Le Città Scomparse

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Un'inchiesta sui segreti millenari di città famose che non sono sopravvissute, come Sodoma e Ys... una storia di quei punti dove la Storia si è fermata per la violenza delle acque o delle sabbie, dei vulcani e dei terremoti (Sodoma, Gomorra, Pompei... https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/pompei-le-foto-piu-belle.html) per la violenza dell'uomo armato di ferro (Troia, Sibari, Capua...) o per la lenta violenza dell'oro e dei commerci (Palmira, Babilonia... https://intervistemetal.blogspot.com/2021/01/antico-medio-oriente-origini-politeiste.html)

Un viaggio nella vita quotidiana di uomini che vissero sul Mar Morto, nell'Atlantide e in Cambogia, nel Messico e nei Mari del Sud, nelle città peccaminose e nelle città sante, tra eroi e sibille...

Una casa, una rocca, una torre possono sopravvivere a più generazioni, ma le città, come ricettacoli di pietra della vita umana, sono coinvolte in modo affascinante nelle alterne vicende del nostro destino, ed anzi sembrano persino influire esse stesse sulla sorte dei loro abitanti: quasi che il carattere d'una città, il senso della sua posizione, il fato delle sue mura foggiassero una determinata razza umana e molte o magari tutte le città divenissero mostruosi organismi legati in modo misterioso all'esistenza da molluschi degli esseri umani brulicanti nei loro meandri e nelle loro nicchie di pietra.

Dotate così di anima e vite proprie, città d'ogni paese divennero non soltanto oggetto di studi storici, ma anche il centro di saghe e miti; e come diversi grandi eroi o sovrani, anche molte città dopo la loro morte, la loro scomparsa dalla superficie terrestre, entrarono nella leggenda, che avvolge di pampini sempre verdi la grigia pietra.

Sotto questo aspetto il mistero di splendori perduti agitò i nostri cuori allorché nelle aule e nelle biblioteche dell'università di Vienna sentimmo soffiare per la prima volta su di noi il possente alito del passato curvandoci su scritti compilati da migliaia di anni, e credemmo di percepire, attraverso le testimonianze tramandate da popoli da tanto tempo scomparsi, il clamore del mercato di centri commerciali sprofondati nel nulla, il tintinnio d'armi delle sentinelle davanti alle porte di fiorenti metropoli le cui mura furono diroccate soltanto un secolo o mille anni più tardi. 

Quando poi ci trovammo sulle scogliere stesse da cui l'oceano aveva spazzato via una città, quando camminammo su un suolo sotto il quale giacevano sepolti, a un metro o poco più dai nostri piedi, e tuttavia in perpetuo sonno, case, strade e palazzi di popoli d'antica civiltà, allora fummo certi che le città sprofondate non ci avrebbero più liberato dal loro fascino.

Nota di Lunaria: per approfondimenti su Atlantide vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/breve-introduzione-alla.html


APPROFONDIMENTO, info tratte da

Si parla di "Mistero degli Etruschi", "Mistero degli Egizi", mistero di questa o quella civiltà remota. è un modo di dire o si tratta di qualcosa di realmente misterioso, enigmatico, inspiegabile con le cognizioni attualmente in possesso dell'archeologia? Più si risale indietro nel tempo e più gli enigmi si fanno numerosi. Spesso si tratta di conoscenze incomplete o di falsi creati per emozionare il pubblico. Ma altre volte il mistero è reale!

Un caso particolare è rappresentato dall'Isola di Pasqua, nell'Oceano Pacifico.

Il suo bizzarro nome deriva dal fatto che è stata scoperta il lunedì di Pasqua del 1722 dal capitano olandese Jacob Roggeween: è un'isola quasi senz'acqua e senza alberi. Possiede delle caverne naturali, con gallerie scavate dall'uomo per centinaia di metri nella roccia. E soprattutto, ci sono immani statue erette sulle pendici di un monte: sono i "Moai" e forse rappresentano divinità o capi indigeni. Alcune sono alte come una casa di sette piani! Sono scavate in un unico blocco di pietra durissima, ricavata da cave lontane parecchie miglia. Sono sormontate da uno strano cappello, un cilindro pesante quintali se non tonnellate. Come hanno fatto gli indigeni a trasportarle dalle cave al mente e a rizzarle? Quando arrivarono gli europei, questo popolo non conosceva la ruota.

L'archeologo etnologo Thor Heyerdhal è riuscito, aiutato da 12 uomini, tre pali, un terrapieno, in 18 giorni di tempo, a rimettere sul piedestallo uno di questi colossi alti tre metri.

Il problema, però, non è solo quello di rizzarli sul piedestallo, ma anche di spiegare come si sia potuto trascinarli per parecchi chilometri di pendio scosceso e su un terreno accidentato.

Sono stati gli antenati degli attuali indigeni dell'Isola di Pasqua o altri Polinesiani a costruire quei colossi giganteschi e a scavare condotti sotterranei lunghi diverse centinaia di metri?

Secondo alcuni, quei giganti sono opera di navigatori venuti da una terra in cui da generazioni veniva pratica l'erezione di monoliti.

Vi sono anche alcune misteriose tavolette di legno dette "rongo-rongo" incise con segni indecifrabili che ricordano alcune tavolette rinvenute nella valle del fiume Indo, a Mohenjo-Daro: si leggono in modo continuo: dal basso a destra si sale in alto a sinistra.

Anche la città di Zimbabwe in Africa è misteriosa: semidivorata dalla foresta, le sue mura risalgono al 700-400 a.c Probabilmente era una città imponente, ma venne abbandonata improvvisamente. Perché? Secondo alcuni, Zimbabwe era una colonia egiziana o fenicia. Altri, propongono l'ipotesi più suggestiva che Zimbabwe fosse stata una colonia atlantica: a seguito di una qualche calamità, i suoi abitanti fuggirono, ritirandosi nella foresta e regredendo ad uno stadio primordiale.

I discendenti degli antichi abitanti di Zimbabwe formerebbero il popolo dei Lubedu, "Coloro che fanno arrivare la pioggia"; sembra che fossero guidati da una regina di pelle bianca.

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