Le Poetesse di fine Cinquecento e del Seicento

 Lo scritto è dedicato agli idolatri dei vari aristotele, che starnazzano sul web con il mantra del "eh eh eh le donne non hanno mai scritto niente per duemila anni! solo aristotele ha scritto, eh eh eh!"

Dovete essere trattati a libri in faccia e io a libri in faccia vi tratto.

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Info tratte da

Una delle poetesse più famose del Rinascimento fu Vittoria Colonna. "In fragil legno" è uno dei migliori sonetti di Vittoria Colonna: l'angoscia del vivere senza la guida e il dolce conforto del marito è espressa con accenti di profonda sensibilità; nell'ultima terzina il peso della vita è manifestato con un tono di estrema desolazione. 

La poetessa imita lo stile di Petrarca, sia nella struttura del sonetto, sia nel fraseggiare, ma dimostra anche con evidenza l'incapacità di esprimere in forma appropriata quello che essa sente dentro di sé con profonda e sincera nobiltà d'animo.

Provo tra duri scogli e fiero vento

l'onde di questa vita in fragil legno,

e non ho più a guidarlo arte né ingegno: (1)

quasi è al mio scampo ogni soccorso lento.

Spense l'acerba morte in un momento

quel (2) ch'era la mia stella e 'l chiaro segno (3)

or contro 'l mar turbato e l'aer pregno (4)

non ho più aìta. Anzi più ognor pavento (5)

non il dolce cantar d'empie sirene,

non il romper tra queste altere sponde,

non l'affondar nelle commosse arene,

ma solo il navigare ancor queste onde,

che tanto tempo solco e senza spene:

ché il fido porto mio morte m'asconde.


Note:

(1) "Sono costretta ad affrontare la vita come se mi trovassi in un mare tempestoso e irto di scogli, sopra una fragile barca, priva di chi aveva arte e ingegno di guidarla"

(2) Il marito di Vittoria Colonna, Ferrante Francesco d'Avalos, marchese di Pescara, morto in seguito alle ferite riportate nella battaglia di Pavia (1515). Vittoria, dopo la morte del marito, si ritirò in convento.

(3) La mia guida e la meta sicura della mia vita

(4) Fosco di nubi

(5) Mi fa sempre più paura non il naufragare in una vita disordinata o nella superbia ma solo il vivere lungo e senza speranza, ché vedo la mia salvezza solo nella morte.

Qui le sirene, mostri marini che, secondo gli antichi, con la dolcezza del canto insidiavano la vita ai marinai, simboleggiano le passioni che allettano a compiere il male.


"Il turbato mar"

Quando il turbato mar (1) s'alza, e circonda

con impeto e furor ben fermo scoglio;

se saldo il trova, il procelloso orgoglio

si frange, e cade in se medesma l'onda.

Tal io, s'incontra me vien la profonda

acqua mondana irata (2) come soglio,

levo al ciel gli occhi; e tanto più la spoglio (3)

del suo vigor quanto più forte abbonda.

E se talor il vento del desìo

ritenta nuova guerra, io corro al lido,

e d'un laccio d'amor con fede attorto

lego il mio legno (4) a quella, in cui mi fido,

viva pietra Gesù; sì che quand'io

voglio, posso ad ognor ritrarmi in porto.


Note:

(1) Quando il mare è infuriato e s'avventa con impeto e furore contro uno scoglio , se questo è ben saldo le onde procellose s'infrangono e si annullano in se stesse.

(2) Dopo l'immagine del mare procelloso, allude qui metaforicamente alle lusinghe mondane che l'assalgono come onde impetuose.

(3) E con l'aiuto divino riesco a togliere vigore alle lusinghe mondane, tanto più quanto esse sono forti e violente.

(4) La mia vita. è la metafora usata anche nel sonetto precedente.


Aggiungo anche:

Amaro lagrimar, non dolce canto, 

foschi sospiri e non voce serena,

di stil no, ma di duol mi danno il vanto.

Quando 'l gran lume appar nell'Oriente 

che'l negro manto della notte sgombra

e dalla terra il gelo e la fredd'ombra dissolve 

e scaccia col suo raggio ardente: de' primi affanni

ch'avea dolcemente il sonno mitigati

allor m'ingombra.

Furono Lucrezia Marinelli e Moderata Fonte a mettere per iscritto, nel 1600, idee sull'emancipazione e sul valore delle donne che erano già state avanzate nei decenni precedenti. "Sulle Virtù delle Donne" di Lucrezia Marinelli e "Il Merito delle Donne" di Moderata Fonte segnano il Seicento: in questi libri le donne annunciano la loro libertà espressiva, rivendicando la loro appartenenza al mondo della cultura.

Già il Cinquecento aveva visto un continuo affermarsi di poetesse e autrici teatrali, come Beatrice del Sera (1) e il suo melodramma "Amor di Virtù" e altre autrici che avevano risposto per le rime ai libelli maschilisti.

Già il Tasso menzionava, chiamandola "Honor d'Urbino" Laura Battiferri e le "sue compagne in Parnaso", Lucia Bertano e Laura Bacio Terracina, le cui poesie e salmi brillavano di influssi classici e neoplatonici, ma con riferimenti allo spirito del loro tempo, nella Controriforma, che aveva messo in crisi la spiritualità.

Chiara Matraini, di Lucca, e Isabella di Morra (che pagherà con la vita il suo amore per Diego Sandoval de Castro), sono altre due luminose personalità femminili del Cinquecento.

Le poetesse del Cinquecento si ispirarono soprattutto al "Canzoniere" di Petrarca, celebrato particolarmente da Moderata Fonte e Veronica Franco. 

Molto diffuse anche le lettere d'amore, come quelle che Maria Savorgnan scrive a Pietro Bembo: "Sapiate che giorni e notte altro che di voi non penso, ed in tal pensieri ardendo, io mi consumo."

Enorme successo ebbe Gaspara Stampa e il suo canzoniere venne ricomposto ed edito dopo la sua morte, nel 1554.

I suoi versi, oltre ad esprimere la bellezza dell'amore, erano venati da malinconia e inquietudine:

Vivere ardendo e non sentire il male!

Io so che in me non son più viva

e veggo ormai che ancor in voi son morta

e l'alma, ch'io vi diedi, non sopporta

che stia più meco vostra voglia schiva

Anche in Veronica Franco troviamo gli stessi toni; per esempio, in una suo composizione dedicata ad un amante, la poetessa vuole "guerreggiare" sul letto, sentendosi preda dell'ira contro di lui, ma anche dell'amore:

Forse nel letto ancor ti seguirei

[...] teco morrei d'egual colpo ferita

Anche Maddalena Campiglia fa dire alla sua ninfa Flori (2) "dunque ama, Flori, e spera un giorno forse benché strano è il tuo amor ne torrai frutto".

Il Cinquecento è il secolo anche delle pittrici come Lavinia Fontana e Sofonisba Anguissola (3).

Sono le donne ad inventare il melodramma: Laura Guidiccioni Lucchesini e altre poetesse compongono favole pastorali che prevedono un accompagnamento musicale.

Laura compone la "Disperazione di Fileno" (1590): 

Se di lagrime triste e di sospiri

rendono i sensi l'anima dolente

onde avvien poi che noi così sovente

inseguir lor volgiam nostri desiri?

Oltre che "Satiro", (1590), "Giuoco della cieca" (1594), "Rappresentazione di Anima e di Corpo" (1600)

Isabella Coreglia, Valeria Miani Negri, Giulia Rangoni Ariberti, Benedetta Clotilde Lunelli Spinola si dedicano non solo ai drammi per musica ma anche alle favole pastorali che erano di moda, su modello dell'"Aminta" del Tasso. (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/10/riassunto-e-commento-dellaminta-di.html)

A scrivere testi teatrali è anche una delle attrici più famose nelle corti d'Europa, Isabella Canali Andreini (4), che per le sue composizioni si ispira al Tasso.

Con la moda del genere epico (il cui esempio più famoso è "La Gerusalemme Liberata" del Tasso) anche le donne si cimentano in questo tipo di poemi: Margherita Sarrocchi scrive "La Scanderbeide" e Lucrezia Marinelli "Enrico a Bisanzio"


Note:

(1) "Amor di Virtù: commedia in cinque atti" è del 1548. Le sue rime apparvero su un'antologia poetica curata da Luisa Bergalli nel 1726.  

(2) "Flori. Favola boscareccia", 1588

(3) Esiste uno studio, in inglese, sulle donne pittrici del Rinascimento: "Women painters of the world, from the time of Caterina Vigri, 1413-1463 to Rosa Bonheur and the present day", di W.S.Sparrow, 1905. Anche Harris e Nochlin scrivono un "Women Artists, 1550-1950". Ci sono anche altri volumi, in lingua inglese, che riportano pittrici e scultrici dal Rinascimento al Ventesimo secolo. In italiano, "Le più belle del reame: pittrici in autoritratto dal Cinquecento all'Ottocento", e "Sofonisba Anguissola e le sue sorelle"

(4) Isabella era poetessa e prima attrice in una compagnia gestita con il marito Francesco. Fra le sue opere: "Mirtilla, Pastorale d'Isabella Andreini Comica Gelosa" 1588; Rime d'Isabella Andreini Padovana, Comica Gelosa, 1601; Lettere della Signora Isabella Andreini Padovana, Comica Gelosa e Academica Intenta, nominata l'Accesa, 1621; Fragmenti, 1621; Su di lei vedi "La divina Isabella: vita straordinaria di una donna del Cinquecento"

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Margherita Sarrocchi (A) parlando dell'amore non corrisposto della principessa Calidora per il cavaliere Serano, usa questa metafora:

"L'aspra piaga non salda, e non conforta\onde altamente ella trafitto ha il core: \ ferita cerva tal, che al fianco porta\fitto l'acuto stral dal cacciatore\di selva in selva, o monte in monte vaga\e maggior nel fuggir rende la piaga"

mentre l'amore tra i giovanetti Pallante e Flora è descritto con queste parole:

"Così vaghi e semplicetti al core\si ordiro ignari l'amorosa frode\e così trapassar da' risi a i pianti\né conobbero amor, che furo amanti

Lucrezia Marinelli descrive così l'amore tragico di Clelia, per Lucilio, partito per la Crociata e vittima di un naufragio; la fanciulla innamorata corre sulla riva della spiaggia, durante la tempesta e trova il corpo del suo amato:

"Molle, languido e freddo sopra quelle\arene... vede il suo bene e riconosce il viso\amato e caro\[...] Vede intesto il suo crine biondo\di alghe, di giunchi e di minute arene\il mira e tace e poi : Oimè! son queste\chiome di oro fino, che mi allacciaro il core? Queste luci oscure e meste\che erano riso, gioire, grazia e splendore?"

e ancora, altri versi di questa grande poetessa che intreccia stati d'animo e forze della Natura e anticipa il Romanticismo:

Taci, e tacendo parli, e le parole\non odo, ond'io mi sfaccio ai muti suoni.\Se taci, perché a me par che ragioni?\Se parli, ché non t'odo, o Divin Sole?

Importanti anche gli scritti delle suore nei conventi: Francesca Farnese si esprimerà così:

"Sin che tanto il fuoco cresca\che il vital nodo sì forte\consumando mi dia la morte;\e dal corpo l'alma n'esca,\acciò il bel che sì m'adesca\goder possa a tutte l'hore\fatta pazza per amore."

e Maria Alberghetti:

"Amor vuol tutto il cor posseder solo\Amore non sostiene compagnia"

e Veronica Giuliani:

"[...] Tutti ciò che si sa, è niente; nessuno può penetrare cosa sia amore [...] Tacendo dirò tutto; dicendo non dico niente [...] il penare per puro amore, mi dà vita, mi dà forze"

E le cortigiane dispensano i loro segreti di seduzione, come Margherita Costa:

"Deve la donna bella esser sagace\a non amar un sol amor per volta"

Le fa eco Silvestra di Collalto: "Dagli affari domestici sì oppressa\mi ritrovo, Signor, che a gran fatica\tempo ho talor d'alimentar me stessa"


(A) Margherita Sarrocchi si interessò alle teorie galilee e agli astri; tra le pittrici che segnarono il Barocco con i loro dipinti drammatici, spesso con protagoniste ed eroine tratte dalla Bibbia o dalla letteratura antica, ricordiamo Artemisia Gentileschi ed Elisabetta Sirani. Altre pittrici: Fede Galizia, Orsola Maddalena Caccia e la sorella Francesca Caccia, che sarà pioniera delle nature morte, Giovanna Garzoni e Chiara Varotari, ritrattista.

All'estero, ricordiamo le pittrici viaggiatrici come Maria Sybilla Merian, che soggiornò nelle Indie Olandesi pur di apprendere nozioni su piante e insetti; e poi ancora Louise Moillon, Judith Leyster e Clara Peeters, appassionate di ricerche scientifiche nei campi della biologia e della botanica, le pittrici di "naturalia", genere in voga nella pittura europea secentesca. 

Grande eco avrà la tragica e fosca vicenda di Beatrice Cenci, che impressionerà i contemporanei. Naturalmente, diverse scrittrici e pittrici secentesche vengono spesso segregate nei muri del convento; un caso celebre sono le figlie di Galileo, come Maria Celeste. 

è suor Arcangela Tarabotti a ribellarsi, dalle mura del convento nel quale è reclusa: è stata costretta con la forza a diventare monaca, esattamente come la più celebre "Monaca di Monza" delle pagine del Manzoni.

Scrive suor Arcangela: "Com'è possibile, o ingannatori [i genitori delle fanciulle monacate a forza] che chiudiate in seno un cuore così crudele che soffra di tormentare il corpo delle vostre figliole, che pur son vostre viscere, con perdita forse della lor anima (...) Ma voi, tiranni d'averno [inferno], aborti di natura, cristiani di nome e diavoli d'operazioni, pretendete d'esser partecipi della divina volontà allora che vivamente l'offendete; pretendete dico d'esser scrutatori di quei cuori che non si vedono se non dagli occhi di Dio, e disponete, con pazza pretenzione fino all'arbitrio, di quelle creature (...) senza aspettare che esse vi dichiarino a qual stato le inchini il loro genio, senza pensare quali iniquità sia lo sforzare l'altrui istinto.














A proposito... nel Cinquecento le donne erano anche musiciste: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/musiciste-dallantichita-allottocento.html


Per altri approfondimenti vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/gli-arazzi-del-seicento.html  https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/il-seicento-nella-poesia-nella-musica-e.html  https://intervistemetal.blogspot.com/2021/05/la-pittura-olandese-del-seicento.html

Per approfondimenti sul Tasso: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/analisi-ai-personaggi-di-la-gerusalemme.html  https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/10/commento-qual-rugiada-o-qual-pianto-di.html  http://poesiamondiale.blogspot.com/2015/08/torquato-tasso.html   https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/dipinti-e-incisioni-depoca-dedicate-ai.html

Sull'Ariosto: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/lorlando-furioso-riassunto.html

Su Federico della Valle: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/amore-e-morte-nella-tragedia-italiana.html

Giambattista Marino: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/11/i-versi-piu-belli-di-giovanni-battista.html http://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2018/01/giambattista-marino-i-versi-piu-belli.html

Guarini e il Dramma Pastorale: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/i-versi-piu-belli-di-giovan-battista.html

Girolamo Preti e Girolamo Fontanella: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/la-rosa-la-lucciola-e-la-perla-nella.html

Ottavio Rinuccini: https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/12/i-versi-piu-belli-di-ottavio-rinuccini.html

Gli altri poeti: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/gli-uomini-del-rinascimento.html

Sull'arte rinascimentale: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/arte-rinascimentale.html  https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/altra-arte-rinascimentale.html


N.B troviamo menzionate le poetesse italiane anche su questo libro inglese del 1804:









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