Donne e Anarchia



Finalmente sono riuscita a trovare una pagina striminzita che parla di donne e Anarchia... l'argomento lo riprenderò più in là con maggiori dettagli. Intanto, facciamoci bastare questa sintesi.

Qui avevamo già visto una sintesi storica sull'Anarchia (no, non sono ancora riuscita a trascrivere tutto quello che vorrei...) https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/anarchia.html

Info tratte da

Il movimento anarchico toccò negli anni Sessanta un nuovo apice.

L'Anarchia, con le sue lotte in favore della liberazione dell'individuo da ogni forma di organizzazione, sia gerarchica, sia "democratica", ha sempre offerto alle donne una posizione generosa nel suo movimento esente da differenziazioni (Nota di Lunaria: bhè, non è proprio così... un certo pensiero maschilista era in voga anche presso ideologhi del tempo, per esempio Proudhon). La sua estrema fiducia nell'individuo gliel'ha sempre permesso. Ogni anarchico convalida la sua politica rivoluzionaria attraverso le sue azioni private e tutti gli aspetti della sua vita personale. Si crede spesso che anarchia voglia dire caos: il giudizio è un po' pesante ma in questa insistenza sulla liberazione privata e sulla libertà individuale ci deve essere per forza una certa casualità nel colpire tutto e tutti. Nessun sistema politico è migliore di un altro giacché si tratta pur sempre di "sistemi" e proprio qui sta l'errore. 

Le donne si sentono molto attratte da un simile credo (Nota di Lunaria: sì, a parte le monoteiste e le altre followers di religioni patriarcali...) privatizzate come sono nell'isolamento della vita familiare, la libertà individuale sembra loro l'orizzonte naturale per cui combattere. La liberazione, nella terminologia anarchica, si esprime come liberazione di tutte le energie psichiche fino allora arginate e probabilmente non c'è nessuno al mondo che senta questa esigenza più delle donne. L'aspetto casuale e inclusivo (*) dell'Anarchia qualifica tutti e legalizza tutto quel che è contro al sistema; non occorre provare ad elaborare una teoria di tutta l'oppressione femminile, non occorrono organizzazioni.

Nel Woman's Liberation (**) alcune donne isolate stanno verificando le possibilità di questo tipo di politica che certamente le libera dalle costrizioni culturali della società borghese [cioè monoteista. Nota di Lunaria] a livello personale: esse sono coraggiose e violente (***) e non si curano dell'opinione altrui, sono, insomma, l'esatto contrario della "brava, vera donna"


Note:

(*) Nota di Lunaria: oggigiorno esiste anche un'anarchia queer, formata da attivisti LGBTQ. Per approfondimenti, vedi

Anarchic@ queer del nostro tempo: https://uraniazquat.noblogs.org/post/2019/07/27/lanarchia-degeneri/

https://en.wikipedia.org/wiki/Queer_anarchism

https://en.wikipedia.org/wiki/Adolf_Brand

https://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Guérin

https://en.wikipedia.org/wiki/John_Henry_Mackay

(**) Uno dei suoi principali meriti fu l'aver fatto riflettere le donne su problemi personali trasformandoli in una comune consapevolezza di condizione di oppressione sperimentata da tutte le donne: quello che era creduto un dilemma personale era invece un dramma sociale e problema politico, strutturale alla società. Spesso, il primo sintomo dell'oppressione è la repressione verbale: la condizione di sofferenza è così totale e pienamente acquisita che non se ne riconosce la presenza.

(***) Qui l'Autrice si riferisce a certo vandalismo e terrorismo anarchico o di sinistra (o di estrema destra o ecoterroristi) che era tipico di certi gruppi politici degli anni Settanta: bombe e incendi appiccati in quei luoghi "ritenuti il simbolo del potere  borghese-sciovinista" che potevano essere cinema a luci rosse, vetrine di negozi che vendevano le pellicce, ecc. o rapimenti di politici di spicco. I terroristi spontaneisti modellavano se stessi come pietre da scagliare contro i muri della società borghese.

Citiamo brevemente alcune donne anarchiche famose.

 EMMA GOLDMAN, nata il 27 giugno 1869 in una famiglia di ebrei ortodossi, a Kovno, all'epoca parte dell'impero russo, oggi facente parte della Lituania. Il padre di Emma era un uomo violento e collerico, che puniva i figli: Emma era la più ribelle e il padre la puniva con una frusta. Durante la sua giovinezza, si avvicinò alle idee dei Nichilisti (abbastanza in voga, anche grazie al romanzo "Che fare?" di Nikolai Chernyshevsky); la filosofia Nichilista le servì per evadare dalla sua famiglia repressiva; intanto, il padre, quando Emma ebbe 15anni, cercò di farla sposare. A questa età, Emma subì molestie sessuali e secondo alcuni biografi, Emma sarebbe stata stuprata. Comunque, Emma "si sentì shoccata alla scoperta che il contatto tra uomo e donna potesse essere così brutale e doloroso". Questa esperienza la influenzò molto. Si trasferì in America nel 1885 e si avvicinò molto al movimento di emancipazione delle donne, oltre che a quello anarchico, anche se inizialmente era contraria al diritto di voto. Nel 1897 Emma scrisse: "Io chiedo l'indipendenza della donna, il suo diritto di supportare se stessa, di vivere per se stessa, di amare ciò che trova piacevole. Io chiedo la libertà per entrambi i sessi, libertà di azione, libertà d'amore e libertà di maternità". Come altre attiviste, era a favore della contraccezione, specialmente del controllo delle nascite, più che non dell'aborto. Emma Goldman sostenne anche il libero amore, come critica verso il matrimonio tradizionale; era quindi a favore dell'omosessualità, anche se all'epoca questa sua riflessione pro-LGBTQ non venne molto considerata nell'ambiente anarchico. Fu il celebre sessuologo Magnus Hirschfeld a scrivere: "Emma Goldman fu la prima e unica donna, specialmente la prima e unica in America, a prendere le difese dell'amore omosessuale prima del pubblico generale". Emma Goldman scrisse numerosi discorsi e lettere a favore dell'omosessualità, condannando lo stigma che marchiava gli omosessuali. Venne imprigionata molte volte, per "incitamento alla rivolta e distribuzione illegale di materiale informativo sul controllo delle nascite". Nel 1906 fondò il giornale anarchico "Mother Earth". Emma Goldman morì nel 1940.


LEDA RAFANELLI (1880-1971) 

Figura atipica del movimento anarchico\socialista libertario femminile fu Leda Rafanelli, che coniugò le sue idee anarchiche al movimento di emancipazione della donna e al movimento islamico sufi (Leda si era trasferita, con la famiglia, ad Alessandria d'Egitto, restando affascinata dal mondo mediorientale) e al Futurismo di sinistra. La sua adesione all'islam sufi, impregnato di esoterismo e fascino per l'Oriente, si situa come un tentativo di rivolta contro l'Occidente tecnologizzato ma schiavo del denaro. Fu pacifista e anticolonialista, anche se qualcuno insinuò che fosse l'amante di Mussolini quando il futuro dittatore era ancora socialista, e inviò diverse lettere di stima a Leda, ma non ci sono prove che i due ebbero effettivamente una relazione e la donna ha sempre negato). In seguito a problemi economici, fece la chiromante, dipinse calligrafie islamiche e insegnò lingua araba. Morì nel 1971. Ha scritto numerosi racconti e romanzi ("Le memorie di una chiromante", "L'oasi", "Donne e femmine","Incantamento", "La bastarda del principe", "Le memorie di un prete")

Altre anarchiche che vennero spesso arrestate o esiliate furono Virginia Bolten (1870-1960), Dora Marsden (1882-1960), Noe Ito (1895-1923, uccisa dalla polizia giapponese a soli 28 anni), May Picqueray (1898-1983), Mollie Steimer (1897-1980), Maria Luisa Berneri (1918-1949), Lucy Parson (1853-1942), Etta Federn(1883-1951), Virgilia D’Andrea (1888-1933), Lucia Sanchez Saornil (1895-1970), Nancy Cunard (1896-1965), Ida Mett (1901-1973), Germaine Berton (1902-1940), Luce Fabbri (1908-2000): organizzarono comizi o scrissero discorsi anticipando argomenti che saranno fondamentali negli anni Settanta, come la sessualità, i metodi contraccettivi, la scelta di maternità, la sessualità libera, l'antirazzismo.

Per approfondimenti, vedi "Anarchiche – Donne ribelli del Novecento".

Suggerisco di approfondire anche il pensiero di Anna Kuliscioff. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/alle-origini-dellanticristianesimo.html

Infine, fatemi citare tre grandi italiane che anticiparono con le loro riflessioni il movimento di emancipazione femminile: Cristina di Belgioioso, Anna Maria Mozzoni, Argentina Altobelli https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/i-fattori-della-crescita-economica-il.html






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