Johann Heinrich Füssli

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Johann Heinrich Füssli (1741-1825), nato a Zurigo ma formatosi artisticamente a Roma, in pieno Neoclassicismo, anticipò la pittura visionaria e da incubo tipica del Romanticismo Nero, con visioni terrifiche che rimandano al nascente romanzo Gotico di fine Settecento e dei primi dell'Ottocento.

"L'incubo" è la sua opera più celebre: una donna giace, esanime, forse già cadavere, pallida come uno spettro, avvolta in una tunica che ricorda un sudario, col volto stravolto dal terrore; sul fondo scuro del dipinto, si vedono creature mostruose: un piccolo demonio ghignante, un cavallo grigio dagli occhi bianchi, come se avesse la cataratta.





In un'ottica psicanalitica, si può vedere questo dipinto come l'inconscio umano che, durante il sonno, si libera della censura e dei freni inibitori e dà vita a fantasie inquietanti.

(Nota di Lunaria: quanto il colore bianco possa essere terrorizzante l'ho scoperto, mio malgrado, "qualche incubo fa"... prima di allora, chi mai avrebbe potuto pensare che la leucofobia potesse essere una fobia così terrorizzante?!)

Un suo disegno color seppia, "La disperazione dell'artista davanti alla grandezza delle rovine antiche" rappresenta il senso di smarrimento che l'uomo prova di fronte alla magnificenza dell'arte classica.


L'artista è seduto all'angolo, quasi rannicchiato, con una mano sulla fronte e la testa declinata, disperato, accanto ad un gigantesco piede di una statua antica; oltre al piede, vediamo una mano possente, con l'indice alzato; vi è quindi un contrasto tra le rovine titaniche, perenni e grandiose del passato e l'uomo, perituro e misero, a cui non resta che piangere vagheggiando la perdita di quel mondo antico.

Vedi anche la pittura allucinata di Bosch https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/bosch-grien-e-altdorfer.html

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