Il Piccolo Popolo del Vento e il Culto di Borea

IL PICCOLO POPOLO DEL VENTO

Info tratte da


Le Cialarere sono note anche come "Spose del Vento", ed erano creature in grado di assumere un duplice aspetto: belle fanciulle canterine vestite di verde o di rosso sedute sulle coste rocciose oppure orride vecchie senza denti, vestite di stracci, che urlavano a squarcia gola per le valli.
Erano anche capaci di devastare i pascoli con gli uragani e di far scorazzare le mandrie all'impazzata; erano temute particolarmente dagli alpigiani svizzeri.
Le Cialarere, per quattro volte l'anno, correvano provocando mulinelli, uragani, acquazzoni, e portando via chiunque avessero trovato in giro.
Nelle zone delle Alpi Lepontine e nelle valli dei monti (Piz Run, Crap Cialarer) si credeva che le Cialarere si riunissero in assemblee.

I Basadòne ("Baciadonne") erano dei folletti del vento che scorazzavano per i cieli provocando mulinelli d'aria e brezze.
I Grandinili (del Friuli) causavano le grandinate.
  

Nota di Lunaria: aggiungo questo approfondimento sul CULTO DEL VENTO
tratto da 

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/la-dea-bianca-gli-stralci-piu-belli.html

La Dea era anche connessa col vento.
La Dea Bianca Cardea era preposta ai quattro venti cardinali, il più importante dal punto di vista mitologico era il vento del Nord, oltre il quale si trovava il castello stellare della Dea, presso il cardine polare dell'universo.

Fischiare tre volte in onore della Dea Bianca è il sistema tradizionalmente usato dalle streghe per suscitare il vento:
"Io ti darò un vento/E un altro io.../ E tutti i punti cardinali conosciuti sulla bussola del marinaio" dicono le streghe nel Macbeth.


Riporto il brano:


Entrano le TRE STREGHE    
1ª STREGA - Dove sei stata di bello, sorella?  
2ª STREGA - A scannar maialetti.
 
3ª STREGA - E tu, sorella?
 
1ª STREGA - La moglie d'un capitano di mare aveva in grembo  un bel po' di castagne, e masticava e poi rimasticava:  

"Dammene" - dico -
"Via, strega, va'via!", grida quella rognosa naticona.  

Il marito è salpato per Aleppo
al comando d'un barco a nome "Tigre"; e lo farò, lo farò, lo farò!
2ª STREGA - Io ti do il vento.  

1ª STREGA - Grazie. Sei gentile.

3ª STREGA - E io un'altro.
 
1ª STREGA - Grazie pure a te.  

Tutti gli altri li ho io al mio comando, ed anche tutti i porti dove soffiano, e le quarte che sono a loro note segnate sulle mappe delle rotte. Voglio ridurlo secco come fieno e far che mai sulle sue stracche ciglia  discenda sonno, né giorno né notte;
deve vivere come un fuorilegge, stanco ed affranto; dopo aver vegliato novantanove volte sette notti, dovrà languir di fame, allampanato, da ridursi allo stremo delle forze; sarà squassato da mille burrasche.  

(Mostra loro qualche cosa)  
Guardate qui che ho.
 
2ª STREGA - Sì, sì, vediamo.  

1ª STREGA - È il dito pollice d'un timoniere naufragato nel suo ritorno a casa.  
(Rullo di tamburo all'interno)
 
3ª STREGA - Un tamburo! È Macbeth!
 
TUTTE E TRE - (In ridda)   

"Così le tre fatidiche sorelle, la mano nella mano,
per mare e terra van girovagando,
in giro, giro tondo,
tre volte intorno a te,
tre volte intorno a me,
e per far nove ancor tre volte tre".
Silenzio!... Il sortilegio s'è compiuto!" 


Lo stretto legame tra Dea e venti è mostrato anche nella credenza che le cavalle (come si è detto, animale lunare https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/il-simbolismo-del-cavallo.html) possano concepire solamente esponendo al vento il posteriore.








Questa credenza è ripresa anche da Varrone, Plinio e Columella, mentre Tolomeo attribuisce al solo Zeus che regna sul Nord "i venti che recano la fertilità", e uno dei titoli di Zeus era Boreo.
Tracce di un culto palestinese del vento del Nord si trovano in Isaia XIV 13, Ezechiele I, 4, Salmi XLVIII, Giobbe XXXVII.
Il cristiano Lattanzio alla fine del III secolo, vede nella fecondazione delle cavalle un'analogia col concepimento della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo.
(Nota di Lunaria: che i padri apologisti e i primi scrittori cristiani vedessero persino uno sperma in Dio, che feconda "la vergine maria" è palese anche in Giovanni Damasceno che così commenta: "La sapienza e la potenza di Dio scese su di lei, come seme divino"; ulteriore dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che il cristianesimo è un culto fallico)


Anche Tommaso d'Aquino cita i venti fecondatori: a suo parere, il vento renderebbe i feti dei feti femmina... 

"E il fatto che ne derivi una femmina può dipendere dalla debolezza della virtù attiva o da una indisposizione della materia o da una trasmutazione causata dal di fuori, per esempio dai venti australi che sono umidi, come dice il Filosofo [De gen. animal. 4.2]"


Secondo l'Odissea, la sede dei venti, ossia il centro del culto di Borea e dei suoi fratelli si trovava sull'isola Eolia; ma il culto di Borea oltre che al Nord di Atene, si diffuse anche a Ovest (si sa che era venerato anche presso i Turi Italici) ed è probabile che abbia raggiunto anche la Spagna. Nella tarda classicità l'isola Eolia di Omero fu identificata con Lipari, che era stata colonizzata dagli Eolici.
Senza contare, poi, che il vento distruttore che causava malattie era temuto e venerato anche nel culto della finnica Launawater e del sumero Pazuzu:
"I Demoni erano rappresentati in varie forme (pantera, serpente, leone); si pensava che assumessero anche la forma del Vento del Sud o delle tempeste di sabbia.
Pazuzu era figlio di Hanpa; siccome il nome è di difficile etimologia, si pensa sia di origine straniera. Ha quattro ali, una faccia sovrastata dalle corna, mani con zampe di leone, gli arti inferiori come zampe di uccello (come Lilith https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html). 



Pazuzu ha una coda con pungiglione di scorpione, in grado di inoculare il tifo e il pene con testa di serpente. è personificazione del "Vento violento", "Signore dei demoni del vento malefico". Era adorato e temuto; le sue statuette avevano la funzione di impedire agli altri demoni di nuocere.
"Che Egli fermi il passo malvagio dei suoi fratelli" recita una didascalia.
Su una statuetta di Pazuzu si legge: "Io sono Pazuzu, figlio di Hanpa,
re dei cattivi spiriti dell'aria, che sorge dalle montagne sferzate dalla tempesta, sono proprio io!"
e ancora:
"Colui che rivaleggia con tutti gli altri venti, colui che avanza tuonando con furia di uragano, la cui vista è terribile, colui che governa le regioni del mondo, che devasta le chiare montagne."

Anche qui... il corano mantiene la credenza politeista del vento fecondatore e distruttore...
Che Allah fosse associato ai venti, esattamente come lo Jahvè ebraico è attestato più volte, e questo lascerebbe intendere che originariamente fosse proprio un Dio connesso non solo agli uccelli ma anche al vento: il vento si alza per ordine di Dio, le navi vengono sospinte, le nuvole viaggiano verso terre scarse d'acqua, arriva la pioggia; un Dio dei venti è quasi sempre associato alla pioggia, e questa è vista come fecondativa della "Madre Terra".
Lo stesso Allah usa il vento per sterminare il paese degli 'Ad (per 7 notti e 8 giorni). Curiosamente nelle sure della Rivelazione, i venti di tempesta ('asifat) sono invocati nei giuramenti, insieme ad altri fenomeni cosmologici.

Direi quindi che anche questo passaggio mostra la base politeista sulla quale si andò formando il culto monoteista che assemblò in sé questo o quell'elemento: in particolare l'idea dei venti buoni, associati alla "spermatica" acqua e quella dei venti cattivi associati al fuoco o al ghiaccio, che rappresentano la collera divina.

Per approfondimenti sul simbolismo islamico, vedi:


La parola inglese "curse", "maledizione", deriva dal Latino "cursus" "corso, percorso", abbreviazione di "cursus contra solem".
Nel '500, in Scozia, Margareth Balfour fu accusata di stregoneria: aveva danzato per nove volte in senso antiorario completamente nuda intorno a case abitate da uomini. A.K Smith vide una volta nell'India meridionale una strega nuda che compiva il medesimo rito come forma di maledizione. è probabile che le Sacerdotesse della Musa sull'Elicona e nella Pieria, danzassero nove volte in senso antiorario intorno all'oggetto della loro maledizione.

La Dea Bianca si incarna nella Sua rappresentante umana: Sacerdotessa, Profetessa, Regina Madre. Nessun poeta della Musa diventa conscio della Musa se non attraverso l'esperienza di una donna nella quale dimori in certa misura la Dea.
Un profeta come Mosè o Giovanni Battista o Maometto, parla in nome di una divinità maschile e afferma: "Così dice il Signore!".
Io non sono il profeta della Dea Bianca, e mai oserei affermare: "Così dice la Dea!", ma la semplice dichiarazione, piena di amore, "Nessuno più grande, nell'universo, della Triplice Dea, Ngame, la Dea-Luna!" è stata sempre fatta, implicitamente o esplicitamente, da tutti i poeti della Musa da quando ebbe inizio la poesia.


Approfondimento: EPONA E IL CULTO DEL VENTO, vedi questo link https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/epona-e-il-culto-dei-venti.html
Sappiamo da Lattanzio, e quindi da una fonte cristiana, che i Pagani veneravano il Vento riconoscendogli "valenze fertilizzatrici"; tale ideologia viene fatta propria dai cristiani a partire da quel periodo fino alla Scolastica dell'Aquinate... perché lui stesso cita i venti fertilizzatori! E la cosa divertente è che questa idea è presente anche nel corano!
Ne avevo già parlato, ma comunque lo riporto anche qui:


"Ma nel corano, l'aria è presente soprattutto sotto forma di soffio vitale e di vento, l'aria per eccellenza nella sua qualità di elemento cosmologico. Il vento è designato dal singolare "rih" o dal suo plurale "riyah"; curiosamente, viene impiegato anche al participio attivo al plurale femminile: al-'asifat, "quelle che soffiano in tempesta"

Nota di Lunaria: peraltro, concetto femminile anche per i Greci. Vedi Aello/Licotoe, apportatrice di tempeste

I venti, in generale, sono inoltre definiti fecondativi, lawaqih (*) e come tali si oppongono al vento sterile (rih 'aqim) e distruttore.
I due termini più comuni per indicare l'aria in arabo, "hawa'" e "jaww", compaiono entrambi nel corano un'unica volta; il primo è impiegato in senso metaforico. Nel quadro dell'annuncio dell'ultimo Giudizio il testo definisce i cuori degli ingiusti hawa' che nel caso specifico significa "vuoti" di ogni pensiero e sentimento diverso dal terrore che suscita in loro il giudizio che li attende. Quanto a "jaww" rimanda allo spazio tra terra e cielo nel quale volteggiano gli uccelli; la loro capacità di librarsi in aria è vista come uno dei segni che testimoniano l'onnipotenza divina: "Non guardano dunque agli uccelli, soggiogati a Dio nella distesa del cielo? Non li sorregge che Dio; e certo sono Segni, in questo, per gente pronta alla fede"

Nota di Lunaria: gli uccelli (tayr, il termine arabo) sono citati più volte nel corano. è strano che vengano associati ad Allah, sapendo che "le tre Dee figlie di Allah" (Al Uzza', Manat, Allat) erano connesse alle gru... o forse no... perché Maometto, imponendo il culto del solo Allah, lasciò quasi inalterati tutti i simboli ad esso connesso, e quindi anche gli uccelli, mentre le gru, per esempio erano connesse alle Dee. (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arabia-saudita-no-per-davvero-parli-di.html)
Gli uccelli sono citati come lodatori di Dio col loro canto o simboli della comunità dei fedeli, perché si muovono in stormi. Si menziona il corvo, che insegnò a Caino a seppellire Abele; Dio manda quaglie per nutrire il popolo di Mosé nel deserto. Nella battaglia dell' elefante, Dio invia stormi di uccelli contro i nemici; il Gesù coranico plasma un uccello di argilla e lo fa volare. In alcune occorrenze, il termine "uccello" è tradotto con presagio (vedi la vicenda del profeta Salih e dei Thamud). Anche Salomone, che conosceva il linguaggio degli uccelli, parla con l'upupa (hudhud), che denuncia che il popolo della Regina di Saba adorava un altro dio. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/regina-e-sacerdotessa-del-sole.html)
Che l'Allah primordiale fosse rappresentato come un uccello o che comunque gli uccelli fossero dei mediatori? Malgrado la reticenza figurativa nelle arti, gli uccelli sono spesso l'unico motivo animato che compare nelle decorazioni di carattere religioso (ma anche no...)
Del resto, abbiamo notizia di popoli che probabilmente agli inizi praticavano il culto degli uccelli, o ad un particolare uccello, tanto da volerne imitare il becco: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/gli-uccelli-la-cammella-gli-elementi-e.html
 



del resto, nello stesso corano, troviamo traccia di totemismo: la vicenda della cammella di Allah:
 (Naqat Allah) - vedi la sura XCI, "L'astro diurno": "Aveva implorato il rasul [profeta, messaggero] del dio: la cammella del dio, lasciatela bere! Ma lo schernirono come impostore", e avendo i Thamud maltrattato questa cammella inviata da allah, come "segno di missione", tale dio li stermina, in segno di punizione. ("Li maledisse il loro Signore e li annientò. Non si inquietò affatto della loro scomparsa.") (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/gli-uccelli-la-cammella-gli-elementi-e.html)

Si aggiungono altri due termini, per identificare il vento: "qasif", il vento che spazza le navi, "i'sar" che suscita nuvole temporalesche, solleva la polvere e contiene fuoco: si tratta quindi di un vento di sabbia infuocata. Questo assume la stessa funzione negativa del vento glaciale e mugghiante malgrado l'opposizione apparente: infatti, il ghiaccio, come il fuoco, brucia la vegetazione e di conseguenza la rende secca e la frantuma. Infine a questi venti terrestri occorre aggiungere il "samum", fetido vento infuocato che soffia nell'inferno.
Che Allah fosse associato ai venti, esattamente come lo Jahvè ebraico è attestato più volte, e questo lascerebbe intendere che originariamente fosse proprio un Dio connesso non solo agli uccelli ma anche al vento: il vento si alza per ordine di Dio, le navi vengono sospinte, le nuvole viaggiano verso terre scarse d'acqua, arriva la pioggia; un Dio dei venti è quasi sempre associato alla pioggia, e questa è vista come fecondativa della "Madre Terra". Per saperne di più, sugli Dei spermatici della pioggia, vedi tutto il capitolo di Mircea Eliade in "Trattato di Storia delle religioni"; ne cito giusto qualche stralcio:
Vedremo fra breve che l'altissimo, il lucente, il cielo, sono nozioni esistite più o meno manifestamente nelle espressioni
arcaiche con le quali i popoli civili esprimevano l'idea di divinità. La trascendenza divina si rivela direttamente nell'inaccessibilità, l'infinità, l'eternità e la forza creatrice del cielo (pioggia). Il modo di essere celeste è una ierofania inesauribile. Di conseguenza tutto quel che avviene negli spazi siderei e nelle regioni superiori dell'atmosfera  -
la rivoluzione ritmica degli astri, le nuvole che si inseguono, le tempeste, il fulmine, le meteore, l'arcobaleno  -  sono momenti di questa medesima ierofania.
Quando si sia personificata questa ierofania, quando le DIVINITA' DEL CIELO si siano rivelate, prendendo il posto della sacralità celeste come tale, è difficile precisare. Una cosa però è certa, che le divinità celesti sono state, fin dall'inizio, divinità supreme; che le loro ierofanie, diversamente drammatizzate dall'esperienza mitica, sono rimaste, in seguito, ierofanie uraniche; e quella che si potrebbe chiamare la storia delle divinità celesti è in gran parte la storia delle intuizioni di ‘forza’, di ‘creazione’, di ‘leggi’ e di ‘sovranità’.

Praticamente tutti gli Dei maschili sono legati alla pioggia - per similitudine con l'uomo che penetra nel grembo femminile della donna (la "terra") con la sua "pioggia". Riporto giusto la figura di Zeus, il Dio noto a tutti, ma Mircea Eliade elenca dozzine di altri Dei del pantheon africano o aborigeno, e tutti spermatici:

 "Zeus comanda le fonti della fertilità, è padrone della pioggia. E' ‘creatore’, in quanto ‘fecondatore’ (talvolta è anch'egli un toro; confronta il mito di Europa). Ora questa ‘creazione’ di Zeus deriva anzitutto dall'intero dramma meteorologico, e specialmente dalla pioggia."
Lo stesso Allah usa il vento per sterminare il paese degli 'Ad (per 7 notti e 8 giorni). Curiosamente nelle sure della Rivelazione, i venti di tempesta ('asifat) sono invocati nei giuramenti, insieme ad altri fenomeni cosmologici.
Direi quindi che anche questo passaggio mostra la base politeista sulla quale si andò formando il culto monoteista che assemblò in sé questo o quell'elemento: in particolare l'idea dei venti buoni, associati alla "spermatica" acqua e quella dei venti cattivi, associati al fuoco o al ghiaccio, che rappresentano la collera divina.
Per i confronti biblici, vedi questi versetti:
"egli arma le mani di folgori e le scaglia contro il bersaglio; lo annunzia il suo fragore, riserva d'ira contro l'iniquità, udite udite il rumore della sua voce, il fragore che esce dalla sua bocca, il lampo si diffonde sotto tutto il cielo e il suo bagliore giunge ai lembi della terra, dietro di essi brontola il tuono, mugghia con il suo fragore maestoso e nulla arresta i fulmini..." (Giobbe, XXXVI, 32 - XXXVII,7)

Insomma, il solito scopiazzamento ebraico preso da Dei come Teshub, Adad o Ishkur, tanto per restare lì, in zona pre-semita...
Altra curiosità: si pensava che i venti fossero sottomessi a Salomone.
Vediamo ora la pioggia, nello specifico.
Nel corano esistono due tipi di pioggia: fertilizzante e sterilizzante, nella quale si distinguono piogge di ghiaccio (grandine), pioggia di pietre e fuoco e piogge a diluvio. Solo quando cade secondo misura, la pioggia è capace di dare vita alla vegetazione. Autentico sperma cosmologico, la sua funzione predominante è fertilizzare la terra, penetrandola per "farne uscire" le piante. E infatti, con questa accezione è indicata col termine "ma'" che in arabo è maschile e significa tanto acqua quanto sperma. Non stupisce che il termine sia impiegato, insieme al suo equivalente "ghayth", per descrivere Dio, che fa discendere la pioggia.
Alla pioggia, sono associati i fulmini, del resto, già adorati nel Dio Teshup/Adad e anche qui, associati in pieno al dio islamico (e anche ebraico).
Il lampo è percepito come un segno ambiguo, "folgore di paura, folgore di speranza" perché annuncia a volte una pioggia benevola, a volte una pioggia di fuoco. è il fulmine ad annientare i Thamud, gli 'Ad, i Madyan. Nel caso degli 'Ad, come abbiamo visto, la distruzione si accompagnava al vento. Anche il popolo di Lot è annientato da una pioggia solida, come per "gli uomini dell'Elefante", epiteto dell'esercito di Abraha che attaccò il tempio della Mecca: i pagani vennero annientati da una pioggia di pietre d'argilla. Manco a dirlo, le pietre sono collegate al fuoco: l'argilla, sostanza molle, indurisce come pietra grazie alla cottura e al calore.
Per quanto riguarda il fuoco, ne esistono di due tipi: il fuoco cosmico, presente nell'aldilà e nel mondo terreno e il fuoco che serve per cucinare. I vari termini sono "nar", "jahannam", "jahim", "sair", "laza", "saqar" o il più elaborato "hutama", il "fuoco acceso da Dio" (nar Allah al-muqada). Così tanti termini per indicare tutti lo stesso concetto: la pena che spetta al miscredente e infatti il termine "tormento" ('ad-hab) si lega al fuoco: "'adhab al-hariq" (tormento dell'incendio) "'adhab al-hamim" (tormento dell'acqua bollente), "'adhab al-samum" (tormento del vento fetido infuocato).
Queste distinzioni sul fuoco non sorprendono, perché già i Babilonesi adoravano il fuoco nelle sue tre forme:
 "Sposa di Adad era Sala, "La Regina delle Campagne" (il fulmine si collegava alla pioggia, la pioggia ai campi da far prosperare) e i fenomeni atmosferici e i sacri fiumi che davano prosperità ai raccolti, ricoprendo i campi di limo, l'acqua e poi il fuoco con la Trinità Gibil, Nusku e Ishum, ovvero le personificazioni del fuoco benefico usato per l'industria, il fuoco dei sacrifici che porta al trono degli Dei il profumo delle vittime e le preghiere e il fuoco distruttore." (Stralcio tratto da "Storia delle religioni volume 1" di N. Turchi)
Niente di strano che il corano mantenga questa idea sui "tanti fuochi"... mutuata dal contesto babilonese!
Tra l'altro, altri due elementi sospetti, per chi conosce un po' di mitologia comparata, sono i Jinn e Iblis (il Diavolo coranico) creati di fuoco (che probabilmente sono gli antichi Dei pre-islamici degradati a "demoni"...) e il rovo ardente, menzionato nella bibbia che Mosè vede come teofania di Dio: l'albero che brucia senza farsi consumare dal fuoco, per l'interpretazione coranica, è una figura complessa perché i due elementi, il fuoco e l'acqua (gli alberi erano ritenuti una delle forme che l'acqua poteva assumere), mortale uno e vivificante l'altro, si trovano in equilibrio: così il cespuglio ardente simboleggia l'immagine coranica di "colui che fa vivere e morire" (Allah) ma anche un dio di guerra (Jahvé) dal momento che gli alberi spinosi erano associati agli Dei della guerra (vedi anche lo stesso Marte, originariamente un Dio della vegetazione, o nel caso della Dea Cotys, originariamente una Dea dell'agricoltura, poi passata ad identificare un principio sessuale libidinoso). 
E per quanto ci riguarda, i 4 elementi sono da sempre associati al Paganesimo e alla Magia, la Sapienza Nascosta... che piaccia o no ai monoteisti... e alle loro contraffazioni facilmente smascherabili e chi ha sale in zucca certe cose le sa...


(*) Nota di Lunaria: concetto presente nell'antichità, e che passò anche nel primo cristianesimo. Vedi Lattanzio e Tommaso d'Aquino.

Infine, cito una Dea Africana legata ai venti: Oya, sposa di Shango (Dio del tuono). La sua versione brasiliana è Yansa (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/evocazione-ad-oya.html)




Sul Piccolo Popolo vedi anche: