Così, in ginocchio nella nuda stanza, Shirin dischiuse il tetro suo tormento: la mia vita, Signore, la mia morte, appartengono a te: fa' quel che l'alto tuo consiglio dispone, ma se grazia s'aggiunge a grazia, tu dammi la vita. Una serena vita sarà la mia, se lo concedi, se tale volontà per me si compie. M'hai già fatto altre grazie, e sai la pena: m'hai riempito di gioie, e sai il segreto."