Monti e Foscolo: pensieri su Napoleone

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Il 14 giugno 1800 Napoleone sconfigge gli Austriaci a Marengo e si assicura il possesso definitivo dell'Italia. Da Parigi, dove si trova in esilio, il poeta Vincenzo Monti (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/07/vincenzo-monti-i-miei-versi-preferiti.html) saluta l'evento come l'inizio di una nuova era per la società italiana, cui le armi di Napoleone avrebbero garantito pace e libertà. 


E rivolgendosi classicamente al Po, "de' fiumi algoso re", lo invita a propalare il suo entusiasmo:

"Di' che l'asta il franco Marte

ancor fissa al suol non ha, 

di' che dove è Bonaparte

sta vittoria e libertà"

Anche Ugo Foscolo (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2021/01/nuovi-commenti-allopera-del-foscolo.html) aveva composto un'ode dedicata a "Bonaparte liberatore". Ma non molti mesi dopo Marengo, egli scrive il suo grande romanzo "Ultime lettere di Jacopo Ortis" nel quale il giudizio su Napoleone è radicalmente mutato:

"Moltissimi de' nostri presumono che la libertà si possa comperare a danaro; presumono che le nazioni straniere vengano per amore dell'equità a trucidarsi scambievolmente su' nostri campi onde liberare l'Italia. Ma i francesi che hanno fatto parere esecrabile la divina teoria della pubblica libertà, faranno da Timoleoni [liberatori] in pro nostro?  Moltissimi intanto si fidano nel Giovine Eroe nato di sangue italiano; nato dove si parla il nostro idioma.  Io da un animo basso e crudele non m'aspetterò mai cosa utile ed alta per noi.  Che importa ch'abbia il vigore e il fremito del leone, se ha la mente volpina, e se ne compiace? Sì, basso e crudele - né gli epiteti sono esagerati... (...) La natura lo ha creato tiranno: e il tiranno non guarda a patria: e non l'ha."




In conclusione: l'esaltazione prima dei miti dell'Illuminismo (il mito della Ragione, pace, giustizia sociale, fratellanza, progresso, il benessere materiale) e poi l'amara delusione per l'impossibile realizzazione di tali miti si ritrovano nelle opere dei migliori scrittori italiani della fine del Settecento come Vincenzo Monti, Ugo Foscolo e Vittorio Alfieri. (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/search?q=alfieri)



La Rivoluzione Francese spazzava via il passato e introduceva la libertà, l'uguaglianza e la fraternità (abolendo Dio e sostituendolo con l'astratta Dea Ragione). Ma la realtà fece svanire tutto questo.  Napoleone non portava tutto questo, ma una nuova dominazione. Per circa due decenni si susseguirono battaglie, stragi, campagne militari durissime e devastatrici. Come conseguenza, si ebbe il crollo dei miti illuministi. Il sentimento della Patria, accentuatosi dopo la caduta del mito settecentesco del cosmopolitismo e della solidarietà tra i popoli, fece esplodere nell'Italia soggetta all'Austria una letteratura patriottica a cui contribuirono i maggiori scrittori dell'Ottocento come Massimo d'Azeglio.

Falliti i nobili, romantici ideali dei patrioti, si sentì l'esigenza di un maggior realismo: questa esigenza sfociò nel Verismo, che ebbe come massimo rappresentante Giovanni Verga. (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/giovanni-verga-1-i-romanzi-e-vita-dei.html)

Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/03/breve-introduzione-al-neoclassicismo.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/breve-introduzione-al-neoclassicismo.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/breve-introduzione-allarte-dellottocento.html




N.B: se non faccio la fine della "desaparecida", mi piacerebbe anche trattare con più dettagli la donna rivoluzionaria di fine Settecento

argomento che, comunque, avevo già trattato https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/le-prime-attiviste-nel-settecento-le.html  https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/ottocento-le-grandi-rivolte-per-i.html  visto che il mondo del web è pieno di personaggi che ragliano il solito mantra del "le donne non hanno mai fatto niente nella Storia, solo Aristotele ha fatto, eh eh eh!"

Non sono sicura di riuscire a finire "Le donne della rivoluzione" di Michelet, per come stanno andando le cose qui non si è sicuri di arrivare a fine giornata, comunque la foto di questo libro la metto qui, tanto per far capire a certi personaggi che Lunaria, nel cilindro, ha pure quest'arma... certo, se avrò l'opportunità, userò, a mo' di mitragliatrice, "Le donne della rivoluzione", per falciare via tutti quelli che ragliano il "eh eh eh, solo Aristotele ha fatto!", perché devono essere trattati a libri in faccia... e io a libri in faccia li tratto.


Ho già messo in conto che finirò come Olympe de Gouges, ma in fondo: (https://intervistemetal.blogspot.com/2017/11/milton-satana-e-il-black-metal.html)

"Che importa se il campo è perduto? Non tutto

è perduto; la volontà indomabile, il disegno

della vendetta, l'odio immortale e il coraggio

di non sottomettersi mai, di non cedere: che altro

significa non essere sconfitti?"


"E a voi salute, orrori,

mondo infernale; e tu, profondissimo inferno, ricevi

il nuovo possidente: uno che tempi o luoghi

mai potranno mutare la sua mente. La mente è il proprio luogo,

e può in sé fare un cielo dell'inferno, un inferno del cielo.

Che cosa importa dove, se rimango me stesso; e che altro

dovrei essere allora se non tutto, e inferiore soltanto a lui

che il tuono ha reso il più potente? Qui almeno

saremo liberi; poichè l'Altissimo non ha edificato

questo luogo per poi dovercelo anche invidiare,

non ne saremo cacciati: vi regneremo sicuri, e a mio giudizio

regnare è una degna ambizione, anche sopra l'inferno:

meglio regnare all'inferno che servire in Paradiso."


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