Recensione a "La Chiesa"



Per info, dettagli tecnici e ispirazione



Una recensione di Lunaria


Trama:  Medioevo. Un drappello di cavalieri rade al suolo un villaggio, i cui abitanti sono accusati di appartenere ad una setta di adoratori del Maligno, chiamati Calpestanti, "perché hanno un tatuaggio a forma di croce sotto la pianta dei piedi per calpestarla". Nessuno si salva dalla strage. A fine eccidio, una fossa comune viene riempita di cadaveri. Mentre il prete sta purificando il luogo, sembra che i calpestanti tornino in vita; la fossa viene riempita in fretta; il prete ordina che in quel luogo venga edificata una chiesa, affinché serva da "eterno peso e sigillo al demonio". Una croce che cade pesantemente sulla fossa conclude il prologo.
La storia prosegue nel 1989, a Budapest. L'arrivo di un archivista nella cattedrale segna l'inizio del ritorno delle forze del male; aiutato da una restauratrice, il giovane, partendo da un frammento di pergamena, trova una misteriosa pietra, che raffigura una faccia animalesca demoniaca, con sette occhi. Tolto il sigillo, l'archivista, Evan, viene "infettato" da una misteriosa luce blu proviente dal sottosuolo, direttamente dalle fondamenta della cattedrale. Altri personaggi che si trovano nei pressi della cattedrale (i preti, il sacrestano, i turisti, una comitiva scolastica, dei fotografi e una modella...) seguiranno la sua stessa sorte: il contagio si allarga a macchia d'olio. Ma la cattedrale, al suo interno, è dotata di un sistema di sicurezza per impedire che il contagio demoniaco si diffonda all'esterno: il meccanismo scatta, gli ingranaggi si muovono e il portone d'ingresso si chiude, sigillando la chiesa e imprigionando al suo interno tutti i protagonisti. Da qui in poi, le vittime verranno uccise da quelli già posseduti o vedranno a tu per tu creature demoniache. Solo un prete resta indenne, aiutato da Lotte, la giovane figlia del sacrestano, unica a conoscere un passaggio segreto che permette di uscire dalla cattedrale. Ma ormai, il Male sembra aver vinto. Ormai posseduti dai demoni, i personaggi rimasti nella cattedrale organizzano un sabba per evocare Satana e i Calpestanti, che stanno resuscitando l'uno attorcigliato all'altro, formando una testa mostruosa. Il prete, osservando la scena, capisce che l'unico modo per evitare che il Male trionfi è quello di trovare il meccanismo di protezione, progettato in epoca medioevale, che permetta di distruggere l'intera cattedrale; fatta uscire la ragazza e trovata la tomba dell'architetto, il prete, spostando il perno, a prezzo della sua vita, riesce a far crollare la cattedrale, seppellendo i demoni: l'intero edificio si autodistrugge. Ma qualche giorno dopo, Lotte, aggirandosi tra le rovine, trova la strana pietra con sette occhi, che improvvisamente si solleva per lasciare filtrare una strana luce azzurra... Lotte la guarda, sorridendo...

Commento di Lunaria: Tra il variegato cinema italiano, ho una predilizione per quello horror (ma anche thriller), ovviamente i grandi classici tricolori. Michele Soavi (che aveva già prestato il volto come attore in alcuni film horror di Lamberto Bava e Fulci) aveva esordito con l'ottimo slasher "Deliria" (premiato al festival di Avoriaz),




proseguito con "La Chiesa" 


(Una locandina molto Black Metal... xD)


 e concluso il suo percorso nell'Orrore con "La Setta" (decisamente sottotono e confuso)



e "Dellamorte Dellamore" (che aveva rappresentato un netto miglioramento rispetto al film precedente).


Purtroppo, da lì in poi, si è dedicato al altre cose, che francamente non ho più seguito.

Amo ancora moltissimo i film di Soavi e il mio preferito è senz'altro "La Chiesa", che originariamente avrebbe dovuto essere il terzo capitolo della saga di "Demoni" di Lamberto Bava




e che rispetto a "Demoni" e "Demoni 2"  tiene, come unico "filo rosso di collegamento" solo l'idea del gruppo di personaggi che viene segregato in un luogo chiuso e "infettati" da misteriose forze demoniache (in "Demoni" il luogo maledetto era un cinema, in "Demoni 2" un condominio). Certo che l'idea di infestare una cattedrale e di renderla la casa del Demonio è di per sé originale! E difatti, "la Chiesa", proprio tecnicamente parlando, è un horror gotico: è ambientato in questa enorme e splendida cattedrale. Più che sugli effetti splatter (anche se non mancano scene forti: ad una ragazza viene maciullata completamente la testa, la giovane insegnante viene trafitta, il sacrestano si trapana il ventre...) Soavi ha costruito un horror d'atmosfera, con personaggi ben caratterizzati (da applausi il sinistro custode della cattedrale, interpretato dal lugubre Feodor Chaliapin, ma anche la ragazza che dopo aver litigato col fidanzato si lascia abbracciare tutta nuda da un demone o la sposa vanesia che, prima di essere posseduta, credendosi vecchia e rugosa, si sfregia il volto!, e ancor prima, il contrasto tra lei desiderosa di uno specchio e il dipinto della suora dal volto non avvenente, che lacrima) e una scenografia suggestiva (belle le riprese dei particolari architettonici e dell'affresco dantesco); non mancano spunti particolari e innovativi, anche tramite riprese virtuosistiche, rivisti con grande maestria e acume psicologico: per esempio, la prospettiva dalla visuale dell'elmo del crociato in corsa, il gufo che assiste alla cavalcata in mezzo al bosco, il tatuaggio della croce sotto i piedi (citazione di "Là Bas" di Huysmans http://intervistemetal.blogspot.com/2017/08/la-blasfemia-black-metal-la-sua-origine.html ), il carretto che trasporta i cadaveri infetti dei Calpestanti, l'idea del cavallo fantasma che si manifesta con un galoppo forsennato e zoccoli che scalciano per la navata della chiesa, l'acquasantiera trasformata in "luogo che permette l'evocazione di demoni",  il rapporto morboso tra il padre padrone sacrestano e la figlia ribelle (che successivamente "cadrà in trance" dimostrando di essere la reincarnazione di una ragazzina trucidata dai cavalieri medioevali che avevano aperto il prologo), le risate diaboliche dei bambini ormai contagiati che galoppano giocando a fare i cavalieri, i suoni amplificati che "bisbigliano" per i corridoi e gli architravi; il vecchio prete che cade e viene trafitto sulla guglia anticipa il combattimento finale del "Corvo" di Proyas. La scena della copula demoniaca è ben fatta (con tutto che comunque siamo nel 1989 e l'effetto "mascherone di lattice-gommoso" delle creature demoniache, ad occhi moderni abituati ad effetti speciali mirabolanti, lo si nota molto), ovvia citazione di "Rosemary's Baby", ma decisamente più spinta (Barbara Cupisti viene ripresa nuda quasi per integrale e si adagia morbidamente sulla dura pietra del sotterraneo!); una scena che anticipa tanto erotismo infernale, in voga nella scena Black Metal soprattutto nella seconda metà degli anni '90, come ben immagineranno gli appassionati; del resto, Soavi affinerà ancora di più l'erotismo sepolcrale in "Dellamorte Dellamore" (1994) con la scena d'amore nell'ossario tra Rupert Everett e una splendida Anna Falchi e il rapporto sessuale sulla tomba del marito di lei, al chiaro di luna e accompagnati dai fuochi fatui.
Le musiche, come si può immaginare, sono incentrate sull'organo alla Dietrich Buxtehude, ma sono state composte da Keith Emerson, dai Goblin e da Philip Glass; peccato che appaiono raramente (si sarebbe dovuto enfatizzarle molto di più, data l'atmosfera!) 

Dopo questo sfoggio di bravura e padronanza tecnica-scenografica-stilistica, mi dispiace davvero che Soavi abbia cambiato genere. Davvero un peccato, perché sarebbe potuto diventare uno dei nomi di riferimento anche per l'annata dei '90, in campo horror italiano; gli appassionati sanno che purtroppo gli anni '90, qui in Italia, sono stati una batosta per i film di genere... difatti, si è smesso di farli, con qualche eccezione, molto spesso non eccelsa (è opinione della sottoscritta, comunque, che l'unico horror italiano degli anni '90 davvero eccezionale sia "L'Arcano Incantatore" di Pupi Avati, del 1996, che è il canto del cigno del noto regista).
Chiudo con una citazione, tratta da "Operazione Paura" i cui due autori definivano "La Chiesa" di Soavi "esempio di gotico metafisico e simbolico, non scevro da suggestioni di cinema d'autore, che rifugge l'effetto shockante e realistico a favore di un clima di paura impalpabile, dove il regista sa, con mano sicura, far galleggiare angosce profonde. A Soavi, in definitiva, interessa più lavorare sui meccanismi che regolano la creazione di un senso di paura che non sul momento della sua esplosione (...) lascia il segno l'idea di trasformare luoghi e oggetti di culto in entità minacciose e infide, ricercando la paura nel buio di sagrestie e confessionali, grazie a una macchina da presa mossa con virtuosismo ed evocando così angosce tipicamente nostrane, in quanto connesse a un ancestrale retaggio cattolico"


Che dire... in un'epoca stantia come la nostra, dove un "Annabelle" potrà piacere a chi ha 15 o 20 anni, ma sa di puerile e scontato a chi si è passato le decadi '70-80' ed è cresciuto con quei film, secondo me vale la pena riscoprire questo ultimo classico del genere horror italiano. Ai tanti strombazzati, patinati e ultra-pompati-in-giro "Annabelle", "Paranormal Activity" o "Sinister", io preferisco sempre e solo opere di un gran lirismo metafisico e gotico come "Deliria" e "La Chiesa"!


Qui potete vedere il trailer: