Recensione a ''Black Panther''


una Recensione di Lunaria

No, vabbè, ora non vi aspetterete che io parli di eroi della Marvel e di fumetti. Sono ignorante su queste cose e in più ormai da decenni sono del tutto all'oscuro di cosa vada di moda ora e di cosa ci sia stato gli anni scorsi. 


State parlando con una che è rimasta a quando i Korn di "Freak on a leash" erano la novità più trendy del momento, insieme ai Limp Bizkit di "Nookie".





Quando ero una teen questa era l'ultimissima novità alla moda. Vabbè, ora è anticaglia da Paleolitico... 
Cosa diamine è venuto dopo?? Faccio fatica a visualizzare cosa effettivamente sia venuto dopo, parlando di tendenze, diciamo dal 2004 in poi. Ricordo il grande successo degli Evanescence e poi dei Killswitch Engage e poi... il NULLA.




L'unica cosa che effettivamente si avvicina al 2018 e che mi fa avere un aggancio a questa realtà storica (ma potrebbero già essere fuori moda) sono gli Attila. 




 La mia ancora di salvezza, insomma l'unica cosa che io possa citare parlando dei giorni nostri. Bhè, "novità" si fa per dire, visto che sono i figliocci dei Limp Bizkit.

Per il resto, mi sento al Paleolitico.  

Idem dicasi per i film. Ricordo solo "Van Helsing" e poi nisba. Che diamine è venuto fuori dopo "Van Helsing", a parte "Twilight"?!?


Quindi, in questa recensione NON vi parlerò di tutti i retroscena di "Black Panther", spin off e non so che altro. Ci pensano già il 99% dei recensori che lo hanno recensito.
Sarà una recensione in pieno "Lunaria style" ovvero citando un mucchio di roba che il mondo ignora (mentre io ignoro le cose che il mondo conosce a menadito... hey non penserete di certo che io sappia usare quei cosi chiamati iphone o ipad o smartphone, ovvero mini-computerini che tutti hanno, a parte me?)

Ma come ho fatto a conoscere "Black Panther"? Bah, non sapevo manco esistesse, fino ad una serata fa. Troppo occupata a ravanare in cose del Rinascimento o dell'Ottocento per stare dietro alle cose che escono oggigiorno.
è stata la biblioteca a sponsorizzare una serata dedicata a questo film e così ho partecipato ovviamente NON andando ad informarmi cosa fosse 'sto "Black Panther": non ho credito sulla chiavetta 3 e le ricariche non crescono sugli alberi, sigh! 

E così, di fatto, ero completamente all'oscuro di cosa fosse.

Partiamo dalla trama, poi facciamo le solite considerazioni lunariali.

T'Challa è il re di un ricchissimo regno africano, il Wakanda, celato agli occhi di tutti, che grazie ad un super metallo prodigioso, il
vibranio, ha sviluppato una civiltà ultratecnologica che in confronto noialtri sembriamo al Paleolitico.
Insomma, a Wakanda ci sono navicelle spaziali manovrabili pure col pensiero, una medicina avanzatissima in grado di far guarire lesioni gravi nel giro di qualche minuto, una società pacifica immersa nel benessere. Ma che non ha mai condiviso questo benessere con nessuno, neanche con gli stessi Africani al di fuori di Wakanda, che se la passavano da schifo.
T'Challa alberga in sé il potere della Pantera Nera, conferito alla sua etnia dalla Grande Dea Bastet, agli albori dell'umanità.
Il Wakanda è sempre stato ben nascosto, e ha sempre interagito al minimo col mondo circostante, ma qualche cattivone bianco è riuscito a localizzarlo e a portarsi via un po' di vibranio e intanto anche un wakandiano escluso da troppi anni sta meditando vendetta...

Da qui in poi non vi dico più niente, la trama più o meno è questa, e il film che dura due ore e qualcosa è tutto all'insegna di scenari mozzafiato, costumi afro-cyber, inseguimenti adrenalitici e rocamboleschi che lo rendono quello che poi è: un film d'azione e di fantascienza, basato sul supereroe in maschera.





Ho letto che il film è stato uno sfracellabotteghino, incassando un mucchio di soldi; bhè, tra scenari futuristici blade runneriani in salsa afro e gli incredibili costumi ed effetti speciali che potenziano le scene d'azione con personaggi che saltellano e volano da tutte le parti a velocità supersonica fracassando macchine che esplodono, ci credo che il film è piaciuto e ha incassato i miliardi!

Ma tutto sommato, per quanto gradevole, se il film in questione fosse stato tutto e solo inerente l'azione spericolata, molto difficilmente avrei scritto una recensione. (la vostra scribacchina si affaccenda in tutt'altro, e ci sono 2mila anni di cristianesimo da dattilografare al pc...) 


E invece "Black Panther" non è solo un film commerciale, fatto per vendere e pieno zeppo di effetti speciali incredibili, ma uditeudite, è anche un film politico e filosofico. Non ci credete?!
Bhè, ma è perché non avete letto cose come Senghor, Cèsaire, Fanon o perché non conoscete un po' di storia del movimento d'emancipazione degli afroamericani (e africani) che passa sempre in sordina, perché in fin dei conti a chi ha la carnagione chiara, frega poco o nulla, anzi diciamo che frega proprio una cippa di mettere il naso al di là delle solite cose ovvie e ultrafamose sponsorizzate ovunque (Baudelaire-Leopardi-Nietzsche-Aristotele-Platone-Agostino-Kant-Hegel-the end).
Perché la Letteratura è un po' come la musica: ci sono le cose molto famose e che godono del rispetto e del timore reverenziale di tutti (anche di chi non li ha letti) insomma, i Mozart della Letteratura; avete mai sentito qualcuno dire che Mozart non è granché? Che sono meglio gli An*l C*nt? No, eh?
Avete mai sentito dire che Aristotele non è granché? Che è meglio la poesia Inuit? No, eh?


Insomma, certi nomi ultracelebrati sono roba che se non ti piace fai la figura del pirla, e giù anatemi ululati contro di te. Fa niente che Bronislawa Wajs sia stata decisamente più interessante di Aristotele e non dannosa quanto lui, per la storia dell'umanità. Se non ti piace Aristotele - anzi, se non ti prostri a novanta davanti a lui - sei un pirla, no? Per certa gente basta conoscere le minkiatine aristoteliche a memoria per sentirsi "il top della cultura", i Grandi Dotti. Fa niente che non conoscono un cazzo parlando di Inuit o di Letteratura Femminile. Tanto il top del top della cultura mondiale è sempre e solo Aristotele, vero?





E poi ci sono quelle cose di nicchia come potrebbe essere il Power Noise, quel genere di roba che conoscono in quattro gatti. Insomma, i Converter della Letteratura. Roba proprio underground. Roba che devi scavare a fondo, prima di averla. Roba che fa sembrare nomi come Cros o Tansillo "letteratura mainstream", da tanto sono ancora più-sotto-sconosciuti.

E io ho cercato di andare sempre oltre l'ovvio e il già-famoso, soprattutto se puzza di ateneo per ricchi figli di avvocati, tanto che sono approdata anche su cose di nicchia che - per citare Verga - a vederle non gli avresti dato manco due baiocchi.
E invece io ho tratto più giovamento leggendo Ayaan Hirsi Ali che non leggendo Aristotele. E ora incazzatevi pure e rosicate, str*nzoni da ateneo.


Per cui sì, "Black Panther" non è solo un film d'azione fracassona, ma si presta anche a delle riflessioni (almeno per chi se le vuole fare, quindi non gli idolatri del Misogino di Stagira).

Intendiamoci: non che prima di "Black Panther" non ci fossero stati film sugli afroamericani. Ce ne sono stati, anche dozzine, basterebbe citare la Blaxploitation,






o roba trashissima come "Blacula", "Abby", "Black Devil Doll from Hell" (questi ultimi due li ho visti grazie al Tubo), ma, vuoi per i budget da neanche 2 dollari, vuoi per un certo, ehm, comico involontario, nessun bianco avrebbe mai preso sul serio questa roba. Se non come trash fatto da afroamericani per afroamericani.




Un minimo interesse (erettivo) magari era dato a roba che avesse una patina di "africanità", o meglio, di esoticità, ma esteticamente gradevole per i mandrilli occidentali, tipo



che si dimenticavano a fine eiaculazione.

Ci furono poi film come "Il colore viola" e anche tanto altro che non conosco ma che sicuramente passa in tv su Mediaset, che analizzava la condizione dei neri al solito, anzi, nell'unico modo che la puoi analizzare: sempre facendo aleggiare sullo sfondo i campi di cotone e il clangore delle catene.
Non in primo piano, si intende, ma suggeriti tra le righe.





Poi è venuto "Candyman". E Candyman ammazzava bianchi. E Candyman insegnò che si poteva fare un ottimo horror a tinte sociologiche.  http://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/recensione-candyman-terrore-dietro-lo.html

Per cui veniamo al punto: perché "Black Panther" è un film politico? Cosa lo rende anche filosofico?
Essenzialmente è un film che annulla lo stereotipo che tutti abbiamo in mente: non compaiono neri in catene intenti a raccogliere cotone cantando spirituals (anche se sul finale vengono citati... non quelli dei campi di cotone, ma quelli che si buttavano in mare)
No, non compare neanche l'altrettanto immancabile clichè della cantante gospel, ovviamente sovrappeso e ovviamente perennemente lacrimante al suono di "oh Lord, oh Lord Jesus".
No, niente di tutto questo. E per fortuna. 


In "Black Panther" c'è il sogno di rivalsa di ogni africano: un regno africano ricchissimo, pieno zeppo di benessere e superiore, in tutti i campi, ai bianchi. Che vengono appellati "che primitivi" quando, durante l'inseguimento mozzafiato in automobile per le strade della Corea del Sud (!), pensano che le loro pallottole potrebbero fermare le due protagoniste africane che li stanno inseguendo. Pallottole che non scalfiscono minimamente l'automobile progettata dalla ricercatrice africana di Wakanda.
(ma chi è un fan di "Nightmare" ricorderà che nel quarto episodio c'era la ragazza afroamericana che costruiva "lo scacciascarafaggi" che servirà alla fine per uccidere [momentaneamente...] Freddy... e difatti anche per molti critici cinematografici afroamericani il personaggio della studentessa afroamericana genialoide - più genialoide dei suoi compagni bianchi... - è da citare come uno dei primi tentativi fatti per presentare figure alternative di afroamericano che non fosse il solito teppista da ghetto)




Insomma, in "Candyman" c'era sì la violenza contro i bianchi, ma finiva lì. Niente sogni di gloria megalomane, solo i palazzoni puzzolenti e fatiscenti del ghetto con i murales colorati e dei neri incazzati che per qualche minuto sfogano la rabbia picchiando la bionda bianca ficcanaso mentre Candyman infilza chiunque sia tanto idiota da evocarlo allo specchio. Ma ripeto, finiva lì.

In "Black Panther" invece questo Africa-centrismo megalomane è pompato a mille, nello sfoggio esorbitante di una tecnologia incredibile, frutto di cervelli africani, che in confronto noialtri sembriamo formichine armate di stuzzicadenti. 


C'è poi il risvolto inquietante del "e se fossero loro a schiavizzarci, facendoci quello che noi abbiamo fatto a loro?", che caratterizza "un secondo tempo" del film. Che pone diverse domande, anche parlando di egoismo e di benessere a discapito di tanti altri.
Domanda, quel "e se fossero loro a..", che peraltro io mi pongo in continuazione quando camminando per strada vedo africani (ma quando vedo maschi cinesi la domanda che mi pongo in continuazione è "ma come facevano ad eccitarsi con i piedi di loto?!?")




Chi ha studiato i culti africani sa bene che il Voodoo Petro, quello più tremendo, è figlio della schiavitù, ed è stato creato dai bianchi. è lo "schiocco della frusta del padrone bianco", è il sangue che sgorga dalle ferite delle frustate sulla schiena. (1)



(1) I Petro sono gli spiriti iracondi, violenti, rabbiosi, intrisi di dolore e disperazione. Sono gli spiriti di coloro che morirono in schiavitù, di coloro che vennero fustigati, torturati: "sono il furore per il destino maligno che gli Africani hanno sofferto, per la brutalità del loro esodo e della loro schiavitù. è la violenza che emana da quella rabbia e ne è la protesta. è lo schiocco della frusta degli schiavi che costantemente riecheggia" (M. Deren)    
 

Chi poi ha studiato la storia dei crimini della psichiatria, 
http://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-della-psichiatria-raccolta-di.html 
sa altrettanto bene come venivano considerati gli schiavi africani (ma anche i malati di pellagra e le donne che godevano con la clitoride).



Chi poi ha studiato Frantz Fanon sa ancora meglio cosa significhi fondare l'identità di un popolo sulla riproposizione vittimistica di quanto si è patito. http://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/recensione-candyman-terrore-dietro-lo.html



E chi si è letto anche James Cone, conosce bene come certe frasi e precetti biblici e la stessa immagine di dio pesino come un macigno, non solo contro le donne, ma anche contro chi non era uomo bianco. (2)


(2) La schiavitù non è abolita nel Nuovo Testamento. Al contrario, è legittimata. E gli schiavi devono amare i loro padroni; vedi Luca 12:41 e Efesini 6:5, 1 Pietro 2:18
Difatti, il cristianesimo fondamentalista americano è suprematista bianco.

https://en.wikipedia.org/wiki/Christian_Identity 
E non potrebbe essere altrimenti. La schiavitù, insieme alla misoginia, è più che legittimata, nella bibbia.

Bhè, "Black Panther" va oltre i punti che sembravano fissi ed inevitabili parlando di Africa e Africani.

Tanto per iniziare, ripropone in chiave moderna le estetiche africane tradizionali (dalle scarificazioni alle capigliature e non manca neanche il piattello labiale, nel film portato da un uomo, mentre nella realtà africana è indossato dalle donne; ma forse si è evitato di farlo portare alle donne perché si sarebbe fatto pensare ancora di più all'unica pratica estetica-cerimoniale africana che non è citata nel film: l'infibulazione e la mutilazione della clitoride...) cancellando in un batter d'occhio "la dittatura estetica biancocentrica" di donne africane "costrette" a sembrare meno africane possibili, per piacere ai maschi bianchi (Naomi Campbell con i capelli liscissimi... Beyoncè bionda e "sbiancata di pelle"...). 


 Una Naomi Campbell dai capelli più lisci di quelli di una donna lappone...
 Piattello mursi e scarificazione:



Per l'estetica africana "la pelle liscia" non è eccitante. è la pelle "ricamata" con cicatrici che formano disegni che viene trovata sexy al tocco, ma ha anche una valenza simbolica: identifica il coraggio e la resistenza fisica, perché per ottenere questi risultati che vedete sopra, sono serviti decenni di sofferenze e di coraggio.

Poi cancella anche l'ingombrante cristianesimo (imposto dai bianchi, successivamente africanizzato a puntino da gente come Kimbangu e Cone...) e ci piazza dentro direttamente il culto africano degli Antenati e la Dea Bastet (ok, era egiziana, quindi non "Africa nera", però tenete presente che anche gli Africani avevano Dee animali e che in Egitto regnarono alcuni re africani), quindi niente singer gospel sovrappeso e piagnucolosa intenta a cantare di "Oh Lord, oh Lord Jesus" in qualche polverosa chiesa metodista di periferia mentre i cattivoni bianchi borghesi pensano al loro "Bianco Natale" di gesù bambini biondi boccolosi e occhi cerulei... 


Poi, come si è detto, pompa a mille "l'orgoglio Black" con una tale potenza che sarebbe capace di resuscitare in massa i fondatori e i militanti delle Black Panthers vere. 



Non manca neanche un riferimento al Femminismo nero e a quelle donne nella storia che hanno combattuto contro i conquistatori e gli schiavisti bianchi, come la regina Nzingha, Sojourner Truth, Sarah Mapp Douglass e Harriet Tubman.
(le guerriere incazzate dal look Masai, la sorella di T'Challa o la Regina Madre, tutti personaggi femminili davvero incisivi e potenti).
 


Cucù, cosa scopriamo? Sì, alcuni regni africani erano guidati da donne che scendevano in campo a fare il c*lo ai colonizzatori.
Eh lo so, sui libri di scuola non lo scrivono...

 Sojourner Truth e Sarah Mapp Douglass: attiviste contro la schiavitù. Sojourner Truth aveva subito la schiavitù. Poverissima e disprezzata, non si diede per vinta, e manifestava attivamente per l'abolizione della schiavitù

Insomma, per farla breve: "Black Panther" NON assume né "il punto di vista dei bianchi sugli africani", ovvero come noi li vediamo (dai, lo sappiamo: dici "Africa" e la prima cosa che ti viene in mente è "bambino denutrito con il pancione e con le mosche che gli volano intorno"; forse solo a me vengono in mente, dopo il bambino denutrito, anche i Demogoroth Satanum, eh? 




Dici "Afroamericani" e la prima cosa che ti viene in mente sono i NWA che sparano ai poliziotti BANG!BANG! ed è tutto un tintinnare di paccottiglia bling bling e faccioni truci Gangsta Rap) 


ma neppure il catastrofismo deprimente del "siamo stati schiavizzati. Non ne usciremo mai". 


Parte da altro, appunto. Da qualcosa di così innovativo da risultare inaudito.
Insomma, "Black Panther" è un film che farà vomitare bile verde, gialla e viola a tutti i KKK (e non solo americani). 




Sì, decisamente quel tipo di personaggio (3) potrebbe persino tacciare "Black Panther" di essere un film razzista contro i bianchi: del resto, pompa a mille l'africacentrismo facendolo risultare molto figo e i pochi attori bianchi che interpretano il film o sono ebeti o sono cattivi o sono semplici aiutanti.

(3) che, a voler essere precisine, appenderebbe pure a me all'albero dandomi fuoco, visto che sono così linguacciuta contro il cristianesimo...

Conclusioni? A me "Black Panther" è piaciuto. Non solo perché è spettacolare negli effetti speciali mozzafiato, negli scenari e nell'estetica afro-cyber, ma soprattutto perché me lo sono gustata anche pensando alle letture che ho fatto (Senghor, Fanon, Cone, Ayaan Hirsi Ali ecc...).








"Black Panther" è anche un film che si diverte di tanto in tanto a lanciarci qualche frecciatina a noialtri bianco-centrici; penso alla scena del "Silenzio! Tu qui non puoi parlare! Un'altra parola, e ti spedisco come cibo per i miei figli!", rivolta all'uomo bianco. E la sua faccia completamente sbigottita.


Cannibalismo: poteva mancare il più classico dei cliché sull'Africa?
Ma poi, il gigantesco re sghignazza e ci fa sapere che "No, siamo vegetariani!".

Per cui sì, "Black Panther" mi è piaciuto. Mi ha fatto svagare per due ore e qualcosa. E intanto mi faceva anche accendere le lampadine mentali sul mucchio di roba che ho letto.


Roba che pochi conoscono (hey, non penserete di certo che all'università vi parlino di questo, eh? Ma certo che no, lì si sta prostrati a dare il c*lo ad Aristotele...) e allora perché non sfruttare il fatto che "Black Panther" è un film commerciale, che sarà ricercato sul web, e usarlo per fare pubblicità agli scrittori e alle scrittrici africane che ho letto e che mi sono piaciuti?

(Rosicate, str*nzoni accademici, rosicate che mille ne penso e diecimila ne tiro fuori dal cilindro lunariale... Rosicate, che faccio filosofia senza avere la vostra autorizzazione... Sugli attestati ci scatarro su, parafrasando gli Afterhours.)

Un po' di nomi di poeti e poetesse che i dottoroni degli atenei non sanno manco che sono esistiti... troppo occupati a sfogliare per la miliardesima volta le solite pagine aristoteliche per trovare 5 minuti di tempo nel leggere anche altro...



Quindi, suggerisco di guardarlo. Ma se volete gustarvelo al meglio, fatevi anche un mini-corso letterario su queste cose che vi metto qui sotto... e mi darete ragione, punto per punto...
 
Per approfondimenti sulla storia africana e sul complesso simbolismo tribale e religioso, vedi:









Sulla letteratura e filosofia africana, vedi:




Per la condizione della donna:



Per approfondimenti sul Voodoo\Umbanda\Candomblé





Infine concludiamo citando un po' di musica. Ci sarebbero tantissimi artisti da citare, qui ne menziono solo alcuni  http://intervistemetal.blogspot.com/2017/04/alle-origini-del-blues-la-poesia.html

e in particolare, 

 

 


p.s Per chi non lo sapesse, comunque, i più oppressi e denigrati, gli ultimi tra gli ultimi, non sono gli Africani: sono gli Aborigeni, ancora vittime del terribile giudizio estetico dei bianchi, a causa dei loro lineamenti facciali.


Ho studiato anche la loro religione, la loro storia (in Italia siamo una minoranza ad interessarci agli Aborigeni e all'Oceania) e devo dire che purtroppo non so se alla loro oppressione ci sarà mai fine, anche se si tenta, negli ultimi anni, di far conoscere la loro cultura.
C'è gente "bianca" che specialmente sul web scrive cose orrende contro gli Aborigeni (in particolare contro le donne, perché si può sfogare ancora meglio il proprio sadismo misogino), scatenando un razzismo agghiacciante che non avrebbe motivo di esserci: gli Aborigeni non ci hanno mai fatto niente di male, è stato l'Europeo a fare del male a loro. 


Comunque, qui trovate un approfondimento sulla mitologia aborigena:
http://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/aborigeni-storia-miti-credenze.html