Epidemia e Tutela della Salute come pretesti per la ghettizzazione e il genocidio negli anni '40

Nota di Lunaria: di questo libro

che è stato l'ultimo libro che ho potuto prendere in biblioteca, PRIMA CHE "QUALCUNO" MI VIETASSE DI ENTRARCI, saranno riportate le foto delle pagine a mo' di prova, perché SONO NAUSEATA dal sentire commenti insulsi scritti da gente che NON HA MAI APERTO UN LIBRO. 

Sono stanca di sentire idiozie, dette da gente che si pavoneggia pure come "grandi esperti, dotti, noi crediamo nella Scienzah, l'ha detto La Scienzah", sono stanca di dover ripetere SEMPRE LE STESSE COSE ORMAI DA DICEMBRE 2020.

OGNI VOLTA TIRO FUORI UNA VAGONATA DI LIBRI A SOSTEGNO DELLE CRITICHE A BIG PHARMA E OGNI VOLTA IL CIALTRONE DI TURNO, CHE NON HA LETTO NIENTE, sghignazza, trolla, mi offende, non replica, non argomenta, non sa dimostrare che ho torto, onde poi difendere a spada tratta qualsiasi provvedimento liberticida e illogico (magari spacciandosi pure per "democratico, di sinistra, inclusiv*, progressista, contro il femminicidio, contro il razzismo, contro l'omofobia, per l'ecologia e BLABLA" il solito mantra detto da questi personaggi che infestano il web e le radio da "bandiera rossa la trionferà")

Rassegnatevi, cari sinistrati zanitari: io andrò avanti a SBATTERVI I LIBRI DAVANTI AGLI OCCHI.

Perciò, non solo trascrivo i concetti, ma metto anche le prove fotografiche che dimostrano che io, i libri, li leggo e so argomentare con precisione.

E io l'argomento ancora non l'ho concluso: non ho ancora finito di trascrivere altre pagine sui misfatti di Big Pharma e andrò ancora avanti a fare pdf e video contro il comunismo "classico" e contro i sinistrati attuali con il loro comunismo zanitario.

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GENOCIDIO E SANITà: I MEDICI TEDESCHI DEL 1939-1941

(pagine 141-142-143-144-145-146)

Negli ultimi anni si è approfondito il tema della medicina nel Terzo Reich, e che genere di rapporti intercorressero tra politiche sanitarie e misure naziste genocide.

Uno dei motivi principali della ghettizzazione degli ebrei fu la paura dei tedeschi per le epidemie. Le politiche sanitarie di questi medici collaborazionisti costruirono un elemento importante per le misure antisemite: nel 1941 la maggior parte della classe medica era a favore della "soluzione finale" come via per uscire dal dilemma sanitario che avevano creato.

Già personaggi come Eberhard Wetzel e Gerhard Hecht, dell'ufficio della Politica razziale (importanti influenze per Himmler) avevano dichiarato: "La prestazione medica da parte nostra deve limitarsi a prevenire il diffondersi di epidemie nei territori del Reich" 

Fra diversi ideologi nazisti a Berlino era diffusa l'idea di far decrescere la popolazione polacca ed ebraica attraverso la negazione dei servizi sanitari: "Siamo totalmente indifferenti al destino igienico degli ebrei. Vale anche per gli ebrei il principio fondamentale che la loro propagazione va contrastata in ogni modo possibile." (Wetzel e Hecht)

In "Kampf den Seuchen! Deutscher Artze-Einsatz im Osten" (1941) del dottor Jost Walbaum (membro della NSDAP e delle SA, incaricato alla Sanità pubbilica a Berlino nel '33) l'autore esprime chiaramente il suo disprezzo per i polacchi (la Polonia era considerata un paese sporco e malsano, con una popolazione mezzo civilizzata e primitiva) 

Il dottor Joseph Rupprecht osservava che i medici tedeschi attuavano misure utili per proteggere dalle infezioni e prevenire la diffusione di epidemie nel popolo polacco: questo effetto veniva raggiunto con le costrizioni nel seguire misure sanitarie con "meticolosità germanica".

Un tema ricorrente nei libri scritti da questi dottori riguardava gli ebrei come fonte di epidemie, specie il tifo: il dottor Nauck, citando Walbaum, metteva in evidenza che "gli ebrei sono decisamente portatori e propagatori dell'infezione"; lo stesso tema era sostenuto anche dal dottor Waizenegger: "La malattia si manifesta specialmente fra la popolazione ebraica. Gli ebrei sono totalmente privi di qualsiasi concetto di igiene. (...) Si può vedere facilmente che la popolazione ebraica è infestata di pidocchi (...) la via alla diffusione del tipo è aperta"

Questi dottori suggerivano di costringere gli ebrei ad una disinfestazione obbligatoria, seguendo norme sanitarie; la misura antiepidemica più richiesta era la restrizione dei movimenti degli ebrei: i medici tedeschi diventarono insistenti propugnatori della ghettizzazione; gli ebrei dovevano essere rinchiusi con le malattie di cui erano i presunti portatori; si ripeteva lo stereotipo medievale antisemitico degli ebrei come portatori di peste.

A Varsavia la classe medica ebbe un ruolo decisivo nella ghettizzazione; il dottor Rudolf Batz, il 4 novembre 1939 ordinò che tutti gli ebrei dovessero essere confinati in una zona specifica.

Il comandante delle SS Wilhelm Krüge approvò il piano per la deportazione degli ebrei a Lublino; si cominciò a costruire un muro di due metri e venti tutto intorno alla cosiddetta area infetta: "L'erezione di un muro di sicurezza è stata considerata indiscutibilmente necessaria dal Dipartimento di Sanità pubblica". 

Il muro doveva essere edificato a spese del consiglio ebraico di Varsavia, ovviamente. "Il problema dell'edificazione di ghetti per gli ebrei è particolarmente urgente... specie per ragioni sanitarie".

La chiusura dei ghetti (con la scusa che il tifo veniva diffuso più facilmente nei ghetti) interruppe i legami economici tra ebrei e popolazione circostante, privando gli ebrei dei beni necessari; tutto questo portò a tassi altissimi di mortalità e all'esplosione dell'epidemia di tifo. Molti storici sostengono che i riferimenti alle epidemie fatte dai medici nazisti fosse un pretesto per giustificare la ghettizzazione degli ebrei e un preparativo per il genocidio.

Il logoramento degli ebrei fu parte essenziale del diabolico piano nazista.


PROVE:












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