Le Tre Erinni nella Divina Commedia

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Canto IX

Questa palude che 'l gran puzzo spira,

cinge d'intorno la città dolente,

u' non potemo intrare omai senz'ira.

E altro disse, ma non l'ho a mente;

però che l'occhio m'avea tutto tratto

vèr l'alta torre alla cima rovente,

dove in un punto furon dritte ratto

tre furie infernal di sangue tinte,

che membra femminine avìeno e atto,

e con idre verdissime eran cinte;

serpentelli e ceraste (1) avean per crine,

onde le fiere tempie erano avvinte.

E quei, che ben conobbe le meschine

della regina dell'etterno pianto, (2)

"guarda", mi disse, "le feroci Erine (3)

Quest'è Megera, dal sinistro canto;

quella che piange dal destro, è Aletto;

Tesifone è nel mezzo. E tacque a tanto.


(1) Serpentelli cornuti

(2) Proserpina, regina dell'inferno nella mitologia pagana

(3) "Erine" sta per Erinni


Commento: 

"Questa palude": "Questo acquitrino da cui esala il grande fetore che tu avverti, cinge tutt'intorno la città di Dite, ove noi non possiamo entrare senza contrasto ("sanz'ira")"  Virgilio ripete queste cose in funzione rassicurativa. La palude stigia non si distende solo per il tratto che si apre davanti alla porta dove i due erano attesi dai diavoli, ma gira e cinge tutta la città: sempre secondo il modulo delle città medievali poste in pianure, che o sorgevano su un fiume e lo utilizzavano come ampio fossato, oppure facevano deviare fiumi o torrenti facendoli scorrere o anche diffondersi ed espandersi intorno a guisa di palude.

"Ed altro disse": ed aggiunse altre cose che però il poeta ha dimenticato; non gli prestò attenzione perché lo sguardo andava all'alta torre dalla cima arroventata, dove in un attimo si erano levate, drizzate tre Furie dell'Inferno, sporche di sangue: avevano membra e portamento ("atto") femminili ed avevano annodati intorno al corpo serpenti di acqua ("Idre") di intenso color verde; per capelli ("crine") avevano serpentelli e serpenti muniti di corna ("ceraste") che ne cingevano le orribili ("fiere") tempie.

Erano, le Furie o Erinni, figlie della Notte e di Acheronte: divinità minori, garantivano la vendetta, perseguitavano i colpevoli, tormentavano i dannati.  Ad esse i Greci attribuivano il compito di scatenare i rimorsi nelle coscienze (tuttavia Dante aveva in mente le Furie del contesto virgiliano) Forse qui rappresentano anche le furie della passioni, l'irrazionale scatenarsi delle passioni che si manifestano in forme furibonde. 

"E quei, che": e Virgilio che rapidamente riconobbe in quelle le schiave, le serve ("meschine") della regina dell'Inferno, Proserpina\Persefone (ma anche Ecate https://intervistemetal.blogspot.com/2024/01/dante-e-il-femminile.html),(https://intervistemetal.blogspot.com/2024/04/il-simbolismo-delle-nozze-di-cana-in.html) che è, in eterno, luogo di dolore e di pianto. "Ecco le implacabili (feroci) Erinni.

"Quest'è": quella a sinistra ("canto" sta per "lato, fianco") è Megera, quella che piange e si duole a destra è Aletto: nel centro di trova Tisifone e a questo punto il maestro tacque; delle tre, la più terribile, secondo la mitologia, era Megera.

Vedi anche https://intervistemetal.blogspot.com/2023/12/commento-introduttivo-allinferno-di.html

Nota di Lunaria: come ho detto, due band che hanno espressamente dedicato un album o una o più canzoni a Dante sono stati i Sepultura ("Dante XXI", anche se ad onor del vero l'album non piacque a tutti i fans dei Sepultura, anche per questioni legate all'uscita di Max Cavalera dalla band...)



e i nostrani Necrodeath, storica band Thrash Black Metal che ispirò tantissime band venute dopo di loro. 

Nell'album "100% Hell" citano esplicitamente Dante (sì, con tanto di recitato...) e riferimenti danteschi li si trova un po' in tutti i loro cd (per iconografia o rimandi) 



P.S proprio mentre scrivo queste righe ho di sottofondo i Saxon di "Power and the Glory" che è pure una citazione del titolo del romanzo di Graham Greene, ahahahhaahah 😁



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