Celti: il Culto delle Teste Decapitate e un confronto tra Medusa, Renuka e Chinnamasta

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 I Celti svilupparono un culto solare pieno di riti complessi, come quello basato sul percorso del Sole durante la giornata. Questo rito si basava sull'idea che un morto speciale (appartenente, cioè, a classi sociali prestigiose, come quella sacerdotale) se veniva bruciato su un'imbarcazione al momento del transito del Sole al di sopra di una cime di una montagna, la sua anima si sarebbe unita all'astro divino attraverso il fumo del rogo, per interagire a favore del popolo.

Potrebbe essere stato questo rito all'origine di toponimi come "Monte o Colle della Nave". I Celti praticavano anche il culto delle teste decapitate, che impressionò molto i loro nemici. I Celti erano convinti che l'anima risiedesse nel corpo (e anche alle ceneri del corpo) anche in certo periodo dopo la morte prima di reincarnarsi. In particolare, l'anima aveva la sua dimora nel cranio e quindi decapitando il nemico subito dopo l'uccisione, ci si poteva impadronire della sua anima. Queste teste e teschi venivano poi affissi sul muro del villaggio perché divenivano una sorta di mediatore con il Divino. 

L'usanza passò anche nel cristianesimo cattolico: si vedano le reliquie dei santi (cioè pezzi dei loro corpi...) conservati nelle chiese, davanti alle quali i fedeli vanno in pellegrinaggio e pensano che "abbiano poteri". 

Ci sono anche alcuni santi della chiesa cattolica, detti "cefalofori", ovvero "portatori di testa", che sono stati decapitati durante le persecuzioni e i santini li raffigurano con la testa mozzata. 

Secondo la leggenda cristiana, dopo che vennero decapitati, "per miracolo" si alzarono in piedi con la testa mozzata tra le braccia. Si veda l'iconografia di "san Dionigi Areopagita, patrono di Crotone", "san Donnino" oppure il più famoso "Giovanni Battista", la cui testa venne servita su un piatto dopo che Erodiade chiese alla figlia Salomè di danzare per sedurre Erode, chiedendo in cambio la testa del santo che aveva inveito contro Erodiade, ex sposa di Erode, per la sua relazione con Erode Antipa, figlio di Erode.

 Nella chiesa di Montecrestese ci sono diverse teste posizionate sui muri esterni.





 Sull'Ossario di Mezzano vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/01/mezzano-e-viboldone-il-prato-dei-morti.html

ALTRO APPROFONDIMENTO Tratto da

Al pari di altre popolazioni nordiche, i Celti pagani erano dediti alla caccia alle teste, e quelle dei nemici uccisi le riportavano come trofei e le mettevano fieramente in mostra sui bastioni delle loro fortezze-colline e nelle proprie case. Ma le teste erano per loro ben più che non semplici spoglie belliche, perché i Celti ritenevano che in esse risiedesse l'anima, il centro dell'essere vivente, ed esponendo e adorando le teste mozze pensavano di assicurarsi la protezione dei magici poteri che ne erano contenuti. Quando teste vere e proprie cessarono di essere utilizzate a fini religiosi, ne furono fatte repliche di pietra, legno, metallo e osso, del pari ritenute depositarie di magici poteri. Le zucche con dentro un lumino, che in paesi anglosassoni si portano in giro per le feste di Halloween, la Vigilia di Ognissanti che un tempo era quella di Samain, sono il sostituto dei crani veri che venivano esposti durante l'Età del ferro con dentro un lume attorno alle fortezze celtiche in quella notte in cui gli spettri tornano, si crede ancora oggi, sulla terra.

Libro interessante da leggere:


Le teste non soltanto tenevano alla larga i cattivi influssi, ma dopo la morte del corpo continuavano a vivere per conto proprio, a volte parlando e profetizzando. Se poi le teste venivano messe in un pozzo sacro, la loro forza magica aumentava.

Nota di Lunaria: avevo già parlato del culto di Renuka, la Dea decapitata, e di Medusa. Riporto qui l'analisi:

Il culto a Medusa in Sardegna e le teste di Renuka e Chinnamasta, tratto da

Monte Luna: un nome affascinante ma del tutto sconosciuto finora ai libri di antichità, alle guide e perfino alle carte geografiche. Si tratta di una piccola altura posta a una quarantina di chilometri a nord-est di Cagliari, presso il paese di Senorbi. Qui, da una serie di tombe scavate nella viva roccia, tornano alla luce oggetti vari e particolarmente gioielli, risalenti a un periodo compreso tra il V e il III secolo a.c. è l'epoca del dominio cartaginese in Sardegna. Uno storico di Roma, Ettore Pais, si era accorto della località e aveva intuito la sua importanza: "nel declivio di una collina chiamata Monte Lunas, nel territorio comune di Senorbi, in provincia di Cagliari, fu rinvenuta una tomba... dentro la quale stavano tre boccali fittili con proprio coperchio, un'anfora, un anello con agata, e diciotto grani d'oro con minutissimi rilievi ed appartenenti a una collana." Un giovane archeologo sardo, Costa, ha pensato così di avviare un'indagine sistematica, cercando l'intera necropoli e, non lungi da essa, la città. Ed ecco emerge una dopo l'altra, sul fianco della collina, le tombe scavate nella roccia, con lastra di pietra all'ingresso e pozzo profondo nel quale erano collocati i defunti. Aperte le tombe, sono tornati alla luce i doni che vi furono posti per accompagnare coloro che si accingevano all'ultimo viaggio: vasi, monete, gioielli, tra cui una splendida collana tutta d'oro, fatta di spessa maglia e chiusa all'estremità da due cilindri, con un pendente a ghianda decorato a granulazione. E che il centro di Monte Luna fosse in prevalenza punico lo indicano altri gioielli, a partire dagli anelli d'oro che recano sul castone scene a rilievo come il leone che assale il cervo.  Altri anelli incastonano nell'oro pietre pregiate, come la corniola; e il castone è fatto in modo da poter ruotare, fungendo da sigillo, mentre l'argento prevale in una serie di placche circolari con raffigurazione di Medusa.

Nota di Lunaria: e ovviamente qui ci sarebbe un'altra prova che dimostra che Medusa, agli inizi, non era un mostro, ma una Dea (forse guaritrice dal veleno o Dea della resurrezione, considerato che queste placche sono state trovate nei pressi di tombe). Sulle somiglianze tra Kali e Medusa avevamo già parlato in precedenti post 


Anche Medusa, come Kali ha "la mandorla\il terzo occhio" in fronte:


Poi c'è la serie degli amuleti, in bronzo, osso, pasta silicea: questi punici, con quell'ispirazione egiziana che della civiltà di Cartagine è tanto caratteristica. E così troviamo riproduzioni schematizzate di divinità come Horo e di animali come la scimmia e il leone. Un'Iside in forma di mummia, fatta d'ambra con appiccagnolo d'argento, mostra che gli amuleti venivano portati come pendenti: e lo confermano due graziosi campanelli di bronzo, mentre vi sono manici d'avorio per oggetti non più conservati e catenelle d'argento con nodi alla marinara, anch'esse forse simboliche e ornamentali.

Nota di Lunaria: alcune civiltà avevano il (macabro) culto delle teste mozzate (spesso dei nemici uccisi in battaglia, vedi i primi Celti) e non sono mancati esempi di riti basati su decapitazioni rituali per la  celebrazione del grano (vedi i culti mesoamericani come quello di Xilonen); è interessante notare che Medusa qualche volta veniva rappresentata solo con la testa

e quest'idea è rimasta anche nel mito classico e più famoso (probabilmente una rilettura tarda e patriarcale funzionale a spodestare la Dea a favore dell'ordine androcentrico rappresentato da Perseo)


è interessante notare che altre culture hanno spesso rappresentato esseri (soprattutto femminili) con serpenti nei capelli o serpenti che fuoriescono da un diadema posto sulla testa:



sembra che i capelli di queste Dee fossero ancora più potenti proprio perché a forma di serpenti o decorati da serpenti. Del resto, che il monoteismo avesse qualche problema con i capelli femminili, tanto da imporre di tenerli coperti, è ben noto...

Per questo si potrebbe ipotizzare che Medusa è potente proprio perché ha capelli come serpenti vivi: è noto che il serpente è sempre stato uno dei simboli più potenti e venerati nella storia delle religioni politeiste.

Nel libro "La Torcia" di Marion Zimmer Bradley, 

che nell'originale inglese ha una copertina ancora più bella e più in linea con la storia raccontata (la vita di Cassandra): 

si trova un'ipotesi affascinante: e se Medusa fosse stata in origine una Sacerdotessa? 

"(Cassandra) andò subito a indossare la veste cerimoniale più bella, e si avvolse intorno alle braccia due o tre serpenti più piccoli, legandone altri due intorno alla fronte come una corona. Così bardata, e pensando che forse le statue della leggendaria Medusa erano state ispirate da quella ghirlanda di serpenti, uscì per la strada."  

Un altro collegamento interessante, sempre riguardo alla testa, è che nell'induismo troviamo diverse Dee smembrate/mutilate/decapitate: Sati, Renuka (anche nota come Yellamma) e Chinnamasta. Anche Tiamat o Coyolxauhqui sono Dee smembrate; ma in particolar modo Renuka e Chinnamasta sono due Dee decapitate; Chinnamasta si è perfino autodecapitata. 

Questa, a mio parere, sarebbe l'ulteriore dimostrazione che Medusa, originariamente, fosse stata "importata" dall'India e venisse venerata sotto forma di testa sacra, come Renuka.

Inoltre, sono da citare anche "il presunto culto cristiano della testa d'asino" e il culto della testa del "Bafometto", accusa che venne lanciata ai Templari.  https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/il-grande-dio-pan-che-e-un-dio-molto.html

Sull'asino, avevo già analizzato la questione qui https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/lasino-e-seth.html


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