"Romanzo in Italia" e i paesaggi della Campania

Altro Romanzo della Rosa (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/03/facciamo-un-altro-regalo-ai-cattolici.html) che sto leggendo in questi giorni, devo dire che mi sta proprio piacendo. L'ambientazione nell'Italia del Sud mi fa venire in mente le novelle di Verga (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/giovanni-verga-1-i-romanzi-e-vita-dei.html) o "L'Italiano o il Confessionale dei Penitenti Neri" di Ann Radcliffe... (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/ann-radcliffe.html) Peccato per la copertina che fa venire in mente una réclame di cappelli anni Sessanta! Ma probabilmente io devo avere la seconda edizione... penso che questo romanzo fosse uscito, in precedenza, con un'altra copertina.

Trama: Perché sposare Pietro, si chiede Annarosa, dal momento che non si amano? All'ultimo momento manda a monte il matrimonio e parte per l'Italia accompagnata dalla burbera zia che non ha potuto coronare il suo sogno d'amore e ha vissuto da zitella. Ma se il cuore di Pietro non soffre, soffre il suo orgoglio: e Pietro si vendicherà...

Gli stralci più belli:

"[...] Annarosa ammirava la piazzetta, con le sue vestigia della grandezza dell'epoca in cui la città conobbe la massima prosperità, dall'XI al XIII secolo. Conquistata dai Normanni insieme ad Amalfi, sua sovrana, possiede ancor oggi delle chiese e dei ruderi di palazzi nei quali l'architettura romana si adorna di mosaici bizantini secondo il gusto importato dagli arditi navigatori di Amalfi che avevano esteso il loro commercio molto lontano, verso l'oriente. [...] Dalla strada a larghi gradini che sale tra alti muri, Annarosa scorgeva ogni tanto, al di là di cancellate finemente lavorate, un angolo di giardino sovraccarico di fiori, una vasca dove zampillava una fontana, una statua antica. Muri e giardini racchiudevano palazzi o ville, antiche o restaurate, un tempo abitate dalle ricche famiglie della regione [...] Annarosa lasciava ferma la macchina e si contentava di brevi gite negli immediati dintorni; visitava chiese romaniche e palazzi in rovina, dove tanta armonia la vegetazione parassita dà alle pietre diroccate un aspetto pittoresco. [...] Dai templi greci di Pesto, che in mezzo a campi di asfodeli elevano maestosi e solitari in un cielo uniformemente azzurro i loro colonnati rossicci immutati dai secoli, agli aranceti di Sorrento; dalle rovine di Pompei dove si ritrova quasi intatto il quadro di una civiltà inghiottita e pietrificata in pochi istanti, fino alla dolcezza manierata di Capri..."

"Il sole di giugno, in quel tardo pomeriggio, aveva surriscaldato gli alberi in fiore, e l'odore invadeva a folate la macchina che aveva i cristalli abbassati."

"Attardandosi a lungo ai Fori Romani le cui rovine conservavano una così malinconica grandezza, errando tra le colonne crollate, nei templi devastati, ricordava i suoi studi letterari per meglio evocare gli eroi antichi le cui ombre sembra si aggirino ancora tra quelle pietre, e le cui grandi gesta sono inscritte su quei marmi infranti."

"L'ora già tarda aveva disperso i turisti, ed ella, sola nel crepuscolo, gustava la pace meravigliosa che regnava intorno a lei, mentre sotto i suoi occhi si stendeva la più meravigliosa delle vedute. Il panorama che si gode di lassù è dolce e riposante.  Il nastro argenteo dell'Arno lambisce la città ricca di torri, di cupole, di campanili. Le colline, cosparse di ville bianche e rosa, la racchiudono come in uno scrigno, sciamano lungo i pendii. La vegetazione ubertosa riveste i giardini disseminati di fiori e fa di ognuno un angolo di sogno. I cupi cipressi tracciano dei piani, delimitano i possessi, compongono nella campagna un insieme architettonico che ne determina e ne definisce le linee. La piana dell'Arno si estende a ponente, fertile e calma. Annarosa non si stancava mai di contemplare quello spettacolo. Nella quiete della sera, invasa da una dolce mestizia, non sapeva distogliersi dalla sua contemplazione. Una nebbiolina dorata sfumava i contorni delle colline. I cipressi si delineavano nettamente sopra un fondo di cielo perlaceo. Dalla città saliva smorzato il suono delle campane, al quale si univa il canto degli uccelli che la solitudine dei giardini rendeva più arditi. Il sole tramontato dietro lievi nubi dardeggiava ancora qualche raggio morente. (...) Annarosa, alzatasi dalla panchina e china sulla balaustra, fissava le bianche lastre di marmo e pensava, stanca, che sarebbe stato bello addormentarsi lì, per sempre. Era la prima volta che l'idea della morte la sfiorava (...) Era forse la solitudine crepuscolare che le ispirava  queste meste riflessioni (...) A meno che non fosse latente in lei, un senso di vuoto nel cuore e nell'anima."  

Film consigliato


Per approfondimenti: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/la-sirena-di-napoli-partenope.html  https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/pompei-le-foto-piu-belle.html  https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/ottocento-italiano-1-i-pittori.html

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