Nietzsche: il primo amore filosofico non si scorda mai...


Ah, Nietzsche! Il mio primo amore filosofico! Che lessi a 13 anni perché lo avevo trovato citato in "Dusk and Her Embrace" dei COF e mi domandavo chi diamine fosse quello strano tizio con quel cognome così impronunciabile!

Hey, all'epoca internet non era così diffuso come oggi! Che credete, che si poteva googlogare così liberamente?! Ma certo che no. E così me ne andai in biblioteca (anzi, a dir la verità penso che sia stata effettivamente la mia prima volta) a chiedere alla bibliotecaria "se avevano un libro di Nietzsche" (l'avrò sicuramente scritto su qualche fogliettino perché all'epoca non sapevo manco come si pronunciasse!)

E così, dopo che la signora in questione (evidentemente non sospettosa, visto che non ero propriamente "una liceale" o "un'universitaria" ma uno scricciolo di 13enne mingherlina sempre minacciata per strada dai gabber che all'epoca mi volevano pestare...)
mi rispose "secondo piano, libri di filosofia" , la piccola Lunaria 13enne (probabilmente con t-shirt di Marilyn Manson e finto piercing al naso) saliva le scale della biblioteca, andando per la prima volta nella sezione "Filosofia".

E tutto perché i COF mi avevano istigato ad andare a cercare Nietzsche (all'epoca poi veniva citato ogni 2x3 nelle interviste pubblicate su Grind Zone, e difatti continuavo a chiedermi chi fosse 'sto tizio
che citavano tutti). Ebbene, ero talmente piccina che facevo fatica a raggiungere gli scaffali più alti (mica come ora, che porto i trampoli da 10 cm di tacco!) ma alla fine lo vidi, lì, con la copertina gialla dell'edizione uscita per Adelphi, "L'ANTICRISTO".

Lo afferrai al volo, e la piccola Lunaria già scendeva i gradini della biblioteca,
tutta esaltata nel sentirsi così "evil" a leggere un libro con un titolo così "shock". 

Che altro dirvi... Lo lessi e me lo portai pure a scuola, perché sì, mi esaltavo un botto a girarmene per i corridoi della scuola all'intervallo con quel libro sotto mano e i COF nel lettore cd, con l'insegnante di religione (all'epoca ottenni di essere esonerata e non feci neppure la cresima!!!!) tutto preoccupato perché "ero una teen ager problematica". Eh, ma all'epoca le bestie di satana ancora non esistevano, quindi venivo giudicata stramba, ma non potenziale assassina... meno male. Oggi con la teocrazia cattolica in piena attività, una 13enne che all'intervallo, a scuola, dovesse leggere Nietzsche al posto dei "Promessi sposi" verrebbe sicuramente segregata in riformatorio con l'accusa di "potenziale assassina satanica!!!!"

Decenni dopo (e con tonnellate di altre letture) guardo a Nietzsche con simpatia, anche se mi capita di parlare di lui raramente. Vabbè, che prediligo Cioran lo sanno anche su Saturno, solo che Nietzsche è molto più celebrato di Cioran...(e difatti si trovano edizioni da urlo delle opere di Nietzsche tutte belle rilegate, di lusso! Cioran invece lo si trova solo con le copertine così scialbine uscite per l'Adelphi...)

Ad ogni modo ho deciso di ospitare il caro Nietzy anche qui.

Resta un'unica domanda: ma secondo voi Nietzsche avrebbe apprezzato il Black Metal?!? o ce lo vedete piuttosto ad apprezzare - che so - la trap o il chap hop????


Il nodo teorico fondamentale dell'"Anticristo" è la connessione essenziale tra la morale (il cristianesimo, la religione...) e il Nichilismo (1)
Tale connessione è estranea al senso comune, agli occhi del quale l'affermazione dei valori morali appare come il contrario del Nichilismo e l'uomo religioso come l'antitesi del Nichilista: il senso comune consente che tra coloro che fanno professione di virtù e sono considerati anime pie possono bene trovarsi degli impostori e viceversa ammette che persino in una vita immorale può nascondersi una tensione ideale, una pietà religiosa per quanto sviata e stravolta dai suoi fini naturali, ma ciononostante ritiene che la verità morale e la menzogna, il bene e il male, l'ideale e il nulla restino in sé due concetti inconciliabilmente opposti tra i quali nessuna confusione è possibile (2). Sono proprio queste certezze del senso comune, che Nietzsche scardina (3)
Per Nietzsche la morale, l'ideale, il dover-essere è menzogna, Nichilismo, impostura: perfino se paradossalmente tutti i virtuosi fossero stati in buona fede, da ciò si dovrebbe dedurre soltanto che essi sono stati tutti incondizionatamente Nichilisti. Il suo rifiuto della morale, del cristianesimo, della religione, non è storico ma innanzitutto filosofico ed essenziale. I deplorevoli effetti della morale e della religione sono già tutti impliciti nella loro origine: esse non possono produrre nessun guasto maggiore della loro stessa esistenza.
Il valore, nel puro senso kantiano del "dover-essere" è ciò che conta indipendentemente dal fatto di essere, dalla sua realtà storica: anzi, il suo statuto concettuale si fonda proprio sull'ir-realtà. L'ideale è per definizione qualcosa che vale a prescindere dalla realtà, dal processo storico: esso apre un ambito che sta al di sopra dell'effettualità e che consente appunto di esprimere su questo un giudizio, una valutazione, una sentenza. La morale si costruisce come tale nella misura in cui assume una distanza nei confronti della realtà ed è proprio questo movimento di allontanamento dall'effettuale che Nietzsche considera come nichilistico [...] La morale nasce, secondo Nietzsche, dalla pretesa di conservare e di mantenere in vita ciò che è stato condannato dalla storia, ciò che è "malato",  "maturo per il tramonto", fallito sul piano dei fatti, creando un nuovo ambito per definizione distinto dalla realtà, che appunto è quello dell'ideale, del dover-essere, del valore: a questo viene così attribuito l'astrazione, l'atemporalità, l'impersonalità, la validità universale. Con tali attributi la morale cerca di tutelare  e di sottrarre alla morte le esperienze che cessano di essere vitali: quando esse erano davvero viventi, non c'era alcun bisogno di affermarne il valore.
Nell'"Anticristo" Nietzsche prende in esame il concetto morale di Dio come sommo bene e mostra che l'impostura e il Nichilismo non consistono soltanto nell'affermazione della sua esistenza, ma sono già impliciti nella sua concezione. Il suo ateismo è perciò il più radicale che si possa immaginare, perché inverte il concetto stesso di Dio: "Noi neghiamo Dio in quanto Dio... Se ci dimostrassero questo dio dei cristiani ci sapremmo credere ancor meno" 
Il Dio originario degli ebrei era l'espressione di una naturale potenza del popolo ebraico: esso era perciò concepito antropomorficamente come padre e re, potente e vendicativo. Quando questa potenza viene meno, invece di abbandonarne il simbolo, i preti ebraici iniziarono un processo di moralizzazione e di purificazione del concetto di Dio che trova il suo coronamento nel cristianesimo [...] Il concetto morale di Dio si fonda perciò sulla sua morte: "Il nulla divinizzato, la volontà del nulla santificata in Dio!" [...] Il cristianesimo è perciò la più nichilistica di tutte le religioni: la sua origine sta nel progetto di spacciare la sconfitta storica di Gesù, la sua morte ignominiosa sulla croce, in una vittoria, in un "altro" mondo. (4)
Perciò il cristianesimo e la morale sono connessi per Nietzsche con la debolezza, la malattia, la decadenza: essi non sopportano la morte di Dio, il naturale declino ed esaurimento delle esperienze, la fine di un'epoca, perché non sono in grado di creare realtà, di dar vita ad esperienze originali, di inaugurare nuove età. Essi preservano un passato privo di vita, perché non possono rinascere. [...] Per Nietzsche il cristianesimo è dal IV secolo la religione dei vincitori, del potere, dello Stato ed è in quanto tale che Nietzsche la combatte [...] La morale è il mezzo su cui i preti costituiscono il loro potere, "tiranneggiano le masse e formano le mandrie". Il progetto storico del cristianesimo consiste appunto in una gigantesca mistificazione per cui i più nichilisti, i più impotenti, i meno capaci di creare, diventano padroni del mondo in nomi di entità trascendenti che essi stessi gestiscono ed amministrano.
Questo progetto concepito da Paolo di Tarso ha potuto essere realizzato solo mediante un'enorme impostura, la quale ha falsificato e capovolto ogni aspetto della realtà [...] animati da un rancore, da un risentimento, da un odio profondo e radicale nei confronti della realtà, i preti hanno fondato il loro potere sulle astrazioni  (il concetto di Dio inteso come sommo bene), sui deliri (il peccato...), su fantasie (l'aldilà...) che richiedono uno sforzo continuo per poter essere mantenute. 
La logica dell'odio, la mentalità della vendetta introdotta da Paolo sono indispensabili al successo storico del cristianesimo.
Nietzsche è perciò il filosofo di un'opposizione forte, non delle opposizioni deboli: tali gli appaiono il socialismo, l'anarchismo, il femminismo... movimenti che rappresentano a suo dire la continuazione laica della morale cristiana [...] promettono tutto ma non mantengono nulla; nascono e si sviluppano da uno stato di profondo malessere nei confronti della realtà, vivono di risentimento, di compassione, di indignazione: reclamano diritti uguali "per tutti" e così aboliscono in partenza la loro differenza: sono quindi movimenti rinunciatari che si accontentano di promesse e speranze. La stessa rivendicazione di un diritto presenta, dal punto di vista di Nietzsche, un aspetto ingenuo o ipocrita: infatti nessun diritto sarà mai riconosciuto se non ha la potenza di farsi riconoscere. 

Il cristianesimo si contrappone anche ad ogni buona costituzione intellettuale. Esso è in grado di servirsi solo della ragione malata come ragione cristiana; si schiera con tutto ciò che è idiota, pronuncia una maledizione contro lo spirito, contro la superbia dello spirito sano. Poichè la malattia fa parte dell'essenza del cristianesimo, anche il tipico stato d'animo cristiano, "la fede" deve essere una forma di malattia.

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Con ciò sono alla conclusione e pronuncio il mio giudizio. Condanno il cristianesimo, levo contro la chiesa cristiana l'accusa più spaventosa che mai sia uscita dalla bocca di un accusatore. Essa è per me la suprema tra tutte le corruttele immaginabili, essa ha avuto la volontà dell'estrema possibile corruttela. La chiesa cristiana, con la sua depravazione , non lasciò nulla d'intatto, essa ha fatto d'ogni valore un non valore, di ogni verità una menzogna, d'ogni rettitudine un'infamia dell'anima.
Il parassitismo come unica prassi della chiesa; che col suo ideale anemico di "santità" beve fino all'ultima goccia ogni sangue, ogni amore, ogni speranza di vivere; l'aldilà come volontà di negazione d'ogni realtà; la croce quale segno di riconoscimento per la più sotterranea congiura mai esistita, contro salute, bellezza, costituzione bennata, coraggio, spirito, bontà dell'anima, contro la vita medesima...
Questa eterna accusa al cristianesimo io voglio scrivere su tutti i muri ovunque siano muri - possiedo caratteri per far vedere anche i ciechi... Io chiamo il cristianesimo unica grande maledizione, unica grande intima perversione, unico grande istinto di vendetta, per il quale nessun mezzo è abbastanza velenoso, occulto, sotterraneo, piccino - Io lo chiamo unico imperituro marchio d'abbominio dell'umanità. 

GUERRA MORTALE CONTRO IL VIZIO: IL VIZIO è IL CRISTIANESIMO.

Prima Proposizione: Viziosa è ogni specie contronatura. La più viziosa specie d'uomo è il prete: egli insegna la contronatura. Contro il prete non si hanno motivi, si ha la prigione.
Seconda Proposizione: Partecipare ad un ufficio divino è un attentato alla pubblica moralità. Si deve essere più severi contro i protestanti che contro i cattolici, più severi contro i protestanti liberali che contro quelli di stretta osservanza. Il delittuoso dell'esser cristiani cresce vieppiù ci si avvicini alla scienza. Il criminale dei criminali è quindi il filosofo.
Terza Proposizione: Il luogo esecrando in cui il Cristianesimo ha covato le sue uova di basilisco sia distrutto pietra su pietra e sia il terrore di tutta la posterità quale luogo abominevole della terra. Su di esso si allevino serpenti velenosi.
Quarta Proposizione: La predicazione della castità è istigazione pubblica alla contronatura. Ogni disprezzo della vita sessuale, ogni contaminazione della medesima mediante la nozione di "impurità" è vero e proprio peccato contro il sacro spirito della vita.
Quinta Proposizione: Chi mangia alla stessa tavola di un prete sia proscritto: con ciò egli si scomunica dalla retta società. Il prete è il nostro Ciandala (= qualcosa di impuro e "intoccabile") - lo si deve mettere al bando, affamare, menare in ogni specie di deserto.    
Sesta Proposizione: Si chiami la storia "sacra" col nome che merita in quanto storia maledetta. Le parole "Dio", "salvatore", "redentore", "santo" siano usate come oltraggi, come epiteti da criminali.
Settima Proposizione: Il resto è conseguenza.

L'Anticristo.


Note di Lunaria:

(1) Per ulteriori approfondimenti, vedi


(2) Come il maschio e la femmina, specialmente dalla prospettiva androcentrica cristiana, di un dio padre che si incarna in un dio figlio maschio dopo l'inseminazione di un dio spirito santo spermatico nel ventre di una donna-sguattera e di nessuna Dea madre, Dea figlia e Dea spiritessa santa; si veda anche lo scandaloso concetto dell'anèr:

"Per quanto riguarda la "questione femminile", già il termine dice tutto. La donna è un problema. Cioè, esiste l'essere umano che è quello maschile, la forma perfetta, il modello della perfezione dell'umanità; poi c'è anche la donna. Perché? Oltre a maschio (dato ovvio) c'è anche la donna (dato problematico). Perché ci sono due esseri? Perché non c'è solo l'uomo? Perché c'è un altro essere che non è maschio? Cosa è la donna? è forse un'altra specie di umanità? Che "razza di uomo" è la donna? La donna è una versione inferiore della stessa specie, visto che il tipo ideale di essere umano è il maschio? Insomma, la donna, nella sua diversità dall'uomo, ha costituito un problema. La questione nasce appunto come problema all'interno di una cultura androcentrica, cioè di una cultura che intende l'essere umano e la sua perfezione come quella maschile. Ce lo ricorda la lettera agli Efesini 4,13: "finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del figlio di dio allo stato di uomo perfetto (maschio, anèr, vir) nella misura che conviene alla prima maturità di Cristo."
Se la perfezione dell'essere umano è la versione maschile, ovviamente la donna è un "problema", tanto che l'hanno chiamata questione.
Del resto c'è poco da dire: la storia è stata segnata dal predominio dell'umanità di sesso maschile nel campo sociale, politico, intellettuale."  

Per ulteriori approfondimenti sugli scandali fallici del cristianesimo e la misoginia cristiana, vedi:



(3) Preceduto da Max Stirner, però... http://studifilosofia.blogspot.com/2015/03/max-stirner.html



Per approfondimenti sul Nulla e il Male (anche in Dio) vedi anche la Teologia della Morte di Dio di autori come Altizer o Sergio Quinzio, 




e vedi anche il precursore Jean Paul http://studifilosofia.blogspot.com/2015/03/jean-paul.html
che comunque trovate commentato anche qui


(4) Mary Daly ben saggiamente faceva notare che il cristianesimo è: "La religione di tutto il pianeta e il suo messaggio essenziale è la necrofilia [...]  il simbolo necrofilo di un corpo morto appeso a del legno secco"

Per approfondimenti, vedi anche l'analisi di de Sade al cristianesimo: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/giannone-meslier-de-sade-de-la-barre-e.html








Da "COSì PARLò ZARATHUSTRA"

Quando Zarathustra ebbe compiuto trent'anni, lasciò la sua patria e il lago della sua patria e andò nelle montagne. Là godette la compagnia del suo spirito e della sua solitudine e non si stancò di quei dieci anni che passarono. Ma un giorno il suo cuore subì un grande mutamento, e un mattino si alzò con l'aurora, si mise davanti al sole e così gli parlò: "O grande astro! Che ne sarebbe della tua felicità se tu non avessi coloro cui inviare la tua luce?"

Puoi dare a te stesso il tuo Bene e il tuo Male e appendere la tua volontà sopra te stesso come una legge? Puoi essere giudice di te stesso e vendicatore della tua legge? Terribile è l'essere soli con il giudice e il vendicatore della propria legge. Allo stesso modo una stella viene gettata nello spazio vuoto e nella gelida aura dell'esser soli. Oggi ancora tu soffri a cagione dei molti, tu che sei uno: oggi ancora hai il tuo coraggio intatto e le tue speranze. Ma un giorno la solitudine ti stancherà, il tuo orgoglio si piegherà in due e il tuo coraggio digrignerà i denti. Un giorno griderai: "Io sono solo!" Un giorno tu non vedrai più ciò che per te era l'alto, e ciò che era basso lo vedrai troppo da vicino: perfino ciò che v'era in te di sublime ti farà paura come un fantasma. Un giorno griderai "Tutto è falso!"
Vi sono sentimenti che vogliono uccidere il solitario; se non vi riescono, ebbene, allora debbono morire essi stessi! Ma puoi tu essere questo, cioè un assassino? [...] Tu li oltrepassi: ma più tu sali in alto, e più l'occhio dell'invidia ti vede piccolo. Più di tutto poi viene odiato colui che vola.

Come ho potuto sopportarlo? Come ho potuto superare e passare sopra a tali ferite? Come ha potuto l'anima mia risorgere da quelle tombe? Sì, c'è veramente in me qualcosa di invulnerabile, insotterrabile, qualcosa che fa saltare le rocce: e questa è la mia volontà. Essa procede silenziosa e immutabile attraverso gli anni [...] Sì, sempre ancora sei per me quella che infrange tutte le tombe: salve, mia volontà! perché soltanto dove sono tombe, vi sono anche risurrezioni.  Così cantò Zarathustra. 

Ahimè, dove c'è ancora un mare in cui ci si possa annegare? ecco il nostro lamento, che risuona su piatte paludi. In verità, siamo già troppo stanchi per la morte; ora vegliamo ancora e continuiamo a vivere, dentro al sepolcro!  

Sognavo che avevo rinunciato ad ogni vita. Ero diventato un guardiano notturno, un guardiano di morti, là sulla solitaria rocca montana della morte. Lassù custodivo le sue tombe: le tetre volte erano piene di quei segni di vittoria. [...] Accanto a me c'era sempre il chiarore della mezzanotte. Accanto a lui era accoccolata la solitudine; e, come terza, la quiete rantolante della morte, la peggiore delle mie amiche. 

Io vi dico: bisogna avere in sé il Caos per poter partorire una stella che danzi. Io vi dico: voi avete ancora del Caos in voi.
Ahimé! Già viene il tempo in cui l'uomo non partorirà più nessuna stella. Ahimé! Viene il tempo dell'uomo più spregevole, che non può neanche più disprezzare se stesso. Guardate! Io vi mostro l'ultimo uomo.

Un giorno anche Zarathustra gittò la sua follia al di là degli uomini, come tutti quelli che vivono fuori del mondo. Allora il mondo mi parve l'opera di un dio sofferente e torturato.

La stanchezza che d'un sol balzo, un balzo di morte, vuole raggiungere le cose ultime, una povera stanchezza ignorante, che non vuole nemmeno più volere: è essa che ha creato tutti gli Dei e i mondi di là del mondo.

Tu non sei una pietra, ma già sei diventato internamente vuoto per l'azione di molte gocce. Un giorno o l'altro, a causa di tutte queste gocce, t'infrangerai e te ne andrai in pezzi.

Ti vedo stanco a causa delle mosche velenose, ti vedo sporco di sangue che esce da cento piccole ferite; e il tuo orgoglio non vuole neanche incollerirsi. Sangue esse vorrebbero da te in tutta innocenza, sangue esigono le loro anime esangue; ed esse pungono infatti in tutta innocenza.