NOTA DI LUNARIA: ONDE EVITARE DI RICEVERE I SOLITI INSULTI DEL TIPO "NON è VERO NIENTE, TE LO SEI INVENTATA TU, NON CI CREDO, NON HAI MAI LETTO UN LIBRO, BRUTTA IGNORANTE" ECC. DI QUESTO LIBRO SARANNO RIPORTATE LE PAGINE SOTTOLINEATE IN ROSSO.
PERCHé OGNI VOLTA CHE SI OSA PARLARE DI "CONDIZIONE DELLA DONNA" SALTA FUORI IL GENIO DI TURNO A STARNAZZARE CHE "NON è VERO NIENTE!", PERCIò MOSTREREMO LE PAGINE.
Info tratte da
La Fabula Togata, la commedia in toga, nacque come trasposizione comica delle novità introdotte da Nevio (nel genere tragico). La Fabula Togata aveva come protagonisti i borghesi; i due autori più celebri furono Titinio (II secolo a.c) e Afranio.
Probabilmente gli Autori della Togata vennero influenzati dall'Atellana campana, trasposizione da parte degli Osci delle commedie nuove rappresentate nell'Italia del Sud (Napoli e Taranto).
I titoli di Togatae non ci dicono molto.
Le opere di Titinio sono "Il barbuto", "Il cieco", "L'avvocatessa" (il femminile serve ad alludere alla vena comica) (1), "La gemella", "La figliastra", "La suonatrice", "La donna di Velletri".
Come mai l'Autore dedicò diversi titoli a personaggi femminili?
Forse perché l'Autore voleva fare satire sulle donne, in un tempo nel quale la condizione femminile si affermava sempre di più?
Se questa ipotesi è valida, ne dobbiamo dedurre che la Togata di Titinio tendesse ad esprimere una satira.
Nota di Lunaria: e che nella sua epoca alcune donne romane erano avvocate e musiciste: altrimenti Titinio come avrebbe potuto scrivere satire contro queste donne, se le donne del suo tempo non fossero state avvocate e le musiciste? Idem parlando di Giovenale, che nel suo libro "Contro le donne" che non sono ancora riuscita a commentare come vorrei,
se la prende contro le donne del suo tempo "colpevoli" di essere troppo emancipate parlando di poesia, di oratoria, suonando, facendo sport, flirtando liberamente... evidentemente, se Giovenale sbotta contro queste donne, doveva pur averle viste da qualche parte... quindi il suo stesso libro misogino dimostra che le donne al tempo di Giovenale si dedicavano alla cultura... e tutto questo irritava il maschilista in questione...
[...] L'epoca di Cesare e Cicerono fu l'epoca del mimo: il pubblico romano cominciò ad apprezzare questi spettacoli a base di danze e musica.
Gli autori più importanti sono Decimo Laberio e Publilio Siro. Fino a loro, lo spettacolo di mimo essenziale era basato su improvvisazioni intorno ad un canovaccio o situazioni portate in scena da attori e attrici senza maschera (a differenza della commedia, nella quale i ruoli femminili erano impersonati da uomini travestiti da donne)
PROVE:
(1) Nota di Lunaria: con certezza, sappiamo dell'esistenza di almeno tre avvocatesse\oratrici: Gaia (Caia) Afrania (?-48 a.c), moglie del senatore Licinio Buccio. Venne definita "un mostro" da Valerio Massimo, perché si presentava personalmente in tribunale per difendere i suoi interessi, dimostrando conoscenze legali. Valerio Massimo cita anche Amasia Sentia e Hortensia (figlia di Quinto Ortensio). Fu proprio per via dello scandalo suscitato da Gaia Afrania Caia, che fu emanato un editto che vietava alle donne di diventare avvocate. Per quanto riguarda Hortensia, sappiamo che nel 42 a.c. i senatori, per trovare le risorse da impiegare in guerra, cercarono di far pagare una tassa anche alle matrone. Fu Hortensia a difendere gli interessi delle matrone romane, in base al principio "nessuna tassazione senza rappresentazione"
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-misoginia-nel-contego-pagano-antico.html https://intervistemetal.blogspot.com/2023/01/la-partecipazione-delle-donne-romane-ai.html
https://treccani.it/enciclopedia/sulpicia/
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