Lo stigma psichiatrico: riflessioni antipsichiatriche del 1971

Nota di Lunaria: le etichette psichiatriche inventate dai Benjamin Rush, vestiti con divise catto-borghesi, le metto tra virgolette perché per me, le loro etichette e diagnosi, non hanno alcun valore.

Anzi, paradossalmente diverse cose che loro giudicano "malattie da curare, anzi da debellare dalla faccia della terra" per me sono motivi di vanto, come i vari tipi di fetish, la misantropia evitante e la bibliomania.

Ad ogni modo, torno a ripeterlo: NON VOGLIO TOGLIERE A NESSUNO IL DIRITTO DI ANDARE DALLO PSICHIATRA O DAL PRETE.

Siete liberissimi di farvi spappolare il cervello seguendo l'illuminante cura dell'illustre Freeman, o di farvi electroshocare, o di farvi mutilare ai genitali o farvi frullare sul girotore di Benjamin Rush. (per chi non lo sapesse, erano tutte pratiche psichiatriche "all'avanguardia")

è un vostro diritto e a me non interessa proibirvi di mettervi nelle mani degli psichiatri, quelli del nostro tempo che vi danno solo pillole e pure quelli che imitano i metodi di Freeman o di Rush! 

Io mi ritengo Antipsichiatrica a vita (anche perché staziono in un Eterno Presente ormai dal 2003, anche se negli ultimi tempi sono un po' meno stazionaria del solito... e devo ringraziare gli ingiaccaecravattati... ma siccome NON SERVIAM, resterò in ugual modo stazionaria anche se Le HorlaVax mi gravita intorno e mi salassa), quando sono stata da schifo mi sono letta l'intera bibliografia di Cioran e ha funzionato (visto che non sono ancora crepata, dal 2003 ad oggi, un mucchio di tempo per essere ancora monofissata e monoretrograda in un Eterno Presente!) e questo è un post di critica radicale alla psichiatria, ma torno a ripetere che no, non voglio vietare a nessuno il diritto di andare dai Benjamin Rush, purché siate CONSENZIENTI E CONSAPEVOLI DI QUELLO CHE FATE.

Purtroppo, non tutte le persone "che hanno parlato con i Benjamin Rush" erano consenzienti e consapevoli, al contrario, erano stati portati lì a forza.

Io sto dalla parte di chi, quel prozac, non voleva ficcarselo giù in gola, ma è stato, con le buone o con le cattive, obbligato a farlo. 

***

Info tratte da

"Chiunque agisca in modo rivoluzionario è deviante nella misura in cui non si conforma alla norma..." (Ronald Laing, psichiatra che si dedicò allo studio della "psicosi", ispirò il movimento antipsichiatrico; si auto-diagnosticò la "depressione")

[...] fornendo codificazioni ed etichette che consentano la netta separazione dell'abnorme dalla norma. Il fatto risulta evidente nell'alleanza originaria della psichiatria con la giustizia. Lo psichiatra, nell'espletamento del suo mandato professionale, è contemporaneamente medico e tutore dell'ordine, nel senso che esprime nella sua azione presuntivamente terapeutica, sia l'ideologia medica che quella penale dell'organizzazione sociale di cui è membro operante.

(Nota di Lunaria: si pensi ai fatti che stiamo osservando proprio in questi giorni... le persone critiche verso Big Pharma e i loro "intrugli" vengono etichettati come "complottisti paranoici"... https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/chi-inneggia-ai-manicomi-per-vietare-la.html perché? Perché le loro osservazioni contro Big Pharma sono scomode e rischiano "di far aprire gli occhi alle persone"...)

Gli è cioè riconosciuto il diritto di mettere in atto ogni tipo di sanzione attraverso l'avallo che gli dà la scienza, per un arcaico patto che lo lega alla tutela e alla difesa della norma 

(Nota di Lunaria: si pensi a come questo fondamento stesso della psichiatria sia all'origine della discriminazione tra individui, con lo psichiatra "padrone" di un subordinato: il "paziente", che dipende dal "beneplacito" della volontà - ad insindacabile giudizio - dello psichiatra stesso.  Per questo sostengo che la psichiatria, esattamente come le religioni patriarcali, è intrinsecamente gerarchica, classista e discriminatoria. E poi, si noti l'altro abominio "a difesa della norma"... sì, quando la norma era la schiavitù e l'inferiorità della donna, la psichiatria, guarda caso, difendeva queste due cose! Vedi Cartwright, con la sua "dignosi di drapetomania", cioè "la malattia mentale" che "colpiva" gli schiavi africani che "volevano fuggire e si ribellavano al padrone", ma posso citare anche le teorie misogine care alla psicanalisi oltre che alla psichiatria che hanno demonizzato il piacere sessuale femminile clitorideo arrivando anche a proporre "la cura della mutilazione della clitoride" per curare "questo disturbo mentale delle donne"... ah, ma le femministissime trendy del 2021 che difendono Big Pharma hanno la memoria corta su 'sta faccenda...)

Per questo nella nostra cultura il fenomeno delle devianze resta compreso nell'ambito di una conoscenza e di una pratica di natura repressiva e violenta, corrispondente ad una fase di sviluppo del capitale in cui il controllo si manifesta ancora sotto forme arretrate e rigide, nello stigma dello "psicopatico" e "delinquente".

(...) Non si teme di ammettere che 300 malati non sono in realtà malati veri ma sono trattenuti in ospedale psichiatrico sotto le rigide regole dell'internamento, semplicemente perché non ci sono soluzioni sociali ad essi adeguate mentre conservano l'etichetta di malattie di cui non soffrono o sono definiti psicopatici, asociali ecc. confermando ancora una volta lo stretto legame fra ordine pubblico e psichiatria.

(Nota di Lunaria: si noti come l'etichetta psichiatrica disumanizza la persona che "se la vede cucire addosso": mentre una persona che per un periodo abbia qualche problema di salute, non necessariamente grave o passeggero, come, facciamo un esempio, tachicardia o dermatite, non viene etichettato a vita con il termine "il tachicardico", "il dermatitico", la persona che si vede affibbiare l'orrida etichetta psichiatrica verrà stigmatizzato a vita come "il depresso", "l'asociale", "il paranoico", "l'ansioso", "lo schizofrenico"; non sarà più lui, singolo individuo, bensì "la sua malattia": lo schizofrenico, appunto, non una persona con i suoi pregi, i suoi difetti, i suoi punti di vista e i suoi limiti, ma "un'etichetta psichiatrica che respira" che deve conformarsi alla diagnosi psichiatrica che altri hanno pensato per lui. "Ecce Schizofrenicus", potremo chiosare, "Ecco lo Schizofrenico", e di questa persona tu non vedi più una persona, vedi "la Schizofrenia". Ogni suo singolo atto o pensiero verrà valutato alla luce di questo, sia che segua "i criteri diagnostici" sia che non li segua; se li segue dimostra di essere quell'etichetta psichiatrica con cui gli psichiatri lo hanno battezzato; se non li dovesse seguire, semplicemente gli viene diagnosticato un altro disturbo psichiatrico, da aggiungersi a quello "primario".  Una volta che la psichiatria ti cuce addosso "La Lettera Scarlatta", tu sei solo la loro diagnosi. Per questo sostengo che la psichiatria oltre ad essere totalitaria e coercitiva, è anche disumanizzante: della persona non si vede più la persona, la sua unicità, si vede "la sua diagnosi".  Aggiungo anche che una persona marchiata a questo modo sarà guardata sempre con sospetto: se dovesse denunciare un abuso sessuale, chi crederà "alla schizofrenica"? "alla paranoica"? "all'ansiosa?")

Se si analizzano le elaborazioni teoriche su cui si fonda l'apparato psichiatrico tradizionale, la definizione di malattia (esattamente come le istituzioni deputate alla sua custodia e cura) è tuttora impostata sulla violenza e la repressione.

Codificazioni discriminanti, diagnosi che acquistano il significato di un preciso giudizio di valore, definizioni di stati morbosi che si tramutano in stigma, sono l'evidenza di ciò che tuttora sottende la nostra cultura psichiatrica: l'ideologia della diversità come esasperazione della differenza fra gli opposti, salute e malattia, norma e devianza.

Nota di Lunaria: meglio mettere la foto della pagina, prima che qualcuno sbotti dicendo che "Non è vero niente, sei tu che hai il dente avvelenato nei confronti della psichiatria, e quindi ti inventi le menzogne per diffamarla! Non sei oggettiva! Io non ho mai conosciuto nessuno rovinato dagli psichiatri, perciò il fenomeno della violenza psichiatrica non esiste e te lo sei inventata tu, gné gné gné!" 

Il problema dei "devianti" ha ancora la faccia dello psicopatico, alle cui spalle risuona l'eco delle classificazioni di Lombroso, con il loro chiaro scopo di tutelare i sani dai "mattoidi, pazzi morali rivoluzionari, delinquenti politici per passione, anarchici" 

(...) La realtà è che le idee dominanti [che la classe degli psichiatri difende] sono le idee della classe dominante, la quale non tollera elementi che non rispettino le sue regole. (...) La psichiatria difende i limiti di norma definiti da un'organizzazione politico-sociale (cioè il cristianesimo, ovviamente. Nota di Lunaria)

Le analisi di Lombroso risalivano al 1897, ma se ne può trovare eco anche nei volumi psichiatrici italiani del 1970 (...) è evidente che è essenziale sempre stigmatizzare colui che devia dalla norma (...) qualunque cosa faccia lo "psicopatico" è sempre sbagliata.

Qualche esempio, preso da volumi psichiatrici degli anni Settanta, e il mio commento alla cosa:

Se una persona è "ottimista esuberante fino all'euforia" è "diagnosticato come ipertimico"; anche chi mostra altruismo "eccessivo" è malato. Ma, ovviamente, anche essere "depressi" e "troppo avari" è qualcosa che rientra nella "malattia mentale", essendo "disturbi mentali" con caratteristiche agli antipodi dal "disturbo ipertimico". E così via, patologizzando qualsiasi cosa: dall'accumulo di cose (libri, quaderni, qualsiasi cosa) alla diffidenza nei confronti degli altri, o al contrario, alla troppa ingenuità e ottimismo, all'essere troppo estroversi o ricercando a tutti i costi la visibilità o, al contrario, amare la solitudine ed evitare gli altri, trovarsi troppo belli o troppo brutti, lavorare troppo o non lavorare affatto, qualsiasi cosa è disturbo. Tutto è sempre, in ugual modo, malattia mentale, disturbo da curare; sia la tristezza, sia la gioia, sia i pensieri distruttivi, sia i pensieri troppo ottimisti.

Da simili presupposti si capisce perché certi psichiatri abbiano letteralmente gongolato di piacere all'idea che "tutti sono malati mentali, pertanto tutti devono essere curati" e hanno persino la faccia tosta di scriverlo a chiare lettere nei loro libri o di dirlo nei salotti TV nei quali vengono invitati (ovviamente senza mai parlare dei crimini della psichiatria, ma certo che no, quello è un argomento da Lunaria, mica può andare in diretta TV!). 

E chi è che stabilisce che una cosa è malattia, disturbo, patologia?

Ma ovviamente loro, gli psichiatri.

Lo psicopatico è soprattutto diverso, in quanto mette in discussione i fondamenti della norma (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/la-psichiatrizzazione-del-dissenso.html) che si difende costruendo uno spazio e una categoria medico-legale per circoscriverlo e isolarlo. (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/riflessioni-antipsichiatriche.html) (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/storie-di-violenza-psichiatrica.html)

(...) Che cosa significa "schizofrenia", "psicopatia o devianza" se non dei concetti astratti e irreali, l'assolutizzazione di una nostra mancata comprensione della contraddizione che siamo noi e che è la malattia? Che cosa sono le definizioni se non il tentativo di risolvere in concetti astratti queste contraddizioni, che si riducono soltanto a merce, etichetta, nome, giudizio di valore che serve a confermare una differenza?

Fermo restando che non sono vittima di psichiatria (ma ho visto persone rovinate dalla psichiatria), ci sarebbe da ridere di fronte ai "criteri diagnostici psichiatrici" delle loro "etichette", dal momento che per questi signori anche "l'accumulo di libri è malattia": lo chiamano "disturbo ossessivo compulsivo di bibliomania", peraltro, da sessisti, lo hanno virato unicamente al maschile, presentando solo casi maschili come si legge sulla solita wiki...

Perciò, io sono la prima Bibliomane Femmina dichiaratasi tale con Orgoglio. 

Chissà se mi aggiungeranno nel DSM del 2021, tanto per essere meno sessisti e includere anche una femmina nella loro "schedina che ci parla del disturbo di Bibliomania"...

Scherzi a parte,  ma come si può considerare validi i postulati psichiatrici?! 

Ma davvero, e chi stabilisce che "io accumulo troppi libri"? Eh?? Lo stabilisce il Benjamin Rush di turno se io affermo che voglio comprarmi tutti gli ottanta e passa libri di Salgari o di Liala? Comprare 80 e più libri rientra nel "disturbo mentale di bibliomania", eh?!?

Quindi non sono "malata mentale di bibliomania" se della signora Liala mi compro "solo 5 libri" (ancora normale, secondo gli psichiatri), mentre se invece me li voglio prendere tutti e 80, scatta la diagnosi di malattia?!

Ennò, purtroppo tutti e 80 ancora non li ho... 

Eh lo so, è un dispiacere vedere che spendo 1, 2 euro ai mercatini dell'usato per prendermi Liala & qualsiasi altra cosa mi interessi in formato cartaceo come una tonnellata di Romanzi Rosa

o cd

Lo so, è un dispiacere per i BigPharmiani, sono tutti soldi sottratti a Mamma Big Pharma, sono tutti soldi che si potevano spendere in xanaxzoloftprozacritalinbenzodiazepine se si fosse riusciti a far cadere anche Lunaria nel tranello, e invece no, quella perfida Lunaria Bibliomane Monocromatica Retrograda Stazionaria Fissista li spende in libri e cd... Fossero tutti come me Big Pharma sarebbe sull'orlo della bancarotta...

A proposito, voglio aiutare gli psichiatri e contribuire anch'io al progresso della psichiatria perciò suggerisco agli psichiatri di includere nella loro bibbia DSM anche il "Disturbo da Bibliomania Lunariale" (l'ho inventato io e penso di essere pure l'unica femmina "ad essere malata di questo") che consiste nell'avere fantasie sessuali sugli scrittori morti che mi piacciono, tipo Shelley e Tarchetti, ma deve esserci lo scenario giusto sennò non mi attizzo abbastanza, quindi deve esserci la campagna inglese (se è campagna tedesca o olandese non va bene) con l'abbazia e il cimitero di campagna 



e i rintocchi della campana salutano il giorno che muore,

l'armento si disperde muggendo per i pascoli,

il contadino volge i passi affaticati verso casa,

e lascia il mondo alle tenebre e a me.


The curfew tolls the knell of parting day,

The lowing herd wind slowly o'er the lea,

The ploughman homeward plods his weary way,

And leaves the world to darkness and to me.


Ora impallidisce la luce fioca del paesaggio,

e una quiete solenne regna nell'aria.

Si ode solo il ronzio di uno scarabeo che vola intorno

e tintinnii sonnolenti che cullano gli ovili lontani.


Now fades the glimmering landscape on the sight,

And all the air a solemn stillness holds,

Save where the beetle wheels his droning flight,

And drowsy tinklings lull the distant folds;


Dalla torre ammantata d'edera, laggiù,

il mesto gufo si lamenta, con la luna,

di coloro che, vagando presso la sua segreta dimora,

disturbano il suo antico regno solitario.


Save that from yonder ivy-mantled tower

The moping owl does to the moon complain

Of such, as wandering near her secret bower,

Molest her ancient solitary reign.


Eh sì, ci vuole anche il tocco elegiaco cimiteriale  alla Thomas Gray e se mi gira pure di Milton. 


E poi ci vuole  "Dusk and Her Embrace" dei Cradle of Filth di sottofondo (se ci mettete "Manticore" non va bene), 


il cielo procelloso (se c'è il sole d'agosto non va bene), le rovine e il castello sul dirupo come si vede nel dipinto di John Martin (con i grattacieli da finanziere non mi arrapo) 

l'edera (sulla torre diroccata, e si deve vedere il raggio di luna filtrare e poco distante ci deve essere il laghetto con stagnante acqua, come si legge in Parnell

... Offresi a manca vista di monumenti,

a' quai le sponde squallor di stagnante acqua

accerchia e lambe.

Questa che Morte in suon lugubre onora,

d'umido musco

e dell'ellera tenace avviticchiata torre,

a cui di costa percuoton raggi lividi di Luna...)

E poi ci vogliono i gigari e le dulcamare tutto intorno (con le margherite e i tulipani non mi eccito) 


l'upupa che svolazza fuori dall'ossario (voglio anche il tocco foscoliano alla mia parafilia, e uscir del teschio, ove fuggia la Luna, l'upupa, e svolazzar su per le croci parse per la funerea campagna)

e Shelley e Tarchetti che mi adorano come loro Dea e Amata Eterna, l'Unica, la Sublime, la Bellissima e Colta Lunaria,  a cui dedicare sonetti e inni, essendo sempre, avanti la fondazione del mondo, predestinati ad essere innamorati di Me e Me sola (se ci sono nei dintorni Mary e Carlotta mi si rovina completamente la fantasia erotica-fetish-sepolcrale-poliandrica-letteraria)


Lunaria, in uno scenario molto lunariale

Scommetto che questo sarà un grande contributo dato alla storia della psichiatria e alla lista delle loro triliardi di malattie: mi sono autodiagnosticata una nuova malattia mentale che ho solo io e che nessunA prima di me aveva confessato agli psichiatri! 

Adesso possono aggiungerla alla lista dei disturbi mentali!

AHAHAHAHAHAHAHA!





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