LA FEMME FOBIA: COS'è?
PREMESSA:
Nota di Lunaria: questo post non sarebbe mai stato realizzato se qualche anno fa un ragazzo omosessuale non mi avesse contattato e non mi avesse parlato di certe problematiche del mondo omosessuale; prima di conoscere il suo punto di vista e le sue riflessioni e di visionare il materiale che lui mi mandava da leggere per mail, io conoscevo poco o nulla del movimento omosessuale...
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Qualche riflessione su un argomento molto di nicchia e ancora poco conosciuto, che un mio amico ha voluto condividere con me traducendo un video spagnolo:
https://www.youtube.com/watch?v=Kh3lEKW9wn4&t=25s
è un tema talmente "underground" che non credo neanche che un eterosessuale possa immaginarsi... e non certo per cattiveria o per idiozia, ma proprio perché è difficile, se non improbabile!, immaginare che possa esistere la misoginia... anche contro gli stessi uomini! Io stessa non ci avrei pensato.
Nello specifico, qui parliamo di una certa denigrazione che viene fatta contro uomini omosessuali che vengono etichettati come passivi (in senso dispregiativo, usando il termine al femminile: "passiva", che allude all'ancora più dispregiativo "ch*cca, cioé femminuccia, isterica" e demonizzando la penetrazione anale vista come qualcosa di "abominevole, contronatura" o "che solo la femminuccia passiva, il gay femme, può volere, il vero maschio attivo deve penetrare").
Ma effettivamente anche uomini eterosessuali o bisessuali "non etero-normati" per aspetto estetico, vuoi perché "esili, non muscolosi", vuoi perché androgini o truccati
(per esempio: Ville Valo al tempo di "Razorblade Romance", Brian Molko negli anni Novanta, Rozz Williams dei Christian Death ecc.) vengono disprezzati: tutte le fans di Brian Molko dei Placebo "ai tempi d'oro", si sono sentite dire, magari dopo aver espresso pubblicamente di trovarlo molto sexy,
"ma sei fuori di testa, è un fr*cio\ch*cca\come fa a piacerti, fatti curare"
Ne ho parlato anche sul mio post dedicato al make up... dove mettevo diversi personaggi maschili eterosessuali "differenti dalla norma eterocattoborghese"... https://intervistemetal.blogspot.com/2020/06/il-make-up-nella-storia-dallantichita.html
Io e il mio amico abbiamo riflettuto per mail e lui è giunto alla conclusione che: "La misoginia (o forse sarebbe più corretto femme-fobia) è una cosa trasversale: c'è tra uomo e donna, tra donna e donna, tra gay..."
e io mi trovo d'accordo con la sua analisi. Infatti ho replicato:
"Effettivamente il concetto di femmina è qualcosa che è sempre stato caricato di inferiorità , di deficienza ecc.
Ora, se io dico a tizio "sei una femmina!", nel contesto culturale patriarcale (islamico, cristiano integralista ecc.) gli sto dando del "malriuscito, difettoso, inferiore, debole" (si veda la definizione aristotelica, e poi cristiana, della donna: "un maschio malriuscito"https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-questione-92-per-integrale.html)
Ad essere onesta io non so se qualche studioso (inclusi pensatori eterosessuali) ha mai fatto analisi di questo tipo... non qui in Italia, probabilmente o sono cose talmente di nicchia e interne al movimento omosessuale e che riflettono la dinamica dei loro rapporti (sui quali gli eterosessuali nella media hanno già le idee fumose) che proprio non so quanto persone che non ne fanno parte possono anche solo immaginarselo."
La sua mail:
"Io ci rivedo molto di quello che dicono certe femministe alla Mary Daly. https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/i-capolavori-di-mary-daly.html
Purtroppo, nel mondo gay ancora sussistono certi stereotipi e fino a qualche anno fa erano considerati normalissimi, tant'è che l'assioma di base era "siamo uomini che cercano uomini" (ovviamente uomini stile etero-borghese)."
Ecco la trascrizione del video:
"Il punto è che nel mondo gay c'è una certa fissa sui ruoli sessuali ed è tossica per la comunità perché non solo influenza il modo in cui ci si comporta a letto, ma sembra anche che il proprio ruolo sessuale e i propri gusti nell'intimità debbano anche definire come siamo nella vita di tutti i giorni. C'é questa idea che il passivo, cioé quello che riceve la penetrazione, debba essere sottomesso e compiacente non solo durante il sesso.
A volte ho letto commenti di persone che sostengono che il passivo debba essere anche il sottomesso nella relazione sotto ogni punto di vista, assumendo praticamente il ruolo di una donna degli anni '50, quando le donne erano totalmente asservite all'uomo. Invece, l'attivo è dominante non solo a letto ma in ogni aspetto della relazione, ad esempio è colui che paga, come faceva appunto l'uomo negli anni '50.
(Nota di Lunaria: per approfondimenti sui ruoli di genere tra gli anni '50 e '60, vedi il libro "la mistica della femminilità" di Betty Friedan)
Questo è quello che succede quando si affibbiano a qualcosa o qualcuno delle qualità femminili: lo si degrada automaticamente, perché il femminile viene considerato debole, delicato, é qualcuno di cui doversi prendere cura, ha bisogno di una figura forte per essere protetto.
Viviamo in un mondo in cui essere femminile, in cui essere donna, significa essere inferiore. Le cose stanno così, vedremo se in futuro cambieranno.
La cosa divertente è che essere passivo è diventato un insulto e, dal momento che essere femminili è qualcosa di orribile, non si dice passivo, bensì passiva, al femminile.
La cosa divertente è che questi insulti spesso provengono da altri passivi, che usano una cosa che gli piace per criticare quelli come loro. Peggio ancora, a volte viene da uomini che si definiscono attivi e che hanno bisogno di un passivo per divertirsi a letto, in quanto incapaci di concepire la sessualità senza penetrazione.
Quindi fatemi capire: usate l'aggettivo passivo come un insulto perché un uomo passivo sarebbe effeminato, sottomesso, ecc.
Voi attivi, invece, cercate un passivo maschile, che però non dovrebbe esistere perché, secondo voi, tutti i passivi sono femminili.
Allora cosa diavolo state cercando?"
Nota di Lunaria: ovviamente io non posso dare risposte certe su un argomento che non mi compete, anche se per curiosità mi sono letta un po' di storia del movimento di liberazione omo\transessuale, ma il contributo morale che posso offrire alle persone LGBTQ ancora discriminate (*) è quello di dare visibilità ai loro attivisti, e mettere qualche altro spunto per riflettere... in particolare, mi chiedevo (e chiedevo al mio amico):
"Forse lo stereotipo del "gay femminuccia isterico, masochista, inferiore" è veicolato anche da certa pornografia per gay, è possibile?
Ho in mente qualche cosa anni Settanta, del genere "leather", che vidi decenni fa su giornali come "Psycho", quando parlavano di cinema anni Settanta o di "Hanky code", ma più di questo non so (e non conosco una storia della pornografia gay, con tutti i sottogeneri esistenti... posso ipotizzare che suppergiù gli stili siano simili a quella pensata per etero, forse, quindi se esiste un "fetish clinical" per etero, esisterà pure pensato per gay e via dicendo) però, io non lo so se allo stato attuale ci siano libri che hanno studiato questa cosa, facendo inchieste e indagini sui gusti sessuali omosessuali, statistiche ecc., su cosa comporta in termini di autostima, immagine di sé ecc. ecc. la fruizione di video porno gay tra gay (le performance erotiche, l'estetica degli attori ecc.) insomma, penso ad analisi del genere, che vennero fatte pensando al rapporto uomo-donna. Sono state fatte anche pensando a uomo-uomo, donna-donna, trans ecc.? Onestamente non lo so...! Soprattutto non so quanto poi una persona non gay ne possa parlare o possa studiarselo, come fenomeno..."
La sua risposta: "Sì, è una roba trita e ritrita che perpetuano da decenni nei porno. Di gay passivi dominanti nei porno ne ho visti pochissimi, di solito sono il corrispettivo delle donne che si fanno usare nei porno etero.
E non sarebbe neanche sbagliata come cosa, se non esistesse SOLO quella. Appunto, è come dice quel ragazzo: ci sono delle rappresentazioni che sembrano riprese dagli anni '50 e sono dure a morire.
Comunque mi rendo conto che sono analisi abbastanza nuove, anche perché sono figlie dell'ultima ondata del femminismo. Magari se ne parlava anche prima, ma non c'erano le basi teoriche solide (tipo ruolo ed espressione di genere) come oggi."
Ripeto, sono riflessioni, non vogliono essere definizioni dogmatiche, risposte certe e precise, men che meno, da parte mia, "la spocchia di definire cosa sia l'omosessualità", tutto il contrario, sono tracce di riflessione che spero che i lettori omosessuali che leggeranno questo post troveranno interessanti e magari aggiungeranno del loro, pensando alle loro esperienze e ai loro punti di vista.
(*) Nell'acronimo includo anche gli eterosessuali "non conformi" alla "norma etero-coercitiva", per esempio gli eterosessuali feticisti e pure gli asessuali, trattati pure loro come dei mentecatti da internare e da far diventare "vogliosi di sesso" a forza.
Tra l'altro, ed è una cosa che ho subito anch'io qualche tempo fa,
se una persona si espone anche solo semplicemente "dando voce ad autrici trans" da parte degli omotransfobici subisce le stesse offese e sfottò che riservano alle persone LGBTQ:
in particolare, per il signorino cristiano che mi insultò, il mio essermi fatta una cultura sul movimento trans, leggendo un ottimo libro su questo argomento, https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/qualche-riflessione-sul-movimento-trans.html
era "la prova" che io stessa ero "un travestito": un maschio che si travestiva da femmina.
Mi considerava "trans", usando il termine a mo' di insulto, per insultarmi denigrando il mio aspetto estetico, e solo perché io avevo recensito un libro e avevo parlato della violenza che subiscono le persone trans, specialmente da parte dei "cari cristiani".
Questo per dire che l'omotransfobia viene diretta anche contro chi non é né gay né trans, se solo questa persona "osa" schierarsi dalla loro parte, dando voce alle loro istanze.
Il mio amico ha tradotto in sintesi anche questo video
https://www.youtube.com/watch?v=A5vjqaGVJL0
Inserisco anche le sue precisazioni, in corsivo.
- I gay hanno ripreso la dinamica maschile-attivo/femminile-passivo perché fino a poco tempo fa le cose andavano così.
Postilla mia: questo é vero nel modello dell'omosessualità mediterranea, in cui l'attivo è un uomo sposato "etero", mentre il passivo è il femminiello (a volte anche trans).
- La penetrazione non è appannaggio dei soli uomini, infatti esistono donne cis con strap-on o donne trans con pene.
Quindi un uomo può ricevere la penetrazione e non essere effeminato, gay o sottomesso
(Precisazione mia: tutti i maschi hanno la prostata, quindi la faccenda del "sesso solo a fini procreativi" è una stupidata monoteista portata avanti da sessuofobi).
- I rischi di prendere troppo alla lettera la dicotomia attivo/passivo sono:
1. dinamiche di potere (come nell'Antica Grecia, in cui chi penetrava era più anziano e aveva più ascendente);
2. insicurezza sul proprio fisico (l'attivo deve avere il pene enorme, il passivo deve prendere peni enormi senza sforzo, altrimenti non si viene ritenuti "all'altezza");
3. comportamenti prestabiliti: l'attivo deve essere solo dominante, il passivo solo sottomesso, sia a letto che fuori.
4. pressioni e aspettative: l'attivo deve sempre avere l'erezione pronta, il passivo deve godere con qualsiasi cosa che decida l'attivo
(Nota mia: qua ci rivedo molto quanto viene detto in "Lacrime Amare", ovvero la donna che si sottomette al marito per un diktat religioso. In ambito gay, è più un'aspettativa sociale).
- Conclusione: l'obiettivo non è essere tutti versatili, ma capire che la penetrazione è solo una delle tante pratiche sessuali. Inoltre, attivo e passivo sono solo due ruoli sessuali che non hanno implicazioni sul carattere di una persona. Cito: "è assurdo vivere la propria vita seguendo comportamenti rigidi e preimpostati"
Secondo me conviene selezionare i concetti relativi alla dinamica maschile-femminile che ritrovi anche in ambito etero, così dimostri come il rifiuto del femminile sia trasversale.
APPROFONDIMENTO, "LA PAURA DELL'EVIRAZIONE E DELL'UOMO EFFEMINATO: ANALISI AI MITI DI ERCOLE E SANSONE"
Info tratte da
La donne fonte di pericolo, depositaria del male esteriorizzato, è un'immagine che ricorre in tutta la storia patriarcale. è strega, diavolessa, dama scarlatta, fattucchiera e il suo potere sull'animo maschile aumenta solitamente in proporzione inversa al suo potere effettivo nel mondo del reale.
Nota di Lunaria: "la Meretrice di Babilonia", che tanto ossessiona i cristiani...
eh certo... il Male deve essere rappresentato con fattezze femminili, anzi, con belle fattezze femminili perché se fosse stato rappresentato come "una brutta donna" non si poteva considerarla "eccitante, seducente, che istiga alla lussuria", no? Ed era (è) assolutamente fondamentale che il "peccato di lussuria" sia sempre rappresentato dalla "bella donna che provoca"...
Insomma, per san giovanni e compagnia, "ispirati da dio padre, dallo spirito santo, ovviamente", il Male DEVE avere forma e corpo di bella donna, vestita tutta in ghingheri che "cavalca un mostro" e "seduce tutta la terra, tutti i re della terra, portando morte e distruzione".
Poi arriva il maschio divino gesù cristo, con il suo dio padre, e rimette le cose a posto, no? Perché il Bene deve essere rappresentato anzi incarnato con corpo maschile, il Male - che sarà sconfitto - deve avere fattezze femminili.
E di fronte a questa porcheria di misoginia allegorica, che diffama la donna considerandola "la meretrice del Male" (e come dimenticare l'"edificante frasetta luterana" del "la femmina strega è la p*ttana del Diavolo, perciò deve essere bruciata" https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/lutero-e-calvino-misogini-e-assassini.html)
La rendeva pericolosa già solo il fatto di poter esercitare il proprio volere esclusivamente attraverso l'uomo, perché se una cosa del genere, se coronata dal successo, poteva significare che l'uomo fosse del tutto privo di volontà. Quegli uomini che nella storia più recente si opposero al movimento per il suffragio femminile con il pretesto che, altrimenti, le donne sarebbero riuscite a ottenere quel che volevano invece che di accontentarsi di ciò che ottenevano con la mediazione dei rispettivi maschi, dovevano essere ben certi della propria forza di resistenza. In caso contrario i loro peggiori timori si sarebbero avverati in seguito, quando le donne avrebbero conquistato ogni potere, esautorando completamente gli uomini.
Mitologia, religioni, superstizioni, parlano di donne che devono operare con mezzi insidiosi aprendosi la via fino all'animo maschile per sfruttarne la debolezza.
La donna che sia oggetto di desiderio per un uomo può far di lui ciò che vuole, pur schiavizzata e sottomessa. Non è la ribellione aperta a costituire il vero pericolo, il vero pericolo è rappresentato dalla donna che sia troppo astuta e subdola per esporsi e preferisce puntare sulle proprie attrattive e manovrare l'uomo in modo tale da non fargli neppure capire di essere utilizzato come un fantoccio.
Per quanto l'uomo possa sottomettere la donna al proprio volere, per quanto possa urlarle "putt*na!" resta il fatto inevitabile della debolezza maschile di fondo: non gli resta che raddoppiare e triplicare i tabù sessuali poiché il punto sguarnito della fortezza maschile è pur sempre l'animalesca bramosia del sesso.
La tradizione ebraica si sposta, dalla categorica affermazione del doppio criterio di valutazione, alla posizione secondo cui è meglio svalutare del tutto il sesso, fino al parossismo degli esseni e dei cristiani i quali cominciarono a invocare l'ideale del celibato.
La paura dell'uomo si manifesta come timore di evirazione, cioè della perdita della forza. Così gli indù e gli antichi cinesi potevano sostenere la necessità per l'uomo di astenersi dal rapporto sessuale allo scopo di conservarsi in forze. Anche i vittoriani erano convinti che la dispersione dello sperma, vuoi nell'atto sessuale, vuoi nella masturbazione, producesse un effetto debilitante e che un numero eccessivo di eiaculazioni conducesse alla pazzia e al deperimento organico.
Nota di Lunaria: idee riprese paroparo dalla psichiatria "quando erano ancora convinti che masturbarsi rendesse pazzi", come dimostrava questo libro https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-della-psichiatria-raccolta-di.html
Molte tribù coltivano il divieto tabuistico del contatto con le donne prima delle battute di caccia o delle battaglie, ma in presenza di forti tabù sessuali la paura va molto al di là del timore di perdere semplicemente la robustezza fisica. La paura vera è l'evirazione totale, comportante la perdita assoluta della volontà, il rovesciamento della situazione a predominio maschile.
Sempre nel vecchio testamento abbiamo la storia di Sansone e Dalila, tremendo ammonimento di ciò che può capitare all'epitome del vigore mascolino che si lasci abbindolare dai vezzi femminili.
La medesima sorte incombe su un altro eroe dalla forza leggendaria, Ercole. Ercole intraprese una guerra contro il re Eurito, perché egli inizialmente gli aveva promesso in sposa la figlia Iole, ma poi era venuto meno alla promessa. Ercole, infuriato, guerreggiò contro Eurito e lo uccise. Dopo aver conquistato il regno, prese con sé anche Iole che, animata dal desiderio di vendetta, finse di amare Ercole, riuscendo ad ammaliarlo e plagiarlo, inducendolo ad abbandonare la clava e le armi, l'abito di pelle di leone (simbolo del vigore di Ercole);
lo fece poi vestire da donna, e, non paga, lo indusse persino a camminare e sedersi da donna, in mezzo alle altre donne, intento a filare...
Ercole, con la conocchia "attributo delle donne", vestito come una femmina, che fila insieme alle femmine, è l'umiliazione allo stadio più abietto, nella mentalità patriarcale (si può leggere la stessa vicenda raccontata dal Boccaccio, tanto che il celebre autore commenta "giovane donna armata della sola astuzia, una grande impresa indebolendo con la lussuria un uomo robusto, più che se lo avesse ucciso di acciaio o di veleno": insomma, Boccaccio suggerisce che sarebbe stato preferibile uccidere Ercole con le armi o il veleno, piuttosto che lasciarlo in vita "facendolo comportare come una femmina"... nonostante si stia parlando di un maschio, Ercole, che causa una guerra per questioni legate all'"onore patriarcale", uccide un uomo, rapisce sua figlia a mo' di bottino di guerra... quindi Ercole non è propriamente "un bel modello edificante di virtù", ma la disapprovazione morale è "per Iole, così ingannatrice, così insidiosa"...)
Anche Milton dà questa interpretazione, quando il suo Sansone confessa di essersi lasciato dominare da una donna: diventare effeminato, farsi ingannare da quell'umile oggetto che è la femmina è molto, molto peggio che trovare la morte onorevole in battaglia o persino la triste cattività per mano dei nemici.
In "Sansone Agonista", Milton fa dire a Sansone:
"Ma la stolta effeminatezza mi tenne suo schiavo in vincoli; O indegnità, quale affronto all'Onore e alla Religione! ben merita la mente servile il castigo destinato ai servi! La mia degradazione di ora, questi stracci e quest'umile lavoro, sono ancora nulla rispetto della mia prima servitù, ignobile, infame, indegna dell'uomo, vera schiavitù. E ben peggiore della presente, la cecità d'allora, che mi vietò di vedere servitù tanto degenerata."
Un'altra variante di paura maschile, non tanto fisica come lo è la castrazione, ma paura psicologica, è il timore di essere derubato: prende piede soprattutto nel diciannovesimo secolo, quando gli attributi del potere maschile più che non fisici (come erano nelle società più antiche) sono economici, la Dalila "in versione ottocentesca" era la cortigiana che induceva l'amante a regalarle ville e gioielli, trascinandolo così in bancarotta ed "evirandolo" simbolicamente: non più il pene reciso, ma il denaro.
Insomma, il contatto con la donna che debilita ed evira l'uomo (vedasi anche la figura sexy ma letale della vampira, per esempio la celebre Clarimonde, del racconto-capolavoro di Gautier. https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/09/clarimonde-di-theophile-gautier.html Nota di Lunaria) deve essere evitato prima di ogni impresa tipicamente mascolina come la caccia e il combattimento, e deve essere tenuto sotto controllo (Nota di Lunaria: da qui "i precetti morali del monoteismo" che regolano il sesso...)
Altre celebri paure maschili raccontate da miti e religioni sono la donna "sessualmente insaziabile" (la strega che si accoppia ai sabba, per tutta la notte, con demoni dai membri orridi e giganteschi: vedi il Malleus Maleficarum. Nota di Lunaria) capace di "evirare l'amante" prosciugandolo, come una sorta di "Diavolessa seduttrice", (Lilith, che seduce gli uomini e li consuma a forza di eiaculazioni) oppure la "vagina dentata" che sbrana e divora il fallo (Nota di Lunaria: vedasi il film "Teeth"...).
Insomma: la sessualità femminile è "faccenda da uomini" e non va mai bene: se la donna rifiuta di fare sesso con l'uomo, non è "umida" ed entusiasta al sesso penetrativo, "non è accaldata", è considerata malata e frigida. Se la donna ha voglia di fare sesso, è troppo sexy, libertina e intraprendente, parla senza pudori dei suoi desideri sessuali, non va bene in ugual modo: è considerata una p*ttana, che "la dà a tutti" e perciò non è stimabile. Si veda, per esempio, la condanna di Rousseau alle donne "troppo sessuate" che "non erano sottomesse" perché osavano scavalcare l'uomo facendo loro le avances: "Tanto facilmente le donne eccitano i sensi dell'uomo e ravvivano le faville sopite di una passione che va estinguendosi\ costoro [gli uomini] tiranneggiati dalle donne, ne diverebbero infine le vittime, lasciandosi trascinare a morire senza la minima possibilità di salvezza."
Da notare come anche oggi persistano questi timori maschili: nessuno si appella più ai miti ancestrali, ma le donne che usano la pillola anticoncezionale sono considerate "voraci sessualmente" e non più trattenute dal timore delle gravidanze indesiderate che potrebbero "trattenerle caste". Variante di questo pregiudizio è quello, molto in voga oggigiorno, che la donna "è sessualmente insaziabile" solo con l'uomo "di potere": il politico, l'imprenditore famoso, l'influencer.
L'atteggiamento maschile pensando alla sessualità femminile è ambivalente: per Rousseau la donna "aveva appetiti sfrenati" ma fortunatamente il senso della vergogna le trattiene dall'assaltare gli uomini, stuprandoli; viceversa, per i moralisti vittoriani, la donna era priva di desiderio sessuale, mentre per i teologi rinascimentali la donna era "tutta libidinosa" tanto che l'accoppiamento con il solo maschio umano non le bastava, per questo diventava strega e si faceva soddisfare dal diavolo (che, ovviamente, aveva "il membro poderoso", ricalcato, nell'immaginazione cristiana, su Pan e Priapo)
Curiosamente l'idea di donna stupratrice è presente anche in un mito raccontato da Malinowski nel suo saggio sulle usanze sessuali dei popoli non occidentali: gli indigeni delle Trobriand credevano che esistesse un'isola abitata da stupende donne nude che si gettavano sui naufraghi approdati alle loro spiagge per usarli come strumenti sessuali, facendoli morire stremati dopo ripetuti accoppiamenti; il fatto che "nessun uomo bianco fosse tornato vivo" per testimoniare la vicenda, era la "conferma" che l'isola esisteva realmente... e quindi realmente si era morti dopo essere stati stuprati da queste donne. In questo o miti analoghi (come le Amazzoni che ammazzavano gli uomini) o la donna "vedova nera, mantide" che ammazza l'uomo dopo l'accoppiamento, si nasconde la paura che alla prima occasione "la donna oppressa possa restituire ciò che ha dovuto subire."
Nella società patriarcale o si domina o si è dominati, non esistono vie di mezzo: e lo stesso atto sessuale come "la posizione del missionario" con l'uomo sopra e la donna sotto, se fatto con una mentalità patriarcale, è teso a negare il piacere femminile e a dimostrare che la parte attiva è sempre il maschio; diversi midrash ebraici vedono nel diluvio universale l'ira di dio che si era adirato dopo aver visto che "le femmine degli animali signoreggiavano sui maschi" e che alcuni animali si rifiutavano di accoppiarsi con le femmine della loro specie: per debellare questa "anarchia sessuale" dio mandò il diluvio e gli unici animali che vennero accolti nell'Arca furono quelli che "si accoppiavano come voleva dio".
Nota di Lunaria: Peraltro, l'odio cristiano contro gli omosessuali, i moniti dell'apostolo paolo che "ci fa sapere" che "gli effeminati, gli omosessuali non entreranno nel regno dei cieli, ma sono meritevoli del fuoco dell'inferno", si spiega anche così: non sono considerati "veri uomini" perché "i veri uomini" devono "penetrare le femmine": in una società guerriera e marziale, come le società monoteiste (l'ebraismo da antico testamento, tutto guerre e donne schiavizzate, il cristianesimo, l'islam), il "vero uomo" è il guerriero che vince i suoi nemici (si intende: con l'aiuto di jahvè, dio padre, allah: il signore l'eterno di israele\dio è con noi\allah ordina il jihad...) e in ogni guerra è lecito (anzi, va proprio fatto!) lo stupro contro "le donne del nemico": così come "la terra del nemico" viene conquistata e sottomessa con le spade, anche "la femmina del nemico" va conquistata e sottomessa con i falli.
è per rimarcare questa analogia di guerra, distruzione e conquista e di rapporto sessuale visto come arma di dominio e brutalità (e non di piacere sessuale condiviso), che durante le guerre si stuprano le donne "del nemico": serve a ribadire che "si è i più forti" e ad umiliare il nemico stesso che "si vede derubato delle sue donne" che vengono prese dal vincitore. L'uomo patriarcale che vince è conquistatore, dominatore attivo: prende possesso della terra e delle donne del nemico; sottomette la terra, le donne e pure il nemico, uomo "non così virile", tanto che non solo "ha perso la guerra" perché non è stato forte e virile abbastanza, ma è "effeminato", debole, sottomesso come "una femmina", proprio perché non è neanche capace di difendere né se stesso né le "sue" femmine: il maschio più forte "gliele porta via".
Ne è un esempio l'orrida vicenda biblica raccontata a Numeri 31, con un dio e un mosè "amico di jahvè" che dà ordine ai suoi soldati di sgozzare gli uomini, le donne non vergini e i bambini, e di portarsi via le vergini a mo' di schiave sessuali. Riportiamola con PROVE FOTOGRAFICHE, prima che qualcuno starnazzi dicendo che non è vero niente e me la sono inventata io "per calunniare il cristianesimo":
"Il signore disse a mosè: compi la vendetta degli israeliti contro i madianiti\mosè disse al popolo: mobilitate fra voi uomini per la guerra e marcino contro Madian per eseguire la vendetta del signore su Madian\così furono forniti dalle migliaia di Israele, mille uomini per tribù, cioè dodicimila uomini armati per la guerra\marciarono dunque contro Madian come il signore aveva ordinato a mosè e uccisero tutti i maschi\gli israeliti fecero prigioniere le donne di Madian e i loro fanciulli e depredarono tutto il loro bestiame, tutti i loro greggi e ogni loro bene; appiccarono il fuoco a tutte le città\mosè si adirò [...] disse loro: avete lasciato in vita tutte le femmine? proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli israeliti l'infedeltà verso il signore\ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi"
Comunque, ad onor del vero, ricordo che non tutti i cristiani "fanno finta di niente" o peggio ancora "giustificano dio": alcuni di essi sono decisamente turbati e riconoscono senza problemi che il dio dell'antico testamento era un dio malefico, oppure che sono testi che non vanno presi alla lettera o li considerano testi non ispirati divinamente e un orrido prodotto della mente umana in epoche barbariche: ovviamente sono tutti cristiani dissidenti dalla chiesa cattolica, dai protestanti ecc, e ascrivibili ai movimenti ereticali tipo catari e simili "eretici" che rifiutano l'antico testamento.
Lo specifico, perché ho conosciuto anch'io cristiani che trovano orride quelle pagine bibliche inneggianti a stermini e stupri e che riconoscono senza problemi che le analisi (anche atee) che si fanno su quelle pagine sono sensate e veritiere. Sono cristiani che vengono ingiuriati e perseguitati dai cristiani della maggioranza: cattolici integralisti, protestanti, evangelici, calvinisti. Quindi non sarebbe giusto far passare tutti i cristiani come "difensori di certe pagine bibliche aberranti", al contrario, qualcuno c'è che un paio di domande se le fa e trova disturbanti quelle pagine, a dimostrazione che l'essere umano NON deriva la sua idea di etica e di Bene dalla Bibbia, al contrario, se non è un fanatico integralista che proclama la "sacralità tutta della bibbia, e guai a obiettare", resta turbato eccome dal considerare "legittimi e sacri, volontà di dio" vicende come quella raccontata a Numeri
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