Leggendo un libro di storia del territorio lombardo,
ad un certo punto ho trovato menzionata Candida Lena Perpenti, nobildonna di Chiavenna, figlia di un medico e scienziata, amica di Alessandro Volta, che partecipò al dibattito scientifico in voga nella sua epoca su un particolare insieme di minerali: l'amianto (si pensava ad una sua applicazione nel campo dei vestiti ignifughi, perché l'amianto è resistente al fuoco e agli acidi).
Candida Lena Perpenti realizzò dei guanti tessuti con filo d'amianto che regalò al principe Eugenio Beauharnais, vicerè d'Italia e sperimentò la carta d'amianto per la stampa, nel 1816.
Per tutto l'Ottocento, furono innumerevoli gli impieghi d'amianto nell'industria e nelle carrozze.
Candida si dedicò anche alla Botanica, scoprendo un fiore (ribattezzato in suo onore col nome di Campanula Raineri Perpenti) e agli studi sul vaiolo, introducendo la vaccinazione antivaiolosa in Lombardia.
Oggi sappiamo che l'amianto è cancerogeno e danneggia principalmente le vie respiratorie, tanto che è stato vietato e via via sono state smantellate tutte le strutture che erano costruite con amianto.
Perciò, anche tenendo presente come monito vicende come questa, è sempre meglio "andare con i piedi di piombo" quando si parla di "è il futuro della Scienza! Lo dice la Scienza!"
Cautela e "Primum: Non Nocere!" ("per prima cosa non nuocere") dovrebbero essere la norma etica, quando si parla di Scienza e Medicina, per non danneggiare il prossimo.
E invece, negli ultimi tempi, assistiamo al "si faccia tutto al più presto!" senza nessuna cautela, né ponderazione.
Perciò, spero che questa vicenda storicamente accaduta (tanto per zittire quelli che ci danno dei "complottisti paranoici che diffondete fake news!") faccia riflettere.
Candida Lena Perpenti e gli scienziati del suo tempo erano davvero convinti, in buonafede, che l'amianto fosse un progresso, un bene per l'umanità, il futuro della scienza e della tecnica: si è scoperto dopo, molto dopo, che non era così. Quel materiale che aveva entusiasmato gli scienziati ottocenteschi, si è rivelato cancerogeno e dannoso.
Perciò, riflettiamo, proprio pensando a queste vicende storiche...
Ad ogni modo, a parte il suo entusiasmo per l'amianto (ma non si poteva neanche pretendere che gli scienziati del 1800 potessero sapere quello che sappiamo oggi su questi materiali...) Candida Lena Perpenti resta una figura di scienziata ottocentesca che diede contributi di ricerca sia in Botanica sia in Medicina, a dimostrazione che molte nobildonne, nei secoli passati, partecipavano attivamente ai dibattiti scientifici del loro tempo: Chimica, Fisica, Botanica, Medicina, Astronomia... come mai Candida Lena Perpenti non è minimamente citata sui libri di scuola, con tutto che era pure italiana, e quindi un grande vanto per il nostro Paese, ma io ho dovuto leggermi un libro di storia del territorio lombardo (neanche reperibile ovunque!) per conoscerla?! Al solito, il contributo scientifico, artistico, letterario dato dalle donne resta sconosciuto oltre che sminuito.
METTIAMO LA PROVA, PRIMA CHE QUALCUNO STARNAZZI DICENDO CHE NON è VERO NIENTE E CHE SOLO ARISTOTELE HA FATTO LA STORIA DELLA SCIENZA!
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